venerdì, settembre 26, 2003

NIGERIA: ANNULLAMENTO DELLA CONDANNA A MORTE DI AMINA LAWAL

MA L’USO DELLE LEGGI DISCRIMINATORIE RIMANE UNA QUESTIONE APERTA

Amnesty International ha espresso soddisfazione per la decisione odierna,
da parte della corte d’appello della sharia dello stato nigeriano di Katsina,
di annullare la condanna a morte di Amina Lawal, emessa il 22 marzo
2002. Secondo quanto dichiarato dal suo collegio di difesa, Amina Lawal è
stata rimessa in libertà poiché né la condanna né la confessione sono
state giudicate valide e dunque non è stata provata la commissione di
alcun reato.
“Il caso di Amina Lawal non avrebbe mai dovuto essere trattato in un
tribunale. Nessuna persona dovrebbe vivere un’esperienza del genere” -
ha dichiarato Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty
International.
L’organizzazione per i diritti umani si è detta felice per la mobilitazione
delle organizzazioni femminili, che hanno condannato con forza le
discriminazioni di genere su cui si basano alcune sentenze delle corti della
sharia in Nigeria. Contemporaneamente all’annullamento del verdetto di
Amina Lawal, ricorda Amnesty International, rimane in corso un altro
appello relativo a una condanna a morte nei confronti di Fatima Usman e
Ahmadu Ibrahim, sempre da parte di una corte della sharia nello stato di
Niger.
“La pena di morte è l’estrema violazione del diritto alla vita e costituisce
una punizione crudele inumana e degradante, sempre e comunque.
Amnesty International chiede al governo e alla società civile della Nigeria
di cogliere questa occasione e affrontare un problema che è causa di danni
e sofferenza inutili per molti cittadini nigeriani,” ha aggiunto Bertotto.
Per Amnesty International, il governo federale della Nigeria dovrebbe
assumere l’iniziativa di abolire la pena di morte ed emendare le parti della
legislazione – federale e locale, compresa quella della sharia - che
prevedono la pena di morte e le punizioni crudeli, inumane e degradanti.
Amnesty International ricorda che punizioni quali la lapidazione, la
fustigazione e l’amputazione, previste nella nuova legislazione, sono
considerate trattamenti crudeli inumani e degradanti dal diritto
internazionale sui diritti umani. Esse sono in totale contrasto con la
Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, ratificata dalla Nigeria
nel giugno 2001.
Le relazioni sessuali extramatrimoniali tra adulti consenzienti non possono
essere considerate reati penali. Il Comitato sui diritti umani delle Nazioni
Unite ha affermato che “è incontestabile che gli atti sessuali in privato tra
adulti consenzienti rientrano nella sfera della riservatezza”. Incriminare e
imprigionare donne a causa delle loro relazioni sessuali viola il loro diritto
alla libera espressione e associazione, alla libertà dalla discriminazione e
alla riservatezza. Amnesty International prosegue dunque la propria
campagna per l’abolizione di tutte le leggi discriminatorie e contro la
criminalizzazione di atti sessuali in privato tra adulti consenzienti.

martedì, settembre 23, 2003

“INVEST IN MODENA” IL SITO PER CHI INVESTE

Il nuovo servizio realizzato e proposto dall’assessorato alle politiche economiche

Il marketing territoriale della città da oggi può contare su un nuovo strumento. All’indirizzo www.investinmodena.it è infatti on-line il sito “Invest in Modena”, progettato per segnalare i vantaggi competitivi dell'area modenese e le opportunità di investimento promosse dall'Amministrazione. Imprese e professionisti interessati a sviluppare relazioni economiche o ad insediarsi nel territorio modenese trovano tutte le informazioni utili allo sviluppo della loro attività. Il sito, progettato dall’Assessorato alle Politiche Economiche del Comune di Modena in collaborazione con il Servizio Marketing e sviluppato da Melazeta S.r.l., è organizzato in sei macroaree. La prima - 10 opportunità per investire a Modena – illustra i principali motivi che possono spingere gli imprenditori ad investire sul nostro territorio (tessuto imprenditoriale vivace, rete estesa di servizi, forte propensione all’innovazione ecc.), mentre la seconda si sofferma sulle attuali possibilità di investimento attraverso la messa in vendita di aree pubbliche e la realizzazione di opere in project financing, a partire dalla prossima costruzione del Palazzo della Formazione sino al progetto di riqualificazione della fascia ferroviaria. La terza area è appositamente pensata come un vero e proprio vademecum per gli investitori, ai quali viene offerta una guida che aiuta ad orientarsi in alcuni passaggi pratici come l’apertura di una sede o di una filiale nell’area modenese, o l’avvio di una nuova attività, oltre ad una mappa che permette di conoscere le imprese che operano nei distretti industriali modenesi. Proprio ai distretti è dedicata la quarta area, che si concentra sulla descrizione dei settori dei motori e meccanica avanzata, ceramica, tessile-abbigliamento, agroalimentare e biomedicale. La home page di Invest in Modena, infine, propone una tradizionale area di news che riporta le ultime notizie nel campo del marketing territoriale che riguardano Modena, oltre ad una sezione di approfondimento dedicata alla “Motor Valley”.
“Per garantire le buone performance del nostro sistema economico – commenta l’Assessore alle Politiche Economiche del Comune di Modena Ennio Cottafavi - è necessario diffondere innovazione e attrarre investimenti innovativi sul nostro territorio. Il sito Invest in Modena si inserisce nel contesto di una vera e propria operazione di marketing territoriale iniziata con Cittanova2000, che ci ha consentito di intercettare molti dei più importanti investitori internazionali. E’ un’operazione necessaria, poiché in Europa oggi vi sono almeno 500 regioni, avanzate e forti come la nostra, in competizione tra loro per attrarre investimenti. E in un’economia globalizzata, la competizione si gioca non più tra singole imprese, ma tra aree e sistemi territoriali. E’ per questo che invito anche la Provincia di Modena e la Camera di Commercio, protagonisti come noi del marketing del territorio, ad una collaborazione e ad una promozione coordinata su questo tema, condividendo le risorse informative e utilizzando tutti gli strumenti a disposizione per un marketing davvero efficace”.

sabato, settembre 20, 2003

A MODENA DAL 2 OTTOBRE GIOVEDI’ A TARGHE ALTERNE

Limitazioni per i veicoli più inquinanti da lunedì a venerdì
I mezzi non catalizzati e non ecodiesel fermi in ogni caso


Tornano dal 2 ottobre prossimo e fino al 31 marzo 2004 (con l’esclusione del periodo che va dall’11 dicembre al 6 gennaio compresi) i provvedimenti di limitazione della circolazione a targhe alterne dei veicoli a motore, relativi però alla sola giornata del giovedì. L’orario in cui entrerà in vigore la manovra regionale antinquinamento va dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.30. L’area interessata a questi provvedimenti è la stessa coinvolta in passato, compresa tra le vie Tangenziale Neruda, Giardini, Panni, Salvo d’Acquisto, Pallanza, Pavia, Vaciglio, Montanari, Campi, Emilia Est, Saliceto Panaro, Minutara, Divisione Acqui, dello Sport, Tangenziale Pasternak, Santa Caterina, Malavolti, Mar Adriatico, Nonantolana, Fanti, Pico della Mirandola, Razzaboni, Padre Candido, IV Novembre, Cialdini, Zucchi, Italia.
Nei giovedì pari potranno circolare i veicoli dotati di ultimo numero della targa uguale a zero o pari, dispari nei giorni dispari. Il Comune, firmando a luglio assieme a gran parte degli altri comuni emiliane e romagnoli di oltre 50mila abitanti e alle Province il secondo Accordo di programma regionale sulla qualità dell’aria, ha deciso che il giovedì i mezzi a benzina non catalizzati (immatricolati prima del primo gennaio 1993 e non conformi alla direttiva Cee Euro1) così come i veicoli diesel non Euro1 e i motorini a due tempi non catalizzati non potranno comunque circolare nelle aree e negli orari del provvedimento dal 2 ottobre al 31 marzo (escludendo il periodo natalizio), a prescindere dal numero di targa e dal possesso del bollino blu che certifica il controllo dei gas di scarico e che è comunque un obbligo per tutti i mezzi Dal 2 ottobre al 31 marzo (senza però l’interruzione per il periodo natalizio) verrà poi bloccata la circolazione nella stessa area di applicazione delle targhe alterne non solo ai mezzi non catalizzati ma anche a quelli dotati di motore diesel non Euro1 (ovvero esclusi gli ecodiesel a iniezione diretta e common rail), dal lunedì al venerdì (il giovedì valgono gli orari di cui sopra), dalle 8.30 alle 10.30 e dalle 17.30 alle 19.30, anche se dotati di bollino blu. Lo stesso vale per i veicoli a due o tre ruote con motore a due tempi non catalizzato, non conformi alla direttiva Cee 97/24. Il provvedimento non si applica alle auto elettriche e ibride, a quelle dotate di impianto a metano e Gpl o gestite con il sistema del car sharing.
I veicoli poi indicati nell’elenco delle deroghe ai provvedimenti di limitazione al traffico previste dall’ordinanza antismog del Comune e che quindi potranno circolare liberamente sono quelli di emergenza e soccorso (attrezzati per il pronto intervento e la manutenzione ordinaria di impianti pubblici e privati) o dei lavoratori in turno muniti di certificazione dei datori: libera circolazione anche per carri funebri e veicoli al seguito, mezzi delle forze dell’ordine, di trasporto pubblico e al servizio di invalidi o di persone sottoposte a terapie con relativa certificazione medica. Non si fermeranno pure i veicoli di paramedici, medici, assistenti domiciliari, adibiti al trasporto di farmaci e prodotti deperibili, carburanti, giornali e al servizio di manifestazioni autorizzate, oltre che i mezzi delle autoscuole durante le esercitazioni, della vigilanza privata o che devono rifornire strutture pubbliche, scuole, cantieri. Ok infine anche per i veicoli dotati di filtro antiparticolato regolarmente omologato, agli autocarri che escono o rientrano alla sede operativa dell’impresa, ai mezzi adibiti alla manutenzione ordinaria di pozzi neri o condotti fognari.
Ovviamente nell’ordinanza comunale che definisce nel dettaglio i provvedimenti decisi dalla manovra antinquinamento regionale sono anche previste sanzioni per chi circola nell’area vietata in barba ai divieti. Nel periodo ottobre 2002-marzo 2003 la Polizia municipale ha effettuato complessivamente a questo fine 8765 controlli e 915 sono stati i modenesi che si sono beccati una multa da 66 euro, 520 il giovedì, 156 la domenica e 239 durante gli altri giorni della settimana.

venerdì, settembre 19, 2003

A MODENA DIECI GIORNI DEDICATI ALL'ALZHEIMER

Dal 19 settembre videoinstallazione di Franco Vaccari al Palazzo dei musei, letture, musica e seminari per parlare di una delle più diffuse forme di demenza senile

Il pubblico entra in un ambiente appositamente allestito, siede su una poltrona e vede scorrere cortometraggi e fotografie che appartengono alla memoria personale dell'artista modenese Franco Vaccari, che ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1972, nel 1980 e nel 1993 e ha esposto al Museum Moderner Kunst di Vienna.
E' la "Provvista di ricordi per il tempo dell'Alzheimer", la videoinstallazione realizzata nell'atrio del Palazzo dei Musei, in piazzale sant'Agostino, per iniziativa dell'assessorato ai Servizi sociali del Comune, dall'associazione Vecchi, dall'Azienda Usl, dalla Scuola di specializzazione in geriatria e gerontologia dell'Università di Modena e Reggio Emilia e dalla Galleria civica in occasione della giornata dell'Alzheimer, che si celebra in tutto il mondo domenica 21 settembre.
L'installazione, che rientra nel programma del terzo Festival filosofia sulla vita e che si può visitare dal 19 al 21 settembre dalle 10 alle 23 e dal 22 al 28 settembre dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, potrebbe essere interpretata come un commento ad una frase del monaco giapponese del XIV secolo Kenko: "La bellezza della vita sta nella sua fragilità".
Un modo per richiamare l'attenzione sull'Alzheimer, che è la forma di demenza più frequente nei paesi industrializzati e che rappresenta circa la metà di tutte le malattie degenerative cerebrali finora identificate. Oltre a provocare un lento, ma progressivo declino delle facoltà cognitive (memoria, capacità di ragionare, linguaggio, senso di orientamento), la malattia rende le persone incapaci di gestirsi in modo autonomo, di ricordare volti e cose, di riconoscere persone e luoghi. Gesti quotidiani come lavarsi, vestirsi, mangiare, uscire, muoversi in casa, diventano complicati meccanismi che il malato non riesce più a controllare.
All'Alzheimer, il Comune, l'Azienda Usl e l'Università dedicano dieci giorni di riflessioni con l'iniziativa "Un abbraccio per non dimenticare", che oltre alla videoinstallazione di Vaccari prevede numerosi appuntamenti.
Venerdì 19 settembre alle 21 nella Sala dell'oratorio del Palazzo dei Musei lo psichiatra e poeta Benedetto Vandesalici, accompagnato dal violino di Ezio Bonicelli, propone una serata di letture dal titolo "Patografie. Pagine di letteratura ferita". Valdesalici presenterà brani che descrivono la malattia "dall'interno", pagine che, pur dolorose, sono spesso servite a cicatrizzare le ferite che le avevano prodotte.
Sabato 20 il Centro servizi per il volontariato e l'Associazione Vecchi propongono stand in piazza Matteotti alla festa "Oltre gli anni" delle associazioni e degli enti che operano per la terza età (dalle 10.30 alle 19.30) e domenica 21 dalle 10 alle 18 in piazza Mazzini volontari e medici si alternano per fornire informazioni sulla malattia e sulla rete dei servizi.
Un seminario dal titolo "Accoglienza e comunicazione nei servizi per l'anziano con problemi di demenza" è in programma lunedì 22 settembre dalle 8.30 alle 13 al Centro famiglia di Nazareth di via Formigina 319, mentre una tavola rotonda sul tema "La malattia cerebrale e le forme della comunicazione" si svolgerà martedì 23 settembre dalle 15.30 alle 18.30 nella Sala dell'Oratorio del Palazzo dei Musei.
"Abbiamo tentato di parlare in modo nuovo di una malattia piuttosto diffusa, che coinvolge numerose famiglie e genera tante apprensioni", spiega l'assessore comunale ai Servizi sociali Alberto Caldana. "Ci occupiamo, ovviamente, di tutti gli aspetti sanitari e assistenziali, ma intendiamo anche riflettere su come la malattia entra nella vita quotidiana delle persone, su come le cambia e su come modifica i rapporti con gli altri. Per questo abbiamo chiesto il contributo di un artista come Franco Vaccari, ma anche di lettori, musicisti ed esperti".

DEMENZA SENILE, NEL MODENESE OLTRE 7 MILA CASI
Ecco dove chiedere informazioni sulla rete dei servizi socio-sanitari

Sono oltre 7 mila in provincia di Modena e più di 49 mila in Emilia-Romagna le persone con problemi di demenza senile. E 44 sono i centri che si occupano della diagnosi e del progetto terapeutico, 9 dei quali nel modenese (il coordinamento è svolto dalla cattedra di Geriatria dell'Ospedale Estense). A Modena diversi servizi - Centri diurni, Case protette, Residenze sanitarie assistenziali - hanno al loro interno nuclei dedicati alla demenza, mentre a Villa Igea è attivo il nucleo ospedaliero di psicogeriatria. Per informazioni dettagliate, familiari di persone anziane affetta da Alzheimer o da altre demenze senili si possono rivolgere al centro d'ascolto Solidalmente, punto di riferimento gestito dall'Associazione "G.P.Vecchi pro senectude et dementia". Il Centro si trova a Modena, nella Residenza sanitaria assistita 9 Gennaio, in via Paul Harris 165. La Segreteria è aperta dalle 9 alle 13 dal lunedì al venerdì (tel. 059 283918, fax 059 282006, e-mail: centro.ascolto@comune.modena.it). Per la gestione del Centro, nelle scorse settimane è stato rinnovato per tre anni il protocollo d'intesa tra Comune di Modena, Azienda Usl, associazione "Vecchi", Centro servizi per il volontariato, cooperative Gulliver e Co.Me.Ta. 99.
Notizie e indicazioni sulle demenze si possono avere anche all'Informanziani, gestito dal Servizio assistenza anziani del Comune di Modena e dell'Azienda Usl di Modena. Si trova in via Scudari 30 ed è aperto dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12 e risponde al numero verde 800 567772 (www.comune.modena.it/serdom, e-mail:informanziani@comune.modena.it).

mercoledì, settembre 17, 2003

FESTIVAL FILOSOFIA, CENTO APPUNTAMENTI SULLA VITA

Dal 19 al 21 settembre Modena, Carpi e Sassuolo propongono lezioni di grandi maestri, ma anche cene, letture, mostre, concerti e giochi per bambini

Lezioni di grandi maestri del pensiero contemporaneo - da Jack Goody a Jürgen Moltmann, da Agnes Heller a Slavoj Zizek, da Richard Sennet a Remo Bodei, da Fernando Savater e Umberto Galimberti - ma anche “cene filosofiche” ideate dall’Accademico dei Lincei Tullio Gregory. Letture di Alessandro Bergonzoni, performance nelle stazioni e sui treni, ma anche mostre, installazioni, film, concerti di fisarmoniche, iniziative per bambini e un bizzarro “convegno immaginario” a cura degli scrittori Ermanno Cavazzoni e Daniele Benati.
Sono solo alcuni degli oltre cento appuntamenti – quasi tutti gratuiti - del terzo Festival filosofia, dedicato quest’anno alla vita e in programma in una trentina di luoghi di Modena (tra cui, per la prima volta, piazza Grande, dove sarà allestito anche un maxi schermo), Carpi e Sassuolo da venerdì 19 a domenica 21 settembre per iniziativa dei tre Comuni, della Regione Emilia-Romagna, della Provincia, della Fondazione Collegio San Carlo, che ha curato il programma, e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Gli sponsor sono l’Unione industriali, Vivaceramica e Gamma Due di Sassuolo (informazioni per il pubblico al numero 059 421210 e nel sito internet www.festivalfilosofia.it).
Come nella prima e nella seconda edizione – dedicate rispettivamente a felicità e bellezza - il cuore della manifestazione è costituito da lezioni di grandi pensatori italiani e stranieri, conversazioni tra filosofi, testimonianze, letture e dibattiti. Si potranno ascoltare, tra gli altri, l'antropologo Jack Goody, docente emerito a Cambridge, il teologo tedesco Jürgen Moltmann, i filosofi francesi Michel Maffesoli e François Jullien, la filosofa ungherese Agnes Heller, allieva di Lukacks. E, ancora, il maestro sufi Gabriele Mandel, il genetista Edoardo Boncinelli, il filosofo e psicoanalista sloveno Slavoj Zizek, il presidente del Comitato nazionale per la bioetica Francesco D’Agostino, i sociologi Richard Sennett, critico dell’”uomo flessibile”, e Saskia Sassen, entrambi docenti negli Stati Uniti e alla London School of Economics di Londra.
Un vasto programma di "contorno" coinvolge la letteratura e il cinema, il teatro e la musica (la vita di Bach narrata da un attore accompagnato da un clavicembalo, un omaggio al compositore Luciano Berio, concerti di Claudio Lolli, delle fisarmoniche della città di Verona e dei salentini di "Officina Zoe", che hanno composto la colonna sonora del nuovo film "Il miracolo" di Edoardo Winspeare, presentato quest'anno alla mostra del cinema di Venezia).
Numerose anche le mostre, tra cui "La vita delle forme", che propone a Modena oltre 300 fotografie, disegni e opere grafiche di artisti del XX secolo - da Picasso a Warhol, da Ernst a Doisneau, da Lichtenstein a Ghirri, da Burri a Vedova - e l'originale l’installazione che l’artista Franco Vaccari presenterà al Palazzo dei Musei: il pubblico entra in un ambiente appositamente allestito, siede su una poltrona e vede scorrere in un video cortometraggi e fotografie che appartengono alla memoria personale dell’artista. E’ la “Provvista di ricordi per il tempo dell’Alzheimer”, riflessione sulla malattia attraverso il linguaggio dell'arte.
Alessandro Bergonzoni sarà impegnato nei racconti surreali delle vite di Steiner, Tarkovskij, Duchamps, Giacometti e con propri inediti, Ermanno Cavazzoni e Daniele Benati con un insolito convegno di sproloqui, mentre la Koiné porterà in scena a Carpi le "Georgiche" di Virgilio in latino, italiano e dialetto modenese.
Otto diversi menu sul tema della vita, ideati dal filosofo Tullio Gregory, saranno proposti da ventisette ristoranti di Modena, Carpi e Sassuolo. Professore di Storia della Filosofia alla “Sapienza” di Roma, Accademico dei Lincei, fondatore e direttore del Centro di Studi del Cnr sul Lessico intellettuale europeo e noto gourmet, Gregory ha ideato menu per cene filosofiche all’insegna della tradizione a partire dai prodotti tipici modenesi e della cucina emiliano-romagnola. Il viaggio filosofico spazia dal “Bestiario minimo” (antologia gastronomica delle carni) alla “Vita vegetale” (trionfo di verdure e legumi), dalla “Dolce vita” (piatti dal sapore agrodolce) all’”Uovo alchemico” (paste, frittate e zabaione) passando per “Acqua e vita” (paste in brodo e bolliti misti), “Vite silenziose” (pesci della tradizione), “La vie en rose” (carni e verdure di colore rosa) e “Vite trite” (carni e dolci tritati).

sabato, settembre 13, 2003

UN NUOVO CENTRO ZOOTECNICO PER GRANTERRE

Inaugurato dal Consorzio Granterre il nuovo Centro Zootecnico “La Corte” di Cortile (frazione di Carpi), realizzato nel corso del 2002, con un ingente sforzo finanziario, completamente a carico del Consorzio Granterre e senza l’intervento di finanziamenti pubblici, ha una capacità di 830 capi adulti e 250 vitelli ed è già a pieno regime. La produzione di latte, tutta destinata alla produzione di Parmigiano Reggiano, raggiunge i 60.000 quintali, con 650 vacche in produzione, più l’asciutta e i vitelli fino all’età di sei mesi. Questo investimento, si aggiunge alla ristrutturazione avviata dal Consorzio Granterre in questi ultimi anni (1050 ettari tutti a produzione biologica dal 1986) che ha investito oltre 7.800.000 euro nel settore zootecnico. Oggi il segmento zootecnico del Consorzio Granterre può contare su quattro importanti Centri di cui uno a produzione biologica, per una produzione complessiva di 160.000 quintali di latte tutto destinato a Parmigiano Reggiano.

giovedì, settembre 11, 2003

EUROPA UNITA ED IMMIGRAZIONE ILLEGALE: I DUBBI DI AMNESTY

Amnesty International ha diffuso oggi il testo della lettera inviata al
ministro degli Interni Giuseppe Pisanu, in occasione del Consiglio
informale dell'Unione Europea sulla giustizia e gli affari interni:


Gentile Ministro,
in occasione del prossimo Consiglio informale Giustizia e affari
interni, Amnesty International desidera richiamare l'attenzione del
Consiglio sulle proprie preoccupazioni riguardanti le recenti iniziative
per una gestione integrata delle frontiere esterne e in particolare le
iniziative per combattere l'immigrazione illegale. Vista la priorita' che
ha attualmente assunto l'obiettivo del controllo, vorremmo avere
chiarimenti su come queste proposte possano garantire il pieno rispetto
degli obblighi di protezione, al di la' del mero riferimento ai requisiti
in tema di diritti umani.
Siamo a conoscenza del fatto che la Presidenza vuole cogliere
l'occasione del Consiglio informale per riprendere il dibattito
sull'immigrazione legale e illegale, con particolare attenzione alla
cooperazione operativa riguardante la gestione integrata ed efficace delle
frontiere esterne dell'Unione Europea. Sulla base degli schemi-guida,
sviluppati secondo il Piano d'Azione del giugno 2002 per la gestione delle
frontiere esterne, il Consiglio Affari generali e relazioni esterne,
tenutosi il 16 e 17 giugno 2003, ha riconosciuto la necessita' di una
gestione delle frontiere piu' integrata ed efficace, cosi' come la
necessita' di garantire un'azione concreta dell'Unione Europea in questo
campo, stabilendo obiettivi chiari e definendo metodi e piani d'azione
piu' strutturati. Queste conclusioni sono state pienamente sottoscritte
dal Consiglio europeo di Salonicco, il 19 e 20 giugno scorsi. In accordo
con tali decisioni, la Presidenza italiana ha giocato un ruolo chiave nel
rafforzare la cooperazione operativa tra i Quindici sostenendo la gestione
dei confini marittimi, ma anche attraverso iniziative volte a migliorare
l'efficienza dei controlli di frontiera e delle operazioni di espulsione
condotti dagli Stati membri.
Amnesty International riconosce gli sforzi politici fatti dalla
Presidenza per promuovere un approccio equilibrato tra un buona gestione
dell'immigrazione legale e un rinnovato impegno a combattere
l'immigrazione illegale. La nostra organizzazione riconosce che la
politica del rimpatrio e della lotta all'immigrazione illegale sono
componenti necessarie di un'adeguata politica dell'immigrazione.
Comprendiamo inoltre il desiderio dei governi di promuovere nuove e piu'
efficaci modalita' per affrontare i flussi che includono sia rifugiati che
immigrati. Tuttavia, siamo estremamente preoccupati per l'insufficiente
attenzione prestata alle questione della protezione, dal momento che le
persone bisognose di tutela si trovano tra chi arriva in maniera
irregolare.
Date le implicazioni potenzialmente di ampia portata per il sistema
internazionale di protezione, vi sono tutte le ragioni per valutare
criticamente questa iniziativa ed affrontare il dibattito con grande
cautela. Cogliamo l'opportunita' per rinnovare le nostre preoccupazioni e
sollecitare chiarimenti riguardo a:
- l'accesso a procedure d'asilo efficaci ed eque;
- la detenzione dei richiedenti asilo e degli immigrati illegali;
- la cooperazione con i paesi terzi.


Minacce nei confronti di un effettivo accesso alla protezione
internazionale


Nonostante le legislazioni nazionali contengano clausole di
salvaguardia per il rispetto del diritto internazionale sui rifugiati,
Amnesty International teme che esse rimangano "lettera morta" poiche' le
misure drastiche prese per combattere l'immigrazione illegale
danneggerebbero, nell'attuazione pratica, l'effettivo accesso alla
protezione per i rifugiati ed i richiedenti asilo.
A questo proposito, Amnesty International esprime preoccupazioni
per le recenti discussioni sul Progetto Nettuno che prevede pattugliamenti
comuni e la possibile intercettazione di immigrati illegali nel
Mediterraneo centrale e orientale, e che ha gia' ricevuto l'appoggio
politico da diversi Stati membri, inclusi Malta e Cipro. Questo piano
viene presentato dalla Presidenza come un modello globale d'intervento che
prevede non solo pattugliamenti in mare, ma anche rimpatri attraverso la
cooperazione dei paesi di transito e d'origine. Come Amnesty International
ha ampiamente sottolineato in occasione del Consiglio europeo di Salonicco
dello scorso giugno, le misure per impedire l'accesso al territorio
dell'Unione Europea e quindi alla protezione internazionale sarebbero in
contrasto con il fine del diritto di richiedere e beneficiare dell'asilo,
contenuto nella Dichiarazione universale dei diritti umani. Tali misure
potrebbero inoltre portare a una violazione diretta e indiretta del
principio del non refoulement (non respingimento), data la consolidata
giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani sulla natura
extraterritoriale dell'articolo 3 della Convenzione europea per la
salvaguardia dei diritti umani e delle liberta' fondamentali.
Amnesty International ricorda che i principi generali del diritto
internazionale stabiliscono che uno Stato e' responsabile di atti o
omissioni ad esso attribuibili ovunque si verifichino. Dalla consolidata
giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani deriva la questione
fondamentale se, in seguito all'espulsione di una persona, vi siano
ragioni sostanziali per ritenere che essa rischi seriamente di essere
sottoposta a tortura e a trattamenti o pene inumani e degradanti. Il
principio del non refoulement, quindi, non solo esclude l'espulsione di
una persona verso un paese dove sia direttamente a rischio, ma anche
l'espulsione verso un paese dal quale potrebbe essere successivamente
espulsa verso uno Stato terzo dove sarebbe a rischio di persecuzione. Gli
standard dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati
(Acnur) stabiliscono che i richiedenti asilo debbano avere il permesso di
sbarcare nel primo porto e l'opportunita' di vedere esaminata la propria
richiesta di asilo da parte delle autorita' competenti.
Amnesty International chiede pertanto che la Presidenza chiarisca
come l'effettivo accesso alla protezione internazionale possa essere
assicurato durante le operazioni d'intercettazione.


Verso un uso generalizzato della detenzione

Amnesty International desidera avere chiarimenti sui centri di
accoglienza che verrebbero aperti a Cipro, per immigrati illegali in
attesa di espulsione. Infatti, oltre agli standard internazionali sui
diritti umani applicabili, che proibiscono la detenzione arbitraria e
illegale, vi e' un crescente corpus giurisprudenziale che conferma questo
divieto anche nei confronti dei richiedenti asilo, compresi coloro la cui
domanda e' stata respinta. Secondo la consolidata giurisprudenza della
Corte europea dei diritti umani, la detenzione e' arbitraria e illegale se
non e' giustificata nei casi individuali o se non e' aperta a controlli
periodici da parte di un'autorita' giudiziaria in modo che possano essere
ravvisati elementi per giustificare la detenzione.
Amnesty International segue con preoccupazione questa iniziativa,
soprattutto alla luce del fatto che i meccanismi internazionali di
controllo sul rispetto dei diritti umani hanno regolarmente espresso grave
timore sulla detenzione dei richiedenti asilo e degli immigrati in centri
di accoglienza come quelli previsti a Cipro. In questo contesto, assumono
particolare rilevanza le preoccupazioni espresse nei nostri rapporti sulle
spaventose condizioni del sistema di detenzione a Malta, che sono state
fortemente denunciate da altri organismi internazionali e da
organizzazioni non governative come il Comitato europeo per la prevenzione
della tortura e il Servizio dei Gesuiti per i rifugiati. In accordo con
gli standard dell'Acnur, Amnesty International ritiene che l'arresto dei
richiedenti asilo debba essere evitato. Prima di ricorrere all'arresto,
dovrebbero essere sempre considerate possibili alternative alla detenzione
e misure diverse dalla custodia. Nessun richiedente asilo dovrebbe essere
arrestato a meno che non sia stato accertato che la detenzione e'
necessaria, legale e conforme agli standard internazionali.
Amnesty International chiede alla Presidenza di fornire opportuni
chiarimenti su come questi principi possono essere pienamente rispettati
nei piani e nelle misure che si stanno sviluppando.

Clausola dei diritti umani: salvaguardie di mera facciata?

Infine, Amnesty International desidera ribadire le proprie
preoccupazioni riguardo alla cosiddetta "associazione con i paesi terzi" e
le corrispondenti misure relative alla politica estera e finalizzate a
prevenire le cause delle migrazioni. In linea con le Conclusioni del
consiglio sulla intensificata cooperazione nella gestione dei flussi
migratori con i paesi terzi, del 18 novembre 2002, nonche' con le recenti
conclusioni del vertice di Salonicco, la Presidenza ha preso l'iniziativa
di rafforzare la cooperazione tecnica con paesi quali la Libia o la
Tunisia.
Queste iniziative sollevano seri interrogativi alla luce dei
dettagliati riscontri di gravi e persistenti violazioni dei diritti umani
in questi paesi. Per quanto riguarda in particolare la Libia, colgo
l'occasione per sottoporre alla Sua attenzione i casi di sette cittadini
eritrei che sono attualmente detenuti e potrebbero da un momento all'altro
essere obbligati al rimpatrio nel loro paese d'origine nonostante il
rischio di essere sottoposti a tortura, detenzione segreta, in isolamento
e senza accusa formale, o addirittura esecuzione extragiudiziale.
Sebbene si siano impegnati politicamente a opporsi ai gravi abusi
dei diritti umani, per non menzionare la lotta contro il "terrorismo"
internazionale, i governi dell'Unione Europea sembrano soffrire di
un'amnesia collettiva quando e' in gioco il tema dell'immigrazione e sono
pronti ad avviare negoziati anche in assenza di un contesto generale per
aprire un appropriato dialogo politico.
Mentre l'Unione Europea sta discutendo la possibilita' di
sviluppare incentivi finanziari e assistenza tecnica per i paesi che
vogliano attuare i propri obblighi di riammissione, non sembra esservi uno
sforzo paragonabile per rafforzare il dialogo politico sul "buon governo"
o per affrontare in maniera piu' efficace le cause che sono alla base
delle migrazioni, tra cui i gravi abusi dei diritti umani. Nonostante le
interessanti proposte fatte dalla Commissione Europea, Amnesty
International ritiene che la politica di impegno degli Stati membri
dell'Unione Europea con i paesi di origine e di transito abbia finora
prodotto poco piu' che un ampliamento delle proprie politiche restrittive
in materia di asilo e immigrazione, piuttosto che perseguire una
cooperazione politica, di sviluppo o economica dal punto di vista dei
diritti umani onde prevenire le cause di fuga delle persone dai propri
paesi. In particolare, Amnesty International e' preoccupata per il fatto
che gli accordi di riammissione non includano sufficienti salvaguardie e
che un riferimento meramente generale agli obblighi internazionali degli
Stati membri non sia sufficiente a prevenire in maniera efficace il
refoulement.
Alla luce di quanto sopra, Amnesty International ribadisce la
propria richiesta di:
- efficaci meccanismi di controllo;
- una valutazione dell'impatto sui diritti umani, basata sui principali
standard in materia di diritti fondamentali, di ogni decisione presa per
combattere l'immigrazione illegale e dei loro effetti a catena, al fine di
prevenire conseguenze negative sui principali obblighi dell'Unione Europea
per la tutela dei diritti umani.
Amnesty International auspica che le proprie preoccupazioni e
raccomandazioni siano prese in seria considerazione dal prossimo Consiglio
informale sulla giustizia e gli affari interni. Allo stesso tempo, Le
saremmo grati se potesse fornirci chiarimenti sulle problematiche
evidenziate in questa lettera.

Cordialmente,

Dick Oosting
Direttore Ufficio di Amnesty International
presso l'Unione Europea

mercoledì, settembre 10, 2003

AMNESTY INTERNATIONAL: CILE, 30 ANNI DOPO BASTA IMPUNITA'

"Quest'anno l'anniversario del colpo di Stato militare dovra' essere
marcato dal pieno impegno delle autorita' cilene per raggiungere verita',
giustizia e riconciliazione e per assumere tutte le misure necessarie al
fine di riconoscere e rispettare i diritti delle vittime delle violazioni
dei diritti umani e delle loro famiglie". E' quanto dichiarato da Amnesty
International alla vigilia del trentesimo anniversario del golpe diretto
da Augusto Pinochet, che diede vita a un regime militare che governo' il
Cile fino al 1990.
Tredici anni dopo il ritorno del governo civile, molte preoccupanti
questioni - come l'impunita' per gli autori delle gravi violazioni dei
diritti umani commesse sotto il regime militare e la richiesta di piena
riparazione per le vittime e le loro famiglie - rimangono irrisolte nella
lotta per affrontare la pesante eredita' di 27 anni di gravi abusi dei
diritti umani.
"Il colpo di Stato dell'11 settembre 1973 divise la societa' cilena e
inauguro' una catena di eventi brutali le cui ripercussioni si avvertono
ancora oggi, a 30 anni di distanza" ha affermato Amnesty International.
"Di fronte agli attuali richiami all'unita' nazionale, occorre ribadire
che un'effettiva riconciliazione non potra' essere raggiunta fino a quando
non saranno stabilite verita' e giustizia".
Le diffuse e sistematiche "sparizioni", esecuzioni extragiudiziali e
torture di cui si rese responsabile il regime militare cileno
costituiscono crimini contro l'umanita'. La sorte della maggior parte
degli "scomparsi" resta sconosciuta e la vasta maggioranza dei
responsabili di quelle violazioni dei diritti umani rimane impunita.
Le recenti proposte in tema di diritti umani avanzate dal governo cileno
rappresentano un passo positivo, ma Amnesty International continua a
intravedere diversi ostacoli sul cammino per ottenere quella giustizia,
quella verita' e quella riparazione per cui le vittime e le loro famiglie
stanno lottando da 30 anni. Il principale di questi ostacoli e' costituito
dal Decreto legge 2191 del 1978, conosciuto come Legge di amnistia, che
garantisce l'immunita' dai procedimenti giudiziari ai militari implicati
negli abusi dei diritti umani commessi all'indomani del colpo di Stato e
fino al marzo 1978.
"Questa legge, che ha ostacolato la verita' e la giustizia per 25 anni, e'
incompatibile con gli obblighi assunti dal Cile sulla base del diritto
internazionale. Deve essere invalidata e abolita" ha sottolineato
l'organizzazione per i diritti umani.
Un altro ostacolo e' rappresentato dall'ampia giurisdizione dei tribunali
militari, che va ridotta. Le autorita' cilene devono assumere i
provvedimenti opportuni per far si' che i casi di violazioni dei diritti
umani commesse dalla giunta militare siano esaminati da corti civili.
Inoltre, l'impunita' per i violatori dei diritti umani non deve essere
perpetuata attraverso amnistie, provvedimenti di grazia o ulteriori atti
che garantiscano l'immunita' dai procedimenti giudiziari ai militari che
sostengono di aver agito eseguendo ordini superiori. Amnesty International
ricorda che invocare il rispetto degli ordini superiori in caso di crimini
contro l'umanita' e' assolutamente proibito dal diritto internazionale.
Dopo 30 anni di campagne per i diritti umani in Cile, Amnesty
International rinnova la richiesta a nome di migliaia di vittime affinche'
le autorita' agiscano immediatamente per dare seguito ai propri recenti
propositi attraverso un programma di piene indagini e riparazioni.

Ulteriori informazioni
Un mese fa, il presidente Ricardo Lagos ha reso noto il programma del
governo per affrontare l'eredita' degli abusi dei diritti umani commessi
sotto il regime militare di Augusto Pinochet. Le proposte del governo
vengono finalmente incontro alla richiesta di migliaia di vittime della
tortura, che chiedono il riconoscimento ufficiale della sofferenza patita
e una riparazione per questa gravissima violazione dei diritti umani. Due
commissioni governative istituite all'inizio degli anni 1990 hanno
ufficialmente documentato 3197 casi di vittime di "sparizioni", esecuzioni
extragiudiziali e uccisioni a seguito di tortura sotto il regime militare.
Tuttavia, questi dati non comprendono le migliaia di vittime di tortura
sopravvissute a quell'incubo.

STADIO "ALL'INGLESE" PER 20 MILA TIFOSI, CON "SCOSSA"

Curve, gradinate e impianto di illuminazione ricostruiti nel corso dell'estate.
Del vecchio impianto, dedicato ad Alberto Braglia, sopravvive solo la tribuna.
Ma durante l'inaugurazione c'è un assestamento di un gradone della tribuna.


Uno stadio "all'inglese" con il pubblico a soli otto metri dal campo, capace di oltre 20 mila posti, nuove curve, nuove gradinate, un impianto di illuminazione garantito da quattro fari alti 45 metri, esterni all'area di gioco e con potenza doppia rispetto ai precedenti. E' il nuovo stadio Braglia realizzato a tempo di record in due sole estati - soprattutto nei cento giorni degli ultimi tre mesi - e ora dotato della capienza richiesta dalla Lega Calcio alle società che militano in serie A, dove il Modena gioca quest'anno il suo secondo campionato dopo 38 anni di assenza. Nuovi servizi e punti di ristoro sono già stati ultimati, la sala stampa e la copertura della gradinata (dove la diversa colorazione delle poltroncine permette di leggere la scritta "Modena FC") saranno completate per la prima partita casalinga con l'Udinese del 14 settembre.
Per il derby con il Bologna, in programma il 28 settembre, saranno pronte anche la sala vip e la sala conferenze, mentre a fine del mese i giocatori potranno utilizzare una palestra riservata al riscaldamento prima delle partite, collocata accanto al tunnel sotterraneo che collega il terreno di gioco agli spogliatoi (che saranno completati entro metà ottobre).
L'intervento di ricostruzione del Braglia è costato 12 milioni di euro, divisi quasi equamente tra il Comune, proprietario del terreno di gioco, e il Modena FC, che dall'amministrazione comunale l'ha avuto in gestione.
La seconda fase dei lavori è infatti iniziata subito dopo l'ultima partita casalinga dello scorso campionato. Il gruppo di progettisti composto da tecnici del Comune, dal professor Massimo Majovwiecki per l'architettura strutturale e dagli ingegneri Bruno Dettori e Fabrizio Baroni per il carico delle strutture, ha eliminato la pista di atletica, rimosso tutte le strutture metalliche provvisorie, abbattuto vecchie curve e gradinate e le ha rifatte in acciaio e calcestruzzo congiungendo le curve alla gradinata e alla tribuna. Tribuna che invece è stata salvaguardata, perché vincolata dalla Soprintendenza e ora ultima testimonianza dello stadio del 1936, che dieci anni dopo vide il Modena al terzo posto dopo Torino e Juve nel migliore piazzamento gialloblù in 90 anni di storia. Il vecchio campo comunale venne inaugurato l'11 ottobre del 1936 con una partita contro la Cremonese che finì blandamente con un pareggio senza reti e fu inizialmente intitolato a Cesare Marzari, ex calciatore canarino morto nella guerra d'Africa. Solo nel dopoguerra lo stadio di Modena ha preso il nome del ginnasta modenese Alberto Braglia, vincitore di tre ori olimpici. Recentemente la curva dei tifosi gialloblù è stata intitolata a Luigi "Gigi" Montagnani, presidente del Modena dal 1997 al 2000.

lunedì, settembre 08, 2003

PALESTINA: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE UMANITA' AD ISRAELE

"Israele deve cessare di imporre restrizioni di movimento sproporzionate e
discriminatorie nei confronti dei palestinesi nei Territori Occupati. Esse
hanno messo in ginocchio l'economia palestinese e sono causa di diffusa
poverta', disoccupazione e crescenti problemi di salute", ha dichiarato
Amnesty International in un nuovo rapporto reso pubblico oggi.
Le chiusure, le ostruzioni, i posti di blocco, i coprifuoco e tutta una
serie di ulteriori restrizioni imposte dall'esercito israeliano hanno reso
difficili, pericolosi e spesso impossibili anche i piu' brevi tragitti tra
le citta' e i villaggi, sottoponendo di fatto tre milioni e mezzo di
palestinesi a una sorta di arresti cittadini.
Il rapporto "Sopravvivere sotto assedio ? L'impatto delle restrizioni di
movimento sul diritto al lavoro
" prende in esame le conseguenze di tali
misure. Esse spesso impediscono ai palestinesi di raggiungere il posto di
lavoro o distribuire i propri prodotti; le fabbriche e le imprese agricole
falliscono a causa delle forti perdite economiche, dell'elevato aumento
del costo dei trasporti e della perdita dei mercati per l'esportazione. La
disoccupazione e' salita al 50%, piu' della meta' della popolazione vive
attualmente al di sotto della soglia della poverta' e si registra un
aumento dei casi di malnutrizione e di altre malattie.
La maggior parte dei palestinesi dei Territori Occupati e' costretta a
dipendere per l'alimentazione e altre necessita' primarie, almeno in
parte, dalla beneficenza.
"La presenza di associazioni benefiche e umanitarie non assolve Israele
dall'obbligo di garantire il diritto al lavoro dei palestinesi, in modo
tale che essi possano mantenere se stessi e le proprie famiglie in
condizioni di dignita'", ha affermato Amnesty International.
L'organizzazione per i diritti umani sottolinea che Israele ha il diritto
di adottare misure ragionevoli, necessarie e proporzionate per proteggere
la sicurezza dei propri cittadini e dei propri confini dagli attacchi dei
gruppi armati palestinesi, ricorrendo anche a restrizioni di accesso al
proprio territorio. Tuttavia, non ha il diritto di imporre misure e
punizioni di natura arbitraria, discriminatoria e collettiva nei confronti
della popolazione palestinese.
In quanto potenza occupante Israele ha l'obbligo, sulla base del diritto
internazionale, di assicurare la liberta' di movimento, un adeguato
standard di vita e condizioni di vita le piu' normali possibili. Le
restrizioni imposte da Israele violano questi obblighi e, in molti casi,
costituiscono punizioni collettive proibite dal diritto internazionale.
"Centinaia di migliaia di palestinesi non devono pagare per i crimini
commessi da un gruppo di individui", ha dichiarato Amnesty International.
"Qualunque restrizione al movimento delle persone e dei beni dovrebbe
essere imposta solo in relazione a specifiche minacce alla sicurezza e se
risulti non discriminatoria, necessaria e proporzionata rispetto
all'obiettivo e alla durata".
La costruzione, negli ultimi mesi, di un muro/una recinzione all'interno
della Cisgiordania sta causando ulteriori restrizioni al movimento dei
palestinesi, separando decine di migliaia di persone dal resto della
Cisgiordania o dai loro terreni e dall'acqua necessaria all'irrigazione.
"Israele deve astenersi dal costruire muri/recinzioni o altre strutture
fisse all'interno dei Territori Occupati che costituiscano o determinino
restrizioni permanenti al libero movimento dei palestinesi nei Territori
Occupati o l'arbitraria distruzione o confisca delle loro proprieta'".
Israele sostiene che il muro/la recinzione in costruzione hanno lo scopo
di impedire ai palestinesi di entrare in Israele per compiere attacchi.
Tuttavia, questa struttura si estende per buona parte all'interno della
Cisgiordania e non coincide con i confini precedenti al 1967 tra Israele e
Cisgiordania. Questo, con l'obiettivo di isolare le comunita' locali
palestinesi dai circostanti insediamenti israeliani, che sono stati
costruiti in violazione del diritto internazionale.
Amnesty International ha inoltre sollecitato Israele a porre
immediatamente fine alla costruzione o all'espansione degli insediamenti e
delle infrastrutture ad essi relativi e a prendere misure per trasferire i
coloni israeliani dalla Cisgiordania e dalla Striscia di Gaza.
"Israele non avrebbe mai dovuto trasferire la sua popolazione civile nei
Territori Occupati. Si tratta di una violazione del diritto internazionale
umanitario, cui ora deve essere posto rimedio assumendo misure concrete
per trasferire i coloni. Gli insediamenti non solo sono illegali, ma sono
costruiti e mantenuti in modo discriminatorio e rappresentano la causa
immediata di molte delle restrizioni arbitrarie di movimento e di altri
abusi dei diritti umani", ha affermato Amnesty International.
Amnesty International ha inoltre rinnovato la richiesta ai gruppi armati
palestinesi di porre immediatamente fine alla loro politica di uccisioni e
attacchi contro i civili israeliani, compresi i coloni, tanto all'interno
di Israele quanto nei Territori Occupati.
"Allo stesso modo, l'Autorita' Palestinese deve prendere misure urgenti
per impedire gli attacchi dei gruppi armati palestinesi e svolgere
indagini esaurienti su tutti i casi", ha ribadito Amnesty International.
"L'Autorita' Palestinese deve inoltre assicurare che i responsabili di
tali attacchi siano sottoposti a procedimenti giudiziari conformi agli
standard internazionali in materia di processi equi".
Amnesty International ha infine rinnovato la richiesta alle autorita'
israeliane affinché pongano immediatamente fine alle esecuzioni
extragiudiziali e ad altre uccisioni di civili.

VITA DI BACH, OMAGGIO A BERIO E ORCHESTRA DI FISARMONICHE

Il programma musicale del Festival propone concerti di Claudio Lolli e del gruppo "Operazione Zoe", che ha firmato la colonna sonora del nuovo film di Winspeare

La vita di Bach narrata da un attore accompagnato da un clavicembalo, un omaggio al compositore Luciano Berio, da poco scomparso, concerti di Claudio Lolli, delle fisarmoniche della città di Verona e dei salentini di "Operazione Zoe", che hanno composto la colonna sonora del film "Il miracolo" di Edoardo Winspeare, presentato alla mostra del cinema di Venezia. E' questo il programma musicale della terza edizione di Festival filosofia, in programma a Modena, Carpi e Sassuolo dal 19 al 21 settembre.
A Modena, venerdì 19 settembre alle 21 la chiesa di San Carlo ospita "J.S. Bach: vita di un genio", a cura dell'Associazione musicale estense. La carriera e l'evoluzione stilistica del grande compositore - dalle opere giovanili all'"Arte della fuga" - vengono ripercorse dall'attore di teatro Luciano Bertoli, che leggerà aneddoti sulla vita di Bach tratti dalla prima biografia a lui dedicata (pubblicata a Lipsia nel 1802), accompagnato dal clavicembalo di Lorenzo Ghielmi, docente di organo e musica d'assieme all'Istituto di musica antica dell'Accademia internazionale di Musica e organista titolare della basilica milanese di San Simpliciano. Autore di numerose registrazioni radiofoniche e discografiche, Ghilmi ha suonato in molti paesi europei, in Giappone e negli Stati Uniti.
Sabato 20 alle 21 l'Überbrettl Ensemble propone al Teatro Storchi un omaggio al grande musicista italiano Luciano Berio, da poco scomparso, con musiche dello stesso Berio, di Ravel e di Schönberg (a cura della sede di Modena della Gioventù musicale d'Italia in collaborazione con la Fondazione Teatro comunale di Modena). Sul palcoscenico Katarina Nikolic (mezzosoprano), Tania Bussi (voce recitante), Pierpaolo Maurizzi (pianoforte), Sandu Nagy (flauto), Massimo Ferraguti (clarinetto), Igor Cantarelli (violino) e Michele Ballarini (violoncello).
Sempre sabato 20 alle 21 Sassuolo propone in piazzale della Rosa "Soffio di vita", un concerto del Complesso fisarmonicisti Città di Verona, composto da una ventina di elementi. L'orchestra, nata negli anni Sessanta e attualmente diretta da Luciano Brutti, ha suonato in varie piazze italiane, ma anche in Inghilterra, Svizzera, Francia e Canada e ha all'attivo primi premi in concorsi nazionali e internazionali. Il repertorio è composto da brani per fisarmonica, trascrizioni di brani classici e operistici nel rispetto delle partiture originali, musica tradizionale e folclorica.
Domenica 21 alle 21 piazzale Re Astolfo a Carpi ospita Claudio Lolli in concerto e piazzale della Rosa a Sassuolo un concerto di Officina Zoe, nata nel 1993 dall'unione di musicisti salentini spinti dal desiderio di riscoprire le tradizioni musicali della loro terra. La mescolanza culturale e la natura mediterranea caratterizzano canti e pizziche del gruppo, una musica dove convivono Apollo e Dioniso, la Tramontana e lo Scirocco, la gelata e l'afa, il canto d'amore griko e la pizzica tarantata. Officina Zoe ha partecipato a festival e trasmissioni televisive in Italia e all'estero, è stata ospite a Berlino del Womex 2000 the world wide music expo e a Sanremo al premio Tenco. Decisiva la collaborazione con il regista Edoardo Winspeare, sfociata nella realizzazione delle musiche del film "Sangue vivo", girato interamente nel Salento, e del recente "Il miracolo", presentato alla mostra del cinema di Venezia.

venerdì, settembre 05, 2003

DOLCI, DANZE E MOSTRE PER CONOSCERE IL MONDO EBRAICO

Domenica 7 settembre anche Modena celebra la quarta Giornata europea della cultura ebraica

Un tuffo nel mondo ebraico per scoprirne l’arte, le danze, i luoghi e la gastronomia. E’ quanto propongono anche a Modena l’assessorato alla Cultura del Comune e la Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia in occasione della quarta Giornata europea della cultura ebraica che si celebra domenica 7 settembre. L’evento, che si svolge contemporaneamente in 23 paesi europei e in 47 località di 13 regioni d’Italia, sarà quest’anno dedicato all’arte. Nell’occasione i modenesi potranno visitare la sinagoga di piazza Mazzini che dischiude al pubblico l’intero patrimonio dei preziosi argenti in essa conservati: una delle collezioni più ricche e complete nell'ambito della Judaica italiana e una testimonianza della storia degli israeliti in città e in Italia in età moderna. La mostra “L'ebraismo e l'arte. Gli argenti sinagogali", promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, inaugurerà alle 11.30, e rimarrà aperta fino al 14 settembre. Visite guidate sono in programma il 7 dalle 11.30 e dalle 15.30, dall'8 all'11 a partire dalle ore 16 e il 14 dalle 10.30 e dalle 15.30. Prenotazione obbligatoria al servizio informativo Iat, in via Scudari 21 (tel 059 206660). Senza spostarsi da piazza Mazzini sarà poi possibile conoscere altri aspetti della cultura ebraica. Alle ore 16 è previsto una spettacolo di Danze ebraiche presentato da Terre di danza, che coinvolgerà anche il pubblico. Sempre a partire dalle 16 sarà, inoltre, possibile degustare specialità dolciarie della cucina ebraica; mentre per tutta la giornata la Libreria Nuova Tarantola proporrà I libri sull’arte e la cultura ebraica. Infine alle 17.30, nella Sala di Rappresentanza del Palazzo Comunale, Annie Sacerdoti e Ines Miriam Marach presenteranno la guida “Luoghi ebraici in Emilia-Romagna”.

L’EBRAISMO E L’ARTE. GLI ARGENTI SINAGOGALI IN MOSTRA
Per una settimana il Tempio Israelitico di piazza Mazzini apre al pubblico.
In esposizione arredi e oggetti di manifattura veneziana risalenti a ‘600 e ‘700


Non essendo consentite le raffigurazioni religiose, la cultura ebraica si espresse soprattutto negli oggetti dedicati al culto, negli arredi sacri che adornavano la sinagoga, nella decorazione dei manoscritti e dei contratti nuziali e con altre forme legate alla ritualità. Con la diaspora l’arte ebraica si frantumò in varie forme e legò il suo sviluppo alla storia e ai Paesi in cui il popolo ebraico si disperse.
“L'ebraismo e l'arte. Gli argenti sinagogali" è il titolo della mostra, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena in collaborazione con il Comune, in cui i modenesi potranno ammirare per la prima volta l’intera collezione degli argenti della sinagoga di piazza Mazzini. Acquistati nelle botteghe veneziane alla fine del Sei e nel Settecento o commissionati ad artigiani modenesi nel corso dell'Ottocento, gli argenti sinagogali della Comunità costituiscono una delle collezioni più ricche e complete nell'ambito della Judaica italiana e una testimonianza della storia degli israeliti in città e in Italia in età moderna.
Approfondisce l'argomento il catalogo "L'ebraismo e l'arte: gli argenti sinagogali", realizzato dalla Comunità di Modena in collaborazione con il Comune e curato da Dora Liscia Bemporad e Federica Francesconi (ai testi si aggiunge una testimonianza di Luisa Modena). I preziosi argenti, che il volume riproduce con foto a colori, arricchivano i luoghi di culto, che nella Modena del Settecento erano ben dodici.

A MODENA UNA COMUNITA’ CON MILLE ANNI DI STORIA
La presenza ebraica in città si fa risalire al 1025. Nel 1638 fu istituito il ghetto


La presenza ebraica a Modena si fa risalire al 1025, anche se i primi documenti ufficiali sono del 1393, quando si stabilirono in città alcuni prestatori provenienti da Perugia, Rimini e Fermo.
Con il trasferimento della corte estense da Ferrara a Modena, nel 1598, molti ebrei seguirono i duchi e la comunità raggiunse le mille persone. Nell’area di piazza Mazzini, dove nel 1638 fu istituito il ghetto, funzionavano tre sinagoghe – una di rito italiano, una di rito tedesco e una di rito spagnolo – e una famosa scuola di studi ebraici e cabalistici frequentata anche da importanti studiosi come Abramo Graziani, Aaron Berechiach da Modena, Abramo Rovigo e Israele Cohen.
Dopo la Rivoluzione Francese, con l’arrivo delle truppe napoleoniche in città (1796), le famiglie ebraiche, guidate da uomini come Moisè e Salomone Formiggini, Moisè Sanguinetti, Emanuele Sacerdoti non esitarono a battersi per la riuscita del nuovo governo modenese e della Repubblica Cisalpina, facendo parte della guardia civica e svolgendo incarichi politici di primo piano. Nonostante l’enorme delusione e le ritorsioni subite dopo la sconfitta di Napoleone, nel periodo della Restaurazione la partecipazione patriottica degli ebrei non venne meno, anzi fu fondamentale durante il Risorgimento. Benedetto Sanguinetti e Angelo Usiglio, ad esempio, non esitarono a sacrificare la propria vita, rispettivamente durante i moti insurrezionali del 1821 e nella congiura di Ciro Menotti del 1831.
Ma fu solo con l’annessione di Modena al Regno d’Italia, nel 1861, che per gli ebrei iniziò il periodo dell’emancipazione. In quell’anno la comunità contava ancora mille persone, che si ridussero a 474 nel 1931 e a 185 nel 1945.
La presenza ebraica in città è testimoniata anche dall’elevato numero di frammenti di codici ebraici rinvenuti negli archivi locali (circa la metà dei 6 mila censiti nel territorio nazionale) e dalle oltre 250 pergamene provenienti da manoscritti ebraici medievali smembrati e riutilizzati dai legatori modenesi come copertine e legature di registri secenteschi. Lo stacco e il restauro delle pergamene, avvenuti a cura dell’Archivio storico comunale, hanno consentito il recupero di pagine di eccezionale importanza per l'antichità e la rarità dei manoscritti dai quali provengono, databili tra i secoli XI e XV.

UNIGRANA STICK, IL PARMIGIANO REGGIANO TASCABILE

Un nuovo prodotto “rivoluzionerà” il modo di gustare il Parmigiano Reggiano: Unigrana Stick, una barretta di Parmigiano Reggiano da 100g che cambierà il modo di gustare il formaggio! Questo prodotto è pensato per dare risposta alle esigenze di tutti quei consumatori il cui consumo pro capite di formaggio è contenuto, ovvero a tutti coloro che vogliono vivere il piacere di mangiare Parmigiano Reggiano, avendo anche una piccola e gradita sorpresa sullo scontrino!
Questo è già di per sè una “rivoluzione”, ma se ciò non fosse sufficiente, Unigrana ha pensato anche a tutti quelli che, come i single ad esempio, hanno occasioni d’uso particolari quali party ed aperitivi in cui hanno l’esigenza di offrire un alimento sfizioso, buono e di sicuro appealing con gli ospiti!
Unigrana stick non sarà solo una novità “italiana”, si è deciso infatti di vestire questo prodotto con un abito elegante per portarlo nei party e nelle case più esclusive d’Europa e del mondo! Unigrana ha infatti deciso di puntare su questo prodotto per avvicinare al Parmigiano Reggiano consumatori esteri a volte scoraggiati nell’acquisto dalla scarsa familiarità con il prodotto e dal non sempre “accessibilissimo” prezzo delle pezzature più “grandi”.
Unigrana S.p.A. società del gruppo Granterre di Modena, leader europeo nella commercializzazione del Parmigiano Reggiano con un fatturato di oltre 176 milioni di euro, è il “cuore” di un sistema produttivo e commerciale integrato che comprende attività agricole, di allevamento, di produzione, di commercializzazione e di marketing.

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