Modenapiù
Una Città e il Mondo: politica, cultura, economia, società a cura di Roberto Gazzotti.
venerdì, settembre 05, 2003
DOLCI, DANZE E MOSTRE PER CONOSCERE IL MONDO EBRAICO
Domenica 7 settembre anche Modena celebra la quarta Giornata europea della cultura ebraica
Un tuffo nel mondo ebraico per scoprirne l’arte, le danze, i luoghi e la gastronomia. E’ quanto propongono anche a Modena l’assessorato alla Cultura del Comune e la Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia in occasione della quarta Giornata europea della cultura ebraica che si celebra domenica 7 settembre. L’evento, che si svolge contemporaneamente in 23 paesi europei e in 47 località di 13 regioni d’Italia, sarà quest’anno dedicato all’arte. Nell’occasione i modenesi potranno visitare la sinagoga di piazza Mazzini che dischiude al pubblico l’intero patrimonio dei preziosi argenti in essa conservati: una delle collezioni più ricche e complete nell'ambito della Judaica italiana e una testimonianza della storia degli israeliti in città e in Italia in età moderna. La mostra “L'ebraismo e l'arte. Gli argenti sinagogali", promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, inaugurerà alle 11.30, e rimarrà aperta fino al 14 settembre. Visite guidate sono in programma il 7 dalle 11.30 e dalle 15.30, dall'8 all'11 a partire dalle ore 16 e il 14 dalle 10.30 e dalle 15.30. Prenotazione obbligatoria al servizio informativo Iat, in via Scudari 21 (tel 059 206660). Senza spostarsi da piazza Mazzini sarà poi possibile conoscere altri aspetti della cultura ebraica. Alle ore 16 è previsto una spettacolo di Danze ebraiche presentato da Terre di danza, che coinvolgerà anche il pubblico. Sempre a partire dalle 16 sarà, inoltre, possibile degustare specialità dolciarie della cucina ebraica; mentre per tutta la giornata la Libreria Nuova Tarantola proporrà I libri sull’arte e la cultura ebraica. Infine alle 17.30, nella Sala di Rappresentanza del Palazzo Comunale, Annie Sacerdoti e Ines Miriam Marach presenteranno la guida “Luoghi ebraici in Emilia-Romagna”.
L’EBRAISMO E L’ARTE. GLI ARGENTI SINAGOGALI IN MOSTRA
Per una settimana il Tempio Israelitico di piazza Mazzini apre al pubblico.
In esposizione arredi e oggetti di manifattura veneziana risalenti a ‘600 e ‘700
Non essendo consentite le raffigurazioni religiose, la cultura ebraica si espresse soprattutto negli oggetti dedicati al culto, negli arredi sacri che adornavano la sinagoga, nella decorazione dei manoscritti e dei contratti nuziali e con altre forme legate alla ritualità. Con la diaspora l’arte ebraica si frantumò in varie forme e legò il suo sviluppo alla storia e ai Paesi in cui il popolo ebraico si disperse.
“L'ebraismo e l'arte. Gli argenti sinagogali" è il titolo della mostra, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena in collaborazione con il Comune, in cui i modenesi potranno ammirare per la prima volta l’intera collezione degli argenti della sinagoga di piazza Mazzini. Acquistati nelle botteghe veneziane alla fine del Sei e nel Settecento o commissionati ad artigiani modenesi nel corso dell'Ottocento, gli argenti sinagogali della Comunità costituiscono una delle collezioni più ricche e complete nell'ambito della Judaica italiana e una testimonianza della storia degli israeliti in città e in Italia in età moderna.
Approfondisce l'argomento il catalogo "L'ebraismo e l'arte: gli argenti sinagogali", realizzato dalla Comunità di Modena in collaborazione con il Comune e curato da Dora Liscia Bemporad e Federica Francesconi (ai testi si aggiunge una testimonianza di Luisa Modena). I preziosi argenti, che il volume riproduce con foto a colori, arricchivano i luoghi di culto, che nella Modena del Settecento erano ben dodici.
A MODENA UNA COMUNITA’ CON MILLE ANNI DI STORIA
La presenza ebraica in città si fa risalire al 1025. Nel 1638 fu istituito il ghetto
La presenza ebraica a Modena si fa risalire al 1025, anche se i primi documenti ufficiali sono del 1393, quando si stabilirono in città alcuni prestatori provenienti da Perugia, Rimini e Fermo.
Con il trasferimento della corte estense da Ferrara a Modena, nel 1598, molti ebrei seguirono i duchi e la comunità raggiunse le mille persone. Nell’area di piazza Mazzini, dove nel 1638 fu istituito il ghetto, funzionavano tre sinagoghe – una di rito italiano, una di rito tedesco e una di rito spagnolo – e una famosa scuola di studi ebraici e cabalistici frequentata anche da importanti studiosi come Abramo Graziani, Aaron Berechiach da Modena, Abramo Rovigo e Israele Cohen.
Dopo la Rivoluzione Francese, con l’arrivo delle truppe napoleoniche in città (1796), le famiglie ebraiche, guidate da uomini come Moisè e Salomone Formiggini, Moisè Sanguinetti, Emanuele Sacerdoti non esitarono a battersi per la riuscita del nuovo governo modenese e della Repubblica Cisalpina, facendo parte della guardia civica e svolgendo incarichi politici di primo piano. Nonostante l’enorme delusione e le ritorsioni subite dopo la sconfitta di Napoleone, nel periodo della Restaurazione la partecipazione patriottica degli ebrei non venne meno, anzi fu fondamentale durante il Risorgimento. Benedetto Sanguinetti e Angelo Usiglio, ad esempio, non esitarono a sacrificare la propria vita, rispettivamente durante i moti insurrezionali del 1821 e nella congiura di Ciro Menotti del 1831.
Ma fu solo con l’annessione di Modena al Regno d’Italia, nel 1861, che per gli ebrei iniziò il periodo dell’emancipazione. In quell’anno la comunità contava ancora mille persone, che si ridussero a 474 nel 1931 e a 185 nel 1945.
La presenza ebraica in città è testimoniata anche dall’elevato numero di frammenti di codici ebraici rinvenuti negli archivi locali (circa la metà dei 6 mila censiti nel territorio nazionale) e dalle oltre 250 pergamene provenienti da manoscritti ebraici medievali smembrati e riutilizzati dai legatori modenesi come copertine e legature di registri secenteschi. Lo stacco e il restauro delle pergamene, avvenuti a cura dell’Archivio storico comunale, hanno consentito il recupero di pagine di eccezionale importanza per l'antichità e la rarità dei manoscritti dai quali provengono, databili tra i secoli XI e XV.
Un tuffo nel mondo ebraico per scoprirne l’arte, le danze, i luoghi e la gastronomia. E’ quanto propongono anche a Modena l’assessorato alla Cultura del Comune e la Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia in occasione della quarta Giornata europea della cultura ebraica che si celebra domenica 7 settembre. L’evento, che si svolge contemporaneamente in 23 paesi europei e in 47 località di 13 regioni d’Italia, sarà quest’anno dedicato all’arte. Nell’occasione i modenesi potranno visitare la sinagoga di piazza Mazzini che dischiude al pubblico l’intero patrimonio dei preziosi argenti in essa conservati: una delle collezioni più ricche e complete nell'ambito della Judaica italiana e una testimonianza della storia degli israeliti in città e in Italia in età moderna. La mostra “L'ebraismo e l'arte. Gli argenti sinagogali", promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, inaugurerà alle 11.30, e rimarrà aperta fino al 14 settembre. Visite guidate sono in programma il 7 dalle 11.30 e dalle 15.30, dall'8 all'11 a partire dalle ore 16 e il 14 dalle 10.30 e dalle 15.30. Prenotazione obbligatoria al servizio informativo Iat, in via Scudari 21 (tel 059 206660). Senza spostarsi da piazza Mazzini sarà poi possibile conoscere altri aspetti della cultura ebraica. Alle ore 16 è previsto una spettacolo di Danze ebraiche presentato da Terre di danza, che coinvolgerà anche il pubblico. Sempre a partire dalle 16 sarà, inoltre, possibile degustare specialità dolciarie della cucina ebraica; mentre per tutta la giornata la Libreria Nuova Tarantola proporrà I libri sull’arte e la cultura ebraica. Infine alle 17.30, nella Sala di Rappresentanza del Palazzo Comunale, Annie Sacerdoti e Ines Miriam Marach presenteranno la guida “Luoghi ebraici in Emilia-Romagna”.
L’EBRAISMO E L’ARTE. GLI ARGENTI SINAGOGALI IN MOSTRA
Per una settimana il Tempio Israelitico di piazza Mazzini apre al pubblico.
In esposizione arredi e oggetti di manifattura veneziana risalenti a ‘600 e ‘700
Non essendo consentite le raffigurazioni religiose, la cultura ebraica si espresse soprattutto negli oggetti dedicati al culto, negli arredi sacri che adornavano la sinagoga, nella decorazione dei manoscritti e dei contratti nuziali e con altre forme legate alla ritualità. Con la diaspora l’arte ebraica si frantumò in varie forme e legò il suo sviluppo alla storia e ai Paesi in cui il popolo ebraico si disperse.
“L'ebraismo e l'arte. Gli argenti sinagogali" è il titolo della mostra, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena in collaborazione con il Comune, in cui i modenesi potranno ammirare per la prima volta l’intera collezione degli argenti della sinagoga di piazza Mazzini. Acquistati nelle botteghe veneziane alla fine del Sei e nel Settecento o commissionati ad artigiani modenesi nel corso dell'Ottocento, gli argenti sinagogali della Comunità costituiscono una delle collezioni più ricche e complete nell'ambito della Judaica italiana e una testimonianza della storia degli israeliti in città e in Italia in età moderna.
Approfondisce l'argomento il catalogo "L'ebraismo e l'arte: gli argenti sinagogali", realizzato dalla Comunità di Modena in collaborazione con il Comune e curato da Dora Liscia Bemporad e Federica Francesconi (ai testi si aggiunge una testimonianza di Luisa Modena). I preziosi argenti, che il volume riproduce con foto a colori, arricchivano i luoghi di culto, che nella Modena del Settecento erano ben dodici.
A MODENA UNA COMUNITA’ CON MILLE ANNI DI STORIA
La presenza ebraica in città si fa risalire al 1025. Nel 1638 fu istituito il ghetto
La presenza ebraica a Modena si fa risalire al 1025, anche se i primi documenti ufficiali sono del 1393, quando si stabilirono in città alcuni prestatori provenienti da Perugia, Rimini e Fermo.
Con il trasferimento della corte estense da Ferrara a Modena, nel 1598, molti ebrei seguirono i duchi e la comunità raggiunse le mille persone. Nell’area di piazza Mazzini, dove nel 1638 fu istituito il ghetto, funzionavano tre sinagoghe – una di rito italiano, una di rito tedesco e una di rito spagnolo – e una famosa scuola di studi ebraici e cabalistici frequentata anche da importanti studiosi come Abramo Graziani, Aaron Berechiach da Modena, Abramo Rovigo e Israele Cohen.
Dopo la Rivoluzione Francese, con l’arrivo delle truppe napoleoniche in città (1796), le famiglie ebraiche, guidate da uomini come Moisè e Salomone Formiggini, Moisè Sanguinetti, Emanuele Sacerdoti non esitarono a battersi per la riuscita del nuovo governo modenese e della Repubblica Cisalpina, facendo parte della guardia civica e svolgendo incarichi politici di primo piano. Nonostante l’enorme delusione e le ritorsioni subite dopo la sconfitta di Napoleone, nel periodo della Restaurazione la partecipazione patriottica degli ebrei non venne meno, anzi fu fondamentale durante il Risorgimento. Benedetto Sanguinetti e Angelo Usiglio, ad esempio, non esitarono a sacrificare la propria vita, rispettivamente durante i moti insurrezionali del 1821 e nella congiura di Ciro Menotti del 1831.
Ma fu solo con l’annessione di Modena al Regno d’Italia, nel 1861, che per gli ebrei iniziò il periodo dell’emancipazione. In quell’anno la comunità contava ancora mille persone, che si ridussero a 474 nel 1931 e a 185 nel 1945.
La presenza ebraica in città è testimoniata anche dall’elevato numero di frammenti di codici ebraici rinvenuti negli archivi locali (circa la metà dei 6 mila censiti nel territorio nazionale) e dalle oltre 250 pergamene provenienti da manoscritti ebraici medievali smembrati e riutilizzati dai legatori modenesi come copertine e legature di registri secenteschi. Lo stacco e il restauro delle pergamene, avvenuti a cura dell’Archivio storico comunale, hanno consentito il recupero di pagine di eccezionale importanza per l'antichità e la rarità dei manoscritti dai quali provengono, databili tra i secoli XI e XV.
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