venerdì, agosto 22, 2003

STATI UNITI D'AMERICA: IL PERICOLO DI UN CATTIVO ESEMPIO

"Al cuore della storia, della legge e della cultura americane vi e'
l'idea che la pena comminata prima del giudizio, il rifiuto di un processo
equo e il governo segreto per decreto siano condannabili. Chi e' il
combattente nemico? Oggi, puo' essere chiunque voglia il presidente. E
questo e' spaventoso".

- Un ex giudice della Corte d'Appello del New Jersey -


"Gli Stati Uniti hanno esibito una preoccupante tendenza ad aspirare ad un
potere esecutivo imbattibile nel contesto della propria 'guerra al
terrore'. Hanno creato un sistema di giustizia parallelo nel quale
l'esecutivo ha il potere di detenere, interrogare, accusare o giudicare le
persone sospette secondo le 'leggi di guerra", ha dichiarato Amnesty
International in nuovo rapporto pubblicato oggi.
"Troppo spesso gli altri paesi seguono cio' che fanno gli USA - l'uso di
un linguaggio di 'guerra' si diffonde sempre piu', i governi trascurano i
propri obblighi relativi ai diritti umani; l'impiego del termine 'terrore'
permette loro di sfuggire al diritto internazionale dei diritti umani e
l'espressione 'guerra al terrore' serve di pretesto per rimettere in
discussione l'intera struttura del diritto relativo ai diritti umani e del
diritto internazionale umanitario" ha evidenziato Amnesty International.
Nel rapporto intitolato Il pericolo di un cattivo esempio: minare gli
standard internazionali mentre le detenzioni della "guerra al terrore"
continuano, Amnesty International chiede ai governi ovunque nel mondo di
assicurare che un rispetto rigoroso per i principi dei diritti umani resti
al centro della loro ricerca di giustizia e sicurezza. Il rapporto
evidenzia questioni relative agli stranieri sotto custodia degli USA al di
fuori del territorio degli Stati Uniti, come i detenuti a Guantánamo Bay,
a Cuba, e nella base aerea USA di Bagram, in Afghanistan, dove viene loro
negato di incontrare i familiari e di avvalersi dell'assistenza di
avvocati da oltre un anno ormai.
"Denunce di abusi quali arresti arbitrari, detenzione prolungata senza
possibilita' di poter comunicare con l'esterno, maltrattamenti,
interrogatori senza assistenza legale e pericolo di processi iniqui
condotti da organi militari sono aumentati ogni anno nei rapporti del
Dipartimento di Stato USA sulle pratiche dei diritti umani in altri
paesi", ha affermato Amnesty International. "Ora tali denunce vengono
presentate contro il governo USA nel contesto della sua 'guerra al
terrore".
Alcune delle poche decine di persone rilasciate da Guantánamo che Amnesty
International ha potuto recentemente intervistare confermano cio' che
l'organizzazione ha temuto fin dall'inizio: che l'insieme delle
condizioni, in particolare il regime di detenzione in isolamento
prolungato e senza limite di tempo, costituisca un abuso dei diritti
umani.
"Gli Stati Uniti hanno diffusamente incappucciato, bendato, ammanettato e
incatenato i detenuti in Afghanistan, Guantánamo e Iraq" ha affermato
Amnesty International.
La persistenza di denunce di maltrattamenti e l'impossibilita' di potersi
avvalere dell'assistenza di organizzazioni indipendenti dei diritti umani
e di avvocati, che possono rendere pubblici i risultati delle proprie
ricerche, associate alla possibilita' che cio' che gli Stati Uniti
intendono per trattamento crudele, inumano e degradante non possa
accordarsi con le definizioni internazionali, ha fatto sollevare serie
preoccupazioni ad Amnesty International circa il trattamento dei detenuti
sotto custodia degli USA.
Tra i maltrattamenti riferiti all'organizzazione vi sono anche privazione
prolungata del sonno, esercizio fisico insufficiente, restrizione
prolungata in posizioni dolorose, a volte insieme ad esposizione a musica
assordante e ad illuminazione per tutto il giorno. Le condizioni nelle
quali i detenuti sono interrogati possono essere coercitive, gli
interrogatori ripetuti possono essere condotti a scopo di perseguimento di
reati, raccolta di informazioni o per negoziare un patteggiamento forzato.
Un prigioniero rilasciato ha riferito ad Amnesty International che il suo
interrogatorio, durato ore, a Guantánamo e' stato "come tortura". Un
altro, un autista di taxi, Sayed Abassin, ha raccontato all'organizzazione
di essere stato arrestato sulla strada da Kabul a Khost nell'aprile del
2002, sebbene avesse spiegato che era solo un autista e che non sapeva chi
fossero i suoi passeggeri. Vittima apparente delle circostanze, ha
trascorso oltre un anno sotto custodia USA, prima in Afghanistan e poi a
Guantánamo. Ha dichiarato che nella base aerea di Bagram e' stato
ammanettato e incatenato, esposto a intensa illuminazione per 24 ore,
privato del sonno e di cibo sufficiente, senza la possibilita' di parlare
o guardare altri detenuti e costretto a restare in piedi o in ginocchio
per ore. E' stato alla fine rilasciato da Guantánamo nell'aprile del 2003,
senza aver mai potuto avvalersi di un avvocato, ricorrere ad una corte di
giustizia o ad altri procedimenti legali. Non ha ricevuto alcun
risarcimento per quanto subi'to.
"Non esistevano diritti umani per me quell'anno", ha detto Abassin ad
Amnesty International. Altri prigionieri rilasciati hanno denunciato che
vi erano altri detenuti innocenti a Guantánamo, arrestati arbitrariamente
e trattenuti senza prove di colpevolezza.
Attualmente, gli Stati Uniti intendono giudicare detenuti specifici di
fronte a commissioni militari, dove il diritto dell'imputato ad un
avvocato di sua scelta e ad una difesa efficace saranno seriamente
limitati. Le commissioni, che possono intentare processi contro i soli
cittadini stranieri, ammetteranno anche un minore numero di prove rispetto
alle corti ordinarie e avranno la facolta' di comminare le pene capitali.
Il 3 luglio il presidente Bush ha comunicato i nomi di 6 cittadini
stranieri che avrebbero dovuto comparire per primi davanti alle
commissioni, tra questi vi sono Feroz Ali' Abbasi e Moazzam Begg,
cittadini britannici, e David Hicks, cittadino australiano.
"Sara' un caso di giustizia di seconda classe per cittadini stranieri in
violazione del divieto di applicazione discriminatoria del diritto ad un
processo equo", ha affermato Amnesty International.
Il rapporto s'inserisce nel quadro dei continui sforzi di Amnesty
International per persuadere le autorita' USA a conformarsi agli standard
internazionali nelle azioni intraprese in risposta alle atrocita' dell'11
settembre 2001. Fra le raccomandazioni evidenziate nel rapporto,
l'organizzazione chiede al governo americano di abbandonare tutti i
programmi sulle commissioni militari, di assicurare che tutti i detenuti
siano rinviati a giudizio per reati chiaramente riscontrabili oppure
rilasciati, di fornire assistenza legale ai detenuti e di trattarli
umanamente, di assicurare che non ricevano alcun trattamento che possa
violare gli standard e il diritto internazionali. Chiede inoltre che il
governo USA consenta ad Amnesty International di incontrare i detenuti e i
funzionari della base aerea di Bagram e della base navale di Guantánamo
Bay.
"L'amministrazione ha cercato di sottrarre le proprie azioni all'esame
dell'ordinamento giuridico e della comunita' internazionale. Cosi'
facendo, gli USA stanno minando il ruolo della legge e stabilendo un
pericoloso precedente", ha concluso Amnesty International.

Il rapporto Il pericolo di un cattivo esempio: minare gli standard
internazionali mentre le detenzioni della "guerra al terrore" continuano
e' disponibile presso il sito Internet di Amnesty International
all'indirizzo: www.amnesty.org

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