giovedì, aprile 24, 2003

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"USO DI DROGHE,
PERCHE’ DICO NO
ALLA PROPOSTA-FINI"


Un intervento dell’assessore alle politiche giovanili del Comune di Modena Mauro Tesauro

“In occasione della recente conferenza ONU sulle droghe svolta a Vienna, il vicepresidente del consiglio italiano Gianfranco Fini ha presentato le linee essenziali di un disegno di legge che il consiglio dei ministri sarebbe in procinto di varare: a) nessuna distinzione tra droghe leggere e pesanti (resterebbe solo la distinzione tra droghe naturali ed artificiali); b) sanzioni amministrative (fino ad una certa soglia) e penali (al di sopra di quella soglia) per chi viene trovato in possesso di qualsiasi stupefacente; c) non sarebbe più prevista la dose personale o minima giornaliera, ma la dose massima detenibile; d) possibilità di entrare in cura nei servizi pubblici o privati per evitare le sanzioni; e) le tabelle delle sostanze da sei sarebbero ridotte a due.
Il concetto di fondo su cui insiste il disegno di legge è che l'uso di sostanze non è ammissibile e lo Stato non può rimanere indifferente di fronte al consumo da parte degli individui. Per impedire l'uso è necessario ricorrere a sanzioni per il bene delle persone in particolare di quelle più giovani.
La mia contrarietà a simili proposte è netta e dettata da diverse ragioni:
1) come hanno già sottolineato vari esperti, la prima e tragica conseguenza sarebbe un aumento delle carcerazioni di giovani. Si dimentica che all'indomani dell'entrata in vigore della legge 162/1990, che conteneva un principio "attivo" simile a quello attualmente proposto, si verificarono vari episodi di carcerazione (e anche alcuni suicidi) di giovani accusati di detenere "spinelli. Intervenne poi nel 1993 il referendum, il cui risultato sancì in maniera eclatante un concetto opposto a quello che ora la proposta della tolleranza zero di Fini vorrebbe cancellare.
2) Che risultati si possono ottenere da un massiccio impiego delle forze dell'ordine per reprimere adolescenti e giovani per uso di sostanze? Credo sia più conveniente concentrare l'attività repressiva su chi si arricchisce dallo spaccio delle sostanze, in particolare di quelle pesanti come eroina e cocaina.
3) Accomunare sostanze leggere e pesanti significa non distinguere gli effetti delle singole sostanze che i consumatori invece considerano. I cambiamenti intervenuti indicano che il consumo di eroina, da alcuni anni a questa parte non aumenta, calano i decessi per overdose ad esso collegati, aumenta il consumo di cocaina, di droghe sintetiche e il loro mix con alcol; la cannabis assume il primato di sostanza illegale più consumata. In questa contesto è bene ricordare che molti adolescenti familiarizzano con le sostanze iniziando con il legale tabacco e apprendono lo sballo attraverso l'abuso dell'altrettanto legale e pubblicizzato alcol. E' ormai risaputo quanti danni producono il tabacco e l'alcol; anche il loro uso sarà punito? e sarà prevista la dose massima detenibile o la "dose massima sostenibile" (come ha precisato a Vienna il sottosegretario Alfredo Mantovano)?
4) E' basilare pensare al rapporto che le persone possono instaurare con le sostanze e al significato che esse assumono. L'attenzione va concentrata sulle azioni che possono rendere il consumo il meno dannoso in tutti i sensi, dal punto della salute psicofisica e dei rapporti sociali. La nostra società offre un'ampia gamma di sostanze legale e illegali. Non è certo con la repressione del singolo consumatore che si migliora la situazione. Possiamo vincere la madre di tutte le battaglie contro le droghe (illegali e legali), ovvero eliminarle dalla faccia della terra? Nessuno lo pensa possibile e va considerata la complessità del fenomeno che vogliamo affrontare; la proposta del vicepresidente Fini tende a ridurre in brani l'approccio di riduzione del danno e, conseguentemente, a semplificare e a percorrere la strada della repressione che non può che produrre conseguenze negative che il nostro Paese ha già conosciuto nel suo recente passato. Nonostante l'ampio intervento delle Forze dell'Ordine e della Magistratura, trovare sostanze illegali sulle piazze italiane è relativamente facile; significa che oltre all'offerta c'è una domanda; non pensiamo che gli spacciatori cattivi siano i soli responsabili della loro diffusione. Esiste una fetta consistente di popolazione, non solo giovanile, che non possiamo considerare tossicodipendente, che ricerca il piacere e intende sperimentare sensazioni nuove e intense. Ciò può essere più o meno condivisibile, ma non è pensabile uno Stato che punisce chi consuma una droga. E' altro il livello di comunicazione e confronto da sostenere con i giovani nel rispetto della loro autonomia e nella convinzione di preservare la loro salute. Se qualcuno pensa che questo possa essere un atteggiamento che porta alla corruzione della gioventù, lo invitiamo ad andarsi a leggere, ad esempio, sul sito internet stradanove.net la rubrica dedicata al consumo di sostanze, curata da operatori del progetto Buonalanotte e da medici del SERT di Modena. Potrà rendersi conto delle tante lettere di giovani che accusano la rubrica di essere troppo dura con la cannabis L'importante è essere consapevoli di cosa può comportare l'uso e abuso di ogni singola sostanza, gli effetti piacevoli e quelli indesiderati, i rischi che si corrono.
Sono numerose le iniziative che - come Assessorato alle Politiche Giovanili - organizziamo proprio per comunicare con i giovani su questi aspetti della vita e lo facciamo nei luoghi di aggregazione, nelle discoteche, nei pub, nei gruppi giovanili, nelle scuole. Per comunicare occorre una fiducia reciproca, anche se i punti di vista possono essere diversi. Con la minaccia del carcere per l'uso di una qualsiasi sostanza illegale è difficile avviare o continuare una comunicazione di attenzione, rispetto e fiducia. La comunicazione si interrompe: o fai come ti dico io (non usare alcuna droga) o ti sbatto dentro. "O ci sei o ti fai", non recita così la più recente campagna ministeriale? Questo noi intendiamo, per quanto ci è possibile, contrastare. Con il proibizionismo - e con quello più ipocrita in particolare -, infatti, si perde solo tempo e denaro, si causa sofferenza e non si risolve nulla.
E' molto impegnativo ed imbarazzante chiamarsi Casa delle Libertà quando si propongono interventi repressivi per l'uso di sostanze e nello stesso tempo si fanno leggi accomodanti come i recenti condoni. Per tutti coloro che incappano nel sistema penale, comunque, c'è pur sempre un rimedio: anche i giovani che saranno processati per uso di cannabis potranno avvalersi del legittimo sospetto”.


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