giovedì, marzo 27, 2003

====== MONDO ======


AMNESTY INTERNATIONAL
SUI PRIGIONIERI DI GUERRA:
NO AI DOPPI STANDARD



Amnesty International ha chiesto oggi a tutte le parti coinvolte nel
conflitto in Iraq di trattare i prigionieri di guerra nel pieno rispetto
della III Convenzione di Ginevra.
“Chiediamo ai governi di Iraq, Stati Uniti e Gran Bretagna di
rispettare le leggi di guerra e di trattare tutti i prigionieri in modo
conforme alla III Convenzione di Ginevra” ­ ha dichiarato
l’organizzazione per i diritti umani. “Dovranno essere trattati
umanamente, non dovranno essere sottoposti ad alcuna forma di
tortura o maltrattamento e dovranno avere immediato accesso al
Comitato internazionale della Croce Rossa”.
Il 23 marzo, dopo la diffusione delle immagini dei soldati statunitensi
catturati dagli iracheni, il presidente George Bush e il primo ministro
Tony Blair hanno accusato l’Iraq di aver violato la III Convenzione di
Ginevra e hanno chiesto che i prigionieri siano trattato in modo equo.
Il medesimo principio va applicato nei confronti dei prigionieri di
guerra iracheni.
Lo stesso giorno, tuttavia, altri 30 prigionieri sono stati trasferiti
dall’Afghanistan alla base navale statunitense di Guantanamo Bay, a
Cuba. Sale cosi’ a circa 660 il numero delle persone, di circa 40
diverse nazionalita’, detenute nella base.
“Nonostante molte richieste, Amnesty International si vede ancora
negato l’accesso alle prigioni di Bagram e di Guantanamo Bay.
Chiediamo nuovamente al governo statunitense di ascoltare le
nostre preoccupazioni sul trattamento di questi prigionieri”.
Amnesty International ha sollecitato un’inchiesta esauriente e
imparziale sulle denunce di torture e maltrattamenti che sarebbero
stati commessi da personale statunitense a Guantanamo Bay, ai
danni di detenuti sospettati di essere talebani o membri di al-Qa’ida.
L’organizzazione per i diritti umani ha infine invitato tutti i mezzi
d’informazione ad assicurare che le loro immagini rispettino la
dignita’ di tutti i prigionieri di guerra.


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GUERRA: AMNESTY INTERNATIONAL
RINNOVA L’APPELLO
PER PROTEGGERE LA POPOLAZIONE CIVILE



“Ora che i combattimenti interessano sempre di piu’ le aree urbane,
e’ fondamentale che le autorita’ militari raddoppino i loro sforzi per
proteggere la popolazione civile”, ha chiesto oggi Amnesty
International.
“L’esempio di Bassora dimostra quale puo’ essere l’impatto della
guerra urbana sui civili. Chiediamo esplicitamente ai comandi militari
di sapere quali misure sono state adottate per proteggere la
popolazione civile”, ha aggiunto l’organizzazione per i diritti umani.
Tutte le parti coinvolte nel conflitto in Iraq devono garantire il
rigoroso rispetto delle leggi di guerra sulla protezione della
popolazione civile e degli obiettivi civili. Gli attacchi non devono
causare perdite sproporzionate di vite umane. In particolare,
Amnesty International ricorda il divieto di:
- attacchi contro la popolazione civile od obiettivi civili;
- attacchi contro infrastrutture, anche se usate a scopi militari, se le
conseguenze a breve e lungo termine per la popolazione civile sono
sproporzionate rispetto al concreto e diretto vantaggio militare che si
vuole conseguire con tali attacchi;
- attacchi contro strumenti e strutture di comunicazione solo perche’
vengono utilizzati a scopo di propaganda;
- attacchi su altri obiettivi civili, anche se chi li colpisce ritiene che in
tal modo verra’ fiaccata la volonta’ di combattere del nemico.
Amnesty International ha sollecitato tutte le parti in guerra “a
prendere tutte le precauzioni necessarie per risparmiare la
popolazione civile, diffondendo avvertimenti ogni volta che cio’ sia
possibile e non ricorrendo all’uso di scudi umani”.


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AMNESTY INTERNATIONAL:
“OGNI ATTACCO DIRETTO
NEI CONFRONTI DEI CIVILI
COSTITUISCE UN CRIMINE DI GUERRA”



“Temiamo che da entrambe le parti in conflitto siano commessi
crimini di guerra”, ha dichiarato oggi Amnesty International. “Ogni
attacco diretto nei confronti dei civili costituisce un crimine di guerra.
Coloro che negano la distinzione tra combattenti e civili compiono un
attacco contro le stesse basi del diritto umanitario”.
L’organizzazione per i diritti umani ha sottolineato che compiere
attacchi contro obiettivi civili e attacchi contro obiettivi militari che
provocano danni sproporzionati alla popolazione civile rappresenta
un crimine di guerra.


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DICHIARAZIONE DI AMNESTY INTERNATIONAL
SUL BOMBARDAMENTO DELLA SEDE
DELLA TV DI STATO IRACHENA




Amnesty International ha dichiarato oggi che il bombardamento
contro la sede della televisione di stato irachena potrebbe costituire
una violazione delle Convenzioni di Ginevra.
“Il bombardamento di una stazione televisiva, semplicemente
perche’ e’ usata a scopi di propaganda, non puo’ essere tollerato. E’
un obiettivo civile e pertanto e’ protetto dal diritto internazionale
umanitario” ­ ha affermato l’organizzazione per i diritti umani.
Secondo l’Articolo 52 (2) del I Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni
di Ginevra, “gli attacchi dovranno essere strettamente limitati a
obiettivi militari (…) Gli obiettivi militari sono circoscritti a quelli che
per la loro natura o locazione, il loro scopo o uso possono dare un
effettivo contributo all’azione militare e la cui distruzione - totale o
parziale - cattura o neutralizzazione, nelle circostanze del momento,
offre un chiaro vantaggio militare.


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====== MODENA ======


L'IMPEGNO CULTURALE
DELLA FONDAZIONE
CASSA DI RISPARMIO DI MODENA


Domenica 9 marzo 2003 ha chiuso definitivamente i battenti, alla soglia delle 20.000 presenze, la mostra “ALBERTO GIACOMETTI E MAX ERNSTSURREALISMO E OLTRE NELLA COLLEZIONE GUGGENHEIM” organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena in collaborazione con la Fondazione Peggy Guggenheim di Venezia ed allestita al Foro Boario.

Un vero successo per Modena e per la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che conferma la qualità delle scelte operate e la continuità di un percorso che la vede da diversi anni impegnata nella realizzazione di eventi dedicati a importanti movimenti ed a personaggi salienti dell’arte, non solo italiana, fornendo alla città di Modena l’occasione di porsi tra le più accreditate sedi della cultura europea.
In questa occasione è stata determinante la collaborazione venutasi ad instaurare con la Fondazione Peggy Guggenheim che ha consentito di presentare, in un suggestivo percorso, ideato e curato da Luca Massimo Barbero, importanti opere, provenienti dal museo di New York e dalla collezione veneziana. E’ stata l’occasione per il pubblico di conoscere ed apprezzare anche alcuni lavori raramente esposti o addirittura celati e Modena, città già ricca di cultura e di storia, ha avuto un opportunità in più per ospitare migliaia di turisti provenienti da tutta l’Italia e, anche se in piccola parte, ma non trascurabile, dall’Estero.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Modena che da oltre 10 anni opera sul territorio realizzando grandi progetti in campo sociale e culturale è stata gratificata da questo nuovo successo e confortata per aver intrapreso un giusto cammino. Infatti sono state e continuano ad essere priorità per la Fondazione la promozione della ricerca scientifica e delle attività culturali, in particolare attraverso la conservazione, il recupero e la valorizzazione del patrimonio artistico, storico-culturale ed ambientale, nonché le attività di rilevante valore sociale, volte principalmente alla formazione giovanile ed alla tutela delle categorie più deboli.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, manifestando una particolare sensibilità nella promozione e nel sostegno delle attività culturali, ormai da diversi anni è impegnata nella realizzazione di mostre dedicate a importanti momenti e personaggi della pittura italiana fornendo l’occasione alla città di Modena di confrontarsi con le più accreditate sedi della cultura europea. Tra queste la mostra La pittura a Venezia dagli anni di Ca’ Pesaro alla Nuova Oggettività realizzata nel 1999, curata da Luca Massimo Barbero, ha dato avvio ad un percorso espositivo che ha presentato alcuni tra i maggiori protagonisti del Novecento italiano. La mostra su Giorgio de Chirico, allestita tra il 2000 ed il 2001 ha inteso proseguire questo percorso con un una delle più straordinarie figure del secolo trascorso. Lo scorso anno, avvalendosi sempre della collaborazione di Luca Massimo Barbero, ha realizzato l’esposizione dedicata a Filippo de Pisis L’uomo e la natura, allestita presso la chiesa di San Vincenzo di Modena, edificio eretto nel secolo XVII, restituito alla città dopo un rigoroso intervento di restauro promosso e finanziato dalla Fondazione stessa.
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Per la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena è prioritario l’impegno inteso a valorizzare il ricco patrimonio artistico della città e della provincia di Modena ed in questo spirito interviene fattivamente nel recupero di monumenti simbolo della cultura e della storia del territorio.

Chiesa di Santa Maria degli Angeli detta Madonna del Paradiso (Ubicata nel centro storico della città) Il restauro, concluso, ha previsto il recupero della struttura architettonica dell’intero edificio della chiesa costruita nel 1596 su disegno di Giovanni Guerra. Particolare attenzione è stata dedicata al restauro dell’opera d’arte più pregevole: un soffitto ligneo a cassettoni dipinto, databile tra la fine del XVI secolo e gli inizi del XVII, con numerosissimi volti umani, teste di cherubini, festoni di fiori, ai quali conferiscono maggiore luminosità rosoni dorati. Il restauro ha consentito anche di dare nuova visibilità a una elegante cornice che corre attorno alle pareti alla base del soffitto a cassettoni e nella quale sono raffigurati i simboli della devozione mariana.

Palazzo Ducale Il progetto di restauro per i due Torrioni Angolari è stato finanziato dalla Fondazione Cassa Risparmio di Modena e concluso, mentre ora si prosegue con un progetto per i locali dell’ala nord orientale, prospicienti Corso Cavour, collegati con quelli che si affacciano sul giardino estense, già sede del circolo sottufficiali. Questi ultimi locali in particolare nella seconda metà del Seicento collegavano la galleria sacra, con raffigurazioni dipinte da Francesco Stringa, con il convento delle monache Salesiane, ora sede dell’Accademia militare e ospitavano nel Settecento la Galleria dei Disegni e delle Medaglie, dove erano collocate le collezioni più rare e preziose dei Duchi d’Este. Gli interventi prevedono, oltre al consolidamento delle strutture murarie, il restauro degli affreschi dei soffitti di tutti i locali.

Duomo di Modena In occasione del nono centenario è stato dato il via ad una serie di interventi di restauro, già conclusi, che hanno portato alla pulitura sia del paramento lapideo, annerito dall'inquinamento atmosferico, sia del lato meridionale con specifica attenzione alla Porta Regia, sia delle absidi ed ha consentito in particolare di ridare nuova visibilità al ricco apparato scultoreo delle semicolonne e delle colonne dei matronei , nonchè delle mensole che percorrono tutta la superficie esterna della cattedrale.
L'intervento è risultato di particolare rilevanza dato che la cattedrale unitamente alla torre Ghirlandina e alla piazza Grande su cui si affaccia, è stata inserita dall UNESCO nel patrimonio mondiale dell'umanità.

La Fondazione Cassa Risparmio di Modena continua questo importante lavoro di recupero e, con il nuovo anno, ha finanziato e sono attualmente in corso i restauri di:

Palazzo Santa Margherita
Progettato e interamente finanziato dalla Fondazione il completamento del Recupero del Palazzo Santa Margherita in corso Canalgrande che ospita la Galleria Civica e la Biblioteca Civica "Antonio Delfini". Il palazzo, che fu progettato in stile neoclassico dall'architetto Francesco Vandelli per volontà del duca Francesco IV d'Austria Este, incorporò la chiesa e il convento di Santa Margherita. Il convento fu abbandonato nel 1798 dai Padri Osservanti per essere destinato a caserma di cavalleria: la chiesa, ubicata nell'angolo sud-est del Palazzo, continuò invece ad essere officiata da loro fino al 1808. I lavori previsti consentiranno di ampliare Biblioteca e Galleria e di realizzare una sala polivalente all'interno della vecchia chiesa e una torre libraria nel campanile.

Chiesa di San Barnaba a Modena
E' stato previsto il restauro completo della chiesa di San Barnaba, inagibile dal 1996, a causa dei gravi danni provocati dal terremoto. La chiesa fu eretta a partire dal 1660 dai Padri Minimi di San Francesco di Paola: la facciata fu costruita un secolo dopo. L'interno è a una sola navata con sei cappelle laterali e un'abside rettangolare: i dipinti della volta, realizzati da Sigismondo Caula nel Seicento, furono ritoccati nella prima metà dell'Ottocento da Luigi Manzini e Camillo Crespolani

Torre dei Bolognesi in Nonantola (Mo)
La Torre dei Bolognesi, di aspetto prettamente medievale, fu construita nel 1307 e nel corso dei secoli ha visto più volte modificata la propria destinazione d’uso ed è l’unica rimasta del possente sistema difensivo del paese che comprendeva, oltre alle mura, sei torri.

Chiesa di Santa Filomena in Nonantola (Mo)
La chiesa, nota alla metà del secolo scorso con il nome di S. Filomena ma indicata in antico con un altro nome, era destinata in origine all'assistenza religiosa dei malati ricoverati nell'ospedale vicino. Sappiamo che nel 1583 l'edificio religioso versava in condizioni critiche e che tra il 1583 e il 1597 esso venne ricostruito ed ampliato. Alla fine del 1611 la chiesa presenta la forma ed estensione attuale, con la costruzione del pronao e della facciata a timpano e pinnacoli, il coro poligonale e il piccolo campanile. La chiesa fu sede della confraternita dei Battuti e più tardi di quelle del Nome di Gesù e dell'Immacolata Concezione. Il progetto di restauro in corso prevede il radicale risanamento e consolidamento dell'edificio dalle strutture fondali ai muri verticali alla copertura. Si procederà poi al rifacimento del soffitto, al restauro degli stucchi e degli altari così da prevedere una ricollocazione di dipinti di dimensioni adeguate provenienti dal patrimonio religioso locale o da quello diocesano.

Abbazia di Frassinoro (Mo)
L'attuale abbazia di Frassinoro è ciò che rimane, peraltro rimaneggiato in più occasioni, di una antica abbazia benedettina la cui fondazione risale al 1071 in ambito canossiano, ubicata lungo la via Bibulca. La chiesa attuale, sia pure rimaneggiata più volte è stata costruita all'indomani dell'abbattimento della Badia di Frassinoro alla metà del Quattrocento dall'ultimo degli abati residenti, Lionello de' Nobili. L'edificio religioso, dedicato alla Beata Vergine Assunta, è costruito interamente in sasso con il campanile ubicato sulla parte destra della facciata. Il progetto di restauro, che vede impegnate l'Arcidiocesi di Modena e Nonantola e la Fondazione, consiste essenzialmente in lavori di manutenzione straordinaria, riguardanti la copertura e i paramenti murari in sasso. Si procederà anche alla sistemazione delle parti lapidee presenti sulla facciata.

Palazzo Ducale di Modena
Gli interventi della Fondazione per il recupero del Palazzo Ducale, ora sede dell'Accademia Militare, proseguono, dopo il restauro dei torrioni sulla facciata, con un progetto per i locali dell'ala nord orientale, prospicienti Corso Cavour, collegati con quelli che si affacciano sul giardino estense, già sede del circolo sottufficiali. Questi ultimi locali in particolare nella seconda metà del Seicento collegavano la galleria sacra, con le raffigurazioni di San Contardo e delle beate Beatrici dipinte da Francesco Stringa, con il convento delle monache Salesiane, ora sede dell'Accademia militare e ospitavano nel Settecento la Galleria dei Disegni e delle Medaglie, dove erano collocate le collezioni più rare e preziose dei Duchi d'Este. Gli interventi prevedono, oltre al consolidamento delle strutture murarie, il restauro degli affreschi dei soffitti di tutti i locali.


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OCCUPAZIONE 2002: SALDO ATTIVO,
CRESCONO TERZIARIO ED EXTRACOMUNITARI



Meno avviamenti al lavoro e meno cessazioni, ma il saldo – positivo - è il più alto dal 1996 a oggi. Esplode il terziario, stabili industria e agricoltura, cala la pubblica amministrazione.
Diminuiscono i contratti a tempo indeterminato e di formazione lavoro, aumentano le assunzioni a termine e i part-time. In leggera ripresa i lavoratori modenesi, crescono gli immigrati extra Ue.
È la fotografia dell’occupazione modenese nel 2002 ricavata dalla CISL che ha elaborato e analizzato, come di consueto, i dati forniti dai sei Centri per l’Impiego della Provincia di Modena.
L’anno scorso gli avviamenti al lavoro sono stati 85.102, in calo rispetto al 2001 e 2000. Tuttavia sono notevolmente diminuite anche le cessazioni (64.359, il dato più basso degli ultimi cinque anni), per cui il saldo positivo, pari a 20.563 unità, è risultato il più alto dal 1996 a oggi.
Disaggregando i dati per settore, si nota subito l’impennata del terziario, che presenta un saldo positivo avviati-cessati di 12.510 unità, pari al 60,8 per cento del totale. Un anno fa era meno del 50 per cento. Con un saldo di 2.803 unità, l’industria è superata dall’agricoltura (4.961), mentre la pubblica amministrazione registra il saldo più basso degli ultimi sei anni: 289 unità.
Per quanto riguarda la tipologia dei contratti stipulati, si conferma la tendenza a privilegiare il tempo determinato a rispetto a quello indeterminato. Il primo è ormai largamente maggioritario (54,4 per cento degli avviamenti), il secondo è sceso a meno di un terzo del totale. Calano anche i Cfl (contratti di formazione lavoro), che servivano in origine per favorire l’assunzione dei giovani, cresce leggermente il part-time, ormai vicino al 10 per cento degli avviamenti complessivi.
Se guardiamo, invece, alla provenienza dei lavoratori, il 65 per cento è modenese. Un dato, questo, in leggerissima ripresa rispetto al 64,8 per cento dell’anno scorso, ma comunque sempre di molto inferiore ai valori precedenti. Anche i lavoratori provenienti da altre regioni sono diminuiti: nel 2001 rappresentavano il 15 per cento del totale, l’anno scorso sono scesi al 12,3. Inarrestabile, invece, la crescita degli extracomunitari: nel 2002 hanno sfiorato i 14 mila, pari al 16,3 per cento.
Infine i dati per circoscrizioni. Anche nel 2002 Modena ha avuto, come sempre, il maggior numero di avviati (36.579), ma il saldo attivo più alto è quello di Carpi (7.007). Vignola è l’unico distretto con un saldo negativo (-857). Era successo anche l’anno scorso, mentre Pavullo, che nel 2001 aveva registrato un saldo pari a –192, l’anno scorso si è riportato in attivo (+62).

PREVISIONI SETTORIALI PER IL PRIMO SEMESTRE 2003
Per il settore metalmeccanico il segretario provinciale della FIM-CISL Pasquale Coscia prevede un mercato stagnante con sintomi di crisi locale (vedi Italtractor di Castelvetro e Areilos di Soliera). Anche il comparto dell’automazione per ceramica lancia segnali di rallentamento; il mercato mondiale è in calo, mentre si fa sempre più dura la concorrenza dei cinesi.
Ancora peggiori le previsioni per il settore ceramico. Secondo il segretario provinciale della FEMCA-CISL Vincenzo Tagliaferri nei primi mesi del 2003 si registrerà una contrazione delle produzioni, tanto è vero che alcuni impianti sono ancora fermi da Natale. Sono in aumento mobilità e cassa integrazione, mentre le aziende assumono il minimo indispensabile.
Stallo e incertezza regnano anche nel tessile-abbigliamento, sensibile ai venti di guerra che soffiano in Medio Oriente. Inoltre è in forte crisi il mercato tedesco, uno dei più importanti per le aziende modenesi. Il segretario provinciale aggiunto della FEMCA-CISL Maria Luisa Toschi ritiene che le imprese dotate di marchi affermati non subiranno grossi scossoni, mentre è forte la preoccupazione sul fronte artigianale, dove aumentano sospensioni dei lavoratori e cassa integrazione.
Nel settore agroalimentare si segnala la grave crisi delle aziende della Bassa che producono conserve vegetali. Conserve Italia ha chiuso lo stabilimento di Mirandola e registra difficoltà a Medolla; a S. Felice i problemi del gruppo Cirio rendono incerta la sorte della Del Monte. A questo si aggiunge la chiusura di Montorsi, che da Casinalbo si è trasferito a Correggio. Per il segretario provinciale della FAI-CISL Piersecondo Mediani le previsioni sono stazionarie solo perché il settore si trova già a livelli molto bassi rispetto al passato.
Non prevede cali occupazionali nel terziario, invece, il segretario della FISASCAT-CISL Elmina Castiglioni. Turismo e abbigliamento sono in leggero calo, in compenso vanno forte informatica e commercio di ortofrutta. Il problema generale del settore è la scarsità di investimenti a lungo termine, anche se non in tutti i comparti.
Buone, infine, le previsioni per l’edilizia del segretario della FILCA-CISL Domenico Chiatto.
Alla fine del 2002 si è registrato il livello massimo dell’occupazione negli ultimi nove anni e tutti gli indicatori di settore sono ampiamente positivi. Nessun problema, dunque, per i prossimi sei-nove mesi, ma dopo sarà quasi inevitabile una progressiva contrazione.

CISL: HIGH TECH PER RILANCIO SISTEMA MODENA
Un grande Patto territoriale tra istituzioni, associazioni imprenditoriali e sindacati per rilanciare il Sistema Modena attraverso politiche di sostegno concertate e mirate allo sviluppo dell’High Tech.
Lo propone la CISL modenese dopo l’analisi dell’andamento occupazionale nel 2002.
«La crisi industriale, che tocca anche la nostra provincia, non si risolve cercando di abbassare il costo del lavoro e introducendo ulteriori flessibilità, ma attrezzandosi per competere sul terreno della qualità, dell’innovazione e dei nuovi prodotti – afferma il segretario provinciale della CISL Francesco Falcone – Per fare questo è necessario stabilire nuove regole di governance accettate da enti locali e imprenditori, che favoriscano anche la partecipazione dei lavoratori nella logica della democrazia economica. In altre parole – spiega Falcone – si tratta di stabilire insieme dove e come intervenire per sostenere lo sviluppo, coinvolgendo tutti gli attori sociali».
Per il segretario della CISL occorre innanzitutto far funzionare meglio gli osservatori di settore che tengano costantemente monitorati i comparti principali. Le politiche di sostegno, invece, devono riguardare le infrastrutture materiali (viarie, ferroviarie ecc.) e immateriali (cablaggio), il marketing territoriale (promozione del made in Modena), la modernizzazione della pubblica amministrazione (Sportello unico delle imprese), il recupero e riutilizzo di aree e zone dimesse (non solo la fascia ferroviaria a Modena, ma anche ex Sipe a Spilamberto e altre).
«Inoltre – continua il segretario della CISL – occorre potenziare i centri di ricerca come ProMo e Democenter, in modo che favoriscano la crescita di settori strategici come elettronica, informatica, biotecnologie ecc. e lo sviluppo dei servizi alle imprese e ai distretti». Falcone auspica, poi, una maggiore integrazione tra imprese, università e territorio allo scopo di favorire la ricerca pura e l’innovazione. Su un altro versante è necessario diffondere la formazione continua utilizzando meglio i fondi interprofessionali previsti dai contratti (pari allo 0,30 per cento del monte salario).
Il segretario della CISL si rivolge anche alle banche, esortandole a un sostegno più convinto delle piccole e medie imprese e alla cooperazione, che hanno difficoltà nell’accesso al credito finalizzato agli investimenti. Infine Falcone ammonisce gli imprenditori che puntano esclusivamente sull’abbassamento del costo del lavoro e sullo spostamento all’estero delle produzioni.
«Con l’allargamento a Est dell’Unione europea il costo del lavoro è destinato a livellarsi nel giro di pochi anni. La competitività della nostra economia si gioca sulla qualità e sull’innovazione dei prodotti e servizi. Occorre passare nel giro di pochi anni dai prodotti di massa ai prodotti altamente tecnologici, altrimenti il Sistema Modena rischia di perdere terreno sui mercati vecchi e nuovi. Questo sforzo può avere successo – conclude il segretario della CISL - attraverso una contrattazione territoriale che tenga conto delle reciproche compatibilità».

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