martedì, marzo 11, 2003


IRAQ: LA SEGRETARIA GENERALE
DI AMNESTY INTERNATIONAL A COLLOQUIO
CON RE ABDULLAH DI GIORDANIA



“I diritti umani e i bisogni umanitari della popolazione irachena
devono essere in cima all’agenda del dibattito sull’Iraq”, ha
dichiarato Irene Khan, Segretaria Generale di Amnesty International
al termine di una sua visita in Giordania. Parlando dopo l’udienza
avuta con Sua Maesta’ Re Abdullah bin Hussein, Irene Khan ha
accolto con favore le parole del Re sulla necessita’ di una piu’
grande attenzione per la situazione umanitaria dell’Iraq in caso di
guerra.

Re Abdullah ha assicurato che, in tale eventualita’, la Giordania
dara’ protezione ai rifugiati e garantira’ accesso alle organizzazioni
internazionali.

“La Giordania ha una lunga tradizione nell’accoglienza ai rifugiati” ­
ha dichiarato Irene Khan. “La comunita’ internazionale deve aiutare
la Giordania e altri paesi confinanti e assicurare i fondi necessari per
proteggere e assistere le persone in fuga”.

In un momento in cui la minaccia di guerra fa aumentare le tensioni
e la liberta’ di espressione e di assemblea e’ sottoposta a crescenti
pressioni, la Segretaria Generale di Amnesty ha sottolineato la
necessita’ che in Giordania sia garantita la protezione dei diritti
umani. Irene Khan ha apprezzato le parole del Re secondo cui “la
gente dev’essere in grado di esprimere le proprie opinioni” e la sua
disponibilita’ a riesaminare la legislazione interna, in particolare la
legge 54 del 2001, che viene usata per limitare la liberta’ di
espressione ed e’ causa di arresti e condanne.

La visita di Irene Khan in Giordania fa parte di una campagna di
pressione di Amnesty International sugli Stati membri delle Nazioni
Unite, compresi quelli della regione mediorientale, per assicurare
che i diritti umani e le conseguenze umanitarie della crisi irachena
siano oggetto della piu’ totale considerazione.

Amnesty International chiede l’autorizzazione di visitare l’Iraq dal
1983 ed ha recentemente ricevuto una positiva risposta dal governo
di Baghdad. “Stiamo cercando un dialogo serio. Siamo consapevoli
che nell’attuale clima politico la situazione dei diritti umani puo’
essere oggetto di manipolazione da ogni parte. Ma abbiamo il
dovere di cercare una risposta alle gravi preoccupazioni per i diritti
umani in Iraq che nutriamo da decenni”.



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====== MODENA =======



“BAGGIOVARA, OCCASIONE PER QUALIFICARE LA SANITA’”

Il sindaco Barbolini sul sistema ospedaliero: “Col nuovo ospedale si concretizza una razionalizzazione a tutto vantaggio dei servizi offerti agli utenti”


Trasmettiamo una dichiarazione del sindaco Giuliano Barbolini:
“La programmata apertura, entro il 2004, del nuovo ospedale di Baggiovara, unitamente a quella dell’ospedale di Sassuolo, costituisce un traguardo di grande importanza sulla strada del rinnovamento e della qualificazione del sistema sanitario e ospedaliero modenese. I cittadini e gli operatori del settore avranno a disposizione una moderna struttura, sia dal punto di vista del comfort alberghiero che tecnologico. Con l’apertura di Baggiovara si porta così a compimento una importante opera di razionalizzazione del sistema, a tutto vantaggio degli utenti. Verranno infatti chiusi due ospedali, di cui è evidente l’inadeguatezza strutturale, derivante in primo luogo dall’essere ospitati in edifici storici pensati per ben altre funzioni e che ancora oggi costringono i pazienti in stanze per lo più inadeguate e prive dei servizi essenziali.
Sui tempi di realizzazione, nonostante il rilevante impegno finanziario che ha coinvolto significativamente la Regione, l’Ausl e anche il Comune di Modena, hanno pesato in maniera decisiva i tempi di erogazione dei fondi nazionali, risalenti, è bene ricordarlo, alla Finanziaria del 1988. Una constatazione che però non deve mettere in discussione la qualità del nuovo intervento di Baggiovara, il cui progetto è stato via via aggiornato, sul piano tecnologico e infrastrutturale.
E’ comunque evidente che si tratta di un ripensamento sistematico della sanità modenese sia nelle relazioni con la rete ospedaliera del territorio provinciale, sia per l’ambito cittadino, che vedrà a fianco del polo di Baggiovara un Policlinico all’interno del quale proseguire, con adeguate risorse, l’opera di ristrutturazione e riqualificazione. E’ poi da sottolineare che, con la nuova organizzazione a regime, il numero di posti letto complessivi non aumenterà, ma nel rispetto dei vincoli e dei parametri indicati dalle norme nazionali (5 posti letto complessivi ogni 1000 abitanti), ai circa 600 posti di Baggiovara si uniranno i 740 posti del Policlinico (che oggi ne ha 980 più i 390 di Estense e Sant'Agostino).
La nuova struttura ospedaliera sorge in un’area alla periferia della città, rispetto alla collocazione centrale di Sant’Agostino ed Estense, e dunque l’impegno per garantire accessi e collegamenti è fondamentale. Oltre al piano parcheggi, che prevede una adeguata dotazione di posti, per la sistemazione della viabilità sono previste due nuove rotatorie che sorgeranno sulla via Giardini. E’ poi da ricordare che, oltre al servizio pubblico di autobus, l’ospedale di Baggiovara sarà servito da una apposita fermata dal treno Modena-Sassuolo, così come voglio ricordare il recente pronunciamento del consiglio comunale per realizzare anche una pista ciclabile".


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SICUREZZA, MIGLIORA LA PERCEZIONE TRA I CITTADINI

I dati del sondaggio del Comune tra 1200 cittadini: per il 66,3% Modena è una città molto o abbastanza sicura, contro il 48,2% dell’anno precedente

Anche nel 2002 si conferma la tendenza ad un miglioramento nella percezione del problema sicurezza da parte dei cittadini modenesi. Per il terzo anno consecutivo le risposte di 1200 persone che sono state coinvolte nel sondaggio realizzato dall’Amministrazione comunale, confermano una tendenza positiva, anche se la sicurezza resta un problema serio e più che mai attuale.
PIU’ SICURI DI UN ANNO FA: Per il 66,3% degli intervistati infatti Modena è una città molto o abbastanza sicura, contro il 42,9% che diceva ciò nel 2000 e il 48,2% nel 2001. Si tratta dunque di un balzo avanti di 18 punti percentuali in un anno.
Il sondaggio conferma anche una forte percezione di sicurezza nella zona di residenza: per il 78,1% la microcriminalità è un problema poco o per niente grave nel quartiere in cui si abita. Nel 2001 questa percentuale era del 77,4% e del 73,8% nel 2000.
Altro elemento rilevante è una percezione sull’andamento della criminalità in città migliore rispetto al dato sull’intero paese. Infatti alla domanda se nell’ultimo anno la criminalità è aumentata, il 59,6% dice che a Modena è rimasta a livelli precedenti, contro un 28,6% che dice è aumentata. Se la domanda è invece rivolta al dato nazionale, il 42,3% dice che è rimasta a livelli precedenti, contro un 48,9% che dice la criminalità è aumentata.
Pur in questo contesto di miglioramento della percezione resta evidente come anche a Modena quel 28,6% di intervistati che giudica la criminalità in aumento, sia indice di un problema rispetto al quale non è certo possibile abbassare la guardia. Altro quesito è quello sul periodo temporale in cui l’intervistato individuava la maggiore emergenza sulla criminalità a Modena. Qui il campione si divide in tre tronconi: il 36,2% dice di non saper rispondere, il 32,9% dice che la maggiore emergenza è oggi, mentre un altro 30% sposta negli anni addietro questa emergenza (per il 7,5% è un anno fa, per il 22,4% si va a tre anni fa).
LE CIRCOSCRIZIONI: Come detto la percezione della propria zona di residenza è positiva, con un 78,1% che dice che nel proprio quartiere la criminalità è un problema poco o per niente grave. Analizzando invece il dato delle quattro circoscrizioni, sopra alla media cittadina si collocano la Circoscrizione 3 di Buon Pastore-Sant’Agnese (con l’89,7%) e la Circoscrizione 4 di San Faustino-Madonnina (78,2%), mentre a San Lazzaro-Crocetta (Circoscrizione 2) siamo al 73,3%. Più indietro il centro storico, dove a dire che il problema criminalità è poco o per niente grave è il 58%.
A confermare una percezione più positiva della propria zona di residenza rispetto al resto della città è una specifica domanda, nella quale il 58% dice che il quartiere in cui si vive ha meno problemi degli altri. Un 22,5% dice invece che i problemi sono ugualmente gravi e il 9,2% dice che nel proprio quartiere la situazione è più grave che altrove. Chiedendo una valutazione del problema mircocriminalità nel proprio quartiere rispetto all’anno precedente, un 71,5% dice che la situazione è rimasta a livelli precedenti (nel 2001 era il 65,7%). Aumenta chi dice che la situazione è migliorata 12,3% (contro il 10,7% del 2001). E cala chi pensa la situazione sia peggiorata (10,1% contro il 12,9% del 2001).
Come valutazione generale, dall’indagine viene indicata come area di maggior rischio legato alla criminalità quella della droga (dal 78%), seguita dalla prostituzione (col 46,4%) e, molto a distanza, dal problema immigrazione (col 19,5%).
Da segnalare poi, tra le altre domande poste, una se nel proprio quartiere esistano zone insicure: il 46,7% dice no, un 30,1%dice non so e solo un 22,3% dice sì.
ESISTE LA MAFIA QUI? :Come negli anni precedenti è poi stata posta una domanda se a Modena siano presenti stabilmente organizzazioni di stampo mafioso. Qui gli spostamenti sono significativi. Infatti il 57,6% risponde non so, contro un 22,8% che dice sì e un 17,5% che risponde no, non esistono. Guardando ai dati 2000 e 2001, mentre resta sostanzialmente invariato il numero di chi dice la mafia qui non c’è, si rovesciano le parti tra chi dice sì (dal 55,4% del 2000, si scende al 39,4% del 2001 e al 22,8% del 2002) e chi dice non so (dal 28,4% del 2000 si passa al 43,2% del 2001 e al 59,7% del 2002). Anche rispetto alle organizzazioni mafiose sono droga (col 70,2%) e prostituzione (col 58,1%) i settori di operatività indicati.
LA PRESENZA DI VIGILI: L’indagine conferma poi come la presenza dei vigili nel quartiere produca (per il 72,8% degli intervistati) una maggiore sicurezza. Il 37,7% attribuisce a questa presenza un calo dei piccoli reati. Per un 25% poi la presenza dei vigili favorisce un rapporto più direto tra cittadino e Comune. C’è anche un 15,6% (specie nella fascia dei più giovani) per cui la maggior presenza dei vigili significa “un controllo più pesante sui cittadini”.
Da segnalare poi che rispetto agli ambiti in cui potenziare l’attività dei vigili urbani il 70,3% mette al primo posto il controllo dei parchi e delle scuole. A sorpresa la seconda indicazione è (32,5%) prevenire e reprimere le truffe a danno dei consumatori, seguita (col 31,3%) dall’allontanare i nomadi non autorizzati.
I REATI: Alla domanda se nell’ultimo anno si sia stati vittima di reati l’84,2% risponde no, contro un 12,3% di sì. Il reato più frequente è il furto d’auto (25,7%), seguito dal furto in appartamento (18,8%), da atti di vandalismo (12,9%), dal tentato furto in appartamento (12%) e dallo scippo (10%). Il 78,9% delle vittime ha denunciato l’accaduto.
IL CPT: Nel questionario è infine stata posta una domanda su centro di permanenza temporanea per immigrati, entrato in funzione da pochi mesi. Il 55,7% degli intervistati dice di non sapere, neppure a grandi linee, di cosa si tratta, contro un 40,7% di chi lo conosce. Tra chi conosce il centro un 61,9% lo ritiene una iniziativa utile, contro un 16,6% che lo giudica negativamente


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