martedì, gennaio 28, 2003


====== MODENA ======


COMUNE DI MODENA:
APPROVATO IL BILANCIO PREVENTIVO 2003


Il documento contabile approvato dalla maggioranza con l'astensione di Rc. Più di 40 interventi per un dibattito non privo di novità politiche


Bilancio all'insegna dei servizi sociali, della casa e delle nuove infrastrutture quello approvato ieri a maggioranza dal Consiglio comunale per l'esercizio finanziario 2003. A favore del documento politico programmatico si sono pronunciati tutti i gruppi di maggioranza, dai Ds alla Margherita, all'Udeur, con l'astensione - ed è stata la novità politica più significativa proposta dal dibattito - di Rifondazione comunista dal '99 ad oggi rigorosamente all'opposizione, da sinistra.
Oltre 9 ore di dibattito, più di 40 interventi. E' stato confronto vero - come ha sottolineato il sindaco - con alcuni fatti politici di rilievo, importanti almeno quanto le cifre del bilancio licenziato con una posta complessiva di 205,856 milioni di euro, un monte investimenti di 120,033 milioni di euro contro un consuntivo di 62 milioni nel 2001.
Molte le novità anche per quanto riguarda le entrate. Nel 2003 rimarranno ferme sia l'Ici che l'Irpef mentre, per effetto della legge che obbliga il raggiungimento del pareggio entro il 2004, sono state aumentate le tariffe Tarsu. Per quanto riguarda le tariffe dei servizi a domanda individuale l'incremento medio è stato del 2,5%.
Infine per quanto riguarda le spese, l'esercizio 2003 prevede un forte contenimento dei costi di gestione e un più esteso coinvolgimento dei privati.
Le prime novità, tutte politiche, sono venute dalle proposte di emendamento, cinque in tutto: una, congiunta, della maggioranza e dell'opposizione; una di FI; una di AN e due della Giunta. Il primo, illustrato in aula da Greta Barbolini, prevedeva la realizzazione nel 2004 di due nuove strutture nido per 98 posti da finanziare con parte degli attesi rimborsi Iva e minor gettiti dovuti dallo Stato al Comune di Modena. Approvato da maggioranza e Rc con il voto contrario del centro destra, è diventato già da ieri sera parte integrante del preventivo. Via libera anche per i due emendamenti della Giunta proposti all'attenzione dell'aula dallo stesso sindaco Barbolini. Entrambi di natura sostanzialmente tecnica, hanno permesso l'iscrizione a bilancio di nuove sopraggiunte risorse trasferite negli ultimi giorni da altre amministrazioni pubbliche finalizzate ad opere pubbliche, come la Tav, e al potenziamento dei servizi. Pollice verso, invece, per i due emendamenti del Centro destra. Il primo, illustrato da Adolfo Morandi, appoggiato in aula anche da An, Modena a Colori e Udc, prevedeva una riduzione delle tariffe Tarsu, servizi sociali e asili nido pari agli incrementi programmati; riduzione da garantire con una corrispondente diminuzione delle spese da girare a Meta per il servizio rifiuti i cui costi sono pesantemente condizionate da spechi e diseconomie. Contro hanno votato tutti i gruppi di maggioranza e Rc. Stessa sorte per il secondo emendamento, proposto e illustrato da Andrea Galli per il gruppo An. Il documento prevedeva la destinazione di 294.000 euro rispettivamente per la costruzione di un percorso protetto nell'area di Via Padovani; per l'installazione di partabiciclette all'interno dei parcheggi scambiatori e per il completamento della progettazione e per le prime opere per la realizzazione dei parcheggi scambiatori. Il tutto da sostenere con una serie di minori spese sia sul fronte del personale che delle prestazione di servizi.

La lunga serie di interventi che ha preceduto il voto finale era stata aperta da Achille Caropreso (Fi). Più che il risultato di un confronto politico l'astensione di Rc - ha detto - appare un vero e proprio baratto. Per fare entrare Rifondazione nella cittadella del potere serviva un cavallo di Troia ed è stato trovato con la promessa di costruire due nuovi nidi. Nidi che Rc sa benissimo che non verranno mai costruiti, ma l'importante era creare le condizioni per stravincere le prossime elezioni.
Di ben altro segno l'intervento di Gino Montecchi (Ds) per il quale, in una linea di programmazione fatta di qualità, opportunità, risorse e realizzazioni, il bilancio ha trovato una giusta attenzione anche alle problematiche dell'associazionismo. In particolare è stata colta la necessità, sottolineata anche dalla Consulta dello sport, di costruire nuove sinergie per la gestione degli impianti; il tutto per puntare, con modelle sempre più flessibili, a nuove significative economie.
Per Gianpaolo Verna, capogruppo di An, le sirene del Sindaco hanno colpito ancora: Rc ha ceduto con un accordo il cui unico punto chiaro pare essere la garanzia di 5,4 milioni di euro per la realizzazione di due nidi. Del bilancio, poi, balza agli occhi la sistematica volontà di scaricare ogni colpa per aumenti delle tariffe e tagli di servizi sul Governo. Null'altro si coglie e quel che è più grave diventano sempre maggiori le carenze strutturali, politiche ed anche, mi si passi il termine, etiche.
Giuseppe Campana (Ds) si è soffermato sul rapporto città - cultura proposto da questo bilancio. Si consolidano importanti esperienze innovative come quella adottata per la gestione del settore teatrale, ma si sperimentano anche nuovi percorsi come nel caso del sistema mauseale e bibliotecario. C'è, in sintesi, l'affermazione del principio che un'alta qualità dei servizi culturali è condizione importante per una alta qualità della vita di una città.
Decisamente articolata e con alcuni distingui personali la posizione espressa da Marta Andreoli (Rc). L'astensione che io qui proporrò in sede di voto è l'espressione voluta e votata a maggioranza da Rc di Modena. Di fronte al nuovo pesante attacco alla finanza locale e alle autonomie dei Comuni occorre una risposta forte da parte della sinistra e del centro sinistra nel suo insieme. L'astensione è prima di tutto questo, anche se non possono essere taciute scelte sbagliate compiute dalla maggioranza come nel caso delle farmacie comunali.
La mia personale posizione, ha poi concluso Marta Andreoli, mi obbliga a testimoniare dissenso dalla scelta compiuta da Rc soprattutto per il metodo seguito, senza quel necessario respiro e quel coinvolgimento che una simile importante scelta meritava. C'è un concetto di rapporto con i cittadini diverso. Mi auguro che la scelta compiuta da Rc e le proposte avanzate possano servire per una analisi critica sulla sua politica fin qui seguita dal centro sinistra.
Tutto dedicato alle politiche sociali e sanitarie l'intervento di Pietro Roversi (Ds). Nonostante i pesanti tagli compiuti a livello nazionale il preventivo 2003 conferma, rafforzandola addirittura in alcuni casi, la scelta di prendere in carico complessivamente il soggetto in difficoltà valorizzandolo come persona attiva, socialmente valida, inclusa in una società sempre più solidale.
Giovanna Zanolini (Ds) si è soffermata, invece sulle politiche per la scuola e la formazione. Di fronte alle gravi difficoltà determinate dai tagli nazionali, il Comune ha scelto di rafforzare il suo intervento. Lo ha fatto in modo diretto con nuovi investimenti ma anche costruendo nuovi percorsi gestionali con il privato per un sistema di risposte pubblico integrato. Giovanna Zanolini poi non ha nascosto la sua preoccupazione sul come e per quanto i Comuni potranno reggere sul fronte specifico dell'edilizia scolastica lasciato dal governo senza alcun finanziamento.
Particolarmente critico l'intervento del capogruppo di Fi, Giorgio Barbolini. Si continua a sbagliare e quel che più grave si fanno sempre più pesanti i costi di questi sbagli come nel caso della stangata Tarsu figlia unicamente di scelte irresponsabilmente compiute negli anni passati. Di tutto questo sembra non accorgersi nemmeno l'anima più moderata del centro sinistra sdraiata sulle posizioni dei Ds fatte sole di aumenti delle tasse e delle tariffe. Registriamo poi una diffusa testardaggine in tutto il bilancio a non voler ammettere gli errori e così le luci drammaticamente si spengono su tutta la città.
Per Giorgio Pighi, capogruppo dei Ds, le novità proposte dal preventivo 2003 sono diverse, ma il vero tratto distintivo è il rafforzamento delle politiche dello stato sociale. Su questo avremmo voluto confrontarci anche con il centro destra che invece ha preferito, soprattutto dai banchi di Fi e An, la strada dei numeri, dei dati a quella dei valori e dei servizi. Diu ben altro segno il confronto con Rc. Si sta sviluppando, almeno questo è il nostro augurio, un nuovo percorso destinato ad ulteriori significativi accordi. Un incontro non causuale, che il Centro sinistra ha cercato così come ha fatto con altre forze come i Comunisti Italiani, i Verdi e lo Sdi con i quali sono in essere importanti convergenze d'intenti.
Davide Torrini, capogruppo di Modena a Colori, dopo aver negativamente sottolineato tutti i condizionamenti determinati dalle contrapposizioni ideologiche, ha invitato la Giunta e la maggioranza a misurarsi con le nuove sfide che stanno di fronte ai comuni. Oggi più che dare nuovi servizi - ha detto - serve costruire e sperimentare nuovi percorsi per rendere più efficienti quelli esistenti. L'equilibrio tra spese ed entrate è la vera sfida da vincere. E' vero, sono state prodotti in questo senso significativi tentativi di rinnovamento anche attraverso un nuovo rapporto con il privato sociale. Manca ancora però una cultura in questo senso e le esperienze compiute paiono più dettate da necessità che da convincimento. Forti anche le preoccupazioni per il futuro sul fronte degli investimenti. Pur significativi, non sono il frutto di risparmi sul frtonte della spesa corrente ma finanziati unicamente con la vendita di immobili, e questo non può durare a lungo. Sulla scelta compiuta Rc nulla sa di sorpresa. E' l'avvio di un percorso di avvicinamento al 2004. Ciò che auspichiamo è che le scelte politiche siano vere, leggibili, chiare sugli obiettivi che vogliono perseguire.
Per l'assessore Stefano Bonaccini il Polo di Modena proprio sembra essere allo scuro di ciò che accade nelle atre città, ivi comprese quelle amministrate da Fi. Come si fa a rimproverare a questo bilancio stangate ed aumenti insensati quanto a Bologna, nella città ora simbolo del Polo, l'Irpef registra valori più del doppio di Modena mentre la tassa sulla prima casa è più alta dello 0,5 per mille. Bisognerebbe essere un po' meno demagogici e misurarsi con più coraggio con i problemi veri di Modena come di Bologna.
Continuare a dipingerci prostrati, piegati davanti ai Ds - ha detto Giandomenico Glorioso, capogruppo della Margherita rivolgendosi a Fi - lo trovo non solo lontano dal vero ma soprattutto espressione palese di debolezza, di vuoto di idee. Quando abbiamo condiviso con tutto il centro sinistra il programma di legislatura avevamo posto come obiettivo la messa sotto controllo della spesa attraverso un ripensamento profondo della stessa struttura di spesa. Ebbene, sfido a dire che su questo fronte in questi anni non sono stati raggiunti importanti risultati. Con altrettanta decisione respingiamo ogni accusa di "stangata" sul fronte delle tasse e delle tariffe quando sia l'Irpef che l'Ici rimangono invariate. La stangata vera, invece, porta la firma del Governo che con i tagli della finanziaria produrrà pesanti effetti sui bilanci dei comuni e necessariamente sui servizi utilizzati dai cittadini.
Per Paolo Ballestrazzi (Modena a Colori) quello che si è sviluppato sulle proposte di bilancio è stato un dibattito fortemente condizionato da contrapposizioni frontali quando invece, a suo dire, di fronte alla fase particolare di cambiamento che sta vivendo la città occorreva ben altro approccio. Ci sono dei temi che la politica in passato non ha mai vissuto direttamente e che invece nel futuro dovrà affrontare: parlo delle scelte per lo sviluppo che impongono ora rapporti con tempi e forme nuovi. Occorre una forte capacità di fare sistema. Su scelte come Meta e Autobrennero la Giunta non è stata capace di fare sistema. Ma da questo a dire come fa Fi, che tutto è sbagliato, tutto è da rifare, che tutto sa di malgoverno, la differenza è tanta. Nessuna preoccupazione, poi, credo possa suscitare l'ingresso in maggioranza di Rc. Non credo sposti l'asse di marcia di questa maggioranza. Tutto dipenderà se sarà un arricchimento per affrontare nel migliore dei modi la città oppure più negativamente una minestra riscaldata.
Antonio Finelli (Ds) non ha nascosto la sua delusione per le posizioni assunte dal Polo ed in particolare da Fi. Di fronte ad un quadro nazionale di forte preoccupazione, di difficoltà economiche, il governo di Centro destra naviga a vista affidandosi unicamente al mercato. E' una formula pericolosa e di questo hanno mostrato di essere preoccupate anche forze della minoranza come Rc e Pri. Oggi la sfida è molto seria ed impone la necessità di schierarsi. Lo sviluppo futuro ha bisogno di una grande nuova stagione di coesione e di responsabilità collettiva.
Fortemente critico l'intervento di Adolfo Morandi (Fi). E' un bilancio senza futuro, dove l'unica certezza sono gli aumenti delle tasse e delle tariffe a cominciare dalla Tarsu i cui incrementi in quattro anni hanno raggiunto quota 40%. Dunque, si prosegue con politiche che pesano sulle casse delle famiglie quando invece, a livello nazionale, il governo di centro destra significativamente attivando nuove politiche a sostegno della famiglia. Si dice che l'Ici è rimasta ferma. Vorrei vedere il contrario - ha subito aggiunto Morandi - visto che ormai il suo livello a Modena ha raggiunto quasi il massimo ammesso dalla legge. Infine nessuna modifica è stata proposta per migliorare la macchina comunale.
Beatrice Cocchi (Ds), dopo aver evidenziato i risultati raggiunti in questi anni sul fronte dei servizi socio sanitari, ha colto nel nuovo preventivo una azione di forte continuità. Altro che bilancio di attesa. Continuità per qualificare ulteriormente, per riaffermare l'importanza della presenza del pubblico in importanti settori come i nidi, l'assistenza domiciliare, la scuola. Scelte ben diverse, dunque, da quelle compiute dal governo nazionale che affida i servizi totalmente al mercato lasciando sempre più soli le persone più deboli.
Quella proposta dal sindaco è una relazione con troppi vuoti e troppe dimenticanze, ha detto Adriano Dallari di Fi. Non c'è una parola sull'Autobrennero così come si riassume in poche righe tutta la drammatica situazione di Meta. Una pagina intera è dedicata al tema salute anziani ma poi non si dedica un secondo a Baggiovara, ad un'opera destinata a cambiare radicalmente - sono certo solo in peggio - il sistema ospedaliero di Modena. Anche per questo è una relazione completamente da rigettare, addirittura più deludente di quelle passate.
Antonino Marino (Ds) si è soffermato in particolare sul percorso avviato con l'astensione di Rifondazione. Non è la sintesi occasionale di un incontro ma di un confronto profondo sulla qualità dei servizi, sulle politiche principali di bilancio, dalla casa all'ambiente. Un confronto dove ci sono ancora tante cose da approfondire, tanti punti che ancora ci dividono. Dunque non un accordo per creare un cartello contro la destra ma per allargare il consenso sociale sui programmi e sugli obiettivi.
Quello che ho seguito in quest'aula mi pare un dibattito lunare, ha esordito Francesco Signorile (Fi). Di fronte ai problemi sembra prevalere sempre e solo il muro contro muro senza alcun accenno di reciproca comprensione. Ho colto solo egoismo quasi che si volesse negare che di fatto siamo tutti sulla stessa barca.
Quello che ci apprestiamo ad approvare, ha detto Antonio Maienza (Udeur), mi pare un buon bilancio anche se inevitabilmente ha dovuto fare i conti con le scelte e i tagli nazionali operati dal Governo. Scelte e tagli che rischiano di mettere in discussione la vita stessa di importanti servizi, a cominciare da quelli sociali. Anche per questo trovo particolarmente importante l'aver confermato in qualità e quantità la rete dei servizi garantiti dal nostro Comune. Credo invece rimanga ancora problematica la situazione sul fronte della casa. A Modena il 25% non riesce ad accedere alla casa in proprietà. E' un dato ancora troppo alto, che ci deve fare riflettere, che richiede politiche più forti a sostegno delle fascie più deboli.
Per Vittorio Corsini (Udc) nel relazione così come nella proposta di bilancio non vi è alcuna attenzione ai problemi che questa città propone, alle sue diffuse incertezze, a quel malessere che rende il futuro sempre più difficile. Anche l'ultima possibilità offerta dalle enormi entrate derivanti dalle continue cessioni patrimoniali è stata spesa male. Nessuna opera di rilievo è stata realizzata e quel che più conta nulla è stato fatto per una nuova patrimonializzazione del Comune. Corsini infine ha criticato la "svolta" di Rifondazione. E' un percorso tutto in chiave post comunista con il fine comune di conquistare il potere. Da oggi credo non si possa più parlare di una maggioranza di centro sinistra ma di sinistra.
Antonio Nicolini (Ds) ha scelto i temi della viabilità e delle infrastrutture per ripercorrere in aula la proposta di bilancio della Giunta. Sono temi, ha detto, di respiro nazionale, la cui complessità impone grandi investimenti. Ciò che invece registriamo oggi è una totale assenza da parte del Governo. Anche per questo appaiono ancor più significative le scelte compiute dalla Giunta per qualificare la viabilità anche con la giusta decisione di cedere le quote Autobrennero con un terzo degli introiti già destinato ad opere di manutenzione straordinaria.
E' stata poi la volta dell'assessore Alvaro Colombo. Di fronte all'attacco portato dalla finanziaria ai comuni ed in particolare al sistema del wel fare - ha detto Colombo - la scelta compiuta da questa maggioranza si è fatta più forte e decisa in difesa di un modello di società modenese radicalmente diverso da quello disegnato da Berlusconi. Abbiamo difeso il principio di moralità pubblica non concedendo alcun spazio a condoni di alcun genere. Sul fronte della casa abbiamo avviato il nuovo piano Peep con una previsione di 2000 nuovi alloggi, il 30% dei quali destinati al mercato dell'affitto. Infine Colombo ha voluto sottolineare la positiva novità dell'astensione di Rc. E' una astensione importante perché porta con se due nuovi nidi ma soprattutto perché riafferma la centralità delle politiche per i servizi. Il tutto è una base importante per lo sviluppo di un confronto serio e diffuso con Rc che mi auguro possa sfociare in una comune maggioranza.
Per Morena Manfredini, assessore alla Pi, non è stato facile costruire un bilancio di sviluppo e di qualificazione dei servizi in un quadro nazionale di forte attacco, anche finanziario, ad aree importanti come la scuola pubblica, la sanità e gli interventi sociali. Abbiamo dovuto fare i conti con una domanda crescente di servizi, soprattutto per l'infanzia, la cui unica possibilità di risposta poteva e doveva essere quella della differenzazione delle soluzioni. Così è stato garantendo nuovi posti, investendo in strutture a differenza del Governo che ha tagliato a piene mani i capitoli destinati agli investimenti.
Gianni Ricci (Modena a Colori) si è chiesto se il dibattito che ha accompagnato il voto finale non poteva e non doveva forse essere fatto prima, molto prima di giungere in aula. Forse potrà apparire un'utopia ma se così fosse ne gioverebbe l'intera qualità della proposta finale di bilancio. Ricci infine ha criticato la scelta della Giunta di iscrivere ai capitoli degli investimenti opere che di fatto si sa che non verranno realizzate nel corso dell'esercizio. E proprio in questa ottica si è poi chiesto che fine hanno fatto gli investimenti previsti lo scorso anno per la qualificazione del centro storico.
L'ultimo intervento prima della replica conclusiva del sindaco è stato quello del Vice sindaco, Ennio Cottafavi. E' un bilancio importante per le conferme politiche che il dibattito ha evidenziato ma anche per le novità che sono emerse. Novità che ci lasciano ben sperare sulla possibilità di un confronto reale con forze importanti come Rc e Modena a Colori. Nel merito dei numeri e dei capitoli, Ennio Cottafavi ha ricordato lo sforzo compiuto per contenere gli incrementi tariffari per i servizi a domanda individuale entro il tetto del 2,5%
Una scelta precisa la nostra, in difesa dei servizi. Infine sulle interessate critiche mosse dal Polo alla scelta di Rc di astenersi, Cottafavi ha respinto ogni accusa di baratto. Ciò che è vero è che è iniziato un percorso, una ricerca, per verificare la possibilità di trovare linee programmatiche e di lavoro comuni.
Intervenendo in sede di replica il sindaco Giuliano Barbolini ha detto che dal dibattito sono emersi alcuni fatti politici di rilievo: la conferma di un atteggiamento chiuso e di diffusa lamentazione da parte di Forza Italia che non so quanto sia conveniente. Si insiste con rappresentazioni della città in declino, quasi caricaturali. Credo invece che Modena sia una città che cresce, una città che sta affinando un progetto di trasformazione.
Ma il dibattito - ha poi proseguito Barbolini - ha proposto anche altri segnali, ben diversi da quelli Forza Italia. Mi riferisco all'astensione, significativa e rilevante, di Rc. Credo che da questa scelta possa aprirsi una fase politica importante, certamente non scontata, di confronto su un progetto per la città ed in particolare sulle modalità e le capacità di risposta all'attacco del governo alle politiche del welfare. Più in generale, poi, credo si possa parlare di un contributo concreto per la riaffermazione di importanti riferimenti valoriali di questa città. Barbolini ha poi apprezzato l'impianto di ragionamento e di approccio ai problemi della città cosi come alle proposte avanzate dalla Giunta seguito dai consiglieri di Modena a Colori nel corso del dibattito. Si è ragionato insieme su come vincere le sfide che abbiamo di fronte per garantire un futuro di crescita alla città. E' importante interrogarsi su come è possibile promuovere innovazione, ricerca, sviluppo, in un quadro di compatibilità ambientale, di qualità della vita.
Posto in votazione, il bilancio preventivo è stato approvato con i voti favorevoli di Ds, Udeur e Maregherita, l'astensione di Rc e il voto contrario di An, Fi, Modena a Colori e Udc.


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MA LAPAM LO BOCCIA


Lapam Federimpresa della Zona di Modena accoglie con perplessità il solito rimpallo di responsabilità fra Stato Centrale ed Enti Locali, compreso Modena, su chi taglia le risorse e su chi si vede compresso nel compito di garantire “il livello generale dei servizi”.
Ora, pur registrando integralmente il “taglio” indicato dal Sindaco in 2,5 milioni d’euro in meno rispetto al 2002, assistiamo ad un bilancio che (confronto con l’ ”assestamento” 2002), incrementa la voce “entrate tributarie “da 109,264 milioni d’euro a 120,497.
Ciò, di là dalle singole voci e delle ragioni che le sostengono non è, per noi, con tutta la buona volontà, praticabile.
Infatti, si moltiplicano i segnali d’affanno delle nostre imprese sul mercato internazionale. Un paio di recentissime rassegne della ceramica svoltesi nel nord Europa, di fronte a qualche segnale di tenuta del mercato tedesco del settore e di quelli ad esso collegati, hanno visto i listini dei nostri imprenditori inesorabilmente “pesanti” per potere utilmente manovrare sul mercato stesso.
In questo contesto diventa difficile spiegare ad imprenditori schiacciati dal costo dell’energia originato da una scelta strategica per ora onerosissima sul modo di produrla, e che sopportano una pressione fiscale che, di giorno in giorno, tende a mettere fuori mercato le loro aziende, che occorre “difendere in ogni modo il livello del welfare”.
Ciò, nello specifico del Comune di Modena, a fronte di un bilancio vastissimo, articolato, fortemente diversificato per progetti, programmi, obiettivi (28 solo i soggetti che, con relazioni differenziatissime fra loro, svolgono servizi per conto del Comune). Si tratta di una tal massa d’interventi che, per la sua stessa dimensione ed articolazione, consente di immaginare l’esistenza di vaste aree di razionalizzazione,
Nella “Relazione” del Sindaco si ragiona di 84 milioni d’euro d’investimenti nel 2002, di 300 milioni di essi programmati fra il 2003 ed il 2005. A fronte sta l’elenco, nella “Relazione Previsionale e Programmatica 2003-2005” delle “Opere Pubbliche Finanziate negli Anni Precedenti e non Realizzate “, (in tutto od in parte). Un robusto elenco di 154 obiettivi non raggiunti. Perché dunque tanti sacrifici quando la capacità di spendere è, senza cercare qui colpe o colpevoli, tanto inferiore alle aspettative che si programmano?
Possibile che in questa girandola di numeri e d’obiettivi non si trovasse il modo di non incrementare la pressione su cittadini ed imprese?
Sembra emergere da questo bilancio un quadro di programmi che, fondati su scale d’obiettivi, moltiplicano le azioni in modo tale che è difficile costruire un normale comparazione costi- benefici per ognuna di esse.
Nell’insieme esce un bilancio molto complesso. Sono presenti elementi interessanti ove si adombrano patti d’area per sostenere, con l’ingresso controllato e programmato di lavoratori stranieri, una situazione economica e demografica difficile, (ed in questo le aziende associate Lapam Federimpresa faranno la loro parte in termini di relazioni internazionali, di formazione professionale, di politiche per la casa). Permane tuttavia la sensazione di un mondo di relazioni attorno al Comune più capace a perpetuarsi che a razionalizzarsi e di un assieme d’impegni ed investimenti che si sviluppano con una logica espansiva intrinseca, indifferenti alla maggiore o minore capacità di spesa della società che deve, comunque, sostenerli.

Il presidente Lapam Federimpresa Zona di Modena
Gianni Valentini>


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