mercoledì, ottobre 30, 2002

FEDERAZIONE RUSSA: IL SEQUESTRO DEGLI
OSTAGGI, “ANCORA UN ALTRO ESEMPIO DI
MANCATO RISPETTO DEI DIRITTI UMANI”.

AMNESTY INTERNATIONAL LANCIA A MOSCA UN
NUOVO RAPPORTO SULLA VIOLAZIONE DEI
DIRITTI UMANI IN RUSSIA


Mosca - In occasione del lancio di un nuovo rapporto
sulle violazioni dei diritti umani in Russia, Amnesty
International ha definito il sequestro degli ostaggi al
Teatro Dubrovka “un altro esempio della clamorosa
mancanza di rispetto per i diritti umani della gente
comune” nella Federazione Russa.

Irene Khan, Segretaria Generale di Amnesty
International, ha espresso il proprio dolore per le
vittime ed ha trasmesso condoglianze e solidarieta’
alle famiglie devastate dalla tragedia e a coloro che
ne hanno subito le conseguenze fisiche e
psicologiche. Ha poi ammonito che il conflitto in
Cecenia ha gia’ prodotto un tragico bilancio di
sangue: le autorita’ devono garantire il rispetto dei
diritti umani di tutti i civili, sia russi che ceceni.

Il rapporto reso noto oggi dall’organizzazione per i
diritti umani, Federazione russa: giustizia negata,
denuncia l’ampia estensione delle violazioni dei diritti
umani in Russia e descrive come le vittime non
riescano ad ottenere giustizia e siano esposte ad
ulteriori abusi, i cui autori rimangono regolarmente
impuniti e sono lasciati liberi di commettere ulteriori
violazioni.

Lanciando la sua prima campagna sul paese, Amnesty
International ha chiesto misure immediate per
combattere “un ciclo fatale di abusi dei diritti umani in
Russia”.

“La terrificante vicenda della presa degli ostaggi e’ un
richiamo terribile alla irrisolta situazione della Cecenia.
Abbiamo condannato questo atto criminale, che per
noi e’ uno spregevole abuso dei diritti umani” ha
affermato Irene Khan.

“Questa presa di ostaggi di massa rappresenta ancora
un altro oltraggioso abuso dei diritti umani, derivante
da un conflitto che ha causato profonde sofferenze a
tutte le parti coinvolte, in un paese dove gli abusi
sono comuni e riparare ad essi e’ una rarita’” ha
proseguito la Segretaria Generale di Amnesty
International. “Quando si pensa agli abusi dei diritti
umani in Russia, viene subito in mente la Cecenia. Ma
cio’ che e’ meno noto e’ che lo stesso clima di
impunita’ che caratterizza il conflitto ceceno pervade
purtroppo l’intero sistema russo di giustizia penale”.

Il rapporto di Amnesty International presenta casi di
violazioni dei diritti umani in tutto il paese: torture
nelle stazioni di polizia; condizioni crudeli, inumane e
degradanti nelle prigioni, malsane e sovraffollate;
violenza razzista contro gli appartenenti a minoranze
etniche e religiose e nei confronti di cittadini stranieri;
sequestri, “sparizioni” e torture stupri compresi in
Cecenia.

“In Russia oggi esiste un pernicioso ciclo di abusi dei
diritti umani. Se il presidente Putin vuole promuovere
il ruolo della Russia come un attore globale, deve
iniziare garantendo in modo concreto giustizia e diritti
per tutti” ha aggiunto Irene Khan, sottolineando che
in questo momento cruciale della storia russa il
presidente Putin deve mostrare una leadership politica
internazionale e non commettere gli stessi errori
dell’Occidente, limitando i diritti umani in nome della
lotta contro il ‘terrorismo internazionale’.

“Il presidente Putin non deve usare l’argomento della
‘guerra al terrorismo’ per evitare di affrontare la
questione della giustizia negata, che riguarda tutti i
settori della societa’ russa”.

Amnesty International raccomanda una serie di
riforme immediate e chiede alle autorita’ russe e alla
comunita’ internazionale di agire in tale direzione.
Queste misure comprendono l’introduzione del reato
di violenza domestica, l’istituzione di un organo
indipendente d’inchiesta sugli atti di tortura e
l’eliminazione di tutti quei dati personali dal
passaporto e dal sistema di registrazione che
costituiscono la base di una sistematica
discriminazione.


sabato, ottobre 26, 2002

Luciano Fontana è un orologiaio modenese con il “pallino” della ricerca storica. Di seguito riportiamo alcuni suoi appunti trascritti durante ricerche d’archivio sulla storia degli orologi presenti nel modenese nei secoli passati.


Orologio amico,
compagno nel tempo


----------------------------------------------
A CURA DI LUCIANO FONTANA
-----------------------------------------------

Qui riportati sono i documenti ritrovati nell'Archivio Comunale di Modena (gli “errori” linguistici sono il linguaggio tipico del loro tempo).

Gentile cittadino, non era ancora scoppiata la rivoluzione francese del 1789 con lo sconvolgimento del pensiero, e la pratica di tagliare la testa al Re, che qui a Modena i sudditi degli "estensi" contavano le ore con l'orologio pubblico nella Torre di Piazza Grande. Esisteva orologio pubblico nel XV° secolo a Modena, che quindi era una città importantissima: l'orologio distingueva, la memoria dei viaggiatori trasportava la notizia per tutta Europa. L'orologio di cui vi parlo non esiste più, ma con mia grande sorpresa, qui a Modena, nel monastero dei Benedettini c'è una macchina a pendolo costruita nel 1750.

*************
Era l'anno 1725 nel mese di febbraio uomini si chiedevano cosa potesse costare costruire un "battochio" per la campana della torre.

"Di quel po' costare a far fare un Batochio della Campana.."
Relazione di quelo che potrebbe costare a fare uno Batochio della Campana grossa della Torre maggiora il Batochio peserà libre 10 circa e costerà due Felippi e mezzo il peso in circa posto in Reggio alla spesa di Brescia calla da quella di Modena uno 6 per cento che in tuto sara pesi libre 10 ? alla libra 15 di Brescia che di Modena pesi libre 10 che in tutto importerà libre 27 ? Felippi in circa e poi noi ci obbligiamo a farvi vedere la fatura del costo che costerà in Brescia a noi e noi glielo daremo per il pur o costo.Firmato Eredi Baschieri.

Il suono della campana a quei tempi era il principale diffusore di informazioni e di allarmi.
L'0rologio insieme alle campane esercitava un servizio pubblico ed era al centro della città. L'importanza della città era determinata dall'importanza dell'orologio.

Precedente all'orologiaio Panelli di Modena, di origine Bresciana... Casimiro Cavallini, scrive:
"Saranno da sei, in sette mesi, che angustiato dal male dell'orina l' umilissimo Servo delle SS.rie VV.Ill.me e povero Cittadino modenese Casimiro Cavallini Conduttore, sostituito da Francesco Panelli, dell'Orologgio grande, viene obbligato a vedere continuamente il letto. Affatto inabile a potere procurare non solo il proprio sostentamento, ma ancora quello della lui numerosa Famiglia, va di giorno in giorno declinando in una maggiore e più deplorabile miseria; supplica le loro a volersi degnare per un atto di Carità concederle qualche sussidio caritatevole in solievo quam Deus.

Sempre stesso anno, è l'orologiaio Francesco Riva di Reggio Emilia che scrive:
"Ho visitato l'orologio della vostra comunità che s'intenda sia rifatto di nuovo; però avendolo attentamente considerato la struttura ossequiosamente riferisco secondo la mia cognizione essere necessario: Il reggiro, la parte spettante alla Mostra si farà con retta d'ottone e i rocchetti di ferro pieno, col pendolo Cicloidale.
Le Batterie pure si faranno di nuovo, restaurerò le vecchie ruote maestre.
Mi servirò pure del semplice castello vecchio rimettendo però tutte le lastre nuove dove metterò le ruote.
La spesa, avuto riguardo al Capitale, che sarà necessario computare, e alle giornate che bisognerà spendervi, sarà di lire Settemila cinquecento di questa moneta di Modena, dichiarando che non intendo comprendere i lavori alle campane ed ai martelli."


Otto Giugno
" .. Avendo fatto attenta riflessione, sminuisco la spesa espressa nella precedente relazione per il rifacimento dell'orologio di questa Comunità.
Rifacendo l'orologio a mie spese, nella forma accennata , per quello che riguarda il registro del tempo, e quello delle Batterie, facendone di due, una sola, cioè un solo registro, che faccia però tutte le funzioni che fa presentemente il vecchio orologio la spesa sarà di lire cinquemila , con chè il restante dell'orologio vecchio resti a mio favore.
Per tutti i materiali che occorerà introdurre a Reggio, o dove si lavorerà, chè abbisogneranno all'orologio, siccome per farlo possia condurre in questa città di Modona, non intendo essere soggetto ad alcuna spesa di Dazii.
Umilissimo Obbediente Servo Lodovico Riva Orologiero


Novembre 1726 l'orologiaio residente a Modena prepara un preventivo per una riparazione:
" Visito l'orologio della piazza, ho trovato che il martello della campana maggiore appoggi sopra, con evidente pericolo di daneggiare detta campana.
Sarebbe necessario fare una contro susta che possa sostenere il martello.
Giudico la spesa di lire trenta circa."
Umilissimo Obbediente Servo Francesco Panelli Orologiero


Anno 1727 undici marzo Caratteristiche richieste all'orologio
Istruzioni con la quale devesi costruire l'orologio nuovo dell'illustrissima Comunità di Modena.
Il Castello dell'orologio sarà di sei spiazze di ferro, quattro nelle cantonate e due pomi d'ottone sopra al cimiero.
Larghezza di oncie diciotto, altezza oncie ventisei, compresi i piedi che saranno di due oncie e mezzo.
Lunghezza ventiquattro oncie, diviso in tre parti, una per il movimento della mostra, le altre due per le Batterie.
Le ruote maestre saranno d'ottone e di tredici oncie di diametro.
Le seconde ruote oncie nove di diametro, le treze oncie sei, a proporzione della seconda.
Gli assi saranno lunghezza oncie otto, con i rocchetti di ferro pieno.
Il castello, i registri,le chiavi, le leve saranno fatte con tutta diligenza.
Il predetto orologio funzionerà per la durata di sessanta ore, tanto la mostra, come le batterie e leverà le mazze, e batterà come fa ora il vecchio, cioè prima volta nella campana piccola, la seconda volta nella campana grossa e la terza volta pure nella campana piccola.


Marzo 1727 I Deputati della città Ricercano gli Orologiai
"... abbiamo praticato ogni opportuna attenzione e la maggiore diligenza per ricercare Artefici abili e valevoli Professori per costruire l'orologio Pubblico di questa città.
Due ci è riuscito a trovare, cioè Lodovico Riva, Orologiero di quel Pubblico, e Pompeo Cabassi di Carpi intendente ed attual Professore. Ad ambedue abbiamo consegnato il foglio delle istruzioni.
Il Riva si obbliga a farlo alla spesa di lire diecimilasettecentoquaranta e valuterebbe il vecchio orologio lire millecinquecento.
Il Cabassi pure accetta con la spesa di lire diecimilacinquecento, ed ha dichiarato, che riprenderà il vecchio orologio, che ora pubblicamente và servendo per misura del Tempo, pagandolo millecinquecento.
Mentre si attendeva la risposta del Cabassi, ci si presentò Biagio Cavallazzi bolognese con una lettera diretta allo Scalabrini, nella quale raccontava che in Bologna si era divulgata la notizia che la città di Modena era in istato di far fabbricare il suo nuovo orologio pubblico.
La somma richiesta dal Cavallazzi sarebbe di Filippi centotrenta
Che s'egli non ha detto di prendere l'Orologio vecchio, come si sono esibiti il Cabassi, e Riva, n'è in cagione il non avergliene noi fatta istanza, o menzione. Dagli annessi fogli si degneranno le SS.VV.Ill.me di vedere più ampiamente tutto il sin qui".
Nicolò Stotti, Gio:Bat.Scalabrini, Alfonso Cavvazzi Deputati.


Serenissima Altezza
intorno alla sovraespressa fabbrica dell'Orologio. Vedrà Ella dunque quale sia il metodo, e che sia stimato migliore per Fabbricare durevolmente l' Orologio. La massima di Francesco Panelli Artefice d'orologi in questa Città, e Sovraintendente a quello della Piazza, per la fabbrica del medesimo il prezzo, richiesto, non è disaprovato dal Panelli, perche proporzionata al merito, e alla fatica dell'opera e l'abilità di Lodovico Riva di Reggio è riconosciuta.


Anno 1728 13 febbraio
"Il Signore finalmente ni hà fatta la grazia, doppo il gitto fatto sette volte, e doppo una spesa pur grande fatta inutilmente di vedere riuscita una Ruota grande di codesto orologgio uscita di retta pèrfezione. Resto bensì col rammarico, e col timore che il grocciolo grandè che per quattro volte è stato qui in Reggio nel fuoco non possa resistere ulteriormente, ciò non ostante non voglio mancare ad ogni tentativo per proseguire il gitto delle altre due che mi restano, è che sin ora sono state se con tanto mio discapito." Lodovico Riva Orologiero

Restano già gittate rette le Ruote dell'Orologgio, le quali mi credevo che fossero riuscite di tutta perfezione, mà nèl batterle si sono scoperta una poco difettosa, sarà necessario chè io torni a riggettarla, nonostante che il Fonditore sia già partito da Reggio. Le due , che sino sono rivate perfette si vanno lavorando, né si taglieranno in esse li denti prima né sia data la notizia à VS.Ill.mo, acciò, vè vogliono codesti Ill.mi SS.i, passano venire à visitarli.
Reggio 25 febbraio 1728 Lodovico Riva


Anno 1728 26 Novembre Sig.Deputati all'orologgio di Modena
La tardanza di vedere alle Sig.ri V.S.Ill.mi il ragualio dè Lavori chè si vanno perfezionando in cod. Orologgio è provenuta dal non essersi sin ora ritrovati in Reggio ottone di verga, che mi abbisogna in quantità di un peso in circa per rifondere le cconnote Ruote grandi; e perche di giorno in giorno ero insperata zito dfà mercanti dell' arrivo dello stesso, pensavo di aspettare chè le med.me fossero gittate per avvanzarne in appresso alle signori Loro Ill.mi la nova del gitto, chè tanto mi preme ; mà giiacchè per lettera di cod.o S.Benzi in data delli 14 corrente verso le nove presunte dalle'SS.e loro Ill.mo, le soggiungo Chè finalmente l'ottone suddetto è già arrivato , e la settimana ventura si farà sicuramente il gitto delle Ruote, essendo il tutto preparato; Per altro le altre Ruote sono del retto ripolite, è perfezionate, siccome li Rocchetti e fusi si ripoloscono, essendo li med.mi quasi del retto terminati, essendo in stato di cominciare à piantare la mostra. Quando sarà seguito il gitto non mancarò d' censigliarne' la notizia alle SS.VV.Ill.me, alle quali per fine faccio umilissi.mo riverenza. Delle SS.VV.Il.me Reggio 20 gbre 1728..Umilissimo ed obb.mo servo Lodovico Riva.

Lettera inviata dal Riva .. al sig. Gio Batta Scalabrino deputato all' orologio pubblico di Modena
Anno 1730 14 aprile.

Nonostante la diligenza già da me fatta prima in .. g.. posta volomde.. ieri l'altro mi fu resi lo stimabilissimo... foglio di sua ... in data dè ott. corrte... da cui non vedendo fatta alcuna menzione del carro il rapporto della cassa, ma volendo.. delle stanghe per l'orologio, sono di nuovo à significarle con tutto l'ossequio, che li 2a... 24 del corrente sarà in Ordine l'orologio; perciò in tale giorno.. essere qui in Reggio le stanghe per caricare il medesimo orologio, soggiungendole riverente... intorno à ciò che sarebbe bene che le medesime fossero accompagnate almeno da due uomini ..ogni disgrazia di caduta, ò altro che potesse accadere nel viaggio riproverandomi perciò sempre in ciò al pieno intendimento di vs altiss...
.In tal giorno pure sarà necessario far essere qui in Reggio un carro per caricare e condurre la cassa e il piedistallo del medesimo orologio, avvertendo di far mettere nel sudetto carro, prima che parta dà costi buona quantità di corda, tela, ed anche un poco d'incerata, se si potrà avere, per potere fasciare e coprire bene l'orologio, e difenderlo da ogni infortunio nel viaggio, per legare nel carro la cassa come alvessi qualche quantità di corda grossa, e a, con la altri ..arnesi; Anzi riflettendo che tutta la cassa . con la cima ....con la cassa e il piedistallo non possa ritta capire in un solo carro, come potrà anche m..samiamdo... arguire dalla grandezza della medesima , come pure che sarà necessario, ch'io trasporti cos' un banco col carro, e morse per ogni occorenza; trovo necessario che oltre il carro sude. vi sia anche un Barozzo per caricare nel medesimo detto ciò che non potrà stare nel carro.Benchè io mi premuta. che la predetta cassa con la sua cima possa comodamente capire nella camera, in cui va posta così l' orologiometta a mia maggiore sicurezza, supplica v ill.. compiacersi far pigliare la misura dell'altezza della medesima camera dal piano sino al suffitto , e successivamente trasmettermela acciò, se mai fosse d'uppra il che non credo, facessi ribassare la cima à questi falegnami; in fine con tutto l'ossequio mi confermo.
Reggio li 12 aprile 1730


In maggio l'orologio era a Modena
------------------------------------------------
A CURA DI LUCIANO FONTANA
------------------------------------------------



giovedì, ottobre 24, 2002

AMNESTY INTERNATIONAL
SUL RILASCIO DEI PRIGIONIERI POLITICI IN IRAQ:
PASSO POSITIVO, MA C’E’ ANCORA MOLTO DA FARE


In una lettera trasmessa al governo iracheno, Amnesty International ha espresso apprezzamento per la notizia del rilascio dei prigionieri politici, ma ha chiesto di essere urgentemente informata sui nomi di coloro che hanno beneficiato dell’amnistia generale.

Il 20 ottobre, il Consiglio del comando rivoluzionario il piu’ alto organo esecutivo del paese, reso noto un decreto firmato dal presidente Saddam Hussein che dispone un’amnistia generale per tutti i prigionieri politici entro le successive 48 ore. La televisione irachena ha poi trasmesso le immagini della scarcerazione di decine di detenuti dalla prigione Abu Ghraib di Baghdad. L’amnistia riguarda anche i condannati a morte compresi quelli condannati in contumacia o all’estero ed esclude i colpevoli di spionaggio nei confronti di un paese straniero. Tra i detenuti rilasciati figurano anche cittadini di nazionalita’ araba, tra cui ottanta giordani.

Nel corso degli anni, Amnesty International ha documentato gravi violazioni dei diritti umani, commesse su vastissima scala nei confronti di tutti i settori della societa’ irachena, ad opera delle forze armate, dei servizi di sicurezza e dei servizi segreti: “sparizione” di migliaia di persone, uso massiccio della pena di morte, esecuzioni extragiudiziali, arresti arbitrari, detenzione a lungo termine senza accusa né processo, processi segreti e fortemente irregolari, tortura sistematica nei confronti dei presunti oppositori, sanzioni giudiziarie equivalenti a tortura o a punizione crudele inumana o degradante, detenzione di prigionieri per motivi di opinione, espulsioni forzate.

La maggior parte delle vittime di queste violazioni e’ costituita da presunti oppositori politici, tra cui elementi delle forze armate e dei servizi di sicurezza in servizio o in pensione, familiari di attivisti dell’opposizione all’estero, esponenti di minoranze quali in particolare curdi e musulmani sciiti.

Nella sua lettera, Amnesty International ha chiesto alle autorita’ di Baghdad di chiarire urgentemente la sorte di migliaia di persone “scomparse” negli anni ’80 e all’indomani della guerra del Golfo del 1991, tra cui oltre 600 cittadini kuwaitiani e di altra nazionalita’, nonché di almeno 106 studenti e religiosi sciiti arrestati nella citta’ di al-Najaf, nel sud del paese. Amnesty International ha infine chiesto al governo iracheno di abolire in via prioritaria tutte le leggi e le pratiche che hanno causato violazioni dei diritti umani di massa nel paese.


***************************


DALLA CISL RIFLESSIONI SUL DOPO 18 OTTOBRE:
“CONCERTAZIONE E PATTO CAMMINANO INSIEME”

«Venerdì scorso 18 ottobre Modena è stata lo specchio fedele delle divisioni nel sindacato. Da una parte la Cgil, che consumava uno sciopero dalle connotazioni puramente politiche, dall’altra la Cisl e la Uil che partecipavano attivamente, vista anche la presenza tra i relatori dei rispettivi segretari generali, al convegno organizzato dall’associazione Adapt per discutere del ruolo della concertazione dopo il Patto per l’Italia, convegno tenutosi presso la Facoltà di Economia e Commercio nella quale insegnava il prof. Marco Biagi.
Quel giorno si sono confrontati realmente due modelli di sindacato: quello massimalista e demagogico, e quello pragmatico e riformista che cerca sempre di dare soluzioni ai problemi.
Per la realtà della nostra provincia il convegno è stato ricco di spunti e di sollecitazioni che non mancheremo di utilizzare per rafforzare la nostra azione sindacale a livello territoriale.
Il confronto si è mosso nello stesso solco che ci ha permesso di firmare, qualche giorno dopo la morte del prof. Marco Biagi, il Patto per la occupabilità per Modena e Reggio Emilia che integra ulteriormente l’università con il territorio e permette a tanti giovani di entrare nelle aziende attraverso tirocini formativi di sicura qualità. Il modello concertativo è stato essenziale per superare le difficoltà e permettere a 37 soggetti diversi di firmare tale protocollo, ritenuto da tutti il testamento di Marco Biagi. Le conclusioni del convegno ci hanno riconfermato che serve ancora più concertazione, da sviluppare soprattutto a livello locale in sintonia con le modifiche costituzionali avvenute nel nostro paese.
Sono molti i campi per una buona concertazione territoriale. Tra questi spicca il completamento del Patto per la occupabilità, coinvolgendo gli enti locali e in particolare la Provincia, per sviluppare politiche attive che valorizzino un apprendimento permanente e una formazione di competenze specifiche, vista l’elevata mobilità occupazionale e la rapidità con cui le nuove professioni sostituiscono le vecchie. Questo concretizzerebbe una parte importante del Patto per l’Italia, che prevede un maggior rapporto tra scuola e lavoro e punta ad assistere il lavoratore nel processo di reinserimento nel mercato del lavoro attraverso i servizi di orientamento e di formazione.
Un altro campo di intervento riguarda la ridefinizione di un nuovo modello di sviluppo e di stato sociale che faccia partecipare la società, che valorizzi i corpi intermedi e la sussidiarietà, che riduca le esclusioni sociali. Un modello di sviluppo che continui a garantire protezione sociale ai lavoratori e ai pensionati nell’ambito di un sistema di welfare municipale che non sia più concentrato su alcune fasce marginali della popolazione, ma su un sistema che tenga conto dei nuovi rischi della globalizzazione in relazione alle dinamiche sociali e demografiche, alle nuove povertà: solitudine, assenza di relazioni, mancanza di solidarietà.
Un ulteriore accordo si potrebbe fare anche sul sommerso, che è notoriamente un campo molto complicato che richiede coinvolgimento delle parti sociali e delle istituzioni. Una concertazione a livello locale potrebbe definire soluzioni idonee e deroghe accettabili per contrastare tale fenomeno e recuperare politiche di legalità in coerenza con l’avviso comune.
Il 18 ottobre, se per qualcuno è stata una giornata di lotta sterile, per noi ha certamente rappresentato la germinazione di nuovi stimoli che confidiamo di portare a maturazione quanto prima. Ce lo chiede il nostro riformismo e il nostro essere esclusivamente sindacato che guarda agli interessi della sua rappresentanza e dei lavoratori».

Francesco Falcone, segretario provinciale CISL Modena


*****************************

LA CGIL DENUNCIA: NUMEROSI LICENZIAMENTI
PER I LAVORATORI IMMIGRATI
CHE CHIEDONO DI ESSERE REGOLARIZZATI.

La Cgil di Modena, con un ordine del giorno approvato dal suo Comitato Direttivo, denuncia numerosi casi di cittadini/e stranieri irregolari o clandestini che si vedono licenziati dal datore di lavoro nel momento in cui chiedono di poter essere regolarizzati, o i cui datori di lavoro comunque negano la presentazione della domanda. "In questi casi" afferma il sindacato di piazza Cittadella "i lavoratori non potranno comunque denunciare i datori di lavoro, come invece era possibile nelle precedenti sanatorie, perché la loro denuncia darebbe l'avvio ad una notifica di espulsione". E' l'effetto della Legge Bossi-Fini sull'immigrazione, verso la quale la Cgil ha più volte espresso la sua netta contrarietà per il contenuto fortemente discriminatorio nei confronti dei lavoratori stranieri.
La CGIL si rivolge quindi alle associazioni imprenditoriali, ai consulenti e ai commercialisti che invita "ad esercitare sui datori di lavoro un'azione di stimolo alla regolarizzazione, quale unica soluzione che consentirà sia all'azienda che al lavoratore di uscire dall'illegalità senza incorrere in sanzioni penali o pecuniarie".
"Siamo indignati per questa situazione. Sappiano, gli imprenditori che hanno nelle loro aziende lavoratori stranieri che chiedono di essere regolarizzati, che tutta la CGIL, terminato il periodo di regolarizzazione tuttora in corso, non mancherà di intervenire e denunciare i datori di lavoro che non avranno adempiuto alla regolarizzazione degli stranieri".





mercoledì, ottobre 16, 2002

SCIOPERO GENERALE
IL 18 OTTOBRE
PER L’ITALIA DEI DIRITTI


Proclamato dalla CGIL. Contrarie Cisl e Uil.
Ecco il testo del comunicato stampa della Cgil modenese.



Il 18 ottobre sarà uno sciopero generale per l'Italia dei diritti e della
coesione sociale; per uno Stato sociale universale e moderno; per una
scuola e una formazione per tutti e di qualità; per uno sviluppo basato
sulla ricerca, l'innovazione ed efficienti infrastrutture di sistema; per
un Sud che non veda interrotto il cammino di una speranza fatta di lavoro,
di reddito, di legalità; per un futuro di lavoro tutelato per tutti i
giovani: un'Italia in cui il valore del lavoro diventi un valore per tutti.
Sarà uno sciopero contro la modifica introdotta all'articolo 18 con il
Patto per l'Italia. Contro una Finanziaria che non punta allo sviluppo e
all'equità, che prevede tagli dove ci vorrebbero investimenti (scuola e
sanità), che, violando la Costituzione, riduce finanziamenti, ruoli e
poteri di Regioni e Comuni. Contro una Finanziaria che assicura entrate con
un condono fiscale che premia i disonesti e con cartolarizzazioni che
svendono il patrimonio pubblico per fare cassa, mettono a rischio i beni
culturali e ambientali, stimolano affarismo e corruzione. Contro una
Finanziaria che alla crisi economica in atto non oppone alcun disegno di
politica industriale (emblematico il caso del gruppo FIAT), di sostegno
agli investimenti, di sviluppo per il Sud.
Contro le deleghe che cambiano profondamente, e in peggio, mercato del
lavoro, previdenza e fisco. E contro quelle che destrutturano la tutela
dell'ambiente e della salute nei luoghi di lavoro. Contro lo stanziamento
in Finanziaria di risorse per i contratti del pubblico impiego inferiori a
quanto serve. Contro la conferma di un tasso d'inflazione programmata
all'1,4 per cento, che assesta un ulteriore colpo alla politica dei redditi
e mette in difficoltà l'intera stagione dei rinnovi contrattuali.
Il Patto per l'Italia era sbagliato e inutile, l'avevamo detto proclamando
questo sciopero generale. A poco più di due mesi dalla sua firma si è
sfaldato, come dimostrano le polemiche tra i firmatari e le dure prese di
posizione delle imprese, soprattutto di quelle meridionali. Purtroppo gli
effetti restano (si pensi ai decreti legge 848 e 848bis: art. 18 e più
precarietà nel lavoro).
Infine, la guerra si affaccia sulla scena internazionale. La Cgil ha
aderito alla campagna di Emergency "Fuori l'Italia dalla guerra" e nella
manifestazione del 18 ottobre esporrà i propri simboli a sostegno della
pace.

Assemblee nei luoghi di lavoro: oltre 1100.

Adesioni allo sciopero:
Sen. Daria Bonfietti, sen. Luciano Guerzoni, DS, PRC, PDCI, Federazione
Giovani Comunisti Italiani, SG, Gruppo Studenti Sinistra Giovanile, Avanzi
di Sinistra, ARCI, ANPI, Modena Social Forum.

Modalità dello sciopero:

Sono garantiti i servizi minimi essenziali nei settori nei quali vige il
codice di autoregolamentazione.

Trasporti pubblici:
bus 8,30/12.00 e 16,30/21 -
Extraurbani (e ferrovie ATCM): 8,30/12,30 - 17/21
amministrativi: tutto il giorno
FS: 9/17

Due i cortei previsti, con concentramento alle ore 9.00:
1) Stazione Piccola FS, in piazza Manzoni, per chi arriva da Vignola,
Pavullo, Castelfranco Emilia Modena Est e Sud
2) Parcheggio del Parco Ferrari (Via Emilia Ovest) per chi arriva da
Sassuolo, Mirandola, Carpi, Modena Ovest e Nord.
I percorsi dei cortei.
1) Il primo lungo viale Medaglie d'oro fino alla via Emilia, quindi
Piazza Grande.
2) L'altro dal Parco Ferrari per via Emilia Ovest, corso Duomo e piazza
Grande.

Manifestazione in piazza Grande.
Il concentramento in Piazza grande è per le ore 10,30 dove si terranno gli
interventi di Oscar Zanasi (Segretario provinciale Fiom Cgil), Manuela
Gozzi (Segretaria provinciale Filcea Cgil), Cinzia Cornia (Segreteria Cgil
Scuola). Laimer Armuzzi (Segr. naz.le FP CGIL) concluderà gli interventi.
Prima e dopo il comizio si terrà un concerto del gruppo musicale PAULEM. I
lavoratori atipici e interinali parteciperanno alla manifestazione
indossando le tipiche maschere bianche, ad indicare la loro condizione di
"invisibili"senza diritti e senza tutele.

PULLMANS
Dalle zone sono previsti pullmans con queste modalità (informazioni
ulteriori presso le Camere del Lavoro):
Sassuolo ore 8,30: davanti Coop Mezzavia
Maranello ore 8,40: Piazza Municipio
Formigine ore 8,50: davanti alla Camera del Lavoro
Mirandola ore 8.00: Camera del Lavoro. Sono previsti inoltre pullman in
tutti i comuni e le frazioni con orari tra le 7,30 e 8,20.
Carpi ore 8,30: (Stazione Autocorriere). Sono previsti pullman in tutti i
comuni e le frazioni della zona (tra le ore 8.10 e le ore 8,30)
Vignola ore 8.20: Municipio (via Trento Trieste). Pullman partiranno in
tutti i comuni e le frazioni della zona (tra le 7,20 e le 8,30)
Castelfranco ore 8.15: Camera del Lavoro. Altri pullman a Nonantola,
Sorbara, S. Cesario, Bomporto, Bastiglia
Pavullo ore 8.00: Stazione Autocorriere e Ristorante Martino (per agevolare
i residenti di Fanano, Montese ecc.)
Pievepelago, ore 7.00 in piazza.

---------------------------------------

LA CISL E LO SCIOPERO
PROCLAMATO DALLA CGIL


Rispetto per la decisione, ma giudizio assolutamente negativo. È la posizione della CISL di Modena nei confronti dello sciopero indetto dalla Cgil per venerdì prossimo 18 ottobre. «E’ uno sciopero contro il Patto per l’Italia, che in questo momento rappresenta la difesa reale degli interessi dei lavoratori e dei pensionati – dice la CISL modenese – Essendo stato proclamato a giugno, cioè un mese prima della firma del Patto per l’Italia e tre mesi prima che il governo presentasse la Finanziaria, è evidente che quello della Cgil è uno sciopero dichiarato più per motivi politici che per ragioni sindacali. Anzi – continua la CISL – esso svilisce i risultati ottenuti dopo sei mesi di lotta e mobilitazione unitarie, tre scioperi generali con oltre 14 milioni di ore di astensione dal lavoro. Questo sciopero divide ulteriormente il sindacato, indebolisce la sua azione e allontana la prospettiva dell’unità sindacale proposta dalla CISL».
Per il sindacato di Palazzo Europa la decisione della Cgil divide anche i lavoratori. «Rispettiamo la scelta della Cgil, – conclude la CISL - ma esprimiamo un giudizio assolutamente negativo e ribadiamo che la CISL lotta e sciopera per firmare contratti, per concludere accordi e farli applicare in totale autonomia dai governi e partiti di ogni colore».

--------------------------------

CISL DENUNCIA
COMPORTAMENTI
ANTISINDACALI


Esiste il diritto allo sciopero, ma anche quello di lavorare se non si condivide uno sciopero: in certi Comuni modenesi questo secondo diritto è violato in modo subdolo.
Lo afferma la CISL di Modena in riferimento allo sciopero indetto dalla Cgil per dopodomani, venerdì 18 ottobre. In queste ore al sindacato di Palazzo Europa arrivano segnalazioni di comportamenti poco ortodossi adottati da alcune amministrazioni comunali. In particolare a Carpi un volantino, stampato su carta intestata del Comune e indicante le modalità di partenza dei pullman per la manifestazione Cgil in programma venerdì mattina in Piazza Grande a Modena, è stato affisso accanto all’orologio marcatempo dei Servizi sociali. Lo stesso volantino è stato spedito per e-mail a tutti i dipendenti comunali attraverso la rete Intranet.
«Ci chiediamo se il Comune di Carpi sostiene la Cgil e organizza il trasporto degli scioperanti – commenta il segretario provinciale della CISL Francesco Falcone –
In casi come questi si resta allibiti per la mancanza di autonomia e rispetto nei confronti dei cittadini, oltre che degli altri sindacati. Lo stesso utilizzo della posta elettronica interna, a quanto pare riservato a una sola organizzazione sindacale, non è prova di correttezza e imparzialità». Al Comune di Concordia, invece, una dipendente iscritta alla CISL è stata messa in ferie nella giornata di venerdì perché sarebbe l’unica a presentarsi al lavoro nel suo ufficio. Altre segnalazioni sono oggetto di verifica da parte della CISL, che non esclude di presentare denunce di fronte ai casi più eclatanti di comportamenti antisindacali.





martedì, ottobre 08, 2002




---------------------------------------------------------


Microimprese e competizione giocata al ribasso, laboratori clandestini,
calo delle aziende e perdita occupazionale, contrattazione aziendale in
flessione: Arcangelo Lo Savio, segretario provinciale della Filtea Cgil
offre considerazioni critiche e lancia proposte concrete.


UNA POLITICA NAZIONALE
PER IL SETTORE MODA CARPIGIANO


di Arcangelo Lo Savio
(segretario generale provinciale
del sindacato tessile abbigliamento Filtea Cgil)


Oramai non ci stupiamo più di ascoltare o leggere lamenti per la mancanza di attenzione verso il sistema Moda e ancor più di sentire che il nostro distretto è in crisi e che servono strumenti per uscire dalle difficoltà.
Siamo estremamente preoccupati della attuale situazione e spero che non sia considerato cinico affermare che forse i treni sono già passati e nessuno vi è salito sopra.
Siamo in una situazione di emergenza per le chiusure aziendali, riduzioni di personale, casse integrazioni e sospensioni. Alcuni numeri della crisi:
1) raddoppio della Cig (cassa integrazione guadagni) rispetto lo scorso anno,
2) chiusura quasi quotidiana di aziende con una perdita di occupazione che del 2,5% nel primo semestre 2002 (dati CNA provinciale).
Forse non serve a nulla dichiarare che in passato la maggioranza degli imprenditori ha preferito guardare all'oggi anzichè costruire il futuro. Carpi è un distretto composto di micro imprese che hanno scelto di rimanere piccole senza mai pensare al confronto con altri imprenditori per investire sulla crescita, obiettivo questo che per alcuni imprenditori era da raggiungere da soli. E infatti molte di quelle imprese non ci sono più.
Nel frattempo si sono sviluppate le grandi catene, i marchi stanno occupando il mercato e le griffes tendono sempre più a proporre diverse linee per diverse fasce di mercato e di prezzo. Carpi ha assistito passivamente e subìto questi processi. Non vogliamo scagliare accuse gratuite nei confronti di istituzioni e associazioni imprenditoriali. In alcuni momenti la "concertazione forte" ha permesso di individuare scelte e strategie per il settore, ma mai queste sono diventate patrimonio dei singoli imprenditori. E' per quelle scelte mancate che si tende a giustificare la crisi e i rimedi, se possibile peggiori del male, come l'utilizzo dei laboratori clandestini cinesi. La responsabilità delle nostre aziende l'abbiamo più volte denunciata. Abbiamo giudicato queste scelte irricevibili sia sul piano etico e culturale, sia per il corretto funzionamento del sistema economico-produttivo. C'è di più e di peggio: utilizzare i laboratori cinesi per competere esclusivamente sui costi, equivale ad alimentare gli effetti, ampiamente prevedibili, della dequalificazione del settore.
Non è possibile quindi stare a guardare il declino del nostro comparto industriale: è necessario uscire dallo stallo con proposte forti di politica industriale.
Lo diciamo subito: sarebbe sbagliato in un momento come questo, investire risorse e impegni al fine di valorizzare il singolo "progettino aziendale" teso a ricercare il nuovo mercato o l'innovazione di un prodotto, se questo non crea benefici per l' intero distretto industriale.
Al contrario, si deve iniziare a ragionare di politica industriale, di proposte coraggiose nella speranza che esse siano condivise dalla stragrande maggioranza degli attori sociali, richiamando con forza anche le istituzioni come la regione Emilia Romagna a porre maggiore attenzione al settore e ad adottare scelte e indirizzi da favorire.


Le nostre proposte che riteniamo una priorità a livello locale.
1) Le associazioni e le istituzioni del distretto devono chiedere alla Regione Emilia Romagna un confronto specifico e permanente sui temi del settore. Si deve lavorare per istituire un tavolo permanente sul Tessile Abbigliamento e questa richiesta se necessario deve essere accompagnata da iniziative specifiche che vedano partecipi anche gli imprenditori e i lavoratori.
2) Occorre che il tavolo faccia delle scelte di politica industriale,
decidendo le priorità sulle quali le aziende devono muoversi per avere accesso a possibili finanziamenti o eventuali incentivi.
Noi indichiamo due obiettivi prioritari da realizzare:
a) la crescita dimensionale delle imprese, uscendo da una realtà di micro imprenditorialità e quindi spingendo verso la strada della aggregazione di impresa.
b) Altro obiettivo è quello di favorire chi opta per una politica di creazione di marchi da inserire sul mercato sempre attraverso la collaborazione di più imprese.


Chiaramente non si può pensare a una politica industriale di carattere locale senza tener conto dell'intero sistema Moda nazionale: occorre che ci sia una politica industriale condivisa da affrontare nel Tavolo nazionale sulla Moda.


Noi ribadiamo le nostre proposte.
Alcune più urgenti:
1) Finanziamento di un progetto di fattibilità per la sperimentazione di un marchio sociale della moda che assicuri ai consumatori la qualità sociale dei prodotti (ad esempio, senza l'impiego del lavoro minorile)
2) fiscalizzazione (parziale) degli oneri sociali per i lavoratori meno qualificati e retribuiti, anche per contenere al massimo la
delocalizzazione.
3) eliminare (o ridurre) la voce "costo del lavoro" dalla base di calcolo IRAP;
4) riduzione, almeno temporanea, dell'iva sui prodotti di settore, per stimolare i consumi;
5) avvio del Progetto interministeriale contro le frodi e le contraffazioni, a tutela dei Marchi e del Made in Italy


Altre proposte di medio periodo:
1 - Ripresa del confronto sulla tutela e l'etichettatura del Made in Italy, la obbligatorietà o meno dell'apposizione dell'etichettatura di origine, in raccordo con le discussioni in atto sia in sede Europea (Commissione UE) che internazionale (WTO) e la promozione delle produzioni interamente prodotte in Italia (Marchio di Filiera).


2 - Promozione di un Piano Nazionale di Formazione del Sistema Moda, volto alla qualificazione ed aggiornamento continuo delle risorse umane, quale capitale fondamentale e strategico per la competitività e l'occupabilità del futuro.


3 - Confronto sulle politiche del Commercio estero: sia dal punto di vista della promozione e conquista di nuovi mercati sia da quello degli Accordi Commerciali. In particolare va definita una sede di confronto che monitorizzi la gestione sia degli accordi in atto, sia delle nuove negoziazioni. Il Governo italiano in particolare dovrebbe sostenere l'inserimento della Clausola Sociale (incitativa e non protezionista) negli accordi bilaterali e vegliare sulla corretta applicazione di quelli esistenti, con particolare attenzione nel riguardo di quei paesi che più utilizzano sia il lavoro dei bambini che il lavoro forzato (regioni asiatiche).


4 - Ripresa del tema del "partenariato fra Distretti produttivi", attivando processi di sinergia fra sistemi produttivi territoriali del Nord e del Mezzogiorno.


Questi sono i punti principali sui quali la Filtea Cgil chiede il confronto con le parti istituzionali ed imprenditoriali per non arrendersi ad una crisi che sembra inarrestabile.



---------------------------------------------





mercoledì, ottobre 02, 2002



----------------------------------------------------------


COMMENTO DI MARCO BERTOTTO,
PRESIDENTE DELLA SEZIONE ITALIANA
DI AMNESTY INTERNATIONAL,
SULLE DICHIARAZIONI DEL
MINISTRO DEGLI INTERNI PISANU
IN MATERIA DI ASILO POLITICO


Le dichiarazioni rilasciate oggi dal ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu a Bruxelles, secondo cui in materia di immigrazione ci si concentra su questioni marginali come l’asilo, dimostrano quanto un problema cruciale di diritti umani - quale e’ quello dell’asilo politico - sia del tutto “marginale” nella sensibilita’ e nell’azione politica delle autorita’ italiane.Di fronte a queste dichiarazioni non e’ casuale, quindi, che l’Italia sia l’unico tra i paesi dell’Unione Europea a non essere ancora dotato di una legge organica in materia di asilo, benche’ questo diritto sia garantito dalla Costituzione e dalla legislazione internazionale. E non e’ neanche un caso che “marginali” oltre che del tutto inadeguate ad affrontare il problema siano le disposizioni in materia di asilo politico contenute nella legge sull’immigrazione, approvata dal Parlamento italiano l’11 luglio.
Il ministro Pisanu sostiene che “il richiedente asilo e’ un immigrato che conosce la legge”. In realta’ ci pare che in questa circostanza sia il ministro ad ignorare completamente la legislazione internazionale e gli obblighi che il nostro paese, ratificando la Convenzione di Ginevra del 1951, ha assunto in materia di tutela e protezione dei rifugiati, persone che - e’ bene ricordarlo - sono costrette a fuggire dalla propria terra a causa di persecuzione, guerra e tortura e ad entrare, con mezzi di fortuna, nel paese in cui chiedono asilo. La Sezione Italiana di Amnesty International rinnova la richiesta a Governo e Parlamento di adoperarsi per dotare l’Italia di una legge specifica sul diritto di asilo, armonizzandosi alle altre normative europee.


------------------------------------------------


VENERDÌ 4 OTTOBRE 2002
A MODENA È COPTIP DAY


Una giornata di festa e di aggiornamento professionale
all’insegna dell’innovazione tecnologica nell’industria grafica



Si chiama “Offset Koenig & Bauer Compacta 618”. E’ nata in Germania ed è una rotativa ad alta tiratura ed alta fogliazione. In un’ora può stampare 42.000 copie di un magazine a 48 pagine in quadricromia e raccogliere gli stampati in automazione.
Sarà questa la principale “vedette” del Coptip Day di venerdì 4 ottobre 2002: una giornata di festa e di aggiornamento professionale all’insegna dell’innovazione tecnologica.
Nella mattinata di venerdì 4 ottobre 2002, infatti, i nuovi locali e stabilimenti di Coptip scarl (Via Gran Bretagna, 50 – Modena) ospiteranno tecnici, imprenditori, amministratori pubblici, giornalisti e i tanti interessati alle moderne tecnologie a ciclo completo della cooperativa di tipografi e alle “nuove frontiere” dell’innovazione tecnologica nell’Industria Grafica: temi che verranno discussi in un Forum con i maggiori esperti del settore.
Sarà inoltre messo a disposizione dei partecipanti tutto il parco tecnologico di Coptip: dalla prestampa (10 stazioni di composizione e videoimpaginazione Macintosh collegati alla work station Intel-Tera con 120 giga di memoria; 2 HP 5000 per produzione di cianografiche a colori; 2 CTP (computer to plate) Lüscher x Pose 160 per incisione lastre in formato massimo cm 137 x 170) alla stampa (2 rotative offset Heidelberg Harris M8 50C; con possibilità di abbinare le due rotative con uscite a 24 o 32 pagine: tutte le rotative di Coptip sono dotate di stazioni di raccolta attraverso stacker e robot per la palletizzazione automatica degli stampati), fino alla legatoria (cucitrici a punto metallico a 5 stazioni Müller Martini, a 5 stazioni Sheridan e a 6 stazioni Sheridan).
Tutte modernissime tecnologie a cui si aggiunge, appunto, la recente roto offset KBA Compacta 618. “In questa macchina – spiega Giancarlo Panini, Presidente di Coptip - abbiamo investito 18 miliardi. Altri 5 per riammodernare ed ampliare gli stabilimenti. Questo investimento è la più grossa scommessa giocata da Coptip in 82 anni di vita e rappresenta la nostra fiducia nel domani; la voglia di 84 tecnici, 74 soci-lavoratori, di innovare e di reagire anche di fronte a un mercato stagnante”.
D’altra parte, ai tipografi modenesi la “combattività e il senso del futuro non sono mai mancati. A partire dai secoli scorsi. Pochi lo sanno, ma fu proprio dall’associarsi di tipografi e fonditori di caratteri tipografici che nacque nel 1855 la prima Società di Mutuo Soccorso modenese. Categorie di mestiere come i tipografi (e i fabbri, i lavoranti del legno, i sarti ecc..) attuarono poi, nei centri urbani del Nord Italia, le prime forme di cooperative di produzione e lavoro, spesso promosse dalle corrispondenti Società di Mutuo Soccorso.
È questo anche il “solco” dell’attuale Coptip scarl che nacque nel 1920 col nome di “Cooperativa Tipografi di Modena”. Crollato il fascismo, fu proprio la Coptip a stampare, nella notte tra il 21 e il 22 aprile 1945, il primo giornale della Modena libera, mentre ancora si sparava.
Una forte accelerazione le viene data nel 1979 dall’unificazione con un’altra azienda tipografica modenese, la “Poligrafica Emiliana”. Da qui ad oggi il salto è breve.
Coptip (84 maestranze e 31 milioni di euro di fatturato 2001) è ora azienda leader nel modenese (e non solo) per la stampa in roto offset e si accinge ad un ulteriore salto di tecnologie e di mercato.


--------------------------------------------------------



ECONOMIA

Al via martedì 1° ottobre
Tecnargilla 2002


A Rimini per 5 giorni la più grande rassegna mondiale
dei fornitori dell’industria ceramica



Alle 9.30 di martedì 1° ottobre, a Rimini si sono aperti i cancelli della 18a edizione di Tecnargilla, la più importante fiera mondiale delle tecnologie per l’industria ceramica. Ad inaugurare la manifestazione sono stati i presidenti di Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni, e di Acimac, Franco Stefani, insieme al presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani.
Il modernissimo quartiere fieristico, per 5 giorni diventa luogo di incontro obbligato tra fornitori di macchine, materie prime, attrezzature e servizi, e le industrie produttrici di piastrelle, sanitari, stoviglieria, oggettistica in ceramica, laterizi, refrattari, ceramici avanzati.

A rafforzarsi in questa edizione è soprattutto la completezza dell’offerta espositiva che conferma Tecnargilla come migliore vetrina del settore. Sono presenti infatti tutti gli operatori della filiera, tra cui spicca, per dimensioni, il comparto dei costruttori di macchine e impianti per ceramica: in questo settore l’Italia rappresenta il più grande e articolato sistema industriale mondiale, leader sui mercati internazionali e praticamente privo di competitori; secondo i dati Acimac (l’Associazione nazionale di categoria dei costruttori di macchine per ceramica), le 180 aziende del comparto esprimono un giro d’affari annuo pari a 1.523 milioni di euro, di cui il 68% ricavato dall’export.
A fianco di macchinari e attrezzature, numerosissimi poi i colorifici, gli studi grafici, i fornitori di materie prime, servizi accessori.

I record di Tecnargilla sono nei numeri:
· 80.000 metri quadrati di area espositiva occupata (+14,2% rispetto all’edizione del 1999)
· 44.000 mq di area espositiva netta (+12,8%)
· 513 stand allestiti (23 in più rispetto al 1999), per un totale di 795 espositori, di cui il 30,5% stranieri, provenienti da 31 paesi.


-----------------------------------------------------------------------------


CACCIA ALLA VOLPE… UMANA
CON QUARANTA CAVALIERI


A Mirandola di Modena l'incruenta galoppata


Un cacciatore a cavallo sarà la volpe e gli altri cavalieri dovranno cercare di prenderlo nella suggestiva area delle Valli mirandolesi. Si svolgerà domenica 6 ottobre (dalle ore 10.30 circa), sui terreni della coop agricola “Focherini”, la seconda edizione della “Caccia alla volpe nelle Valli”. Il ritrovo è presso il Barchessone Vecchio, dove, dopo il saluto di rito, i cacciatori partiranno per un’iniziativa che l’anno scorso ha attirato una folla di curiosi.
L’iniziativa, che sarà diretta dal colonnello Vittorio Varrà (già organizzatore dell’annuale Concorso Ippico delle Valli), è organizzato dalla Società di caccia alla volpe di Bologna con il patrocinio del Comune di Mirandola e la collaborazione di Croce Blu e Comitato Sagra di San Martino Spino. Una quarantina i cavalieri attesi, da Brescia, Verona, Bologna, Milano e Modena. Ci saranno anche carrozze al seguito.
In Italia la caccia alla volpe fu introdotta da Lord Chesterfield nel 1836. Anche nelle Valli mirandolesi, così ricche di cavalli, era abitudine praticare questo sport in passato. Ricordiamo che nel Rinascimento si cacciava con sfarzosi equipaggi e con rituali complicati che solo potenti signori potevano permettersi. L’ultima caccia alla volpe “non virtuale” nelle Valli è stata organizzata nel 1951.
In occasione della Caccia alla Volpe di domenica 6 ottobre il Gruppo Arte di San Martino Spino ritorna ad esporre al Barchessone Vecchio con “San Martino Arte”, mostra di pittori sammartinesi e di ceramiche graffite a punta e a stecca. La mostra resterà aperta sabato 5 ottobre dalle 15 alle 19 e domenica 6 dalle 9.30 alle 14.30 e dalle 15.30 alle 19.



----------------------------------------------------------------------


AUTONOMIA SCOLASTICA:
CONVEGNO NAZIONALE A MODENA
SULLA SCUOLA IL 4 OTTOBRE


"La sperimentazione della Moratti è il collaudo di un incubo, poiché sottopone la scuola pubblica alla scure dei tagli e alla perdita di autonomia attraverso la riappropriazione dei poteri da parte del Ministero. Una vera e propria inversione di tendenza, che ci riporta indietro di decenni, che annulla la faticosa quanto importante riforma della scuola, avviata nel '97". Questo il giudizio della Cgil Scuola che intende contrastare questo disegno, rilanciando e valorizzando tutte le iniziative per affermare l'autonomia scolastica e la centralità della scuola pubblica.
Per questa ragione il sindacato ha promosso, insieme a Proteo, un Convegno nazionale a Modena il 4 ottobre prossimo, dal titolo "Autonomia scolastica: garanzia costituzionale per una buona scuola pubblica".
I lavori si terranno nella Sala 9 Gennaio 1950 della Camera del Lavoro (10 piano), in piazza Cittadella 36, per l'intera giornata, con inizio alle ore 8,30. La sessione della mattina affronterà i nodi teorici: "La scuola come diritto di cittadinanza nella società delle conoscenze", relatore Omer Bonezzi (presidente nazionale di Proteo Fare Sapere); "L'autonomia scolastica nel titolo quinto della Costituzione" (relatrice Maria Brigida, della segreteria nazionale Cgil Scuola); "Libertà di insegnamento ed autonomia professionale" (Armando Catalano, responsabile Dirigenti scolastici della Cgil Scuola), "L'autonomia didattica nella nuova Scuola", relazione tenuta da Pino Patroncini del centro nazionale Cgil Scuola.
Nel pomeriggio verranno presentate le esperienze più positive dell'autonomia nelle scuole modenesi, con le relazioni di Ermes Ghiddi (Direttore Servizi ITI Vinci di Carpi), Adriana Querzè (Dirigente scolastico, Nonantola) e Andrea Armaroli (delegato Rsu dell'Istituto Paradisi-Allegretti di Vignola). Le conclusioni, previste per le ore 17.30, saranno affidate a Enrico
Panini, Segretario generale nazionale della Cgil Scuola.


------------------------------------------------------------------------------


ISRAELE/TERRITORI OCCUPATI/AUTORITA’ PALESTINESE:
UN RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL
SULL’UCCISIONE DEI BAMBINI


Oltre 250 bambini palestinesi e 72 israeliani sono stati uccisi in Israele e nei Territori Occupati negli ultimi 23 mesi. Mentre il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo si riunisce per esaminare il rapporto presentato da Israele sull’attuazione della Convenzione sui diritti del fanciullo, Amnesty International si appella ad israeliani e palestinesi affinche’ giungano ad un’intesa per evitare l’uccisione di altri bambini.

“Uccidendo il futuro: i bambini nel mirino”, il rapporto diffuso oggi da Amnesty International, analizza il modo in cui i bambini palestinesi e israeliani sono stati presi di mira come mai in passato dall’inizio della nuova intifada.

“Le conseguenze maggiori di questo conflitto stanno ricadendo sempre di piu’ sui bambini. Sia le Forze di difesa israeliane (Idf) che i gruppi armati palestinesi mostrano un’indifferenza assoluta per la loro vita e in generale per quella della popolazione civile”, ha dichiarato Amnesty International, secondo la quale “deve essere ristabilito il rispetto per la vita umana. Solo una nuova intesa tra palestinesi e israeliani potra’ impedire l’uccisione di altri bambini”.

L’impunita’ di cui godono i soldati israeliani e i gruppi armati palestinesi responsabili delle uccisioni dei bambini, ha senza dubbio contribuito a creare una situazione in cui il diritto alla vita dei bambini e di tutti i civili vale poco o nulla.

“Ce n’e’ abbastanza di ragioni e scuse inaccettabili. Sia il governo di Israele che l’Autorita’ Palestinese devono agire con celerita’ e fermezza per indagare sull’uccisione di ogni bambino ed assicurare che tutti i responsabili di questi crimini siano consegnati alla giustizia”, ha affermato l’organizzazione per i diritti umani.

La comunita’ internazionale dovra’ dare ascolto all’appello di Amnesty International e di numerose altre organizzazioni non governative per l’invio di osservatori internazionali nella regione. Il governo israeliano dovra’ cessare di rifiutare la loro presenza. Secondo Amnesty International, la presenza di osservatori sin dall’ottobre 2000 avrebbe potuto salvare la vita dei bambini israeliani e palestinesi e degli altri civili.

Uccisioni di bambini palestinesi

Nella maggior parte dei casi, i bambini palestinesi sono stati uccisi nei Territori Occupati quando i soldati delle Idf hanno risposto alle manifestazioni e ai lanci di pietre con un uso illegale ed eccessivo della forza letale. Ottanta bambini sono stati uccisi dalle Idf nei soli primi tre mesi di intifada.

Sami Fathi Abu Jazzar e’ morto alla vigilia del suo dodicesimo compleanno dopo essere stato colpito alla testa da una pallottola esplosa da soldati israeliani su una folla composta per la maggior parte da bambini in eta’ scolare. La sparatoria ha avuto luogo a conclusione di una manifestazione con lanci di pietre. Nello stesso episodio sono rimasti feriti altri sei bambini. Secondo una delegazione di Amnesty International, che si trovava tra la folla in quel momento, la vita dei soldati non era in pericolo.

Nell’ultimo anno bambini palestinesi sono stati uccisi quando i soldati delle Idf hanno aperto il fuoco in modo indiscriminato e lanciato attacchi con bombe e granate contro zone residenziali, in circostanze in cui non erano in corso scontri e i militari israeliani non erano in pericolo di morte. Altri hanno perso la vita nel corso di assassinii ordinati dalle autorita’ israeliane, durante distruzioni di abitazioni palestinesi eseguite senza preavviso oppure a causa di granate contenenti piccole frecce metalliche o di trappole esplosive usate dalle Idf in aree densamente popolate.

Il grande numero dei bambini uccisi e feriti e le circostanze in cui sono stati uccisi indicano che le Idf hanno fatto poco o nulla per evitare di colpire i bambini.

Dina Matar, di 2 mesi e Ayman Matar, di 18 mesi, erano tra i nove bambini uccisi il 22 luglio di quest’anno, quando un F-16 delle Idf ha sganciato una bomba da una tonnellata su una zona densamente popolata di Gaza City, uccidendo 17 persone. Lo scopo dell’attacco era l’assassinio di un attivista di Hamas, che ha perso la vita insieme agli altri. Il giorno dopo, il Primo Ministro israeliano Ariel Sharon ha definito l’attacco “una delle operazioni di maggiore successo”.

Diversi bambini palestinesi sono inoltre morti dopo che erano stati fermati ai posti di blocco israeliani ed era stato ritardato o impedito il loro transito verso gli ospedali. Almeno tre bambini palestinesi sono stati uccisi da coloni israeliani. Nella maggior parte dei casi le Idf non sono
intervenute per proteggere i palestinesi dai coloni, i cui omicidi rimangono impuniti.

Uccisione di bambini israeliani

I bambini israeliani sono stati uccisi da gruppi armati palestinesi sia nei Territori Occupati che all’interno di Israele. Il primo bambino israeliano ucciso nell’attuale intifada e’ morto nel gennaio 2001 vicino a Ramallah, nei Territori Occupati. In circa il 70% dei casi, i bambini israeliani sono stati uccisi da attacchi suicidi palestinesi, nei restanti casi in sparatorie e in attentati ai danni di automobili o autobus di linea.

Negli ultimi 18 mesi vi e’ stato un aumento significativo di attacchi nei confronti di civili israeliani con un numero crescente di vittime tra i bambini. Solo nei primi sette mesi del 2002, 36 bambini israeliani sono stati uccisi da gruppi armati palestinesi, 19 in Israele e 17 nei Territori Occupati.

Il 1° giugno 2001 un attentatore suicida si e’ fatto esplodere in mezzo ad un gruppo di ragazzi che attendevano di entrare nel night club “Dolphinarium” di Tel Aviv. Dodici delle 21 persone rimaste uccise avevano meno di 18 anni. Tra le vittime vi erano Maria Tagilchev, 14 anni -fuori dalla cui scuola due giorni prima era esplosa un’ autobomba - e Yevgenia Keren Dorfman, 15 anni, morta diciotto giorni dopo per le gravi ferite al cervello riportate nell’attentato. Le brigate ‘Izz al-Din al Qassam, la frangia armata del gruppo islamista Hamas, hanno rivendicato l’attacco annunciando di compierne altri.

Il 2 marzo 2002 a Gerusalemme 12 persone sono state uccise e piu’ di 50 sono rimaste ferite a causa di un attacco suicida palestinese. La bomba e’ esplosa vicino a un gruppo di donne in attesa, con i loro bambini, dell’uscita dei mariti dalla vicina sinagoga. Tra le vittime vi erano due sorelle, Shiraz Nehmad di 6 anni e Liran di 2 e i loro quattro cugini, Lidor e Oriah Ilan rispettivamente di 12 anni e 18 mesi, e Shaul e Avraham Eilahu Nehmad di 15 e 17 anni.


---------------------------------------------





This page is powered by Blogger. Isn't yours?