mercoledì, ottobre 30, 2002

FEDERAZIONE RUSSA: IL SEQUESTRO DEGLI
OSTAGGI, “ANCORA UN ALTRO ESEMPIO DI
MANCATO RISPETTO DEI DIRITTI UMANI”.

AMNESTY INTERNATIONAL LANCIA A MOSCA UN
NUOVO RAPPORTO SULLA VIOLAZIONE DEI
DIRITTI UMANI IN RUSSIA


Mosca - In occasione del lancio di un nuovo rapporto
sulle violazioni dei diritti umani in Russia, Amnesty
International ha definito il sequestro degli ostaggi al
Teatro Dubrovka “un altro esempio della clamorosa
mancanza di rispetto per i diritti umani della gente
comune” nella Federazione Russa.

Irene Khan, Segretaria Generale di Amnesty
International, ha espresso il proprio dolore per le
vittime ed ha trasmesso condoglianze e solidarieta’
alle famiglie devastate dalla tragedia e a coloro che
ne hanno subito le conseguenze fisiche e
psicologiche. Ha poi ammonito che il conflitto in
Cecenia ha gia’ prodotto un tragico bilancio di
sangue: le autorita’ devono garantire il rispetto dei
diritti umani di tutti i civili, sia russi che ceceni.

Il rapporto reso noto oggi dall’organizzazione per i
diritti umani, Federazione russa: giustizia negata,
denuncia l’ampia estensione delle violazioni dei diritti
umani in Russia e descrive come le vittime non
riescano ad ottenere giustizia e siano esposte ad
ulteriori abusi, i cui autori rimangono regolarmente
impuniti e sono lasciati liberi di commettere ulteriori
violazioni.

Lanciando la sua prima campagna sul paese, Amnesty
International ha chiesto misure immediate per
combattere “un ciclo fatale di abusi dei diritti umani in
Russia”.

“La terrificante vicenda della presa degli ostaggi e’ un
richiamo terribile alla irrisolta situazione della Cecenia.
Abbiamo condannato questo atto criminale, che per
noi e’ uno spregevole abuso dei diritti umani” ha
affermato Irene Khan.

“Questa presa di ostaggi di massa rappresenta ancora
un altro oltraggioso abuso dei diritti umani, derivante
da un conflitto che ha causato profonde sofferenze a
tutte le parti coinvolte, in un paese dove gli abusi
sono comuni e riparare ad essi e’ una rarita’” ha
proseguito la Segretaria Generale di Amnesty
International. “Quando si pensa agli abusi dei diritti
umani in Russia, viene subito in mente la Cecenia. Ma
cio’ che e’ meno noto e’ che lo stesso clima di
impunita’ che caratterizza il conflitto ceceno pervade
purtroppo l’intero sistema russo di giustizia penale”.

Il rapporto di Amnesty International presenta casi di
violazioni dei diritti umani in tutto il paese: torture
nelle stazioni di polizia; condizioni crudeli, inumane e
degradanti nelle prigioni, malsane e sovraffollate;
violenza razzista contro gli appartenenti a minoranze
etniche e religiose e nei confronti di cittadini stranieri;
sequestri, “sparizioni” e torture stupri compresi in
Cecenia.

“In Russia oggi esiste un pernicioso ciclo di abusi dei
diritti umani. Se il presidente Putin vuole promuovere
il ruolo della Russia come un attore globale, deve
iniziare garantendo in modo concreto giustizia e diritti
per tutti” ha aggiunto Irene Khan, sottolineando che
in questo momento cruciale della storia russa il
presidente Putin deve mostrare una leadership politica
internazionale e non commettere gli stessi errori
dell’Occidente, limitando i diritti umani in nome della
lotta contro il ‘terrorismo internazionale’.

“Il presidente Putin non deve usare l’argomento della
‘guerra al terrorismo’ per evitare di affrontare la
questione della giustizia negata, che riguarda tutti i
settori della societa’ russa”.

Amnesty International raccomanda una serie di
riforme immediate e chiede alle autorita’ russe e alla
comunita’ internazionale di agire in tale direzione.
Queste misure comprendono l’introduzione del reato
di violenza domestica, l’istituzione di un organo
indipendente d’inchiesta sugli atti di tortura e
l’eliminazione di tutti quei dati personali dal
passaporto e dal sistema di registrazione che
costituiscono la base di una sistematica
discriminazione.


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