Modenapiù
Una Città e il Mondo: politica, cultura, economia, società a cura di Roberto Gazzotti.
mercoledì, settembre 18, 2002
USA/IRAQ: NON C'ENTRANO I DIRITTI UMANI
LO SOSTIENE AMNESTY INTERNATIONAL
Nel discorso tenuto presso l’Assemblea Generale delle
Nazioni Unite, il Presidente George Bush ha citato le gravi violazioni
dei diritti umani perpetrate dal governo iracheno nei confronti della
popolazione. Il documento informativo distribuito alla stampa
contiene vari riferimenti ai rapporti sulla situazione dei diritti umani in
Iraq pubblicati negli anni da Amnesty International.
“Ancora una volta, la situazione dei diritti umani di un paese e’ usata
selettivamente per legittimare azioni militari”, ha dichiarato Amnesty
International.
“Gli Stati Uniti e altri governi occidentali non hanno preso in
considerazione i rapporti di Amnesty International sulle diffuse violazioni dei
diritti umani in Iraq durante la guerra Iran-Iraq e hanno ignorato la campagna di
Amnesty International per le migliaia di civili curdi uccisi negli attacchi a Halabja nel 1988”.
“I diritti umani della popolazione irachena, come diretta conseguenza di
ogni potenziale azione militare, non sono al centro del crescente dibattito
sull’eventualita’ di usare la forza militare contro l’Iraq”.
“La vita, la sicurezza e l’incolumita’ della popolazione civile devono
rappresentare il primo obiettivo in ogni azione intrapresa per risolvere l’attuale crisi umanitaria e dei diritti umani. L’esperienza del precedente intervento militare nel Golfo ha mostrato come i civili divengano, troppo spesso, le vittime accettabili di un conflitto”.
“Nell’eventualita’ di un’azione militare, c’e’ la seria possibilita’ di causare migliaia di rifugiati e sfollati. Una crisi umanitaria puo’ scaturire dalla difficolta’ o impossibilita’ di trasportare i generi di sussistenza minimi causando carenza di cibo, di medicinali e distruzione di infrastrutture civili e istituzioni”.
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Nel discorso tenuto presso l’Assemblea Generale delle
Nazioni Unite, il Presidente George Bush ha citato le gravi violazioni
dei diritti umani perpetrate dal governo iracheno nei confronti della
popolazione. Il documento informativo distribuito alla stampa
contiene vari riferimenti ai rapporti sulla situazione dei diritti umani in
Iraq pubblicati negli anni da Amnesty International.
“Ancora una volta, la situazione dei diritti umani di un paese e’ usata
selettivamente per legittimare azioni militari”, ha dichiarato Amnesty
International.
“Gli Stati Uniti e altri governi occidentali non hanno preso in
considerazione i rapporti di Amnesty International sulle diffuse violazioni dei
diritti umani in Iraq durante la guerra Iran-Iraq e hanno ignorato la campagna di
Amnesty International per le migliaia di civili curdi uccisi negli attacchi a Halabja nel 1988”.
“I diritti umani della popolazione irachena, come diretta conseguenza di
ogni potenziale azione militare, non sono al centro del crescente dibattito
sull’eventualita’ di usare la forza militare contro l’Iraq”.
“La vita, la sicurezza e l’incolumita’ della popolazione civile devono
rappresentare il primo obiettivo in ogni azione intrapresa per risolvere l’attuale crisi umanitaria e dei diritti umani. L’esperienza del precedente intervento militare nel Golfo ha mostrato come i civili divengano, troppo spesso, le vittime accettabili di un conflitto”.
“Nell’eventualita’ di un’azione militare, c’e’ la seria possibilita’ di causare migliaia di rifugiati e sfollati. Una crisi umanitaria puo’ scaturire dalla difficolta’ o impossibilita’ di trasportare i generi di sussistenza minimi causando carenza di cibo, di medicinali e distruzione di infrastrutture civili e istituzioni”.
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