Modenapiù
Una Città e il Mondo: politica, cultura, economia, società a cura di Roberto Gazzotti.
domenica, settembre 01, 2002
RAI
Sciatteria, canone e censure
La nuova gestione della RAI potrebbe qualificarsi rispetto alle passate gestioni per lo scrupoloso rispetto degli orari programmati e per la cura delle trasmissioni. Ora comunque ha iniziato male. Sabato sera 31 agosto il film “C’eravamo tanto amati” di Scola è iniziato con oltre un’ora di ritardo, la domenica precedente il film “West Side Story” (vincitore nel 1961 di ben 10 premi Oscar) è stato massacrato. Mancava l’ouverture musicale di circa tre minuti, sullo sfondo a colori cangianti del profilo stilizzato di New York; i sottotitoli, approssimativi, delle sequenze cantate in inglese, erano quasi illeggibili perché tenui e sfumati, e coperti dal simbolo di Raidue (che avrebbe potuto essere spostato in alto a destra, lasciando in basso libero lo spazio per le scritte), e comparivano sullo schermo per pochi secondi per sparire subito, senza l’urgenza dell’apparizione di quelli successivi, che invece si facevano aspettare; i colori cambiavano da rullo a rullo, passando dal giallo al rosso, all’azzurro nella stessa sequenza, indice dello stato calamitoso della pellicola scelta per la trasmissione; incredibilmente nella parte finale è stata cassata la dolente canzone “Somewhere” che Tony e Maria intonano nella cameretta di lei dopo il duello mortale; e alla fine sono spariti i meravigliosi titoli di coda per i quali Saul Bass ha vinto un Oscar, sostituiti, senza soluzione di continuità, dai titoli di testa del filmetto che seguiva nella programmazione. Poiché all’inizio non c’erano titoli, chi non ha sottomano un dizionario dei films non saprà mai chi sono gli attori che recitano e cantano, chi sia il regista, chi abbia scritto musiche e parole ed inventato le coreografie, ecc...Tanta sciatteria non merita il pagamento del canone, giusto?
Vedo tra l’altro che sabato prossimo per le ore 22,30 è programmato “Salvate il soldato Ryan” di Spielberg, preceduto da una presentazione di Bruno Vespa (quali sono le sue competenze cinematografiche?): se gli orari saranno rispettati il film terminerà verso le ore 1,30. Quanti saranno i telespettatori che lo vedranno? La Rai ha forse comperato salatamente i diritti di un famoso film di successo per trasmetterlo di nascosto in un orario impossibile? E non giustifichiamo per favore tale scelta con la presenza delle scene “violente” dell’inizio, altrimenti eguagliamo in ipocrisia quei regimi arabi che vietarono la proiezione di quell’altro film di Spielberg “Schindler’s List” perché in esso c’erano delle scene di nudo durante i massacri nei campi di concentramento nazisti! O è forse un invito subliminale perché i telespettatori corrano ad acquistare la cassetta o il dvd (perché il film sarà senz’altro pieno di pubblicità e perciò irregistrabile)? Bel servizio pubblico, la Rai del prof. Baldassarre e del dr. Saccà! Bel servizio reso alla cultura (sia pure cinematografica)! Il prof. Baldassarre e il dr. Saccà avranno il tempo di pensarci e sapranno porvi rimedio, una volta sistemato Santoro per le feste?
(A proposito, “Sciuscià” era ed è un format ottimo di giornalismo coraggioso ed aggressivo che ha fatto onore alla Rai negli anni passati, degno dei migliori talk show politici Usa, e che giustificava in pieno il pagamento del canone. La sua scomparsa dal palinsesto Rai rappresenterà un’umiliazione ed un impoverimento per l’azienda e uno schiaffo in faccia ai telespettatori che per vederlo pagavano. Ci priveranno della libertà di scelta. Baldassarre e Saccà, che sono nostri impiegati e che debbono rispondere di come gestiscono la Rai a noi telespettatori che paghiamo il canone, non se lo dimentichino! Altrimenti li licenziamo).
Sciatteria, canone e censure
La nuova gestione della RAI potrebbe qualificarsi rispetto alle passate gestioni per lo scrupoloso rispetto degli orari programmati e per la cura delle trasmissioni. Ora comunque ha iniziato male. Sabato sera 31 agosto il film “C’eravamo tanto amati” di Scola è iniziato con oltre un’ora di ritardo, la domenica precedente il film “West Side Story” (vincitore nel 1961 di ben 10 premi Oscar) è stato massacrato. Mancava l’ouverture musicale di circa tre minuti, sullo sfondo a colori cangianti del profilo stilizzato di New York; i sottotitoli, approssimativi, delle sequenze cantate in inglese, erano quasi illeggibili perché tenui e sfumati, e coperti dal simbolo di Raidue (che avrebbe potuto essere spostato in alto a destra, lasciando in basso libero lo spazio per le scritte), e comparivano sullo schermo per pochi secondi per sparire subito, senza l’urgenza dell’apparizione di quelli successivi, che invece si facevano aspettare; i colori cambiavano da rullo a rullo, passando dal giallo al rosso, all’azzurro nella stessa sequenza, indice dello stato calamitoso della pellicola scelta per la trasmissione; incredibilmente nella parte finale è stata cassata la dolente canzone “Somewhere” che Tony e Maria intonano nella cameretta di lei dopo il duello mortale; e alla fine sono spariti i meravigliosi titoli di coda per i quali Saul Bass ha vinto un Oscar, sostituiti, senza soluzione di continuità, dai titoli di testa del filmetto che seguiva nella programmazione. Poiché all’inizio non c’erano titoli, chi non ha sottomano un dizionario dei films non saprà mai chi sono gli attori che recitano e cantano, chi sia il regista, chi abbia scritto musiche e parole ed inventato le coreografie, ecc...Tanta sciatteria non merita il pagamento del canone, giusto?
Vedo tra l’altro che sabato prossimo per le ore 22,30 è programmato “Salvate il soldato Ryan” di Spielberg, preceduto da una presentazione di Bruno Vespa (quali sono le sue competenze cinematografiche?): se gli orari saranno rispettati il film terminerà verso le ore 1,30. Quanti saranno i telespettatori che lo vedranno? La Rai ha forse comperato salatamente i diritti di un famoso film di successo per trasmetterlo di nascosto in un orario impossibile? E non giustifichiamo per favore tale scelta con la presenza delle scene “violente” dell’inizio, altrimenti eguagliamo in ipocrisia quei regimi arabi che vietarono la proiezione di quell’altro film di Spielberg “Schindler’s List” perché in esso c’erano delle scene di nudo durante i massacri nei campi di concentramento nazisti! O è forse un invito subliminale perché i telespettatori corrano ad acquistare la cassetta o il dvd (perché il film sarà senz’altro pieno di pubblicità e perciò irregistrabile)? Bel servizio pubblico, la Rai del prof. Baldassarre e del dr. Saccà! Bel servizio reso alla cultura (sia pure cinematografica)! Il prof. Baldassarre e il dr. Saccà avranno il tempo di pensarci e sapranno porvi rimedio, una volta sistemato Santoro per le feste?
(A proposito, “Sciuscià” era ed è un format ottimo di giornalismo coraggioso ed aggressivo che ha fatto onore alla Rai negli anni passati, degno dei migliori talk show politici Usa, e che giustificava in pieno il pagamento del canone. La sua scomparsa dal palinsesto Rai rappresenterà un’umiliazione ed un impoverimento per l’azienda e uno schiaffo in faccia ai telespettatori che per vederlo pagavano. Ci priveranno della libertà di scelta. Baldassarre e Saccà, che sono nostri impiegati e che debbono rispondere di come gestiscono la Rai a noi telespettatori che paghiamo il canone, non se lo dimentichino! Altrimenti li licenziamo).
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