Modenapiù
Una Città e il Mondo: politica, cultura, economia, società a cura di Roberto Gazzotti.
lunedì, settembre 09, 2002
MODENA
1° SEMESTRE 2002:
RALLENTA L’OCCUPAZIONE
Meno assunzioni, ma anche meno licenziamenti; più contratti a termine, meno a tempo indeterminato; più forestieri e meno modenesi; più terziario, meno industria.
È questo, in sintesi, l’andamento occupazionale nel primo semestre del 2002 analizzato dalla CISL di Modena sulla base dei dati forniti dai Centri per l’impiego della Provincia. Tra gennaio e giugno di quest’anno gli avviamenti al lavoro sono stati 42.265, a fronte di 30.259 cessazioni. Sono numeri inferiori a quelli degli ultimi due anni, ma il saldo, positivo per 12.006 unità, è il più alto dal 1996 a oggi.
«Il minor numero di assunzioni rispetto al 2000 e al 2001 conferma che siamo in presenza di un rallentamento dell’economia provinciale, anche se è prematuro parlare di crisi – commenta Maurizio Brighenti, componente della segreteria provinciale della CISL – In questo contesto il dato più rilevante è il crollo dei contratti a tempo indeterminato, scesi a meno di un terzo del totale degli avviamenti. Viceversa continuano a crescere le assunzioni a tempo determinato, che nel primo semestre 2002 hanno sfondato il tetto del 50 per cento. Questo conferma che il lavoro è sempre più precario e che occorre perciò contrattare nuove forme di tutela seguendo la strada indicata dal Patto per l’Italia firmato il 5 luglio scorso. A questo proposito andrebbe ulteriormente favorito il ricorso al part time, che rimane sostanzialmente stabile intorno al 10 per cento del totale degli avviamenti, mentre la richiesta è molto più alta, soprattutto da parte delle donne».
Per quanto riguarda la provenienza degli avviati, si conferma la tendenza che vede in crescita i “forestieri” rispetto ai modenesi: quest’ultimi sono calati al 63 per cento del totale, mentre i lavoratori provenienti da altre regioni italiane sono il 14 per cento e quelli giunti da Paesi Ue ed extraeuropei rappresentano addirittura il 17 per cento.
Da segnalare, infine, il definitivo sorpasso del terziario sull’industria. Tra gennaio e giugno il primo ha avviato 6.863 lavoratori (pari al 57 per cento del totale), a fronte dei 2.889 posti creati dall’industria (24 per cento). In diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2001 anche l’agricoltura (2.167 avviamenti), e soprattutto la pubblica amministrazione (appena 87 avviati, contro i 254 dell’anno scorso).
1° SEMESTRE 2002:
RALLENTA L’OCCUPAZIONE
Meno assunzioni, ma anche meno licenziamenti; più contratti a termine, meno a tempo indeterminato; più forestieri e meno modenesi; più terziario, meno industria.
È questo, in sintesi, l’andamento occupazionale nel primo semestre del 2002 analizzato dalla CISL di Modena sulla base dei dati forniti dai Centri per l’impiego della Provincia. Tra gennaio e giugno di quest’anno gli avviamenti al lavoro sono stati 42.265, a fronte di 30.259 cessazioni. Sono numeri inferiori a quelli degli ultimi due anni, ma il saldo, positivo per 12.006 unità, è il più alto dal 1996 a oggi.
«Il minor numero di assunzioni rispetto al 2000 e al 2001 conferma che siamo in presenza di un rallentamento dell’economia provinciale, anche se è prematuro parlare di crisi – commenta Maurizio Brighenti, componente della segreteria provinciale della CISL – In questo contesto il dato più rilevante è il crollo dei contratti a tempo indeterminato, scesi a meno di un terzo del totale degli avviamenti. Viceversa continuano a crescere le assunzioni a tempo determinato, che nel primo semestre 2002 hanno sfondato il tetto del 50 per cento. Questo conferma che il lavoro è sempre più precario e che occorre perciò contrattare nuove forme di tutela seguendo la strada indicata dal Patto per l’Italia firmato il 5 luglio scorso. A questo proposito andrebbe ulteriormente favorito il ricorso al part time, che rimane sostanzialmente stabile intorno al 10 per cento del totale degli avviamenti, mentre la richiesta è molto più alta, soprattutto da parte delle donne».
Per quanto riguarda la provenienza degli avviati, si conferma la tendenza che vede in crescita i “forestieri” rispetto ai modenesi: quest’ultimi sono calati al 63 per cento del totale, mentre i lavoratori provenienti da altre regioni italiane sono il 14 per cento e quelli giunti da Paesi Ue ed extraeuropei rappresentano addirittura il 17 per cento.
Da segnalare, infine, il definitivo sorpasso del terziario sull’industria. Tra gennaio e giugno il primo ha avviato 6.863 lavoratori (pari al 57 per cento del totale), a fronte dei 2.889 posti creati dall’industria (24 per cento). In diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2001 anche l’agricoltura (2.167 avviamenti), e soprattutto la pubblica amministrazione (appena 87 avviati, contro i 254 dell’anno scorso).
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