mercoledì, ottobre 02, 2002



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COMMENTO DI MARCO BERTOTTO,
PRESIDENTE DELLA SEZIONE ITALIANA
DI AMNESTY INTERNATIONAL,
SULLE DICHIARAZIONI DEL
MINISTRO DEGLI INTERNI PISANU
IN MATERIA DI ASILO POLITICO


Le dichiarazioni rilasciate oggi dal ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu a Bruxelles, secondo cui in materia di immigrazione ci si concentra su questioni marginali come l’asilo, dimostrano quanto un problema cruciale di diritti umani - quale e’ quello dell’asilo politico - sia del tutto “marginale” nella sensibilita’ e nell’azione politica delle autorita’ italiane.Di fronte a queste dichiarazioni non e’ casuale, quindi, che l’Italia sia l’unico tra i paesi dell’Unione Europea a non essere ancora dotato di una legge organica in materia di asilo, benche’ questo diritto sia garantito dalla Costituzione e dalla legislazione internazionale. E non e’ neanche un caso che “marginali” oltre che del tutto inadeguate ad affrontare il problema siano le disposizioni in materia di asilo politico contenute nella legge sull’immigrazione, approvata dal Parlamento italiano l’11 luglio.
Il ministro Pisanu sostiene che “il richiedente asilo e’ un immigrato che conosce la legge”. In realta’ ci pare che in questa circostanza sia il ministro ad ignorare completamente la legislazione internazionale e gli obblighi che il nostro paese, ratificando la Convenzione di Ginevra del 1951, ha assunto in materia di tutela e protezione dei rifugiati, persone che - e’ bene ricordarlo - sono costrette a fuggire dalla propria terra a causa di persecuzione, guerra e tortura e ad entrare, con mezzi di fortuna, nel paese in cui chiedono asilo. La Sezione Italiana di Amnesty International rinnova la richiesta a Governo e Parlamento di adoperarsi per dotare l’Italia di una legge specifica sul diritto di asilo, armonizzandosi alle altre normative europee.


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VENERDÌ 4 OTTOBRE 2002
A MODENA È COPTIP DAY


Una giornata di festa e di aggiornamento professionale
all’insegna dell’innovazione tecnologica nell’industria grafica



Si chiama “Offset Koenig & Bauer Compacta 618”. E’ nata in Germania ed è una rotativa ad alta tiratura ed alta fogliazione. In un’ora può stampare 42.000 copie di un magazine a 48 pagine in quadricromia e raccogliere gli stampati in automazione.
Sarà questa la principale “vedette” del Coptip Day di venerdì 4 ottobre 2002: una giornata di festa e di aggiornamento professionale all’insegna dell’innovazione tecnologica.
Nella mattinata di venerdì 4 ottobre 2002, infatti, i nuovi locali e stabilimenti di Coptip scarl (Via Gran Bretagna, 50 – Modena) ospiteranno tecnici, imprenditori, amministratori pubblici, giornalisti e i tanti interessati alle moderne tecnologie a ciclo completo della cooperativa di tipografi e alle “nuove frontiere” dell’innovazione tecnologica nell’Industria Grafica: temi che verranno discussi in un Forum con i maggiori esperti del settore.
Sarà inoltre messo a disposizione dei partecipanti tutto il parco tecnologico di Coptip: dalla prestampa (10 stazioni di composizione e videoimpaginazione Macintosh collegati alla work station Intel-Tera con 120 giga di memoria; 2 HP 5000 per produzione di cianografiche a colori; 2 CTP (computer to plate) Lüscher x Pose 160 per incisione lastre in formato massimo cm 137 x 170) alla stampa (2 rotative offset Heidelberg Harris M8 50C; con possibilità di abbinare le due rotative con uscite a 24 o 32 pagine: tutte le rotative di Coptip sono dotate di stazioni di raccolta attraverso stacker e robot per la palletizzazione automatica degli stampati), fino alla legatoria (cucitrici a punto metallico a 5 stazioni Müller Martini, a 5 stazioni Sheridan e a 6 stazioni Sheridan).
Tutte modernissime tecnologie a cui si aggiunge, appunto, la recente roto offset KBA Compacta 618. “In questa macchina – spiega Giancarlo Panini, Presidente di Coptip - abbiamo investito 18 miliardi. Altri 5 per riammodernare ed ampliare gli stabilimenti. Questo investimento è la più grossa scommessa giocata da Coptip in 82 anni di vita e rappresenta la nostra fiducia nel domani; la voglia di 84 tecnici, 74 soci-lavoratori, di innovare e di reagire anche di fronte a un mercato stagnante”.
D’altra parte, ai tipografi modenesi la “combattività e il senso del futuro non sono mai mancati. A partire dai secoli scorsi. Pochi lo sanno, ma fu proprio dall’associarsi di tipografi e fonditori di caratteri tipografici che nacque nel 1855 la prima Società di Mutuo Soccorso modenese. Categorie di mestiere come i tipografi (e i fabbri, i lavoranti del legno, i sarti ecc..) attuarono poi, nei centri urbani del Nord Italia, le prime forme di cooperative di produzione e lavoro, spesso promosse dalle corrispondenti Società di Mutuo Soccorso.
È questo anche il “solco” dell’attuale Coptip scarl che nacque nel 1920 col nome di “Cooperativa Tipografi di Modena”. Crollato il fascismo, fu proprio la Coptip a stampare, nella notte tra il 21 e il 22 aprile 1945, il primo giornale della Modena libera, mentre ancora si sparava.
Una forte accelerazione le viene data nel 1979 dall’unificazione con un’altra azienda tipografica modenese, la “Poligrafica Emiliana”. Da qui ad oggi il salto è breve.
Coptip (84 maestranze e 31 milioni di euro di fatturato 2001) è ora azienda leader nel modenese (e non solo) per la stampa in roto offset e si accinge ad un ulteriore salto di tecnologie e di mercato.


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ECONOMIA

Al via martedì 1° ottobre
Tecnargilla 2002


A Rimini per 5 giorni la più grande rassegna mondiale
dei fornitori dell’industria ceramica



Alle 9.30 di martedì 1° ottobre, a Rimini si sono aperti i cancelli della 18a edizione di Tecnargilla, la più importante fiera mondiale delle tecnologie per l’industria ceramica. Ad inaugurare la manifestazione sono stati i presidenti di Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni, e di Acimac, Franco Stefani, insieme al presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani.
Il modernissimo quartiere fieristico, per 5 giorni diventa luogo di incontro obbligato tra fornitori di macchine, materie prime, attrezzature e servizi, e le industrie produttrici di piastrelle, sanitari, stoviglieria, oggettistica in ceramica, laterizi, refrattari, ceramici avanzati.

A rafforzarsi in questa edizione è soprattutto la completezza dell’offerta espositiva che conferma Tecnargilla come migliore vetrina del settore. Sono presenti infatti tutti gli operatori della filiera, tra cui spicca, per dimensioni, il comparto dei costruttori di macchine e impianti per ceramica: in questo settore l’Italia rappresenta il più grande e articolato sistema industriale mondiale, leader sui mercati internazionali e praticamente privo di competitori; secondo i dati Acimac (l’Associazione nazionale di categoria dei costruttori di macchine per ceramica), le 180 aziende del comparto esprimono un giro d’affari annuo pari a 1.523 milioni di euro, di cui il 68% ricavato dall’export.
A fianco di macchinari e attrezzature, numerosissimi poi i colorifici, gli studi grafici, i fornitori di materie prime, servizi accessori.

I record di Tecnargilla sono nei numeri:
· 80.000 metri quadrati di area espositiva occupata (+14,2% rispetto all’edizione del 1999)
· 44.000 mq di area espositiva netta (+12,8%)
· 513 stand allestiti (23 in più rispetto al 1999), per un totale di 795 espositori, di cui il 30,5% stranieri, provenienti da 31 paesi.


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CACCIA ALLA VOLPE… UMANA
CON QUARANTA CAVALIERI


A Mirandola di Modena l'incruenta galoppata


Un cacciatore a cavallo sarà la volpe e gli altri cavalieri dovranno cercare di prenderlo nella suggestiva area delle Valli mirandolesi. Si svolgerà domenica 6 ottobre (dalle ore 10.30 circa), sui terreni della coop agricola “Focherini”, la seconda edizione della “Caccia alla volpe nelle Valli”. Il ritrovo è presso il Barchessone Vecchio, dove, dopo il saluto di rito, i cacciatori partiranno per un’iniziativa che l’anno scorso ha attirato una folla di curiosi.
L’iniziativa, che sarà diretta dal colonnello Vittorio Varrà (già organizzatore dell’annuale Concorso Ippico delle Valli), è organizzato dalla Società di caccia alla volpe di Bologna con il patrocinio del Comune di Mirandola e la collaborazione di Croce Blu e Comitato Sagra di San Martino Spino. Una quarantina i cavalieri attesi, da Brescia, Verona, Bologna, Milano e Modena. Ci saranno anche carrozze al seguito.
In Italia la caccia alla volpe fu introdotta da Lord Chesterfield nel 1836. Anche nelle Valli mirandolesi, così ricche di cavalli, era abitudine praticare questo sport in passato. Ricordiamo che nel Rinascimento si cacciava con sfarzosi equipaggi e con rituali complicati che solo potenti signori potevano permettersi. L’ultima caccia alla volpe “non virtuale” nelle Valli è stata organizzata nel 1951.
In occasione della Caccia alla Volpe di domenica 6 ottobre il Gruppo Arte di San Martino Spino ritorna ad esporre al Barchessone Vecchio con “San Martino Arte”, mostra di pittori sammartinesi e di ceramiche graffite a punta e a stecca. La mostra resterà aperta sabato 5 ottobre dalle 15 alle 19 e domenica 6 dalle 9.30 alle 14.30 e dalle 15.30 alle 19.



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AUTONOMIA SCOLASTICA:
CONVEGNO NAZIONALE A MODENA
SULLA SCUOLA IL 4 OTTOBRE


"La sperimentazione della Moratti è il collaudo di un incubo, poiché sottopone la scuola pubblica alla scure dei tagli e alla perdita di autonomia attraverso la riappropriazione dei poteri da parte del Ministero. Una vera e propria inversione di tendenza, che ci riporta indietro di decenni, che annulla la faticosa quanto importante riforma della scuola, avviata nel '97". Questo il giudizio della Cgil Scuola che intende contrastare questo disegno, rilanciando e valorizzando tutte le iniziative per affermare l'autonomia scolastica e la centralità della scuola pubblica.
Per questa ragione il sindacato ha promosso, insieme a Proteo, un Convegno nazionale a Modena il 4 ottobre prossimo, dal titolo "Autonomia scolastica: garanzia costituzionale per una buona scuola pubblica".
I lavori si terranno nella Sala 9 Gennaio 1950 della Camera del Lavoro (10 piano), in piazza Cittadella 36, per l'intera giornata, con inizio alle ore 8,30. La sessione della mattina affronterà i nodi teorici: "La scuola come diritto di cittadinanza nella società delle conoscenze", relatore Omer Bonezzi (presidente nazionale di Proteo Fare Sapere); "L'autonomia scolastica nel titolo quinto della Costituzione" (relatrice Maria Brigida, della segreteria nazionale Cgil Scuola); "Libertà di insegnamento ed autonomia professionale" (Armando Catalano, responsabile Dirigenti scolastici della Cgil Scuola), "L'autonomia didattica nella nuova Scuola", relazione tenuta da Pino Patroncini del centro nazionale Cgil Scuola.
Nel pomeriggio verranno presentate le esperienze più positive dell'autonomia nelle scuole modenesi, con le relazioni di Ermes Ghiddi (Direttore Servizi ITI Vinci di Carpi), Adriana Querzè (Dirigente scolastico, Nonantola) e Andrea Armaroli (delegato Rsu dell'Istituto Paradisi-Allegretti di Vignola). Le conclusioni, previste per le ore 17.30, saranno affidate a Enrico
Panini, Segretario generale nazionale della Cgil Scuola.


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ISRAELE/TERRITORI OCCUPATI/AUTORITA’ PALESTINESE:
UN RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL
SULL’UCCISIONE DEI BAMBINI


Oltre 250 bambini palestinesi e 72 israeliani sono stati uccisi in Israele e nei Territori Occupati negli ultimi 23 mesi. Mentre il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo si riunisce per esaminare il rapporto presentato da Israele sull’attuazione della Convenzione sui diritti del fanciullo, Amnesty International si appella ad israeliani e palestinesi affinche’ giungano ad un’intesa per evitare l’uccisione di altri bambini.

“Uccidendo il futuro: i bambini nel mirino”, il rapporto diffuso oggi da Amnesty International, analizza il modo in cui i bambini palestinesi e israeliani sono stati presi di mira come mai in passato dall’inizio della nuova intifada.

“Le conseguenze maggiori di questo conflitto stanno ricadendo sempre di piu’ sui bambini. Sia le Forze di difesa israeliane (Idf) che i gruppi armati palestinesi mostrano un’indifferenza assoluta per la loro vita e in generale per quella della popolazione civile”, ha dichiarato Amnesty International, secondo la quale “deve essere ristabilito il rispetto per la vita umana. Solo una nuova intesa tra palestinesi e israeliani potra’ impedire l’uccisione di altri bambini”.

L’impunita’ di cui godono i soldati israeliani e i gruppi armati palestinesi responsabili delle uccisioni dei bambini, ha senza dubbio contribuito a creare una situazione in cui il diritto alla vita dei bambini e di tutti i civili vale poco o nulla.

“Ce n’e’ abbastanza di ragioni e scuse inaccettabili. Sia il governo di Israele che l’Autorita’ Palestinese devono agire con celerita’ e fermezza per indagare sull’uccisione di ogni bambino ed assicurare che tutti i responsabili di questi crimini siano consegnati alla giustizia”, ha affermato l’organizzazione per i diritti umani.

La comunita’ internazionale dovra’ dare ascolto all’appello di Amnesty International e di numerose altre organizzazioni non governative per l’invio di osservatori internazionali nella regione. Il governo israeliano dovra’ cessare di rifiutare la loro presenza. Secondo Amnesty International, la presenza di osservatori sin dall’ottobre 2000 avrebbe potuto salvare la vita dei bambini israeliani e palestinesi e degli altri civili.

Uccisioni di bambini palestinesi

Nella maggior parte dei casi, i bambini palestinesi sono stati uccisi nei Territori Occupati quando i soldati delle Idf hanno risposto alle manifestazioni e ai lanci di pietre con un uso illegale ed eccessivo della forza letale. Ottanta bambini sono stati uccisi dalle Idf nei soli primi tre mesi di intifada.

Sami Fathi Abu Jazzar e’ morto alla vigilia del suo dodicesimo compleanno dopo essere stato colpito alla testa da una pallottola esplosa da soldati israeliani su una folla composta per la maggior parte da bambini in eta’ scolare. La sparatoria ha avuto luogo a conclusione di una manifestazione con lanci di pietre. Nello stesso episodio sono rimasti feriti altri sei bambini. Secondo una delegazione di Amnesty International, che si trovava tra la folla in quel momento, la vita dei soldati non era in pericolo.

Nell’ultimo anno bambini palestinesi sono stati uccisi quando i soldati delle Idf hanno aperto il fuoco in modo indiscriminato e lanciato attacchi con bombe e granate contro zone residenziali, in circostanze in cui non erano in corso scontri e i militari israeliani non erano in pericolo di morte. Altri hanno perso la vita nel corso di assassinii ordinati dalle autorita’ israeliane, durante distruzioni di abitazioni palestinesi eseguite senza preavviso oppure a causa di granate contenenti piccole frecce metalliche o di trappole esplosive usate dalle Idf in aree densamente popolate.

Il grande numero dei bambini uccisi e feriti e le circostanze in cui sono stati uccisi indicano che le Idf hanno fatto poco o nulla per evitare di colpire i bambini.

Dina Matar, di 2 mesi e Ayman Matar, di 18 mesi, erano tra i nove bambini uccisi il 22 luglio di quest’anno, quando un F-16 delle Idf ha sganciato una bomba da una tonnellata su una zona densamente popolata di Gaza City, uccidendo 17 persone. Lo scopo dell’attacco era l’assassinio di un attivista di Hamas, che ha perso la vita insieme agli altri. Il giorno dopo, il Primo Ministro israeliano Ariel Sharon ha definito l’attacco “una delle operazioni di maggiore successo”.

Diversi bambini palestinesi sono inoltre morti dopo che erano stati fermati ai posti di blocco israeliani ed era stato ritardato o impedito il loro transito verso gli ospedali. Almeno tre bambini palestinesi sono stati uccisi da coloni israeliani. Nella maggior parte dei casi le Idf non sono
intervenute per proteggere i palestinesi dai coloni, i cui omicidi rimangono impuniti.

Uccisione di bambini israeliani

I bambini israeliani sono stati uccisi da gruppi armati palestinesi sia nei Territori Occupati che all’interno di Israele. Il primo bambino israeliano ucciso nell’attuale intifada e’ morto nel gennaio 2001 vicino a Ramallah, nei Territori Occupati. In circa il 70% dei casi, i bambini israeliani sono stati uccisi da attacchi suicidi palestinesi, nei restanti casi in sparatorie e in attentati ai danni di automobili o autobus di linea.

Negli ultimi 18 mesi vi e’ stato un aumento significativo di attacchi nei confronti di civili israeliani con un numero crescente di vittime tra i bambini. Solo nei primi sette mesi del 2002, 36 bambini israeliani sono stati uccisi da gruppi armati palestinesi, 19 in Israele e 17 nei Territori Occupati.

Il 1° giugno 2001 un attentatore suicida si e’ fatto esplodere in mezzo ad un gruppo di ragazzi che attendevano di entrare nel night club “Dolphinarium” di Tel Aviv. Dodici delle 21 persone rimaste uccise avevano meno di 18 anni. Tra le vittime vi erano Maria Tagilchev, 14 anni -fuori dalla cui scuola due giorni prima era esplosa un’ autobomba - e Yevgenia Keren Dorfman, 15 anni, morta diciotto giorni dopo per le gravi ferite al cervello riportate nell’attentato. Le brigate ‘Izz al-Din al Qassam, la frangia armata del gruppo islamista Hamas, hanno rivendicato l’attacco annunciando di compierne altri.

Il 2 marzo 2002 a Gerusalemme 12 persone sono state uccise e piu’ di 50 sono rimaste ferite a causa di un attacco suicida palestinese. La bomba e’ esplosa vicino a un gruppo di donne in attesa, con i loro bambini, dell’uscita dei mariti dalla vicina sinagoga. Tra le vittime vi erano due sorelle, Shiraz Nehmad di 6 anni e Liran di 2 e i loro quattro cugini, Lidor e Oriah Ilan rispettivamente di 12 anni e 18 mesi, e Shaul e Avraham Eilahu Nehmad di 15 e 17 anni.


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