lunedì, marzo 31, 2003

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====== MODENA ======


UN CANTIERE PER LA CULTURA AL SANTA MARGHERITA

Dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena un impegno di oltre 5 milioni di euro per lo stralcio finale dei lavori di recupero nel palazzo che ospita diversi istituti culturali dell’Amministrazione comunale

Il recupero del Palazzo Santa Margherita, iniziato nel 1987, si colloca nel programma del Comune di Modena per la riqualificazione di significativi complessi monumentali cittadini e la loro restituzione a funzione pubblica e culturale.
A distanza di vent’anni dall’inizio dei lavori che hanno visto la realizzazione degli spazi destinati al Liceo Musicale “Orazio Vecchi”, l’apertura al pubblico della rinnovata Biblioteca Civica “A. Delfini” ed al primo piano, la collocazione della Galleria Civica d’Arte Moderna, si iniziano ora i lavori (presentati stamattina alla stampa alla presenza del sindaco Giuliano Barbolini e del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Gianfranco Baldini) per completare il progetto che vuole restituire a questo edificio, di grande valore storico, il ruolo di polo cittadino delle arti e della cultura.
Sono infatti rimasti esclusi dai lavori precedenti alcuni ambienti al primo piano e la quasi totalità del secondo piano e del sottotetto, già interessati precedentemente dal consolidamento strutturale. Sarà quindi realizzato, con questo ultimo stralcio dei lavori, interamente finanziato e gestito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, l’ampliamento degli spazi della Galleria Civica, l’istituzione del Museo della figurina ed una significativa trasformazione e riorganizzazione della Biblioteca Civica “Antonio Delfini”, configurando così il complesso di Santa Margherita come un Palazzo della Cultura. Per la biblioteca che conta oggi 15.000 iscritti, 700 frequentatori al giorno e quasi 180.000 libri prestati all’anno, si prevede in particolare di realizzare una nuova sala di lettura, collegata a quella esistente e dotata di un soppalco perimetrale al fine di incrementare il numero degli scaffali disponibili e le postazioni multimediali, che comprenderanno anche spazi ad uso fonoteca e TV satellitare. Un’altra necessità pressante della biblioteca è quella di avere spazi idonei ad archiviare un numero sempre crescente di volumi. E’ nata dunque la necessità di spazi per lo stoccaggio dei volumi e di sistemi intelligenti ed efficaci sia per la loro archiviazione sia per il rapido reperimento. A tal fine è stata prevista la realizzazione di una torre libraria in un locale adiacente alle sale lettura, all’interno della quale verranno inseriti un sistema di scaffalature ed un trasloelevatore automatico in grado di archiviare fino a 55.000 libri utilizzando un apposito software.
La Galleria Civica che attualmente dispone di circa 660 mq tra spazi espositivi, uffici e spazi di servizio, verrà incrementata, con il nuovo progetto, di altri 670 mq di cui 520 adibiti a nuove sale espositive e laboratori. Il secondo piano del palazzo infatti è destinato ad accogliere, conservare e rendere fruibili i quasi 5000 disegni di alcuni tra i maggiori rappresentanti dell’arte italiana del Novecento, cui si è aggiunto di recente il nucleo della collezione Don Casimiro Bettelli, e le oltre 3000 fotografie d’autore raccolte in questi anni dalla Galleria Civica. Sempre al secondo piano troverà spazio anche il Museo della Figurina che, con il suo patrimonio di oltre 500.000 pezzi stampati a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, è una delle collezioni più rilevanti del settore a livello internazionale. Accanto alla sala espositiva ed agli uffici , la sede permanente avrà anche laboratori didattici, aule per la ricerca multimediale e spazi per gli studiosi. Tutto il secondo piano si verrà così fortemente a caratterizzare come centro di conservazione, ricerca, promozione di attività legate a questi specifici settori, tra loro strettamente collegati, divenendo così un polo museale unico nel suo genere.
I lavori sono stati assegnati tramite gara d’appalto alla ditta CMB di Carpi (Mo).


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UN PITTORE EMILIANO NEGLI ANNI DELLA PESTE

Dal 29 marzo al 15 giugno Modena rende omaggio al più grande artista locale del primo '600 proponendo accanto ai suoi dipinti opere di Scarsellino, Guercino e Reni

E' stato il più grande pittore modenese della prima metà del Seicento, un artista "molto studioso e di amorevole maniera" che si trovò a vivere e a lavorare negli anni della peste - proprio quella narrata da Alessandro Manzoni nei "Promessi sposi" - che nel 1630 provocò la morte di 4 mila degli oltre 17 mila abitanti della città, da poco divenuta capitale dopo il trasferimento degli Estensi da Ferrara.
A Lodovico Lana (Codigoro 1597- Modena 1646) e alla sua opera, che si inquadra nel contesto artistico del primo Seicento emiliano, è dedicata la mostra "L'amorevole maniera", che dal 29 marzo al 15 giugno proporrà in tre sedi di Modena - la chiesa del Voto, la Galleria Estense e il Palazzo comunale - dipinti di soggetto religioso e profano, ritratti e incisioni (ingresso 6 euro, ridotto 4, informazioni al numero 059 200125 e al sito internet www.comune.modena.it/palazzodeimusei, visite guidate alla mostra e alla città barocca a cura di Gaiam, tel. 059 302563 - 349 1931875).
Organizzata dall'assessorato alla Cultura del Comune di Modena, dal Museo civico d'arte, dalla Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico e demoetnoantropologico di Modena e Reggio Emilia e dalla Banca Popolare dell'Emilia-Romagna, la mostra curata da Daniele Benati e Lucia Peruzzi (organizzazione di Francesca Piccinini) propone, accanto ad opere di Lana, anche dipinti di Guercino, Reni, Scarsellino, Bononi, Schedoni, Loves e Stringa (il catalogo è pubblicato da Silvana editoriale).
Nato a Codigoro e formatosi a Ferrara, probabilmente alla scuola dello Scarsellino, Lodovico Lana si trasferisce ben presto nella nuova capitale del ducato estense e realizza una personale sintesi tra il naturalismo del Guercino e l'idealismo del Reni, come traspare bene nelle opere degli anni Trenta, tra cui il gonfalone con "San Geminiano che raccomanda alla Vergine la città di Modena", conservato nel Palazzo Comunale, e la "Pala della peste" della Chiesa del Voto, traguardo artistico della sua produzione.
I colti riferimenti al Reni, ormai pienamente diffusi nel ducato estense, anche grazie all'attività del Boulanger, si possono cogliere nella "Natività della Vergine", che tuttavia non abbandona sinceri rimandi a tratti descrittivi di domestica naturalezza, propri della cultura artistica ferrarese. Il momento più alto della produzione del Lana è rappresentato da veri capolavori come "Erminia e Tancredi" del Museo Civico di Modena e "Dedalo e Icaro" della Galleria Doria-Pamphili di Roma, che documentano la qualità raggiunta dall'artista nei dipinti di soggetto profano.
La mostra si articola in tre sedi. La sezione ospitata nella Chiesa del Voto (via Emilia centro) è dedicata alle opere di soggetto religioso di committenza ecclesiastica e nobiliare. Al centro dell'unica navata si può ammirare la "Pala della peste", commissionata a Ludovico Lana dalla Comunità nel 1636. La stessa chiesa venne eretta per volontà della Comunità modenese al termine dell'epidemia manzoniana del 1630, come segno di ringraziamento alla Vergine della Ghiara per aver fatto cessare il contagio.
La seconda sezione si trova alla Galleria Estense (Palazzo dei Musei, viale Vittorio veneto 5), dove nelle sale dedicate al Seicento emiliano, che costituiscono parte integrante del percorso di mostra, si può ammirare ciò che rimane della produzione di carattere profano del Lana, cioè dipinti di soggetto letterario e alcuni ritratti. Viene qui presentata anche la produzione grafica dell'artista, da collegare anche all'attività didattica che egli svolse nell'ambito della locale Accademica, soprattutto dopo la morte di Bernardino Cervi durante la peste del 1630. Le incisioni documentano anche alcuni dipinti di carattere profano andati perduti.
La Sala del Vecchio Consiglio del Palazzo comunale di Modena ospita infine il gonfalone del Comune di Modena con "San Geminiano che raccomanda alla Vergine la città di Modena", dipinto nel 1633, mentre nel contiguo Camerino dei Confirmati è allestita una sezione storico-documentaria, curata dall'Archivio storico comunale, che illustra l'atteggiamento della Comunità nei confronti del contagio della peste e il rapporto di committenza con l'opera di Lana.

Informazioni turistiche
IAT, Via Scudari 12, Modena, tel. 059 206660
Prenotazioni alberghiere e pacchetti turistici
Modenatur, Via Scudari 10, Modena, tel. 059 206688


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TRUFFE VIA E MAIL
TUTTI I SEGRETI



Il commercio elettronico e la pubblicità di merci su internet stanno
offrendo possibilità di sviluppo per molte aziende e costituiscono una
grossa comodità per i consumatori.
La rete rappresenta però un'opportunità anche per truffatori. Si
moltiplicano infatti in tutto il mondo le truffe ai danni degli utenti di
internet perpetrate attraverso messaggi di posta elettronica. Si tratta in
realtà di reati che sottraggono ai singoli utenti generalmente piccole
cifre, ma, attraverso la loro diffusione capillare, sono in grado di fornire
grossi proventi per il truffatore. Nella maggior parte dei casi il tentativo
di truffa inizia con l'invio di una e-mail alla potenziale vittima. In caso
di sospetto è opportuno salvare l'e-mail e informare immediatamente la
Polizia delle Comunicazioni.
Schematizzando, le principali truffe telematiche via internet, perpetrate di
solito inviando una email, sono:
* Finte vendite all'asta sul WEB, con merci offerte e mai
inviate ai clienti o con prezzi gonfiati;
* Offerta di servizi gratuiti su internet che poi si rivelano
a pagamento o mancata fornitura di servizi pagati o fornitura di servizi
diversi da quelli pubblicizzati;
* Vendite di hardware o software su catalogo on-line, con
merci mai inviate o diverse rispetto a quanto pubblicizzato
* Schemi di investimento a piramide e multilevel business;
* Opportunità di affari e franchising;
* Offerte di lavoro a casa con acquisto anticipato di
materiale necessario all'esecuzione di tale lavoro;
* Prestiti di denaro (mai concessi) con richiesta anticipata
di commissione;
* False promesse di rimuovere informazioni negative per
l'ottenimento di crediti (es. rimozione di nominativi da black-list);
* False promesse di concessione (con richiesta di commissione)
di carte di credito a soggetti con precedenti negativi;
* Numeri a pagamento (tipo 899) da chiamare per scoprire un
ammiratore segreto o una fantomatica vincita (di vacanze, di oggetti, ecc.).


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giovedì, marzo 27, 2003

====== MONDO ======


AMNESTY INTERNATIONAL
SUI PRIGIONIERI DI GUERRA:
NO AI DOPPI STANDARD



Amnesty International ha chiesto oggi a tutte le parti coinvolte nel
conflitto in Iraq di trattare i prigionieri di guerra nel pieno rispetto
della III Convenzione di Ginevra.
“Chiediamo ai governi di Iraq, Stati Uniti e Gran Bretagna di
rispettare le leggi di guerra e di trattare tutti i prigionieri in modo
conforme alla III Convenzione di Ginevra” ­ ha dichiarato
l’organizzazione per i diritti umani. “Dovranno essere trattati
umanamente, non dovranno essere sottoposti ad alcuna forma di
tortura o maltrattamento e dovranno avere immediato accesso al
Comitato internazionale della Croce Rossa”.
Il 23 marzo, dopo la diffusione delle immagini dei soldati statunitensi
catturati dagli iracheni, il presidente George Bush e il primo ministro
Tony Blair hanno accusato l’Iraq di aver violato la III Convenzione di
Ginevra e hanno chiesto che i prigionieri siano trattato in modo equo.
Il medesimo principio va applicato nei confronti dei prigionieri di
guerra iracheni.
Lo stesso giorno, tuttavia, altri 30 prigionieri sono stati trasferiti
dall’Afghanistan alla base navale statunitense di Guantanamo Bay, a
Cuba. Sale cosi’ a circa 660 il numero delle persone, di circa 40
diverse nazionalita’, detenute nella base.
“Nonostante molte richieste, Amnesty International si vede ancora
negato l’accesso alle prigioni di Bagram e di Guantanamo Bay.
Chiediamo nuovamente al governo statunitense di ascoltare le
nostre preoccupazioni sul trattamento di questi prigionieri”.
Amnesty International ha sollecitato un’inchiesta esauriente e
imparziale sulle denunce di torture e maltrattamenti che sarebbero
stati commessi da personale statunitense a Guantanamo Bay, ai
danni di detenuti sospettati di essere talebani o membri di al-Qa’ida.
L’organizzazione per i diritti umani ha infine invitato tutti i mezzi
d’informazione ad assicurare che le loro immagini rispettino la
dignita’ di tutti i prigionieri di guerra.


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GUERRA: AMNESTY INTERNATIONAL
RINNOVA L’APPELLO
PER PROTEGGERE LA POPOLAZIONE CIVILE



“Ora che i combattimenti interessano sempre di piu’ le aree urbane,
e’ fondamentale che le autorita’ militari raddoppino i loro sforzi per
proteggere la popolazione civile”, ha chiesto oggi Amnesty
International.
“L’esempio di Bassora dimostra quale puo’ essere l’impatto della
guerra urbana sui civili. Chiediamo esplicitamente ai comandi militari
di sapere quali misure sono state adottate per proteggere la
popolazione civile”, ha aggiunto l’organizzazione per i diritti umani.
Tutte le parti coinvolte nel conflitto in Iraq devono garantire il
rigoroso rispetto delle leggi di guerra sulla protezione della
popolazione civile e degli obiettivi civili. Gli attacchi non devono
causare perdite sproporzionate di vite umane. In particolare,
Amnesty International ricorda il divieto di:
- attacchi contro la popolazione civile od obiettivi civili;
- attacchi contro infrastrutture, anche se usate a scopi militari, se le
conseguenze a breve e lungo termine per la popolazione civile sono
sproporzionate rispetto al concreto e diretto vantaggio militare che si
vuole conseguire con tali attacchi;
- attacchi contro strumenti e strutture di comunicazione solo perche’
vengono utilizzati a scopo di propaganda;
- attacchi su altri obiettivi civili, anche se chi li colpisce ritiene che in
tal modo verra’ fiaccata la volonta’ di combattere del nemico.
Amnesty International ha sollecitato tutte le parti in guerra “a
prendere tutte le precauzioni necessarie per risparmiare la
popolazione civile, diffondendo avvertimenti ogni volta che cio’ sia
possibile e non ricorrendo all’uso di scudi umani”.


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AMNESTY INTERNATIONAL:
“OGNI ATTACCO DIRETTO
NEI CONFRONTI DEI CIVILI
COSTITUISCE UN CRIMINE DI GUERRA”



“Temiamo che da entrambe le parti in conflitto siano commessi
crimini di guerra”, ha dichiarato oggi Amnesty International. “Ogni
attacco diretto nei confronti dei civili costituisce un crimine di guerra.
Coloro che negano la distinzione tra combattenti e civili compiono un
attacco contro le stesse basi del diritto umanitario”.
L’organizzazione per i diritti umani ha sottolineato che compiere
attacchi contro obiettivi civili e attacchi contro obiettivi militari che
provocano danni sproporzionati alla popolazione civile rappresenta
un crimine di guerra.


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DICHIARAZIONE DI AMNESTY INTERNATIONAL
SUL BOMBARDAMENTO DELLA SEDE
DELLA TV DI STATO IRACHENA




Amnesty International ha dichiarato oggi che il bombardamento
contro la sede della televisione di stato irachena potrebbe costituire
una violazione delle Convenzioni di Ginevra.
“Il bombardamento di una stazione televisiva, semplicemente
perche’ e’ usata a scopi di propaganda, non puo’ essere tollerato. E’
un obiettivo civile e pertanto e’ protetto dal diritto internazionale
umanitario” ­ ha affermato l’organizzazione per i diritti umani.
Secondo l’Articolo 52 (2) del I Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni
di Ginevra, “gli attacchi dovranno essere strettamente limitati a
obiettivi militari (…) Gli obiettivi militari sono circoscritti a quelli che
per la loro natura o locazione, il loro scopo o uso possono dare un
effettivo contributo all’azione militare e la cui distruzione - totale o
parziale - cattura o neutralizzazione, nelle circostanze del momento,
offre un chiaro vantaggio militare.


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====== MODENA ======


L'IMPEGNO CULTURALE
DELLA FONDAZIONE
CASSA DI RISPARMIO DI MODENA


Domenica 9 marzo 2003 ha chiuso definitivamente i battenti, alla soglia delle 20.000 presenze, la mostra “ALBERTO GIACOMETTI E MAX ERNSTSURREALISMO E OLTRE NELLA COLLEZIONE GUGGENHEIM” organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena in collaborazione con la Fondazione Peggy Guggenheim di Venezia ed allestita al Foro Boario.

Un vero successo per Modena e per la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che conferma la qualità delle scelte operate e la continuità di un percorso che la vede da diversi anni impegnata nella realizzazione di eventi dedicati a importanti movimenti ed a personaggi salienti dell’arte, non solo italiana, fornendo alla città di Modena l’occasione di porsi tra le più accreditate sedi della cultura europea.
In questa occasione è stata determinante la collaborazione venutasi ad instaurare con la Fondazione Peggy Guggenheim che ha consentito di presentare, in un suggestivo percorso, ideato e curato da Luca Massimo Barbero, importanti opere, provenienti dal museo di New York e dalla collezione veneziana. E’ stata l’occasione per il pubblico di conoscere ed apprezzare anche alcuni lavori raramente esposti o addirittura celati e Modena, città già ricca di cultura e di storia, ha avuto un opportunità in più per ospitare migliaia di turisti provenienti da tutta l’Italia e, anche se in piccola parte, ma non trascurabile, dall’Estero.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Modena che da oltre 10 anni opera sul territorio realizzando grandi progetti in campo sociale e culturale è stata gratificata da questo nuovo successo e confortata per aver intrapreso un giusto cammino. Infatti sono state e continuano ad essere priorità per la Fondazione la promozione della ricerca scientifica e delle attività culturali, in particolare attraverso la conservazione, il recupero e la valorizzazione del patrimonio artistico, storico-culturale ed ambientale, nonché le attività di rilevante valore sociale, volte principalmente alla formazione giovanile ed alla tutela delle categorie più deboli.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, manifestando una particolare sensibilità nella promozione e nel sostegno delle attività culturali, ormai da diversi anni è impegnata nella realizzazione di mostre dedicate a importanti momenti e personaggi della pittura italiana fornendo l’occasione alla città di Modena di confrontarsi con le più accreditate sedi della cultura europea. Tra queste la mostra La pittura a Venezia dagli anni di Ca’ Pesaro alla Nuova Oggettività realizzata nel 1999, curata da Luca Massimo Barbero, ha dato avvio ad un percorso espositivo che ha presentato alcuni tra i maggiori protagonisti del Novecento italiano. La mostra su Giorgio de Chirico, allestita tra il 2000 ed il 2001 ha inteso proseguire questo percorso con un una delle più straordinarie figure del secolo trascorso. Lo scorso anno, avvalendosi sempre della collaborazione di Luca Massimo Barbero, ha realizzato l’esposizione dedicata a Filippo de Pisis L’uomo e la natura, allestita presso la chiesa di San Vincenzo di Modena, edificio eretto nel secolo XVII, restituito alla città dopo un rigoroso intervento di restauro promosso e finanziato dalla Fondazione stessa.
.
Per la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena è prioritario l’impegno inteso a valorizzare il ricco patrimonio artistico della città e della provincia di Modena ed in questo spirito interviene fattivamente nel recupero di monumenti simbolo della cultura e della storia del territorio.

Chiesa di Santa Maria degli Angeli detta Madonna del Paradiso (Ubicata nel centro storico della città) Il restauro, concluso, ha previsto il recupero della struttura architettonica dell’intero edificio della chiesa costruita nel 1596 su disegno di Giovanni Guerra. Particolare attenzione è stata dedicata al restauro dell’opera d’arte più pregevole: un soffitto ligneo a cassettoni dipinto, databile tra la fine del XVI secolo e gli inizi del XVII, con numerosissimi volti umani, teste di cherubini, festoni di fiori, ai quali conferiscono maggiore luminosità rosoni dorati. Il restauro ha consentito anche di dare nuova visibilità a una elegante cornice che corre attorno alle pareti alla base del soffitto a cassettoni e nella quale sono raffigurati i simboli della devozione mariana.

Palazzo Ducale Il progetto di restauro per i due Torrioni Angolari è stato finanziato dalla Fondazione Cassa Risparmio di Modena e concluso, mentre ora si prosegue con un progetto per i locali dell’ala nord orientale, prospicienti Corso Cavour, collegati con quelli che si affacciano sul giardino estense, già sede del circolo sottufficiali. Questi ultimi locali in particolare nella seconda metà del Seicento collegavano la galleria sacra, con raffigurazioni dipinte da Francesco Stringa, con il convento delle monache Salesiane, ora sede dell’Accademia militare e ospitavano nel Settecento la Galleria dei Disegni e delle Medaglie, dove erano collocate le collezioni più rare e preziose dei Duchi d’Este. Gli interventi prevedono, oltre al consolidamento delle strutture murarie, il restauro degli affreschi dei soffitti di tutti i locali.

Duomo di Modena In occasione del nono centenario è stato dato il via ad una serie di interventi di restauro, già conclusi, che hanno portato alla pulitura sia del paramento lapideo, annerito dall'inquinamento atmosferico, sia del lato meridionale con specifica attenzione alla Porta Regia, sia delle absidi ed ha consentito in particolare di ridare nuova visibilità al ricco apparato scultoreo delle semicolonne e delle colonne dei matronei , nonchè delle mensole che percorrono tutta la superficie esterna della cattedrale.
L'intervento è risultato di particolare rilevanza dato che la cattedrale unitamente alla torre Ghirlandina e alla piazza Grande su cui si affaccia, è stata inserita dall UNESCO nel patrimonio mondiale dell'umanità.

La Fondazione Cassa Risparmio di Modena continua questo importante lavoro di recupero e, con il nuovo anno, ha finanziato e sono attualmente in corso i restauri di:

Palazzo Santa Margherita
Progettato e interamente finanziato dalla Fondazione il completamento del Recupero del Palazzo Santa Margherita in corso Canalgrande che ospita la Galleria Civica e la Biblioteca Civica "Antonio Delfini". Il palazzo, che fu progettato in stile neoclassico dall'architetto Francesco Vandelli per volontà del duca Francesco IV d'Austria Este, incorporò la chiesa e il convento di Santa Margherita. Il convento fu abbandonato nel 1798 dai Padri Osservanti per essere destinato a caserma di cavalleria: la chiesa, ubicata nell'angolo sud-est del Palazzo, continuò invece ad essere officiata da loro fino al 1808. I lavori previsti consentiranno di ampliare Biblioteca e Galleria e di realizzare una sala polivalente all'interno della vecchia chiesa e una torre libraria nel campanile.

Chiesa di San Barnaba a Modena
E' stato previsto il restauro completo della chiesa di San Barnaba, inagibile dal 1996, a causa dei gravi danni provocati dal terremoto. La chiesa fu eretta a partire dal 1660 dai Padri Minimi di San Francesco di Paola: la facciata fu costruita un secolo dopo. L'interno è a una sola navata con sei cappelle laterali e un'abside rettangolare: i dipinti della volta, realizzati da Sigismondo Caula nel Seicento, furono ritoccati nella prima metà dell'Ottocento da Luigi Manzini e Camillo Crespolani

Torre dei Bolognesi in Nonantola (Mo)
La Torre dei Bolognesi, di aspetto prettamente medievale, fu construita nel 1307 e nel corso dei secoli ha visto più volte modificata la propria destinazione d’uso ed è l’unica rimasta del possente sistema difensivo del paese che comprendeva, oltre alle mura, sei torri.

Chiesa di Santa Filomena in Nonantola (Mo)
La chiesa, nota alla metà del secolo scorso con il nome di S. Filomena ma indicata in antico con un altro nome, era destinata in origine all'assistenza religiosa dei malati ricoverati nell'ospedale vicino. Sappiamo che nel 1583 l'edificio religioso versava in condizioni critiche e che tra il 1583 e il 1597 esso venne ricostruito ed ampliato. Alla fine del 1611 la chiesa presenta la forma ed estensione attuale, con la costruzione del pronao e della facciata a timpano e pinnacoli, il coro poligonale e il piccolo campanile. La chiesa fu sede della confraternita dei Battuti e più tardi di quelle del Nome di Gesù e dell'Immacolata Concezione. Il progetto di restauro in corso prevede il radicale risanamento e consolidamento dell'edificio dalle strutture fondali ai muri verticali alla copertura. Si procederà poi al rifacimento del soffitto, al restauro degli stucchi e degli altari così da prevedere una ricollocazione di dipinti di dimensioni adeguate provenienti dal patrimonio religioso locale o da quello diocesano.

Abbazia di Frassinoro (Mo)
L'attuale abbazia di Frassinoro è ciò che rimane, peraltro rimaneggiato in più occasioni, di una antica abbazia benedettina la cui fondazione risale al 1071 in ambito canossiano, ubicata lungo la via Bibulca. La chiesa attuale, sia pure rimaneggiata più volte è stata costruita all'indomani dell'abbattimento della Badia di Frassinoro alla metà del Quattrocento dall'ultimo degli abati residenti, Lionello de' Nobili. L'edificio religioso, dedicato alla Beata Vergine Assunta, è costruito interamente in sasso con il campanile ubicato sulla parte destra della facciata. Il progetto di restauro, che vede impegnate l'Arcidiocesi di Modena e Nonantola e la Fondazione, consiste essenzialmente in lavori di manutenzione straordinaria, riguardanti la copertura e i paramenti murari in sasso. Si procederà anche alla sistemazione delle parti lapidee presenti sulla facciata.

Palazzo Ducale di Modena
Gli interventi della Fondazione per il recupero del Palazzo Ducale, ora sede dell'Accademia Militare, proseguono, dopo il restauro dei torrioni sulla facciata, con un progetto per i locali dell'ala nord orientale, prospicienti Corso Cavour, collegati con quelli che si affacciano sul giardino estense, già sede del circolo sottufficiali. Questi ultimi locali in particolare nella seconda metà del Seicento collegavano la galleria sacra, con le raffigurazioni di San Contardo e delle beate Beatrici dipinte da Francesco Stringa, con il convento delle monache Salesiane, ora sede dell'Accademia militare e ospitavano nel Settecento la Galleria dei Disegni e delle Medaglie, dove erano collocate le collezioni più rare e preziose dei Duchi d'Este. Gli interventi prevedono, oltre al consolidamento delle strutture murarie, il restauro degli affreschi dei soffitti di tutti i locali.


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OCCUPAZIONE 2002: SALDO ATTIVO,
CRESCONO TERZIARIO ED EXTRACOMUNITARI



Meno avviamenti al lavoro e meno cessazioni, ma il saldo – positivo - è il più alto dal 1996 a oggi. Esplode il terziario, stabili industria e agricoltura, cala la pubblica amministrazione.
Diminuiscono i contratti a tempo indeterminato e di formazione lavoro, aumentano le assunzioni a termine e i part-time. In leggera ripresa i lavoratori modenesi, crescono gli immigrati extra Ue.
È la fotografia dell’occupazione modenese nel 2002 ricavata dalla CISL che ha elaborato e analizzato, come di consueto, i dati forniti dai sei Centri per l’Impiego della Provincia di Modena.
L’anno scorso gli avviamenti al lavoro sono stati 85.102, in calo rispetto al 2001 e 2000. Tuttavia sono notevolmente diminuite anche le cessazioni (64.359, il dato più basso degli ultimi cinque anni), per cui il saldo positivo, pari a 20.563 unità, è risultato il più alto dal 1996 a oggi.
Disaggregando i dati per settore, si nota subito l’impennata del terziario, che presenta un saldo positivo avviati-cessati di 12.510 unità, pari al 60,8 per cento del totale. Un anno fa era meno del 50 per cento. Con un saldo di 2.803 unità, l’industria è superata dall’agricoltura (4.961), mentre la pubblica amministrazione registra il saldo più basso degli ultimi sei anni: 289 unità.
Per quanto riguarda la tipologia dei contratti stipulati, si conferma la tendenza a privilegiare il tempo determinato a rispetto a quello indeterminato. Il primo è ormai largamente maggioritario (54,4 per cento degli avviamenti), il secondo è sceso a meno di un terzo del totale. Calano anche i Cfl (contratti di formazione lavoro), che servivano in origine per favorire l’assunzione dei giovani, cresce leggermente il part-time, ormai vicino al 10 per cento degli avviamenti complessivi.
Se guardiamo, invece, alla provenienza dei lavoratori, il 65 per cento è modenese. Un dato, questo, in leggerissima ripresa rispetto al 64,8 per cento dell’anno scorso, ma comunque sempre di molto inferiore ai valori precedenti. Anche i lavoratori provenienti da altre regioni sono diminuiti: nel 2001 rappresentavano il 15 per cento del totale, l’anno scorso sono scesi al 12,3. Inarrestabile, invece, la crescita degli extracomunitari: nel 2002 hanno sfiorato i 14 mila, pari al 16,3 per cento.
Infine i dati per circoscrizioni. Anche nel 2002 Modena ha avuto, come sempre, il maggior numero di avviati (36.579), ma il saldo attivo più alto è quello di Carpi (7.007). Vignola è l’unico distretto con un saldo negativo (-857). Era successo anche l’anno scorso, mentre Pavullo, che nel 2001 aveva registrato un saldo pari a –192, l’anno scorso si è riportato in attivo (+62).

PREVISIONI SETTORIALI PER IL PRIMO SEMESTRE 2003
Per il settore metalmeccanico il segretario provinciale della FIM-CISL Pasquale Coscia prevede un mercato stagnante con sintomi di crisi locale (vedi Italtractor di Castelvetro e Areilos di Soliera). Anche il comparto dell’automazione per ceramica lancia segnali di rallentamento; il mercato mondiale è in calo, mentre si fa sempre più dura la concorrenza dei cinesi.
Ancora peggiori le previsioni per il settore ceramico. Secondo il segretario provinciale della FEMCA-CISL Vincenzo Tagliaferri nei primi mesi del 2003 si registrerà una contrazione delle produzioni, tanto è vero che alcuni impianti sono ancora fermi da Natale. Sono in aumento mobilità e cassa integrazione, mentre le aziende assumono il minimo indispensabile.
Stallo e incertezza regnano anche nel tessile-abbigliamento, sensibile ai venti di guerra che soffiano in Medio Oriente. Inoltre è in forte crisi il mercato tedesco, uno dei più importanti per le aziende modenesi. Il segretario provinciale aggiunto della FEMCA-CISL Maria Luisa Toschi ritiene che le imprese dotate di marchi affermati non subiranno grossi scossoni, mentre è forte la preoccupazione sul fronte artigianale, dove aumentano sospensioni dei lavoratori e cassa integrazione.
Nel settore agroalimentare si segnala la grave crisi delle aziende della Bassa che producono conserve vegetali. Conserve Italia ha chiuso lo stabilimento di Mirandola e registra difficoltà a Medolla; a S. Felice i problemi del gruppo Cirio rendono incerta la sorte della Del Monte. A questo si aggiunge la chiusura di Montorsi, che da Casinalbo si è trasferito a Correggio. Per il segretario provinciale della FAI-CISL Piersecondo Mediani le previsioni sono stazionarie solo perché il settore si trova già a livelli molto bassi rispetto al passato.
Non prevede cali occupazionali nel terziario, invece, il segretario della FISASCAT-CISL Elmina Castiglioni. Turismo e abbigliamento sono in leggero calo, in compenso vanno forte informatica e commercio di ortofrutta. Il problema generale del settore è la scarsità di investimenti a lungo termine, anche se non in tutti i comparti.
Buone, infine, le previsioni per l’edilizia del segretario della FILCA-CISL Domenico Chiatto.
Alla fine del 2002 si è registrato il livello massimo dell’occupazione negli ultimi nove anni e tutti gli indicatori di settore sono ampiamente positivi. Nessun problema, dunque, per i prossimi sei-nove mesi, ma dopo sarà quasi inevitabile una progressiva contrazione.

CISL: HIGH TECH PER RILANCIO SISTEMA MODENA
Un grande Patto territoriale tra istituzioni, associazioni imprenditoriali e sindacati per rilanciare il Sistema Modena attraverso politiche di sostegno concertate e mirate allo sviluppo dell’High Tech.
Lo propone la CISL modenese dopo l’analisi dell’andamento occupazionale nel 2002.
«La crisi industriale, che tocca anche la nostra provincia, non si risolve cercando di abbassare il costo del lavoro e introducendo ulteriori flessibilità, ma attrezzandosi per competere sul terreno della qualità, dell’innovazione e dei nuovi prodotti – afferma il segretario provinciale della CISL Francesco Falcone – Per fare questo è necessario stabilire nuove regole di governance accettate da enti locali e imprenditori, che favoriscano anche la partecipazione dei lavoratori nella logica della democrazia economica. In altre parole – spiega Falcone – si tratta di stabilire insieme dove e come intervenire per sostenere lo sviluppo, coinvolgendo tutti gli attori sociali».
Per il segretario della CISL occorre innanzitutto far funzionare meglio gli osservatori di settore che tengano costantemente monitorati i comparti principali. Le politiche di sostegno, invece, devono riguardare le infrastrutture materiali (viarie, ferroviarie ecc.) e immateriali (cablaggio), il marketing territoriale (promozione del made in Modena), la modernizzazione della pubblica amministrazione (Sportello unico delle imprese), il recupero e riutilizzo di aree e zone dimesse (non solo la fascia ferroviaria a Modena, ma anche ex Sipe a Spilamberto e altre).
«Inoltre – continua il segretario della CISL – occorre potenziare i centri di ricerca come ProMo e Democenter, in modo che favoriscano la crescita di settori strategici come elettronica, informatica, biotecnologie ecc. e lo sviluppo dei servizi alle imprese e ai distretti». Falcone auspica, poi, una maggiore integrazione tra imprese, università e territorio allo scopo di favorire la ricerca pura e l’innovazione. Su un altro versante è necessario diffondere la formazione continua utilizzando meglio i fondi interprofessionali previsti dai contratti (pari allo 0,30 per cento del monte salario).
Il segretario della CISL si rivolge anche alle banche, esortandole a un sostegno più convinto delle piccole e medie imprese e alla cooperazione, che hanno difficoltà nell’accesso al credito finalizzato agli investimenti. Infine Falcone ammonisce gli imprenditori che puntano esclusivamente sull’abbassamento del costo del lavoro e sullo spostamento all’estero delle produzioni.
«Con l’allargamento a Est dell’Unione europea il costo del lavoro è destinato a livellarsi nel giro di pochi anni. La competitività della nostra economia si gioca sulla qualità e sull’innovazione dei prodotti e servizi. Occorre passare nel giro di pochi anni dai prodotti di massa ai prodotti altamente tecnologici, altrimenti il Sistema Modena rischia di perdere terreno sui mercati vecchi e nuovi. Questo sforzo può avere successo – conclude il segretario della CISL - attraverso una contrattazione territoriale che tenga conto delle reciproche compatibilità».

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martedì, marzo 25, 2003


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IRAQ: L’AZIONE MILITARE
RISCHIA DI PROVOCARE
UNA CATASTROFE
PER I DIRITTI UMANI E LA POPOLAZIONE CIVILE



All’avvio dell’azione militare contro l’Iraq, Amnesty International ha
chiesto assicurazioni a tutte le parti coinvolte ­ gli USA, i loro alleati
e l’Iraq ­ affinche’ rispettino integralmente le leggi di guerra,
proteggano la popolazione civile e assicurino l’accesso all’assistenza
umanitaria.
“Coloro che hanno lanciato gli attacchi militari devono assumersi le
proprie responsabilita’, nel caso in cui la loro azione provochera’ una
catastrofe umanitaria e dei diritti umani. Temiamo che gli attacchi
militari interromperanno la fornitura dei servizi e dei beni essenziali a
una popolazione che e’ altamente dipendente dall’aiuto governativo,
e possano causare un disastro sul piano umanitario. Essi dovranno
fare ogni sforzo per tutelare i civili e alleviare la loro sofferenza” ­ ha
dichiarato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International.
“Amnesty International ritiene vi sia il rischio concreto che molti civili,
bambini compresi, possano morire a causa di attacchi indiscriminati
o dell’uso di armi proibite”.
Amnesty International teme inoltre che i tentativi del regime iracheno
di sopprimere le rivolte interne o i regolamenti di conti che
potrebbero seguire al suo crollo, potranno causare massicce
violazioni dei diritti umani.
“E’ essenziale che le Nazioni Unite inizino i preparativi per l’invio in
Iraq di osservatori internazionali sui diritti umani, non appena la
situazione lo permettera’. Il mandato degli osservatori dovrebbe
riguardare le violazioni dei diritti umani commesse da qualunque
autorita’, irachena o straniera, abbia il controllo del territorio”.
Amnesty International chiede agli Stati confinanti e alle autorita’
curde di tenere aperti i confini per accogliere i rifugiati e gli sfollati, e
di consentire pieno e libero accesso alle agenzie internazionali e alle
organizzazioni non governative. “La comunita’ internazionale deve
aiutare questi paesi” ­ ha aggiunto Irene Khan.
Amnesty International teme infine significativi “danni collaterali” ai
diritti umani, nella regione e anche al di fuori di essa.
“All’interno dell’opinione pubblica c’e’ un alto livello di rabbia e
preoccupazione per la guerra. La liberta’ di espressione, di riunione
e di movimento e’ gia’ minacciata: un sempre maggior numero di
manifestazioni contro la guerra vengono soppresse, gli oppositori
politici e i giornalisti vengono arrestati. Dobbiamo resistere alla
rappresaglia contro i diritti umani” ­ ha ammonito Irene Khan.


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“COLPISCI E TERRORIZZA”:
AMNESTY INTERNATIONAL
CHIEDE UN CHIARIMENTO URGENTE
SULLE MISURE
ADOTTATE PER PROTEGGERE I CIVILI



A seguito dell’attacco su vasta scala lanciato ieri sera su Baghdad,
una città di cinque milioni di abitanti, Amnesty International ha
chiesto ai governi di Stati Uniti e Gran Bretagna di chiarire
urgentemente quali misure abbiano adottato per proteggere la
popolazione civile. L’organizzazione per i diritti umani ha ricordato a
Stati Uniti e Gran Bretagna che, secondo il diritto internazionale
umanitario, un attacco dev’essere cancellato o sospeso qualora
risulti chiaro che esso sta causando una perdita sproporzionata di
vite civili.
Amnesty International ha preso nota delle dichiarazioni delle autorità
statunitensi e britanniche riguardanti la loro intenzione di
minimizzare le perdite civili. Il 19 marzo il presidente George Bush
ha affermato: “Voglio che gli americani e tutto il mondo sappiano che
le forze della coalizione faranno ogni sforzo per evitare danni ai civili
innocenti”.
Il 20 marzo il segretario alla Difesa Rumsfeld ha avvertito la
popolazione civile irachena: “Una volta iniziate le ostilità, restate
nelle vostre case e ascoltate le emittenti radio della coalizione per
sapere cosa fare per rimanere salvi e fuori dalla linea del fuoco. Non
andate a lavorare. State alla larga da obiettivi militari e da ogni
edificio dove Saddam Hussein ha trasferito strutture militari”.
Quanto sopra non esime gli Stati Uniti dall’obbligo di astenersi da
attacchi che potrebbero risultare indiscriminati o sproporzionati.


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AMNESTY INTERNATIONAL,
ICS ­ (CONSORZIO ITALIANO DI SOLIDARIETA’)
E MEDICI SENZA FRONTIERE
LANCIANO UN APPELLO PER LA PROTEZIONE UMANITARIA
ALLE VITTIME DELLA GUERRA



Come confermato da tutte le organizzazioni di tutela dei diritti umani
e di assistenza ai rifugiati e alle vittime di guerra, e prioritariamente
dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e
dalla Croce Rossa internazionale, la guerra scatenata contro l’Iraq è
in grado di provocare una “catastrofe umanitaria”, con una
previsione di sfollati e profughi pari a centinaia di migliaia di persone
in fuga dal solo territorio iracheno, senza dimenticare gli effetti a
catena che si scateneranno nell’intera area.
Anche se la maggior parte dell’esodo dall’Iraq si riverserà sui Paesi
vicini, e segnatamente Iran, Turchia e Giordania, è prevedibile che
parte di tale esodo si dirigerà verso l’Europa, quindi anche verso
l’Italia. Il nostro paese, anzi, potrebbe rappresentare per la sua
posizione geografica il principale punto di ingresso, insieme alla
Grecia, nell’Unione europea. La gravità complessiva dell’esodo
verso Occidente potrebbe aggravarsi, coinvolgendo anche i kurdi
della Turchia. Questo soprattutto nel caso in cui in Turchia si verifichi
un aumento della tensione interna tra il Governo e la popolazione
kurda, che aspira a una maggiore autonomia. Gianfranco
Schiamone dell’ICS ricorda a questo proposito che «nel territorio del
Kurdistan turco è stato proclamato lo stato di emergenza e che
recentemente il partito dell’HADEP, uno dei maggiori partiti politici
kurdi, è stato dichiarato fuori legge dalla magistratura turca».
Amnesty International, ICS-Consorzio Italiano di Solidarietà e Medici
Senza Frontiere, promotori della campagna “Diritto d’Asilo: una
questione di solidarietà”, richiamano l’attenzione sul fatto che non
necessariamente l’esodo verso l’Europa e l’Italia avverrà in tempi
brevi. La situazione di guerra aperta e le distanze geografiche
potrebbero, in una prima fase, rallentare gli spostamenti di
popolazione. Il che vorrebbe dire che la fuga dei profughi e dei
rifugiati potrebbe dilatarsi nel tempo e investire i nostri paesi con un
flusso continuo anche se non subito drammaticamente visibile. Che
un esodo verso Occidente sia già in atto è comprovato dal forte
aumento di arrivi in Europa e in Italia, registrato negli ultimi mesi, di
cittadini iracheni e di kurdi provenienti sia dalla Turchia che dall’Iraq.
In questo senso, afferma Loris De Filippi di Medici Senza Frontiere,
«troviamo sconcertanti e censurabili le esternazioni del ministro
Umberto Bossi, apparse sul quotidiano “La Repubblica” in data
giovedì 20 marzo 2003, secondo cui i profughi in fuga dal conflitto
iracheno debbano “restarsene a casa loro”. Con questa
affermazione il ministro Bossi, uno dei padri della legge 189/2002
(detta appunto Bossi-Fini), che le nostre organizzazioni considerano
lacunosa e complessivamente insoddisfacente, dimostra di non
tenere in considerazione l’articolo 10 della Costituzione italiana, la
Convenzione di Ginevra relativa alo status di rifugiato e la
Dichiarazione universale dei diritti umani. Una volta di più riteniamo
determinante portare all’attenzione dell’opinione pubblica quanto sia
grave che in Italia, unico tra i Paesi membri dell’Unione europea,
negli ultimi cinquant’anni non sia stata approvata una legge organica
sul diritto d’asilo».
“L’Italia deve fare la sua parte per garantire la massima assistenza
umanitaria alla popolazione civile irachena, stremata da trent’anni di
repressione brutale e da dodici anni di sanzioni economiche, vittima
di un conflitto che non ha in alcun modo contribuito a provocare.
Questa assistenza dovrà concretizzarsi nella richiesta agli Stati
confinanti con l’Iraq di tenere aperte le frontiere, nell’aiuto a questi
ultimi affinché siano in grado di accogliere i rifugiati e in misure
immediate di assistenza alle vittime della guerra che arriveranno ai
nostri confini”, ha dichiarato Marco Bertotto di Amnesty International.
Sulla base delle ragioni sopra esposte, Amnesty International, ICS-
Consorzio Italiano di Solidarietà e Medici Senza Frontiere lanciano
un appello al Governo e al Parlamento italiani affinché siano adottate
le seguenti misure urgenti:
1. vengano emessi gli atti legislativi e amministrativi previsti dalla
legislazione vigente, e segnatamente dall’art. 20 (misure
straordinarie di accoglienza per eventi eccezionali) della L. 189/02,
affinché per tutta la durata del conflitto e del dopoguerra in Iraq sia
attribuito a tutti i cittadini iracheni in fuga dal Paese un permesso di
soggiorno temporaneo e rinnovabile per motivi di protezione
umanitaria, abilitante al lavoro e al ricongiungimento familiare, senza
pregiudizio per l’eventuale richiesta di asilo politico in Italia o in altri
paesi;
2. un analogo permesso sia riconosciuto ai cittadini di etnia kurda
provenienti da altri paesi dell’area, ed in particolare dalla Turchia,
nonché a coloro che, venendo dai paesi coinvolti nel teatro di guerra,
si dichiarino obiettori o renitenti alla leva, in analogia con quanto
avvenuto con le chiare disposizioni che furono previste dalla L.
390/92 art. 2 bis, durante il confitto nei territori della ex Jugoslavia;
3. vengano impartite istruzioni alle autorità consolari italiane in Iran,
Giordania, Siria e Turchia, affinché in via eccezionale si prendano in
esame “in loco” con procedura d’urgenza eventuali richieste di
protezione umanitaria e/o di asilo politico, nonché di
ricongiungimento familiare, con persone che abbiano richiesto o
ottenuto in Italia l’asilo politico, attribuendo agli interessati, se del
caso, un visto temporaneo per l’ingresso in Italia;
4. venga attuato immediatamente un piano nazionale di emergenza
per l’accoglienza dei profughi dalla guerra e sia istituito un tavolo di
coordinamento degli interventi tra le istituzioni e gli enti e gli
organismi umanitari maggiormente rappresentativi. Ferma restando
la necessaria condivisione europea e quindi la necessità di
distribuire l’accoglienza nei vari paesi in base a criteri di unità
familiare e coesione comunitaria, anche in deroga alle norme
generalmente valide sulla scelta del paese d’asilo, nell’attuazione del
piano nazionale di accoglienza andrà evitato il più possibile il ricorso
all’utilizzo di grandi strutture demaniali, privilegiando le forme di
accoglienza diffusa, coinvolgendo gli enti locali e l’associazionismo
attraverso una possibile estensione dell’esperienza positiva del
Programma Nazionale Asilo (Pna).

Per ulteriori informazioni:
Amnesty International, tel. 06 4490224; ICS, tel. 06 85355081;
Medici Senza Frontiere, tel. 06 4486921.
La campagna “Diritto di asilo: una questione di civiltà” ha il suo sito
Internet ufficiale all’indirizzo www.dirittoasilo.it


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domenica, marzo 16, 2003


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====== MONDO ======


RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULL’AFGHANISTAN:
L’AZIONE DELLA POLIZIA PER PROTEGGERE I DIRITTI UMANI



Amnesty International ha presentato a Kabul un nuovo rapporto dal titolo “La
ricostruzione delle forze di polizia e’ essenziale per la difesa dei diritti umani”. Dopo
oltre due decenni di conflitto armato, durante i quali i diritti umani sono stati
sistematicamente violati, l’Afghanistan necessita di un sistema giudiziario funzionante
ed efficiente che protegga e promuova i diritti umani e di forze di polizia a
disposizione della comunita’ che costituiscano parte integrante di tale sistema.
Le forze di polizia, il sistema carcerario e i tribunali dell’Afghanistan, quasi
completamente distrutti dal conflitto, oggi non offrono di fatto alcuna protezione alla
popolazione del paese. Non solo la polizia e’ incapace di garantire la difesa dei diritti
umani in Afghanistan, ma alcuni suoi membri sono direttamente coinvolti nelle
violazioni dei diritti umani, tra cui torture e maltrattamenti durante la custodia o il
ricorso a percosse e alla somministrazione di corrente elettrica nel corso degli
interrogatori.
I molteplici problemi che riguardano la polizia non consentono agli agenti di svolgere
il proprio compito in modo rispettoso dei diritti umani. I salari non vengono pagati e le
stazioni di polizia di ogni parte del paese sono prive anche del materiale di base
come carta e penne. La mancanza di una formazione sufficiente, anche su come
proteggere i diritti umani, e’ un ostacolo enorme allo sviluppo di un servizio di polizia
funzionante, mentre la completa assenza di strutture per l’amministrazione della
giustizia permette a chi viola i diritti umani di continuare a commettere abusi senza
affrontare la giustizia.
“Per interrompere il ciclo dell’impunita’ che dura ormai da piu’ di venti anni e’
necessario che i responsabili delle violazioni dei diritti umani siano chiamati a
risponderne” - ha affermato Amnesty International, che ha chiesto alla comunita’
internazionale di aumentare il sostegno per la ricostruzione delle forze di polizia,
essenziale per i diritti umani.
“La ricostruzione di una forza di polizia professionale che rafforzi il ruolo della legge in
tutto il paese, e’ un problema urgente che le autorita’ afgane devono risolvere in
maniera prioritaria. Ma non possono farlo da sole. La comunita’ internazionale deve
provvedere ai finanziamenti necessari al supporto tecnico e impegnarsi per un lungo
periodo nella ricostruzione” - ha sottolineato l’organizzazione per i diritti umani. “La
sfiducia nei confronti della polizia e’ assai diffusa nella popolazione e se i problemi
evidenziati nel nostro rapporto non verranno affrontati immediatamente, la situazione
si aggravera’.”


Ulteriori informazioni


Alla Conferenza internazionale sull’assistenza per la ricostruzione dell’Afghanistan,
svoltasi a Tokyo nel gennaio 2002, la Germania accetto’, su richiesta
dell’Amministrazione provvisoria afgana, di guidare l’assistenza alla ricostruzione
delle forze di polizia del paese. Il Progetto tedesco per il sostegno alla polizia in
Afghanistan ha fornito supporto tecnico e finanziario e consulenza alle azioni di
polizia dell’Amministrazione provvisoria afgana. Il Progetto ha anche previsto la
ricostruzione dell’Accademia di Polizia a Kabul per addestrare 1500 agenti di polizia.
Anche altri donatori, tra cui gli Stati Uniti, si sono concentrati sull’addestramento,
tralasciando pero’ molte altre aree essenziali, come l’importante costituzione di
meccanismi di responsabilita’ e meccanismi di supervisione civile.
In Afghanistan vi sono oltre 50.000 poliziotti, ma essi non si comportano come un
corpo unitario di polizia. Molti sono ex Mujahideen, che hanno una grande esperienza
militare ma poca o nessuna formazione professionale di polizia. La loro lealta’ e’
diretta ai potenti comandanti regionali, con i quali hanno combattuto contro i Talebani.
Questi comandanti sono stati in grado di mantenere il controllo delle province,
riempiendo il vuoto lasciato dalla partenza dei Talebani, mentre il governo ha assunto
l’effettivo controllo su Kabul.
Molti di questi Mujahideen hanno preso parte al conflitto armato per la maggior parte
della loro vita e sono abituati ad agire nell’impunita’. Anche se in tutto il paese vi sono
agenti di polizia altamente impegnati, essi sono in minoranza e la loro presenza e’
insufficiente per fronteggiare l’opprimente mole di problemi che ritardano la
necessaria riforma e professionalizzazione della polizia.


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RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULLA BOSNIA ERZEGOVINA:
E’ IL MOMENTO DI PORRE FINE ALL’IMPUNITA’ PER LE “SPARIZIONI”



Le autorita’ della Bosnia e la comunita’ internazionale devono
adottare misure immediate per affrontare l’enorme numero di casi
irrisolti di ‘sparizioni’: lo ha dichiarato oggi Amnesty International,
rendendo pubblico un nuovo rapporto sul continuo e devastante
impatto di questa grave violazione dei diritti umani.
Si stima che, dopo la fine della guerra, la sorte di oltre 17.000
persone rimanga avvolta dal mistero. Molte di esse sono
‘scomparse’ dopo essere state viste per l’ultima volta nelle mani
delle varie forze armate e si teme siano morte.
In questi anni sono stati fatti straordinari progressi nel
riconoscimento delle persone “scomparse” attraverso il processo di
esumazione e identificazione dei corpi. La Bosnia vanta infatti uno
dei piu’ sofisticati sistemi di analisi del Dna nel mondo.
“Ora e’ necessario che le autorita’ del paese introducano una nuova
legislazione, che renda la ‘sparizione’ un crimine e consenta
finalmente di perseguirne gli autori” - ha affermato Paolo Pignocchi,
responsabile del Coordinamento Europa orientale di Amnesty
International, aggiungendo che la revisione in corso della
legislazione penale costituisce un’opportunita’ ideale per prendere
questi provvedimenti.
E’ arrivato il momento di onorare le vittime delle “sparizioni”,
mettendo sotto inchiesta e perseguendo penalmente i responsabili e
concedendo risarcimenti ai parenti e alle persone rimaste prive di
mezzi che ancora non sono in grado di rifarsi una vita. Inoltre e’
necessario che, per favorire la riconciliazione e rimarginare le ferite
ancora aperte, la gente conosca la vera storia di queste violazioni,
che continuano a tormentare e dividere la societa’ bosniaca.
Amnesty International ha ribadito la propria richiesta alla comunita’
internazionale, in particolare alla Missione di polizia dell’Unione
Europea (EUPM) recentemente insediatasi in Bosnia, di attuare sul
serio il dichiarato impegno in favore dei diritti umani e di incoraggiare
e supervisionare le indagini della polizia sulle ‘sparizioni’ in modo da
fornire una solida base per procedimenti giudiziari efficaci ed
imparziali.
Secondo l’organizzazione per i diritti umani, quei pochi risultati sin
qui ottenuti potranno essere pregiudicati se non si agira’
immediatamente. In quella manciata di casi in cui sono state aperte
inchieste su casi di ‘sparizione’, cio’ e’ stato dovuto alla tenacia dei
parenti e degli amici delle vittime e alla professionalita’ e al coraggio
di qualche ispettore di polizia o magistrato.
“C’e’ evidente bisogno di un monitoraggio a lungo termine e
dell’opera di osservatori sui diritti umani impegnati e competenti
all’interno della comunita’ internazionale. Se la loro azione sara’
ulteriormente indebolita, non restera’ speranza per i molti casi
irrisolti” - ha detto Pignocchi. “E’ indispensabile che le autorita’
bosniache, a tutti i livelli, e la comunita’ internazionale elaborino ed
attuino una strategia complessiva per affrontare queste violazioni dei
diritti umani.”
Oltre a portare una giustizia da lungo tempo attesa per tutte le
vittime, i procedimenti giudiziari su specifici casi di ‘sparizione’
costituiranno la cartina di tornasole del complesso, lento e costoso
processo di riforma del sistema giudiziario e degli organismi
responsabili dell’applicazione della legge. Queste riforme hanno
costituito una priorita’ elevatissima per la comunita’ internazionale
negli ultimi anni, in particolare in vista della prevista chiusura, nel
2008, del Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia.
“Un sistema giudiziario dev’essere in grado di riparare alle violazioni
dei diritti umani, ‘sparizioni’ comprese” - ha aggiunto Pignocchi.
“Altrimenti, per quanto le sue regole e le sue strutture siano state
ammodernate e riorganizzate con ampio dispendio di soldi, dal punto
di vista degli esseri umani i cui diritti sono stati violati si trattera’ solo
della dimostrazione del trionfo dell’apparenza sulla sostanza.”



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====== MODENA ======



"IL GOVERNO TAGLIA A MODENA
UN MILIONE E MEZZO DI EURO"



Una dichiarazione di Alberto Caldana, assessore ai Servizi sociali del Comune: "Le riduzioni per il welfare equivalgono a una casa protetta per anziani o a due asili nido. I diritti vanno difesi"


Il Governo Berlusconi vuole smantellare lo stato sociale. L'obiettivo è ormai molto evidente, come dimostrano il taglio del 10% al Fondo per le politiche sociali previsto dalla Finanziaria, l'ulteriore decurtazione del 55% del fondo alle Regioni per il Welfare,annunciata da Tremonti e Maroni, e la riduzione di quasi il 40% ( 25% lo scorso anno e il 15% adesso) del Fondo sociale per l'affitto.
Per essere molto concreti, questi tagli possono significare per Modena un minore introito di quasi un milione e mezzo di euro, cioè quanto una casa protetta o due asili nido. Ma la situazione, ovviamente, non è rosea per nessuna città italiana perché i tagli penalizzano gli interventi rivolti alle persone povere e disagiate, minano lo stato sociale nel suo complesso, ledono i diritti di cittadinanza sanciti dalla legge 328 del 2000 nei confronti dei servizi per gli anziani, i disabili, i bambini, le famiglie e compromettono il ruolo di governo affidato agli enti locali dalla riforma delle autonomie e, soprattutto, dalla recente modifica del Titolo V della Costituzione.
Attraverso il "libro bianco sul Welfare", il Governo tenta di "vendere" la riforma varata con la Finanziaria del 2003 come un'efficace politica sociale in grado di aumentare il reddito delle fasce più povere della popolazione e di generare crescita economica. Ma qualsiasi simulazione seria sugli effetti della riforma dimostra che i benefici per i meno abbienti saranno minimi poiché i più disagiati non sono toccati dalla riduzione delle imposte. Insomma, da una parte si cerca di far pagare ai poveri scelte economiche sbagliate e dall'altra si vuole sostituire il mercato all'offerta di servizi basata su effettivi diritti di cittadinanza.
A questa prospettiva, tanti Comuni e tante Regioni, anche governate dal Polo, stanno manifestando la loro netta opposizione. Modena deve essere in prima fila in questa battaglia che è prima di tutto di civiltà. Un paese è forte quando i suoi cittadini non temono di essere esclusi o emarginati o di essere travolti dai casi della vita: tutte le persone che vivono in Italia hanno diritto ad essere inserite pienamente nel tessuto economico, sociale, culturale. Tutte le forme di disagio, da quello conclamato a quello più legato alla "normalità" ,devono trovare una risposta organizzata, efficace ed efficiente, garantita dai soggetti pubblici.
In questi anni Modena ha saputo creare un sistema di servizi per gli anziani e per l'infanzia capace di offrire questa risposta di cittadinanza con particolare attenzione ai più deboli, esattamente l'opposto di ciò che il Governo si propone.
Ecco perché occorre oggi difendere il modello modenese, salvaguardando lo stato sociale. Difendere non vuole dire conservare ciò che c'è, ma soprattutto innovare e sperimentare vie nuove. Significa promuovere il benessere e l'autonomia delle donne e degli uomini di questa città, rifiutando ogni logica puramente assistenzialistica e compassionevole. Per le istituzioni significa soprattutto superare ogni tentazione di autoreferenzialità e lanciare una nuova, grande stagione di partecipazione dei cittadini e del mondo della solidarietà sociale alla progettazione, alla organizzazione e alla valutazione dei servizi pubblici e delle prestazioni. Significa, infine, favorire una nuova "socialità" delle famiglie e dei cittadini, anche promuovendo e garantendo spazi di autorganizzazione e cittadinanza attiva.



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ARTE E POESIA DEGLI ANNI '60
IN MOSTRA ALLA POLETTI


Domenica 16 marzo apre l'esposizione dedicata alle edizioni Geiger e Tèchne. Collaborarono Della Casa, Vaccari, Parmiggiani, Cremaschi, Sitta, Benati, Guerzoni

Le edizioni "Geiger" (Torino-Parma) e "Tèchne" (Firenze), con la diffusione delle omonime riviste e la parallela pubblicazione di libri, hanno accompagnato dalla fine degli anni Sessanta e per larga parte degli anni Settanta il rinnovamento dell'arte e della poesia.
Proprio a "Geiger e Tèche" è dedicata la mostra che sarà inaugurata domenica 16 marzo alle 11 alla biblioteca civica di storia dell'arte Luigi Poletti (Palazzo dei Musei, viale Vittorio Veneto 5), dove resterà aperta fino al 17 maggio (lunedì dalle 14.30 alle 19, da martedì a venerdì dalle 8.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 19, sabato dalle 8.30 alle 13, ingresso libero, informazioni al numero 059 200370).
Curata da Marco Bazzini e Giorgio Maffei con la collaborazione di Patrizio Paterlini e del Centro studi Librid'artista di Torino, l'esposizione presenta i materiali utilizzati in quegli anni e ripropone il clima delle relazioni culturali che animavano gli autonomi centri di creatività.
Le Edizioni "Geiger" nacquero come rivista nel 1967 a Torino per volontà di Adriano Spatola e dei fratelli Maurizio e Tiziano. Vennero pubblicati dieci numeri, con periodicità assolutamente irregolare, l'ultimo dei quali, nel 1996, dedicato dagli amici alla memoria del fondatore. Alla rivista si affiancarono circa centoventi libri editi tra il 1967 e il 1978 (il primo, curato da Claudio Parmiggiani e Adriano Spatola, fu il catalogo di "Parole scritte sui muri" a Fiumalbo). Numerosi gli artisti collaboratori, tra cui i modenesi Giuliano Della Casa, Franco Vaccari, Claudio Parmiggiani, Carlo Cremaschi, Carlo Alberto Sitta, Davide Benati, Franco Guerzoni.
"Tèchne" è stato invece il bollettino di un omonimo centro per la promozione dell'arte contemporanea nato a Firenze nel 1969 e gestito da un gruppo di artisti e architetti tra cui Malquori, Fusi, Guarneri, Guasti, Giraldi, Ranaldi, Cerbai. Diretto da Eugenio Miccini; uscì in 19 numeri antologici (gli ultimi nove raccolti in tre volumi) e pubblicò, tra il 1968 e il 1982, una collana di quaderni con oltre cinquanta titoli.
La mostra alla Poletti inaugura un nuovo percorso di ricerca sulle riviste che si affianca alla rassegna annuale "In forma di libro", in cui la biblioteca analizza la produzione libraria di singoli artisti.


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CASA NATALE DI FERRARI,
IL PRESIDENTE E' MAURO TEDESCHINI



Accanto al direttore di "Quattroruote" siedono nel consiglio di amministrazione della Fondazione Pietro Blondi, Gianni Cottafavi, Mario Lugli, Fausto Cappi e Antonio Ghini

E' il giornalista modenese Mauro Tedeschini, direttore della rivista "Quattroruote", il presidente della Fondazione Casa natale di Enzo Ferrari. Lo ha deciso, nel corso di una riunione che si è svolta in Municipio, il Consiglio generale della Fondazione, formato da dodici membri nominati da Comune, Provincia, Camera di Commercio e Ferrari spa.
Il Consiglio di amministrazione sarà composto da sei membri (il settimo sarà nominato dall'assemblea di partecipazione, l'organismo che riunirà i futuri aderenti): il presidente Mauro Tedeschini, Pietro Blondi della Giunta della Camera di commercio di Modena, l'assessore comunale alla Cultura e al Turismo Gianni Cottafavi, l'assessore provinciale alla Cultura e al Turismo Mario Lugli, il dirigente della Maserati Fausto Cappi e il dirigente della Ferrari spa Antonio Ghini.
La Fondazione Casa natale di Enzo Ferrari è stata costituita il 29 gennaio scorso nello studio del notaio Andrea Rabitti con lo scopo di valorizzare, promuovere e tutelare l'immagine, la storia e l'opera di Enzo Ferrari e creare e gestire un museo che sorgerà nell'edificio di via Paolo Ferrari 85, dove il Drake è nato. Negli spazi adiacenti troveranno sede anche percorsi di valorizzazione del marchio Maserati.


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IL FONDO PER L'AMBIENTE NEL FUTURO DI VILLA SORRA

Il Fai potrebbe gestire uno dei più importanti complessi storici dell'Emilia-Romagna assieme ai comuni di Modena, Castelfranco, Nonantola e San Cesario

Il Fondo per l'ambiente italiano (Fai), che da quasi trent'anni tutela e conserva senza scopo di lucro beni di interesse storico, artistico e naturalistico, potrebbe gestire il complesso di Villa Sorra, a Panzano di Castelfranco Emilia, nel modenese, che comprende una delle più importanti dimore storiche dell'Emilia-Romagna, un giardino ottocentesco, edifici rustici, rovine romantiche e vie d'acqua.
L'auspicio è contenuto nella lettera di intenti sottoscritta in gennaio dai sindaci di Castelfranco Emilia, Modena, Nonantola e San Cesario sul Panaro - i quattro comuni che dal 1972 sono proprietari della Villa, del giardino e di tre poderi della tenuta originaria - e dal direttore generale del Fai, Marco Magnifico.
Uno studio di fattibilità - che richiederà circa tre mesi di lavoro e che sarà finanziato con 25 mila euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena - permetterà di individuare la destinazione d'uso di edifici e terreni e la valutazione dei costi dei restauri. Entro la primavera del prossimo anno, i quattro Comuni e il Fondo per l'ambiente italiano si propongono inoltre di stipulare una convenzione per progettare e realizzare gli interventi e definire la gestione, che potrà avvenire direttamente o tramite un'autonoma società.
"La collaborazione tra i quattro Comuni e il Fai potrebbe allargarsi ad altri partner del territorio - spiega Piero Bergonzini, direttore di Villa Sorra - anche per realizzare un atelier della produzione agricola di qualità del nostro territorio in un'ottica di valorizzazione delle sue peculiarità, dei sapori antichi e delle tradizioni".
La storia del complesso inizia alla metà del Seicento, quando il modenese Francesco Sorra acquista terreni tra Gaggio e Panzano e nei pressi di Castelfranco Emilia, allora territorio bolognese dello Stato Pontificio. Tra la fine del secolo e i primi anni del Settecento, il figlio Antonio costruisce la villa padronale in barocchetto emiliano "per necessario comodo di villeggiare" e per sovrintendere alle attività agricole praticate nei terreni di famiglia. Sempre nel Settecento viene costruito anche il giardino, che viene però completamente ridisegnato nella prima metà dell'Ottocento e trasformato in uno dei più prestigiosi esempi italiani di parco "all'inglese".

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NEL 2003 UN MILIONE 200 MILA EURO DI INVESTIMENTI
Serviranno per il consolidamento strutturale di Villa Sorra, per lavori nel giardino e per realizzare un percorso ciclabile che collegherà il complesso a Castelfranco

Un milione 200 mila euro di investimenti per il consolidamento strutturale di Villa Sorra (progetto che ha già ottenuto il nulla osta della Soprintendenza), per lavori nel giardino storico e su altri immobili e per la realizzazione di un percorso ciclabile che collegherà Castelfranco Emilia allo storico complesso di Panzano.
Per una delle principali dimore storiche dell'Emilia-Romagna, nel 2003 si darà il via ad un programma di lavori che si preannuncia come il più consistente da quando, nel 1972, i Comuni di Castelfranco Emilia, Modena, Nonantola e San Cesario sul Panaro ne hanno assunto la proprietà.
Alle risorse messe a disposizione dagli enti locali si aggiunge, infatti, un contributo di oltre 480 mila euro assegnato grazie all'inserimento di Villa Sorra nell'accordo di programma quadro in materia di Beni e attività culturali sottoscritto tra la Regione Emilia Romagna e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Negli ultimi quattro anni la gestione ordinaria del complesso ha comportato costi per oltre 500 mila euro e altri 400 mila sono stati utilizzati per completare il rifacimento della copertura della villa e della ex stalletta e per la manutenzione straordinaria delle alberature.
La convenzione sottoscritta nel 1998 tra i quattro comuni proprietari ha permesso di rendere più efficaci gli interventi, di promuovere azioni di conservazione, recupero e valorizzazione, di coordinare le attività, ottimizzare la gestione corrente e cercare nuovi partner, come la Provincia di Modena, la Regione Emilia-Romagna, le Università di Modena e Reggio Emilia, Bologna, Ferrara e Firenze, varie associazioni di volontariato e il Fondo per l'ambiente italiano.


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martedì, marzo 11, 2003


IRAQ: LA SEGRETARIA GENERALE
DI AMNESTY INTERNATIONAL A COLLOQUIO
CON RE ABDULLAH DI GIORDANIA



“I diritti umani e i bisogni umanitari della popolazione irachena
devono essere in cima all’agenda del dibattito sull’Iraq”, ha
dichiarato Irene Khan, Segretaria Generale di Amnesty International
al termine di una sua visita in Giordania. Parlando dopo l’udienza
avuta con Sua Maesta’ Re Abdullah bin Hussein, Irene Khan ha
accolto con favore le parole del Re sulla necessita’ di una piu’
grande attenzione per la situazione umanitaria dell’Iraq in caso di
guerra.

Re Abdullah ha assicurato che, in tale eventualita’, la Giordania
dara’ protezione ai rifugiati e garantira’ accesso alle organizzazioni
internazionali.

“La Giordania ha una lunga tradizione nell’accoglienza ai rifugiati” ­
ha dichiarato Irene Khan. “La comunita’ internazionale deve aiutare
la Giordania e altri paesi confinanti e assicurare i fondi necessari per
proteggere e assistere le persone in fuga”.

In un momento in cui la minaccia di guerra fa aumentare le tensioni
e la liberta’ di espressione e di assemblea e’ sottoposta a crescenti
pressioni, la Segretaria Generale di Amnesty ha sottolineato la
necessita’ che in Giordania sia garantita la protezione dei diritti
umani. Irene Khan ha apprezzato le parole del Re secondo cui “la
gente dev’essere in grado di esprimere le proprie opinioni” e la sua
disponibilita’ a riesaminare la legislazione interna, in particolare la
legge 54 del 2001, che viene usata per limitare la liberta’ di
espressione ed e’ causa di arresti e condanne.

La visita di Irene Khan in Giordania fa parte di una campagna di
pressione di Amnesty International sugli Stati membri delle Nazioni
Unite, compresi quelli della regione mediorientale, per assicurare
che i diritti umani e le conseguenze umanitarie della crisi irachena
siano oggetto della piu’ totale considerazione.

Amnesty International chiede l’autorizzazione di visitare l’Iraq dal
1983 ed ha recentemente ricevuto una positiva risposta dal governo
di Baghdad. “Stiamo cercando un dialogo serio. Siamo consapevoli
che nell’attuale clima politico la situazione dei diritti umani puo’
essere oggetto di manipolazione da ogni parte. Ma abbiamo il
dovere di cercare una risposta alle gravi preoccupazioni per i diritti
umani in Iraq che nutriamo da decenni”.



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====== MODENA =======



“BAGGIOVARA, OCCASIONE PER QUALIFICARE LA SANITA’”

Il sindaco Barbolini sul sistema ospedaliero: “Col nuovo ospedale si concretizza una razionalizzazione a tutto vantaggio dei servizi offerti agli utenti”


Trasmettiamo una dichiarazione del sindaco Giuliano Barbolini:
“La programmata apertura, entro il 2004, del nuovo ospedale di Baggiovara, unitamente a quella dell’ospedale di Sassuolo, costituisce un traguardo di grande importanza sulla strada del rinnovamento e della qualificazione del sistema sanitario e ospedaliero modenese. I cittadini e gli operatori del settore avranno a disposizione una moderna struttura, sia dal punto di vista del comfort alberghiero che tecnologico. Con l’apertura di Baggiovara si porta così a compimento una importante opera di razionalizzazione del sistema, a tutto vantaggio degli utenti. Verranno infatti chiusi due ospedali, di cui è evidente l’inadeguatezza strutturale, derivante in primo luogo dall’essere ospitati in edifici storici pensati per ben altre funzioni e che ancora oggi costringono i pazienti in stanze per lo più inadeguate e prive dei servizi essenziali.
Sui tempi di realizzazione, nonostante il rilevante impegno finanziario che ha coinvolto significativamente la Regione, l’Ausl e anche il Comune di Modena, hanno pesato in maniera decisiva i tempi di erogazione dei fondi nazionali, risalenti, è bene ricordarlo, alla Finanziaria del 1988. Una constatazione che però non deve mettere in discussione la qualità del nuovo intervento di Baggiovara, il cui progetto è stato via via aggiornato, sul piano tecnologico e infrastrutturale.
E’ comunque evidente che si tratta di un ripensamento sistematico della sanità modenese sia nelle relazioni con la rete ospedaliera del territorio provinciale, sia per l’ambito cittadino, che vedrà a fianco del polo di Baggiovara un Policlinico all’interno del quale proseguire, con adeguate risorse, l’opera di ristrutturazione e riqualificazione. E’ poi da sottolineare che, con la nuova organizzazione a regime, il numero di posti letto complessivi non aumenterà, ma nel rispetto dei vincoli e dei parametri indicati dalle norme nazionali (5 posti letto complessivi ogni 1000 abitanti), ai circa 600 posti di Baggiovara si uniranno i 740 posti del Policlinico (che oggi ne ha 980 più i 390 di Estense e Sant'Agostino).
La nuova struttura ospedaliera sorge in un’area alla periferia della città, rispetto alla collocazione centrale di Sant’Agostino ed Estense, e dunque l’impegno per garantire accessi e collegamenti è fondamentale. Oltre al piano parcheggi, che prevede una adeguata dotazione di posti, per la sistemazione della viabilità sono previste due nuove rotatorie che sorgeranno sulla via Giardini. E’ poi da ricordare che, oltre al servizio pubblico di autobus, l’ospedale di Baggiovara sarà servito da una apposita fermata dal treno Modena-Sassuolo, così come voglio ricordare il recente pronunciamento del consiglio comunale per realizzare anche una pista ciclabile".


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SICUREZZA, MIGLIORA LA PERCEZIONE TRA I CITTADINI

I dati del sondaggio del Comune tra 1200 cittadini: per il 66,3% Modena è una città molto o abbastanza sicura, contro il 48,2% dell’anno precedente

Anche nel 2002 si conferma la tendenza ad un miglioramento nella percezione del problema sicurezza da parte dei cittadini modenesi. Per il terzo anno consecutivo le risposte di 1200 persone che sono state coinvolte nel sondaggio realizzato dall’Amministrazione comunale, confermano una tendenza positiva, anche se la sicurezza resta un problema serio e più che mai attuale.
PIU’ SICURI DI UN ANNO FA: Per il 66,3% degli intervistati infatti Modena è una città molto o abbastanza sicura, contro il 42,9% che diceva ciò nel 2000 e il 48,2% nel 2001. Si tratta dunque di un balzo avanti di 18 punti percentuali in un anno.
Il sondaggio conferma anche una forte percezione di sicurezza nella zona di residenza: per il 78,1% la microcriminalità è un problema poco o per niente grave nel quartiere in cui si abita. Nel 2001 questa percentuale era del 77,4% e del 73,8% nel 2000.
Altro elemento rilevante è una percezione sull’andamento della criminalità in città migliore rispetto al dato sull’intero paese. Infatti alla domanda se nell’ultimo anno la criminalità è aumentata, il 59,6% dice che a Modena è rimasta a livelli precedenti, contro un 28,6% che dice è aumentata. Se la domanda è invece rivolta al dato nazionale, il 42,3% dice che è rimasta a livelli precedenti, contro un 48,9% che dice la criminalità è aumentata.
Pur in questo contesto di miglioramento della percezione resta evidente come anche a Modena quel 28,6% di intervistati che giudica la criminalità in aumento, sia indice di un problema rispetto al quale non è certo possibile abbassare la guardia. Altro quesito è quello sul periodo temporale in cui l’intervistato individuava la maggiore emergenza sulla criminalità a Modena. Qui il campione si divide in tre tronconi: il 36,2% dice di non saper rispondere, il 32,9% dice che la maggiore emergenza è oggi, mentre un altro 30% sposta negli anni addietro questa emergenza (per il 7,5% è un anno fa, per il 22,4% si va a tre anni fa).
LE CIRCOSCRIZIONI: Come detto la percezione della propria zona di residenza è positiva, con un 78,1% che dice che nel proprio quartiere la criminalità è un problema poco o per niente grave. Analizzando invece il dato delle quattro circoscrizioni, sopra alla media cittadina si collocano la Circoscrizione 3 di Buon Pastore-Sant’Agnese (con l’89,7%) e la Circoscrizione 4 di San Faustino-Madonnina (78,2%), mentre a San Lazzaro-Crocetta (Circoscrizione 2) siamo al 73,3%. Più indietro il centro storico, dove a dire che il problema criminalità è poco o per niente grave è il 58%.
A confermare una percezione più positiva della propria zona di residenza rispetto al resto della città è una specifica domanda, nella quale il 58% dice che il quartiere in cui si vive ha meno problemi degli altri. Un 22,5% dice invece che i problemi sono ugualmente gravi e il 9,2% dice che nel proprio quartiere la situazione è più grave che altrove. Chiedendo una valutazione del problema mircocriminalità nel proprio quartiere rispetto all’anno precedente, un 71,5% dice che la situazione è rimasta a livelli precedenti (nel 2001 era il 65,7%). Aumenta chi dice che la situazione è migliorata 12,3% (contro il 10,7% del 2001). E cala chi pensa la situazione sia peggiorata (10,1% contro il 12,9% del 2001).
Come valutazione generale, dall’indagine viene indicata come area di maggior rischio legato alla criminalità quella della droga (dal 78%), seguita dalla prostituzione (col 46,4%) e, molto a distanza, dal problema immigrazione (col 19,5%).
Da segnalare poi, tra le altre domande poste, una se nel proprio quartiere esistano zone insicure: il 46,7% dice no, un 30,1%dice non so e solo un 22,3% dice sì.
ESISTE LA MAFIA QUI? :Come negli anni precedenti è poi stata posta una domanda se a Modena siano presenti stabilmente organizzazioni di stampo mafioso. Qui gli spostamenti sono significativi. Infatti il 57,6% risponde non so, contro un 22,8% che dice sì e un 17,5% che risponde no, non esistono. Guardando ai dati 2000 e 2001, mentre resta sostanzialmente invariato il numero di chi dice la mafia qui non c’è, si rovesciano le parti tra chi dice sì (dal 55,4% del 2000, si scende al 39,4% del 2001 e al 22,8% del 2002) e chi dice non so (dal 28,4% del 2000 si passa al 43,2% del 2001 e al 59,7% del 2002). Anche rispetto alle organizzazioni mafiose sono droga (col 70,2%) e prostituzione (col 58,1%) i settori di operatività indicati.
LA PRESENZA DI VIGILI: L’indagine conferma poi come la presenza dei vigili nel quartiere produca (per il 72,8% degli intervistati) una maggiore sicurezza. Il 37,7% attribuisce a questa presenza un calo dei piccoli reati. Per un 25% poi la presenza dei vigili favorisce un rapporto più direto tra cittadino e Comune. C’è anche un 15,6% (specie nella fascia dei più giovani) per cui la maggior presenza dei vigili significa “un controllo più pesante sui cittadini”.
Da segnalare poi che rispetto agli ambiti in cui potenziare l’attività dei vigili urbani il 70,3% mette al primo posto il controllo dei parchi e delle scuole. A sorpresa la seconda indicazione è (32,5%) prevenire e reprimere le truffe a danno dei consumatori, seguita (col 31,3%) dall’allontanare i nomadi non autorizzati.
I REATI: Alla domanda se nell’ultimo anno si sia stati vittima di reati l’84,2% risponde no, contro un 12,3% di sì. Il reato più frequente è il furto d’auto (25,7%), seguito dal furto in appartamento (18,8%), da atti di vandalismo (12,9%), dal tentato furto in appartamento (12%) e dallo scippo (10%). Il 78,9% delle vittime ha denunciato l’accaduto.
IL CPT: Nel questionario è infine stata posta una domanda su centro di permanenza temporanea per immigrati, entrato in funzione da pochi mesi. Il 55,7% degli intervistati dice di non sapere, neppure a grandi linee, di cosa si tratta, contro un 40,7% di chi lo conosce. Tra chi conosce il centro un 61,9% lo ritiene una iniziativa utile, contro un 16,6% che lo giudica negativamente


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