venerdì, maggio 28, 2004

PALAZZO S. MARGHERITA, APERTI AL PUBBLICO I NUOVI SPAZI

Sabato 29 e domenica 30 maggio, in occasione della Settimana della Cultura. Con proiezioni non stop per scoprire le raccolte d’arte e la storia dei luoghi

Dopo un lungo e impegnativo restauro, nelle giornate di sabato 29 e domenica 30 maggio, in concomitanza con la Settimana della Cultura, Palazzo Santa Margherita (corso Canalchiaro 103) mostra al pubblico i nuovi spazi. I modenesi potranno visitare le sale, oggi ancora vuote, destinate a custodire le collezioni della Galleria Civica e il Museo della Figurina. Non sarà invece aperta al pubblico la grande ed imponente Sala Panaro, destinata ad accogliere i nuovi servizi della Biblioteca Delfini, dove i lavori stanno tuttora procedendo. Dagli spazi accessibili sarà possibile apprezzare l’articolazione dei volumi e la precisione dei dettagli architettonici in un percorso inedito e suggestivo. Negli stessi spazi, alcune proiezioni offriranno, inoltre, uno spaccato della storia del Palazzo - che si appresta ad essere un polo culturale della città - e delle raccolte d’arte che vi confluiranno.
Sabato e domenica, dalle ore 10,30 alle 19, nell’ala del Palazzo che si affaccia su Corso Canalgrande, al secondo piano sarà in proiezione “Anteprima sul Museo della Figurina”, la suggestiva serie di immagini che animerà i locali destinati al Museo della Figurina e introdurrà ai contenuti e ai temi che il visitatore, tra pochi mesi, potrà approfondire nella Wunderkammer progettata per il nuovo Museo. Con oltre 500.000 pezzi, il Museo rappresenterà un centro espositivo e un contenitore culturale unico al mondo. Il nucleo centrale della raccolta è costituito da figurine, sia pubblicitarie che di altra natura, stampate a partire dalla seconda metà dell’Ottocento e in molti casi corredate da album. La collezione, nata dalla passione di Giuseppe Panini e confluita nelle raccolte comunali, è completata da menu, segnaposti, libretti da cucina, scatole di fiammiferi, bolli chiudilettera, carta moneta, bozzetti originali, progressive di stampa e pietre litografiche.
Mentre, nelle nuove sale della Galleria Civica, sarà proiettata “Metamorfosi di un luogo”, proiezione non stop di immagini d’epoca provenienti dalle Raccolte fotografiche Modenesi Giuseppe Panini e dal Fondo Gelli dell’Archivio del Comune di Modena. Documenti fotografici, suggestioni visive, ricordi e testimonianze storiche che ripercorrono, a partire dai primi decenni del Novecento, la storia di Palazzo Santa Margherita, dal 1874 sede del Patronato Figli del popolo e, in seguito, della gloriosa Società sportiva Panaro.
Infine, la proiezione “Anteprima sulla Galleria Civica” presenterà il patrimonio della Galleria attraverso una scenografica sequenza di immagini digitali: la Raccolta del Disegno Contemporaneo, quasi 5000 opere su carta dei maggiori rappresentanti dell’arte italiana del Novecento, cui si è aggiunto di recente, in comodato gratuito, il nucleo della Collezione Don Casimiro Bettelli, ricco di oltre un migliaio di opere, disegni e grafiche di autori della seconda metà del XX secolo. E ancora la Raccolta della Fotografia Contemporanea, oltre 3000 immagini dei fotografi più accreditati nel panorama internazionale.
Anche nel week end (con orario continuato dalle 10.30 alle 19) sarà possibile visitare gratuitamente la mostra “POP ART UK. British Pop Art 1956-1972” dedicata alla straordinaria stagione dell’arte inglese che va dalla metà degli anni Cinquanta agli inizi degli anni Settanta. Domenica 30 alle 15.30 è prevista una visita guidata gratuita alle sedi espositive, con inizio da Palazzo Santa Margherita.

mercoledì, maggio 26, 2004

'GUERRA AI VALORI GLOBALI'. RAPPORTO 2004 DI AMNESTY INTERNATIONAL

ATTACCHI DEI GRUPPI ARMATI E DEI GOVERNI ALIMENTANO SFIDUCIA, PAURA E DIVISIONE

I governi e i gruppi armati hanno scatenato una guerra ai valori globali, distruggendo i diritti umani della gente comune. E' questo il grido d'allarme lanciato da Amnesty International in occasione della presentazione del suo Rapporto Annuale 2004, avvenuta questa mattina a Roma. La violenza dei gruppi armati e l'escalation di violazioni ad opera dei governi si sono miscelate per dare vita al piu' grande attacco ai diritti umani e al diritto umanitario degli ultimi 50 anni, in un mondo dominato da crescente sfiducia, paura e divisione.
«Gli attacchi crudeli, criminali e spietati dei gruppi armati come al-Qa'ida costituiscono una minaccia assai concreta alla sicurezza della gente in ogni parte del mondo. Li condanniamo nel modo piu' totale. Si tratta di 'crimini gravi' ai sensi del diritto internazionale, che in alcuni casi costituiscono veri e propri crimini di guerra e crimini contro l'umanita» ha dichiarato Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International.
L'organizzazione ha condannato duramente i gruppi armati responsabili di atrocita' come gli attentati ai treni dell'11 marzo a Madrid e l'attacco contro la sede dell'Onu in Iraq, il 19 agosto 2003, in cui rimase ucciso l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Sergio Viera de Mello. I violenti attacchi nei confronti della popolazione civile e delle istituzioni che hanno il compito di trovare soluzioni ai conflitti e all'insicurezza - come la stessa Onu e il Comitato internazionale della Croce Rossa - rappresentano una nuova, grave minaccia alla giustizia internazionale.
«Ma a lasciare senza parole e' anche il fatto che i principi del diritto internazionale e gli strumenti dell'azione multilaterale che potrebbero proteggerci da questi attacchi vengono minacciati, ridimensionati o distrutti da governi potenti - ha aggiunto Bertotto - che stanno perdendo la loro compassione morale e sacrificando i valori globali dei diritti umani al cieco perseguimento della sicurezza. Quest'assenza di leadership rappresenta una pericolosa concessione ai gruppi armati».
«L'agenda della sicurezza globale promossa dall'amministrazione Usa e' un fallimento in termini di visione e una sconfitta in termini di principi. Violando i diritti umani all'interno, chiudendo gli occhi sugli abusi all'estero e usando la forza militare preventiva dove e quando vogliono, gli Usa hanno recato un danno alla giustizia e alla liberta' e hanno reso il mondo un luogo piu' pericoloso».
Il Rapporto Annuale 2004 di Amnesty International denuncia uccisioni illegali ad opera delle forze della Coalizione e dei gruppi armati in Iraq. I casi di maltrattamenti e torture evidenziano la vulnerabilita' di centinaia di prigionieri, non solo in Iraq ma anche in Afghanistan, a Guantánamo Bay e altrove, detenuti dagli Usa e dai loro alleati senza accusa, processo o possibilita' di accedere a un avvocato o di beneficiare della protezione della Convenzione di Ginevra.
«Non proteggendo i diritti di coloro che possono essere colpevoli, i governi minacciano i diritti degli innocenti e pongono tutti noi a rischio» ha proseguito Bertotto.
La 'guerra al terrore' e la guerra in Iraq hanno favorito una nuova ondata di abusi dei diritti umani e hanno distolto l'attenzione del mondo da quelli gia' in corso. Il Rapporto Annuale 2004 di Amnesty International denuncia devastanti conflitti interni, nascosti agli occhi del mondo, in Cecenia, Colombia, Nepal, Repubblica Democratica del Congo e Sudan, paesi che sono terreno di coltura per alcune delle piu' grandi atrocita'. La violenza in Israele e nei Territori Occupati e' aumentata mentre altrove molti governi hanno apertamente portato avanti politiche repressive.
«Quei governi che si dicevano ossessionati dalla minaccia delle armi di distruzione di massa in Iraq, hanno permesso alle vere armi di distruzione di massa - ingiustizia, impunita', poverta', discriminazione, razzismo, traffico incontrollato di armi leggere, violenza contro le donne e abusi sui bambini - di agire incontrollate» ha accusato Bertotto. «Il mondo ha disperatamente bisogno di una leadership ispirata ai valori globali dei diritti umani».
Pur denunciando abusi e impunita', ipocrisia e doppi standard dei governi, Amnesty International vuole sottolineare il potere sempre piu' crescente che la societa' civile sta assumendo per invertire la corrente in favore dei diritti umani. Vi sono segnali inequivocabili di un movimento per la giustizia globale: i milioni di persone che manifestano in ogni parte del mondo per esprimere solidarieta' alla popolazione irachena, gli spagnoli che scendono in strada in nome dell'umanita' dopo gli attentati di Madrid, i cittadini del mondo che si riuniscono al Forum sociale mondiale in Brasile.
A livello globale, nonostante la crociata degli Usa per indebolire la giustizia internazionale e assicurare immunita' planetaria ai suoi cittadini, la Corte penale internazionale ha nominato il suo procuratore e ha iniziato i suoi lavori. A poco a poco, i tribunali degli Usa e del Regno Unito hanno iniziato a mettere sotto osservazione le azioni dei rispettivi governi per limitare i diritti umani.
«I diritti umani sono importanti perche' offrono una visione potente e vincolante di un mondo migliore e piu' giusto e un concreto progetto su come arrivarci. Questi valori globali di giustizia sono la strada piu' efficace per la sicurezza e la pace» ha concluso Bertotto.

sabato, maggio 08, 2004

"CRIMINI DI GUERRA AD ABU GHRAIB"

AMNESTY INTERNATIONAL DENUNCIA UN SISTEMA DI BRUTALITA' E CRUDELTA'

In una lettera aperta inviata oggi al presidente statunitense George W. Bush, Amnesty International afferma che gli abusi commessi dalle forze Usa nella prigione irachena di Abu Ghraib costituiscono crimini di guerra. L'organizzazione per i diritti umani chiede indagini complete che garantiscano che non vi sara' impunita' per i responsabili della torture, a prescindere dalla loro posizione o dal loro grado. Nel corso degli ultimi due anni, Amnesty International ha documentato un sistema di abusi commessi dalle forze Usa ai danni dei detenuti, in Iraq come in Afghanistan.
Nonostante il segretario alla Difesa Rumsfeld abbia dichiarato di essere "sconvolto" dagli abusi commessi ad Abu Ghraib e che si tratterebbe di "un'eccezione" anziche' di "un sistema o una prassi", negli ultimi due anni Amnesty International ha segnalato ai piu' alti vertici del governo di Washington (tra cui la Casa Bianca, il dipartimento della Difesa e il dipartimento di Stato) una serie di denunce di brutalita' e crudelta' perpetrate dalle forze Usa ai danni di prigionieri.
Nel luglio 2003 Amnesty International, in un memorandum trasmesso al governo statunitense e all'Autorita' provvisoria della Coalizione, ha fatto riferimento ai maltrattamenti e alle torture in Iraq, ad opera di soldati Usa e delle forze della Coalizione. Le segnalazioni riguardavano percosse, scariche elettriche, privazione del sonno, incappucciamento e obbligo di rimanere per lunghi periodi di tempo in piedi o in ginocchio.
Amnesty International non ha ricevuto alcuna replica o indicazione che a Washington o Baghdad fosse stata avviata un'indagine. Inoltre, a dispetto delle ripetute richieste, Amnesty International si e' vista negare l'accesso a tutti i centri di detenzione diretti dagli Usa.
"Se l'amministrazione Usa non ha nulla da nascondere, deve porre
immediatamente fine alla detenzione in isolamento e garantire l'accesso a organismi indipendenti per i diritti umani, Amnesty e Nazioni Unite comprese, in tutti i centri di detenzione" scrive Irene Khan, segretaria generale di Amnesty International, nella sua lettera al presidente Bush.
"L'amministrazione Usa ha mostrato un evidente disprezzo per le
Convenzioni di Ginevra e per i principi fondamentali della legge, dei diritti umani e della decenza. Questo ha creato un clima in cui i soldati Usa si sentono liberi di agire in modo inumano e degradante nell'impunita'. Cio' cui ora stiamo assistendo in Iraq e' la logica conseguenza dell'incessante perseguimento della 'guerra al terrore' a prescindere dai costi in termini di diritti umani e di rispetto delle leggi di guerra".
Amnesty International ha espresso preoccupazione per l'ambiguita' dei messaggi che il governo di Washington ha trasmesso in relazione ai suoi impegni nei confronti del diritto internazionale.
Gli abusi non sono limitati solo ad Abu Ghraib. Numerose persone detenute nelle basi aeree statunitensi di Bagram e Kandahar, in Afghanistan, hanno denunciato di aver subito torture o altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti. L'amministrazione Usa, inoltre, non ha rispettato le Convenzioni di Ginevra in relazione al trattamento dei prigionieri di Guantanamo Bay.
Amnesty International si e' detta preoccupata per il fatto che l'indagine condotta dal generale Antonio Taguba, che ha riscontrato "abusi sistematici e illegali nei confronti dei detenuti" di Abu Ghraib, non era destinata a diventare pubblica e che la reazione dell'amministrazione Usa e' arrivata solo dopo che le conclusioni dell'indagine e le prove fotografiche sono diventate di dominio pubblico.
Nell'apparente tentativo di minimizzare la gravita' delle accuse, il segretario alla Difesa Rumsfeld ha dichiarato il 4 maggio che "finora si tratta di abusi tecnicamente differenti dalla tortura". In realta', i "numerosi casi di sadici, arbitrari e clamorosi abusi criminali" riscontrati dal generale Taguba costituiscono atti di tortura o trattamento crudele, inumano e degradante e sono crimini di guerra.
Questi atti comprendono: calci e pugni nei confronti dei detenuti; salti sui piedi nudi; obbligo di assumere posizioni sessualmente esplicite per scattare fotografie; porre di un detenuto nudo sopra una scatola, con un cappuccio in testa e con cavi elettrici applicati al pene e alle dita dei piedi e delle mani per simulare la tortura con l'elettricita'; piazzare un guinzaglio o una corda intorno al collo di un detenuto nudo mentre una soldatessa si mette in posa per una fotografia.
I responsabili di quelli che il generale Taguba chiama "abusi comprovati inflitti ai detenuti" dovrebbero essere sottoposti alla giustizia secondo gli obblighi che gli Usa hanno assunto verso il diritto internazionale e secondo quanto prevedono le leggi statunitensi. Le indagini dovrebbero riguardare sia i vertici della catena di comando che i singoli diretti responsabili.
Commenti quali quello del generale Geoffrey Miller, responsabile del trattamento dei detenuti in Iraq, secondo cui questi ultimi possono essere sottoposti a privazione del sonno e costretti a rimanere in posizioni dolorose, mostrano che l'amministrazione Usa non ha ancora compreso che i maltrattamenti e gli abusi rappresentano una deriva scivolosa verso la tortura e devono essere completamente vietati.
Obbligare i detenuti ad assumere posizioni estremamente dolorose, l'uso dei cappucci, le minacce e la prolungata privazione del sonno violano il divieto di tortura e di trattamenti crudeli, inumani e degradanti.
Amnesty International chiede al presidente Bush di garantire lo
svolgimento di un'inchiesta trasparente e imparziale sulle torture e le morti di prigionieri detenuti dalle forze Usa e che i responsabili siano sottoposti a giustizia.

martedì, maggio 04, 2004

IRAQ, AMNESTY: 'LE TORTURE NON SONO ISOLATE'

Amnesty International ha denunciato una crisi reale di autorita' in Iraq, con un atteggiamento ambiguo e l'uso di due pesi e due misure in tema di diritti umani

'Le ultime testimonianze di tortura e maltrattamenti che emergono dalla prigione di Abu Ghraib aggraveranno la gia' precaria situazione irachena. La prigione era purtroppo ben nota sotto Saddam Hussein e non dovrebbe diventarlo di nuovo. L'Iraq ha vissuto sotto l'incubo della
tortura troppo a lungo. La Coalizione deve inviare un segnale chiaro che la tortura non sara' tollerata in alcuna circostanza e che il popolo iracheno puo' oggi vivere libero da queste pratiche brutali e degradanti',
ha dichiarato Amnesty International.
'È necessaria un'indagine pienamente indipendente, imparziale e pubblica sulle denunce di tortura. Un impegno minore sarebbe insufficiente. Affinche' l'Iraq abbia un futuro sostenibile e pacifico, i diritti umani devono essere una componente centrale. Il messaggio che deve arrivare forte e chiaro è che coloro che abusano dei diritti umani saranno portati davanti alla giustizia'.
'Le nostre ricerche in Iraq ci fanno ritenere che questo non sia un caso isolato. Non è sufficiente che gli Stati Uniti reagiscano solo quando le immagini colpiscono attraverso gli schermi televisivi'.
Amnesty International ha ricevuto frequenti denunce di tortura o di altri maltrattamenti compiuti dalle Forze della Coalizione durante l'anno passato. Persone imprigionate hanno riferito di essere state
abitualmente sottoposte a trattamenti crudeli, inumani e degradanti durante l'arresto e la detenzione. Molti hanno riferito ad Amnesty International di essere stati torturati e maltrattati dai militari
statunitensi e britannici durante gli interrogatori. I metodi spesso denunciati includono la privazione prolungata del sonno, le percosse, l'obbligo di mantenere posizioni dolorose per lungo tempo, talvolta
insieme all'esposizione a musica assordante, l'incappucciamento per lunghi periodi e l'esposizione a fonti di luce abbagliante. Di fatto, nessuna delle denunce di tortura o maltrattamento è stata adeguatamente
investigata dalle autorita'.
Amnesty International chiede che le indagini sugli abusi denunciati compiuti dalle Forze della Coalizione siano condotte da un organismo competente, imparziale e indipendente, e considerato tale, e che le conclusioni delle indagini siano rese pubbliche. Chiede inoltre che
alle vittime o ai loro familiari vengano garantite forme di risarcimento, tra cui l'indennizzo.

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