martedì, settembre 28, 2004

PIU' GIUSTIZIA E LIBERTA' PER BILANCIARE LA SICUREZZA

MEMORANDUM DI AMNESTY INTERNATIONAL ALL'UNIONE EUROPEA

Mentre l'Unione Europea seguita a sviluppare il cosiddetto 'Spazio di liberta', sicurezza e giustizia' (AFSJ), Amnesty International ha diffuso oggi una serie di raccomandazioni volte a sollecitare il fermo impegno dell'UE a porre maggiore attenzione sulle possibili implicazioni per i diritti umani. Il documento di 24 pagine presenta un ampio spettro di proposte sul rispetto dei diritti umani nei settori dell'asilo, dell'immigrazione e della cooperazione giudiziaria e di polizia all'interno dell'UE. «Fino ad oggi, la lotta al terrorismo e il controllo dell'immigrazione illegale hanno in una certa misura monopolizzato l'agenda della Giustizia e degli Affari interni dell'UE. Amnesty International ritiene che l'UE debba ricalibrare le sue politiche per assicurare di non compromettere i diritti che sostiene di proteggere» ha dichiarato Dick Oosting, direttore dell'Ufficio di Amnesty International presso l'UE, nel corso di un incontro con la stampa tenuto questa mattina a Bruxelles. «È giunto il momento di una nuova ripresa, di un approccio più bilanciato. Purtroppo, a giudicare dai commenti che sentiamo da varie parti d'Europa, che non fanno altro che riciclare la vecchia retorica sui richiedenti asilo e gli immigrati, non siamo di fronte a una buona partenza».
Il memorandum di Amnesty International evidenzia cinque palesi contraddizioni nel modo in cui l'agenda della Giustizia e degli Affari interni viene messa in pratica:
1) Mentre l'UE cerca di rafforzare il controllo giudiziario e democratico su queste aree, aumentano le iniziative intergovernative che sfuggono a tale controllo.
2) C'è un chiaro conflitto tra le politiche in materia di asilo e immigrazione e la politica estera: i paesi terzi vengono spinti a cooperare per combattere l'immigrazione illegale in un modo che rischia di compromettere gli obblighi dell'UE per la protezione dei rifugiati.
3) Nonostante i ripetuti impegni a promuovere un approccio 'bilanciato' per gestire l'immigrazione legale mentre si contrasta quella illegale, tutta l'enfasi sembra essere posta su misure di tipo difensivo, con poca attenzione verso le cause profonde e la necessità di combattere lo sfruttamento nel mondo del lavoro.
4) Il principio del 'mutuo riconoscimento', che è alla base di iniziative quali il Mandato di arresto europeo, non riconosce le significative differenze negli standard di giustizia tra i paesi dell'UE.
Le principali raccomandazioni di Amnesty International comprendono:
Diritti umani in Europa
C'è un urgente bisogno di istituire un gruppo di lavoro sui diritti umani in Europa. Amnesty International ritiene che il crescente carico di lavoro in tema di diritti fondamentali renda insostenibile la situazione attuale. La strabordante enfasi sulla sicurezza e la lotta al terrorismo evidenzia ancora di più la necessità di un forum adeguato per affrontare queste problematiche anche dalla prospettiva dei diritti umani. La cooperazione in materia di immigrazione non deve pregiudicare l'asilo. Amnesty International chiede agli Stati membri dell'UE di garantire che la cooperazione con i paesi terzi rispetti gli standard sui diritti umani e non leda il diritto di chiedere asilo nel territorio comunitario. In particolare, Amnesty International esprime grande preoccupazione per le recenti iniziative di alcuni Stati membri di collaborare con paesi terzi, come la Libia, che presentano un quadro negativo in termini di diritti umani. All'indomani di una missione svolta in Libia a febbraio, Amnesty International ha verificato che un gruppo di richiedenti asilo eritreo era stato espulso dalla Libia verso il paese di origine.
Procedure di rimpatrio
Ogni futura iniziativa legislativa dell'UE dovrebbe specificare i motivi per cui una persona può essere espulsa così come le garanzie procedurali e le modalità pratiche riguardanti l'espulsione. Amnesty International teme che sulla questione della protezione non vi sia adeguata attenzione: il 28 luglio, ad esempio, due richiedenti asilo somali sono stati assassinati, poche settimane dopo il rientro forzato in patria, dopo che erano stati espulsi dalla Danimarca e dall'Olanda.
Cooperazione in materia giudiziaria
Amnesty International chiede all'Unione Europea di stabilire standard minimi per l'ammissibilità delle prove ottenute mediante maltrattamenti e torture e considerare l'adozione di tali standard uno dei passi fondamentali per migliorare la protezione dei diritti umani e rafforzare la fiducia reciproca necessaria per il mutuo riconoscimento.
Cooperazione in materia di polizia
Amnesty International teme che la crescente cooperazione in materia di polizia ponga questioni riguardo al comportamento della polizia negli Stati membri e all'efficacia delle istituzioni e degli strumenti che dirigono e regolano tale cooperazione. L'organizzazione chiede all'Unione Europea di affrontare questioni riguardanti in particolare la supervisione della cooperazione transfrontaliera e raccomanda che qualsiasi Codice di condotta etica della polizia venga approvato sia legalmente vincolante.

lunedì, settembre 27, 2004

Gli intellettuali in difesa della Costituzione

Noi siamo vivamente preoccupati per la proposta di modifica della Costituzione all’esame del Parlamento, che riteniamo rappresentare una grave minaccia per la nostra democrazia.
Una costituzione democratica ha due principali obiettivi: limitare il potere politico, e garantire ai cittadini una serie di diritti fondamentali. Sin dagli albori del costituzionalismo moderno il primo obiettivo è stato garantito dalla separazione dei poteri. Ciò vale sia per i sistemi presidenziali che per i sistemi di governo parlamentare: in entrambi il potere legislativo fa da contrappeso al potere esecutivo, e in entrambi è garantita l’indipendenza del potere giudiziario. In qualsiasi sistema democratico, infine, il principio di eguaglianza fa sì che ogni cittadino goda degli stessi diritti quale che sia la sua razza, religione, sesso, e – nei sistemi federali – regione di appartenenza.
Questi principi, fondamento di ogni buona costituzione, sono oggi a rischio in Italia. La riforma votata dal Senato, e ora all’esame della Camera, riscrive 43 articoli della nostra Carta. È di fatto una nuova Costituzione. Ma non è una buona Costituzione. Essa, infatti, delinea una forma di governo unica al mondo, lontana da quella delle altre democrazie europee e occidentali, basata sulla dittatura elettiva di un uomo solo e sull’esautoramento del Parlamento che può essere sciolto a piacimento del Premier. Non vi sono contrappesi a questo eccessivo potere perché la proposta sminuisce il ruolo delle grandi istituzioni di garanzia: il Presidente della Repubblica viene privato di qualsiasi effettivo potere e relegato in un ruolo cerimoniale; e nella Corte Costituzionale aumentano i giudici di nomina politica. Anche alcuni fondamentali diritti, da lungo tempo acquisiti, sono oggi in pericolo: con la devolution, e il conseguente aggravarsi delle differenze tra Regioni ricche e Regioni povere, la riforma mette a rischio l’universalità e l’eguaglianza dei diritti in settori fondamentali per il benessere dei cittadini quali la sanità, l’istruzione, la sicurezza, e la cultura.
Ci appelliamo ai Deputati perché questo non avvenga. La Costituzione del 1948 può essere migliorata, ma senza alterare l’equilibrio tra poteri e senza rinunciare alle garanzie offerte dalla Corte Costituzionale e dalla Presidenza della Repubblica così come oggi configurate. E soprattutto senza consegnare tutto il potere nelle mani di un Primo Ministro onnipotente, sottoposto ogni cinque anni al voto popolare, ma nel frattempo padrone assoluto di tutte le istituzioni senza alcun reale contrappeso. Noi non vogliamo un simile regime plebiscitario, ma una democrazia ove il controllo dei cittadini avvenga ogni giorno attraverso una libera informazione, una Magistratura indipendente, un’efficace opposizione in un Parlamento non svuotato delle sue storiche funzioni. Vogliamo che le riforme costituzionali siano frutto di un ampio dibattito, e non imposte a colpi di maggioranza da chi rappresenta al massimo la metà degli elettori e che così facendo darebbe alla nuova Costituzione una base di legittimità debole e precaria. Noi non vogliamo una Costituzione di parte, ma una Costituzione che, come quella del 1948, possa essere largamente condivisa dagli Italiani.
Claudio Abbado, Maurizio Pollini, Salvatore Accardo, Enzo Biagi, Inge Feltrinelli, Luca Formenton, Rita Levi Montalcini, Mario Luzi, Renzo Piano, Luca Ronconi e Guido Rossi (primi firmatari)

giovedì, settembre 23, 2004

DUE EMILIANI AZZURRI DI DELTAPLANO

NAZIONALE DELTAPLANO - Per la Federazione Italiana Volo Libero (FIVL) è tempo di scelte circa la formazione delle squadre nazionali che saranno presto impegnate in confronti ai massimi livelli.Flavio Tebaldi, responsabile per il settore deltaplano, ha convocato i piloti che il 28 dicembre voleranno ad Hay (Australia) per i Campionati Mondiali in calendario dal 7 al 19 gennaio 2005. Della comitiva azzurra faranno parte Filippo Oppici di Parma, Elio Cataldi di Treviso, i piemontesi Angelo Crapanzano e Federico Bausone, Davide Guiducci di Reggio Emilia, Alex Ploner di Bolzano ed il trentino Christian Ciech. Quest'ultimo lo scorso luglio ha vinto per la seconda volta il titolo mondiale della classe "ali rigide" (davanti a Ploner), vale a dire i deltaplani più veloci e performanti. I due piloti hanno permesso alla nazionale azzurra la conquista del titolo mondiale per tre volte consecutive. In Australia, al contrario, voleranno le cosiddette "ali flessibili", cioè i deltaplani di tipo tradizionale, i cui profili alari, tuttavia, nulla hanno da invidiare come prestazioni a quelli dell'altra classe. Nel caso uno dei piloti dovesse avere problemi che lo portassero a rinunciare, sarebbe sostituito da Ignazio Bernardi di Brescia.
NAZIONALE PARAPENDIO - Per il settore parapendio, il "team leader" della nazionale italiana, Alberto Castagna (Cologno Monzese - Milano), ha scelto i piloti che parteciperanno ai prossimi Campionati Europei a Kalavrita (Grecia) dall'1 al 12 di ottobre prossimi. La nazionale è composta dai trentini Jimmy Pacher (Canazei), Luca Donini (Molveno), Christian Biasi (Rovereto) e Mauro Maggiolo (Trento); da Paolo Zammarchi (Roncadelle - Brescia), Stefano Sottroi (Arabba - Belluno) e Rosanna Scanagatta (Marostica - Vicenza). Di tutto rispetto il "palmares" degli azzurri: in particolare Donini, già campione del mondo nel 2001, Pacher due volte campione europeo e due volte vincitore in Coppa del Mondo e Biasi due volte campione italiano. Del gruppo farà parte anche l'assistente tecnico Davide Carpignano (Torino).In previsione della trasferta greca, lo scorso 11 Settembre, la squadra azzurra si è incontrata a Bassano del Grappa (Treviso) per uno stage d'allenamento in preparazione di questo evento. I piloti hanno volato per quasi tre ore, percorrendo circa 50 km.
SPORTOUT - Nel frattempo a Brescia si è chiusa Sportout, la fiera degli sport legati al mondo dell'outdoor, presentati come gli "sport da provare", o "un nuovo modo per toccare l'avventura". Gli intendimenti degli organizzatori hanno avuto esiti positivi con buona affluenza di pubblico nonostante fosse solo la prima edizione. In particolare il volo libero in deltaplano e parapendio, rappresentato dalla FIVL e dalla scuola locale Brixia Flying, ha suscitato molto interesse ed i due stand sono stati meta continua da parte di interessati o semplici curiosi.

martedì, settembre 21, 2004

SUDAN: LE CONCLUSIONI DELLA MISSIONE DI AMNESTY INTERNATIONAL IN DARFUR

Disperazione delle persone che hanno perso ogni cosa, negazione delle proprie responsabilità da parte del governo, delusione per la lentezza con cui si sta affrontando la crisi: è questo il quadro che emerge dalla missione svolta da Amnesty International in Darfur dal 14 al 21 settembre.
Si è trattato della prima visita in Sudan e dei primi incontri con rappresentanti del governo di Khartoum da parte di un organismo non governativo internazionale per i diritti umani dallo scoppio della crisi. Con una significativa differenza rispetto al passato, Amnesty International ha avuto libero e completo accesso al Darfur: i suoi delegati hanno visitato Al Jeneina, Nyala e Al Fasher e hanno incontrato alti rappresentanti governativi sia in Darfur che a Khartoum, così come esponenti di organismi internazionali e della società civile.
La visita ha confermato le precedenti analisi di Amnesty International: villaggi attaccati dalle milizie sostenute dal governo, e in alcuni casi assistite sul campo dalle forze armate sudanesi; uccisioni di civili; saccheggi e incendi delle abitazioni.
La delegazione di Amnesty International ha visitato diversi luoghi in cui i villaggi erano stati rasi al suolo o abbandonati e ormai quasi ricoperti dalla vegetazione e ha visto cammelli, capre e bovini condotti al pascolo dai pastori nomadi su terreni precedentemente abitati dalle tribù di agricoltori.
I delegati dell'organizzazione per i diritti umani hanno raccolto testimonianze di prima mano da parte di persone sfollate, nei campi e nei villaggi del Darfur occidentale e a Nyala, nel Darfur meridionale. Due donne hanno descritto l'attacco e il bombardamento, nel mese di febbraio, da parte delle milizie janjawid, del loro villaggio nei pressi di Nuri (Darfur occidentale) e la conseguente uccisione di circa 130 persone. Erano stati assassinati così tanti uomini che è toccato alle donne seppellire i morti. Poiché, inoltre, non c'era spazio per seppellirli tutti, alcuni corpi sono stati sistemati in un rifugio; di notte, le milizie janjawid sono arrivate e vi hanno dato fuoco.
«Se alcuni rappresentanti del governo hanno ammesso l'esistenza di violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario, altri hanno negato nel modo più totale. Questo è un insulto alle vittime» ha dichiarato Irene Khan, Segretaria Generale di Amnesty International, che ha guidato la missione in Sudan.
«Lo sfollamento continua: la gente viene sradicata dalle proprie terre a causa dei combattimenti e degli attacchi deliberati compiuti ai danni della popolazione civile» ha affermato Bill Schulz, Direttore Esecutivo di Amnesty International USA, descrivendo l'arrivo di 3000 persone al campo di Kalma.
I delegati hanno incontrato anche profughi delle tribù nomadi, situati nel campo di Musai nei pressi di Nyala, e hanno raccolto testimonianze speculari di uccisioni e stupri commessi dai gruppi ribelli. Amnesty International condanna nel modo piu' fermo tutte le violazioni del diritto umanitario commesse dai gruppi politici armati.
Amnesty International riconosce lo sforzo del governo sudanese di aumentare la presenza della polizia nel Darfur. Tuttavia, si tratta spesso di personale poco equipaggiato. Inoltre, la delegazione ha appreso che la polizia non svolge indagini sulle denunce e che alcuni janjawid sono stati assorbiti al suo interno.
«A causa dell'evidente stato di insicurezza e dell'assenza di provvedimenti sugli abusi commessi in passato, la gente non ha fiducia nel governo: non si sente tranquilla nei campi, è terrorizzata fuori dai campi. Chiunque abbiamo incontrato ci ha detto con estrema chiarezza che non ci sono le condizioni di sicurezza per rientrare nei villaggi» ha detto Samkelo Mokhine, presidente di Amnesty International Sudafrica e componente della missione. «In questa situazione, l'unico rimedio è un massiccio incremento degli osservatori. Per accrescere la fiducia della gente e migliorare la sicurezza, ora occorre una presenza internazionale in ogni distretto».
Amnesty International esprime apprezzamento per la proposta di aumentare il numero di osservatori dell'Unità Africana. «Tuttavia, non è solo questione di numeri. Occorre rafforzare il loro mandato e la loro operatività. Gli stessi osservatori delle Nazioni Unite devono essere enormemente aumentati di numero e dotati di adeguate risorse per svolgere il loro incarico. Ma gli indicatori su cui misurare i progressi nella protezione dei diritti umani devono essere qualitativi e non quantitativi. Non si tratta solo di avere più poliziotti, ma di garantire che siano in grado e abbiano la volontà di proteggere la popolazione» ha precisato Irene Khan.
«Ripristinare la sicurezza è essenziale per consentire il ritorno volontario degli sfollati, in condizioni di incolumità e dignità. Non si deve sottovalutare l'importanza di garantire queste condizioni, altrimenti c'è il rischio che la pulizia etnica possa mettere in moto ulteriori tensioni tra le etnie» ha aggiunto Irene Khan, sottolineando che lo sfollamento prolungato potrebbe avere conseguenze sull'equilibrio demografico della regione.
La delegazione di Amnesty International ha verificato che le 'zone di sicurezza' istituite dal governo sudanese non forniscono protezione reale agli sfollati. «Le Nazioni Unite dovrebbero convincere Khartoum ad abbandonare questo concetto insistendo invece sull'attuazione del 'Piano di azione', già sottoscritto, con l'obiettivo di migliorare la sicurezza in tutto il Darfur fermando le violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario, rispettando il cessate-il-fuoco, disarmando e smantellando le milizie e ponendo fine all'impunità. Le autorità ci hanno detto che hanno arrestato, incriminato e punito alcuni janjawid; tuttavia, approfondendo alcuni casi giudiziari ad El Jeneina e Nyala ci siamo resi conto che il fenomeno dell'impunità persiste ampiamente» ha sottolineato Irene Khan.
Amnesty International ha accolto positivamente la richiesta del Consiglio di Sicurezza di istituire rapidamente una Commissione internazionale indipendente - un passo che l'organizzazione raccomandava da mesi - col compito di indagare sui crimini di guerra e crimini contro l'umanità e stabilire se sia stato commesso un genocidio.
La delegazione ha concluso che la situazione umanitaria nel Darfur rimane estremamente precaria, nonostante il libero e pieno accesso degli aiuti umanitari. «La regione non possiede le infrastrutture necessarie per consentire operazioni umanitarie di vasta scala per un lungo periodo di tempo. Se lo sfollamento proseguirà, se l'accesso verrà meno, se l'assistenza e l'attenzione internazionale caleranno, c'è ancora il rischio che la crisi si trasformi in una catastrofe. Il Darfur deve rimanere nell'agenda della comunità internazionale fino a quando la sua popolazione non sarà in grado di vivere in libertà e in sicurezza» ha concluso Irene Khan.

OCCUPAZIONE A MODENA, UNA RIPRESA TIMIDA

Sul mercato del lavoro maggiormente in difficoltà i giovani
Congiuntura negativa per l’industria, bene invece il commercio


Le rilevazioni compiute nell’ambito dell’Indagine comunale sull’occupazione e la disoccupazione (e contenute nell’ultimo numero della newsletter Lettera sull’Occupazione in corso di distribuzione a cura dell’Assessorato alle Politiche Economiche del Comune) mostrano un consolidamento dei deboli segnali di ripresa emersi alla fine del 2003. Rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente il numero degli occupati ad aprile 2004 è aumentato infatti del 3.8%, di circa 3000 unità, arrivando a 79300. Particolarmente dinamica è risultata l’occupazione femminile, con un più 8.3%, tanto che il numero di coloro che si sono dichiarate casalinghe è sceso in un anno da 8800 a 6000 circa.
Il tasso di occupazione complessivo è anch’esso risalito, per collocarsi ad aprile ad un livello superiore a quello del corrispondente mese del 2003 (67.2% contro 65.4%), e recuperando sostanzialmente i livelli del 2001. Il tasso di attività ha evidenziato un andamento analogo, arrivando al 69.4%. Diversa la performance del tasso di disoccupazione, fino a luglio 2003 nettamente superiore a quello dell’anno precedente (4,2% contro 2,5%), in ottobre sceso avvicinandosi ai livelli dell’ottobre 2002 (2,9%) e che ad aprile 2004 ha toccato infine la quota del 3.2%.
La Lettera sull’Occupazione 2004 presenta poi anche dati scorporati e riguardanti donne e giovani sul mercato del lavoro: si è assistito così ad un netto aumento del tasso di occupazione femminile nei primi mesi dell’anno: questo indicatore è risalito al 61.3%, al di sopra di quello ad esempio fatto registrare nell’ottobre 2002 (59,8%). Il fenomeno della disoccupazione giovanile, che a Modena sembrava in una fase di progressivo riassorbimento, si riaffaccia invece nuovamente: il tasso di disoccupazione giovanile, sceso fino al 5,6% nel 2002 e che aveva raggiunto nel luglio 2003 un picco del 15,6% ad aprile 2004, alla data dell’ultima rilevazione trimestrale, si è comunque attestato su un valore (il 12.9%), superiore di quasi due punti a quello del corrispondente periodo dell’anno precedente.
A Modena poi su 100 occupati i lavoratori dipendenti risultano il 75.8%, l’81.5% tra le donne. Il 21.9% sono invece lavoratori autonomi, più maschi che femmine, mentre l’1.3% sono parasubordinati e l’uno per cento infine apprendisti. Tra i lavoratori in possesso di un contratto da lavoratore dipendente poi 88 su 100 risultano a tempo indeterminato e l’8.5% determinato. Solo il 9.5% dei lavoratori subordinati è a tempo parziale e tra questi 96 su 100 sono donne prevalentemente tra i 35 e i 54 anni.
Se si passa all’esame dei dati contenuti nella Lettera sull’Occupazione e relativi alla congiuntura economica modenese ad aprile 2004 non si può non sottolineare il calo del 16.4% dell’industria manifatturiera (spiegabile con la difficile congiuntura attraversata dalla meccanica in primis, anche se gli ultimi dati camerali sembrano prefigurare una ripresa) pur in presenza di un aumento nelle costruzioni del 5,4%. Un aumento che non basta a compensare il calo dell’intero settore industriale, che perde oltre 3000 unità, da 25400 a 22000. Cresce invece l’occupazione nel commercio, da 12600 a 14000 unità, di quasi il 12%, un incoraggiante inversione di tendenza dopo il 2003. Per quello che riguarda le altre attività si ha un aumento dell’occupazione dell’1% e complessivamente il settore dei servizi cresce di oltre 5000 unità, dell’11% All’Albo artigiani da marzo 2003 ad aprile 2004 si è infine verificato un aumento delle iscrizioni di imprese, passate in città da 5679 a 5882, 203 in più. Una crescita soprattutto concentrata nel campo delle attività di produzione.
Interessante segnalare infine i segnali incoraggianti che provengono dal settore distributivo, proseguendo un andamento positivo emerso fin dall’anno scorso. Dall’analisi dell’Ufficio Commercio del Comune infatti risulta che a Modena gli esercizi commerciali sono aumentati di 77 unità tra l’aprile 2003 e l’aprile 2004: 662 sono gli alimentari, 2585 i non alimentari, 3247 il totale, il 2.4% in più. In centro storico il dato è ancora più positivo, visto che nel cuore della città gli esercizi ad aprile hanno superato le 900 unità, per l’esattezza 904 (tra questi 123 sono gli alimentari, sei in più), per il 3.3% d’aumento.

lunedì, settembre 13, 2004

AL FESTIVAL FILOSOFIA 150 SGUARDI SUL MONDO

Dal 17 al 19 settembre Modena, Carpi e Sassuolo propongono lezioni di grandi maestri, ma anche cene, letture, mostre, concerti e giochi. Tra i protagonisti Augé, Marion, Friedman, Galimberti, Vattimo, Cacciari e il regista Greenaway

Finito o infinito, storico o utopico, mitico o disincantato, terrestre o marziano, locale o globale. E’ il mondo, nelle sue molteplici declinazioni, il tema della quarta edizione del Festival filosofia, in programma a Modena, Carpi e Sassuolo da venerdì 17 a domenica 19 settembre. La manifestazione, che negli anni precedenti ha preso in esame i temi della felicità, della bellezza e della vita registrando nel 2003 oltre 75 mila presenze, si svolge con l’Alto patronato del Presidente della Repubblica e per iniziativa dei tre Comuni, della Regione Emilia-Romagna, della Provincia, della Fondazione Collegio San Carlo, che ha curato il programma, e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena (informazioni per il pubblico al numero 059 421210 e nel sito internet www.festivalfilosofia.it). Sponsor della manifestazione sono Gamma due, Meta spa, Vivaceramica e Unione industriali di Modena. Centocinquantuno appuntamenti – quasi tutti gratuiti e tutti in sedi accessibili ai disabili – permetteranno al pubblico di ascoltare lezioni di grandi maestri del pensiero contemporaneo: dall’antropologo Marc Augé al filosofo Jean-Luc Marion, erede di Ricoeur; dal regista Peter Greenaway, che interverrà sulla rappresentazione dello spazio, all’antropologo della mondializzazione Jonathan Friedman, docente in Francia, Svezia e Stati Uniti; dall’africanista Jean-Loup Amselle al filosofo inglese John Tomlinson. Numerosi anche gli italiani, da Remo Bodei (supervisore del Festival) a Umberto Galimberti, da Gianni Vattimo a Salvatore Natoli, da Elena Pulcini a Emanuele Severino da Ermanno Bencivenga a Massimo Cacciari, da Vittorino Andreoli a Daniele del Giudice da Rosi Braidotti a Cettina Militello. Un vasto programma di contorno coinvolge la letteratura, il cinema (in cartellone una rassegna su transiti tra terra e mare) e il teatro (una conversazione sul tempo del mondo di Lucia Poli, letture di Maurizio Cucchi e Fabio De Luigi, lo spettacolo “Il grande viaggio: un pellegrinaggio alle sorgenti del Gange” di Giuseppe Cederna). Senza dimenticare la musica (canti gregoriani, sonorità klezmer del complesso Yesh Gvul e un concerto del cantautore Claudio Rocchi), i libri, i pranzi e le cene filosofici che l’Accademico dei Lincei Tullio Gregory ha ideato per i ristoranti delle tre città e i viaggi in treno con i filosofi. A Modena sono in programma anche una videoinstallazione che racconta la frammentazione del mondo contemporaneo, un’installazione di Arnaldo Pomodoro (che espone la sua “Sfera n. 1” del 1963), un’installazione di Marco Bagnoli, la mostra “Atlante” del fotografo Luigi Ghirri, scomparso da dodici anni, e una mostra di mappe e carte geografiche riviste da Gianni Valbonesi. Carpi propone “Kaleidoscope: 1964-1974 suoni e visioni della psichedelia”, dedicata ad uno degli ultimi movimenti di avanguardia del ‘900, mentre a Sassuolo, oltre ad installazioni di Luigi Mainolfi e Weiner Vaccari, espongono cinque fotografi del Sudafrica. Tra le novità di quest’anno, piazza Pomposa a Modena ospita conversazioni “da panchina” con artisti, studenti, immigrati e pensionati, le storie dei rifugiati proposte dal teatro reportage di Hidden Theatre e un mercato dove si può gustare e acquistare caffè e tè da tutto il mondo. Ricco anche il programma ragazzi, che prevede leggende dell’Africa e storie della Cina, tappeti in grado di ricreare le atmosfere dei giardini giapponesi e itinerari su oroscopi e segni zodiacali. Per i più grandi, una caccia al tesoro on line consente di vincere viaggi e soggiorni a New York e in capitali europee. Il Festival si concluderà domenica 19, a partire dalle 20.30, in piazzale della Rosa a Sassuolo con fuochi d’artificio che, al ritmo della musica, riprodurranno una sorta di globo pirotecnico in grado di illuminare a giorno la facciata del Palazzo ducale.


LEZIONI MAGISTRALI TRA UTOPIE E GLOBALIZZAZIONE
Gli appuntamenti con i filosofi a Modena, Carpi e Sassuolo

La mondializzazione culturale e la globalizzazione economica, il meticciato e il cosmopolitismo, la frammentazione dello spazio e delle identità, ma anche le cosmologie antiche e quelle contemporanee, le teologie dei mondi ulteriori e le utopie dei mondi a venire, le geografie reali e immaginarie, i fondamenti del mondo esterno e di quello interiore. Ruotano attorno a questi temi le lezioni magistrali del quarto Festival filosofia sul mondo. Ecco, in sintesi, gli appuntamenti. Venerdì 17 Modena propone gli educational di Mario Vegetti “Il mondo come artefatto: cosmo e caos nel Timeo di Platone” (ore 10, chiesa di san Carlo) e di Ermanno Bencivenga “Che cosa si dice quando si dice mondo” (ore 11.30, piazza Grande). Due anche le lezioni magistrali: Massimo Cacciari parla di “Sistema mondo” (ore 15.30, piazza Grande) e Remo Bodei su “La città e il cosmo” (ore 17.30, piazza Grande). Alle 20.30, alla sala Truffaut di via degli Adelardi, dibattito su “Transiti fra terra e mare” con Franco La Cecla e Piero Zanini (conduce Alberto Morsiani). Carpi propone l’educational di Sossio Giametta su “Il mondo: cosmo o caos?” (ore 11, convento di san Rocco) e le lezioni magistrali di Vittorino Andreoli su “Il mondo dentro di me” (ore 16, piazzale Re Astolfo) e Cettina Militello su “Altri mondi: esperienza escatologica e vicenda storica” (ore 18, convento di San Rocco). Alle 21 l’associazione culturale Mondotre propone al convento di san Rocco il “Processo a Schopenhauer” in forma di teatro filosofico. A Sassuolo sono in programma l’educational di Enrico Berti “L’immagine aristotelica del mondo e la sua fortuna nella storia” (ore 11, Cavallerizza ducale) e le lezioni magistrali di Paolo Virno su “La mente come sfera pubblica: esperienza del mondo, esperienza del linguaggio” (ore 16, Cavallerizza ducale) e di Giacomo Marramao su “La modernità-mondo e i paradossi della globalizzazione” (ore 18, piazzale della Rosa). “Che cosa c’è e che cos’è” è invece il titolo del dialogo filosofico tra Maurizio Ferraris e Achille Varzi (ore 21, Cavallerizza ducale).
Sabato 18 Modena propone quattro lezioni magistrali. Umberto Curi parla de “Il potere dell’osservazione: sull’ambivalenza del visibile” (ore 10, chiesa di San Carlo), Salvatore Natoli affronta il tema “Il divino nel mondo: quale misura per l’imponderabile?” (ore 11.30, piazza Grande), Daniele Del Giudice interviene su “La città e il suo doppio” (ore 15, chiesa di San Carlo) e Marc Augé su “Il mondo di domani tra solitudine e solidarietà” (ore 17, piazza Grande). “Ipotesi sul mondo fisico: teorie del tutto tra loop e superstringhe” è il titolo della tavola rotonda in programma alle 21 nella chiesa di San Carlo con Ignazio Licata, Carlo Rovelli e Augusto Sagnotti. Coordina Armando Massarenti del “Sole 24 ore”. Quattro le lezioni magistrali in programma a Carpi. Elio Matassi parla di “Musica del mondo, musica dell’anima” (ore 10, Convento di san Rocco), Jean-Luc Marion di “Il fenomeno e l’evento: limiti del mondo oggettivo” (ore 11.30, piazzale Re Astolfo), Remo Ruffini affronta il tema “Estrarre energia dai buchi neri: le più grandi esplosioni dell’universo” (ore 15.30, convento di san Rocco) ed Emanuele Severino su “Essere e mondo” (ore 17.30, piazzale Re Astolfo). A Sassuolo sono in programma tre lezioni magistrali e un dibattito. Jean-Loup Amselle parla dei “Paradossi del meticciato (ore 10, Cavallerizza ducale), Remo Bodei e Luciano De Crescenzo discutono su “Congedi dal mondo: la morte e la filosofia” (ore 11.30, piazzale della Rosa), Danilo Zolo parla di “Costituzione imperiale del mondo: argomenti contro il cosmopolitismo” (ore 15.30, Cavallerizza ducale), John Tomlinson di “Solidarietà globale: argomenti per il cosmopolitismo” (ore 17.30, piazzale della Rosa).
Domenica 19 settembre Modena propone quattro lezioni magistrali. Franco Farinelli parla di “Il mondo, la mappa, il globo” (ore 10, chiesa di san Carlo), Jonathan Friedman dei “Veri paradossi della globalizzazione: discorsi delle élite e movimenti di base” (ore 11.30, piazza Grande), Stefano Boeri di “Confini: l’altra faccia della globalizzazione” (ore 15, chiesa di San Carlo), Peter Greenaway affronta il tema “Rappresentare lo spazio: cinema e architettura” (ore 17, piazza Grande). Quattro lezioni magistrali sono in programma anche a Carpi. Elena Pulcini parla di “Homo creator e la perdita del mondo” (ore 10, Convento di san Rocco), Michel Maffesoli di “Orientalizzazione del mondo” (ore 11.30, piazzale Re Astolfo), Umberto Galimberti del “Mondo della tecnica” (ore 15, piazza Martiri) e Rosi Braidotti di “Soggettività mondane” (ore 17.30, convento di san Rocco). A Sassuolo, infine, sono in programma quattro lezioni. Aldo Gargani parla di “Mondo, linguaggio, rappresentazione” (ore 10, Cavallerizza ducale), Maurizio Viroli di “Patriottismo e cosmopolitismo” (ore 11.30, piazzale della Rosa), Paolo De Bernardis su “Archeologia dell’universo: come misurare il passato del mondo fisico, capirne il presente e cercare di determinare il futuro” (ore 15.30, Cavallerizza ducale) e Gianni Vattimo su “Aprirsi al mondo” (ore 17.30, piazzale della Rosa).

sabato, settembre 04, 2004

5 SETTEMBRE, LA CULTURA EBRAICA MAI COSI’ VICINA

In piazza Mazzini “Il popolo del libro” si apre alla comunità modenese. Durante la giornata: degustazioni, laboratori per bimbi, danze e pranzo a tema

Una mostra rivolta ai ragazzi, destinata ad approdare dalla piazza alle scuole della città, e un concerto che strappa da vecchi depositi partiture musicali dimenticate per restituirle a nuova vita. Ruota intorno a due eventi di tutto rilievo, come la mostra sull’educazione nella tradizione ebraica “Il Popolo del Libro” e il “Concerto di musiche ebraiche” che si terrà nella Sinagoga, il programma d’iniziative messo a punto dall’assessorato alla Cultura del Comune di Modena e dalla Comunità Ebraica di Modena e Reggio Emilia, in occasione della V Giornata Europea della Cultura Ebraica, che si celebra domenica 5 settembre. Oltre agli appuntamenti ormai divenuti tradizionali, come le danze ebraiche e la degustazione di dolci tipici, questa quinta edizione della Giornata – dedicata a “Ebraismo e Educazione” - si arricchisce di nuovi appuntamenti che ne fanno appieno un’occasione d’incontro con la cultura ebraica.
Ad aprire le celebrazioni sarà l’inaugurazione, alle ore 10.30, della mostra “Il Popolo del Libro. L’educazione nella tradizione e nella cultura ebraica” allestita in piazza Mazzini e promossa dalla Regione Emilia-Romagna. Alla cerimonia interverranno il sindaco di Modena, Giorgio Pighi, e l’assessore regionale alla Scuola e Formazione, Mariangela Bastico. L’esposizione – attraverso i pannelli, le foto e le illustrazioni di Emanuele Luzzati - parlerà soprattutto a ragazzi, genitori ed insegnanti, dell’educazione dei fanciulli nella società ebraica, un compito di primaria importanza affidato alla famiglia, alla scuola e ai rabbini, anche attraverso la pratica e l’osservanza della legge e delle tradizioni religiose. La mostra, su richiesta delle direzioni didattiche, potrà poi diventare itinerante ed essere allestita di volta in volta nelle scuole della città.
L’assessore Bastico sarà presente anche alla presentazione del libro “Anni in fuga. I ragazzi di Villa Emma a Nonantola” di Josef Indig Ithai, che si terrà alle 16.30 nella Sala di Rappresentanza del Palazzo Comunale. All’incontro interverranno Lorenzo Bertucelli, presidente dell’Istituto Storico di Modena, e Stefano Vaccari, presidente della Fondazione Villa Emma.
Durante tutta la giornata, dalle ore 9, la Libreria Tarantola proporrà in piazza Mazzini il mercatino dei “Libri sull’educazione e la cultura ebraica”; dalle 10.30 alle 12 e dalle 16 alle 20 sono, inoltre, previsti workshop di attività espressive e creative per i bambini che potranno partecipare ai laboratori di musica e danza, ballo, disegno, collage e narrativa. Ci si può ancora prenotare (telefonando al numero 059 553235) per partecipare al pranzo a tema presso la Villa storica Aggazzotti, una novità assoluta di quest’anno. Il pasto (prezzo 30 euro) proporrà una rassegna di specialità gastronomiche ebraiche a base di pesce che venivano consumate durante il Shabat (il sabato). Il menù prevede Salsa di avocado, Prosciutto d’oca e Salsa di fegatini come antipasto, Spaghetti con bagna brusca e Riso giallo in salsa di piselli come primi, per passare alla Trota salmonata in gelatina e ai Cefali bruschi con contorno di melanzane e zucchine fritte. Alle 16, in piazza Mazzini, ancora un omaggio alla cucina e alla gastronomia grazie alla “Degustazione dei dolci della cucina ebraica” a cura dell’Agriturismo Agazzotti .
In serata, alle 18, la Sinagoga accoglierà il “Concerto di musiche ebraiche. Cultura Musicale Ebraica e Melodie Sinagogali” interpretate dalla Corale Gazzotti, con la partecipazione straordinaria del violinista Pavel Vernikov. Durante il concerto, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, saranno eseguiti, tra gli altri, testi di musica sinagogale frutto di un lungo e paziente lavoro di recupero, riordino, catalogazione, attribuzione ed archiviazione di numerosi manoscritti giacenti da anni in depositi inutilizzati. Per assistere al concerto occorre prenotare telefonando allo 059 206660 (lunedì 15 –18, da martedì a sabato 9-13 e 15-18, domenica 9-13). Infine, chiuderanno la giornata le “Danze ebraiche” con il coinvolgimento del pubblico a cura della compagnia Terra di danza, dalle ore 20, in piazza Mazzini.

venerdì, settembre 03, 2004

DARFUR: AFFRONTARE LE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI

Amnesty International ha chiesto oggi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di mostrare impegno e volonta' politica per porre fine alle violazioni dei diritti umani e all'impunita' nel Darfur. 'Rafforzare il numero, il ruolo e le risorse degli osservatori internazionali sui diritti umani e' fondamentale ma non e' ancora abbastanza' ha dichiarato un portavoce dell'organizzazione.
L'ultimo rapporto del Segretario Generale sulla situazione nel Darfur, attualmente all'esame del Consiglio di Sicurezza, afferma chiaramente che gli osservatori non possono lavorare adeguatamente nell'attuale clima di intimidazione creato dal governo sudanese. Per questo, Amnesty chiede che 'il Consiglio di Sicurezza fornisca agli osservatori ampio supporto politico per costringere il governo di Khartoum a rispondere delle gravi violazioni dei diritti umani commesse dalle sue forze armate e dalle sue milizie janjawid'.
Amnesty International nota con preoccupazione il fatto che, al contrario di quanto promesso, il Sudan non ha disarmato alcun membro delle milizie. Il 27 agosto, il rappresentante speciale delle Nazioni Unite ha assistito a una 'cerimonia di disarmo' di 300 janjawid a Jeneina. Ma, secondo la popolazione locale, le milizie 'disarmate' hanno riavuto indietro le proprie armi non appena il funzionario dell'Onu se ne e' andato.
Un ulteriore ostacolo all'effettivo disarmo delle milizie janjawid e' costituito dalla loro progressiva integrazione nell'esercito sudanese e nella polizia di frontiera. Cio' rendera' difficile per gli osservatori internazionali identificare gli autori delle violazioni dei diritti umani.
Il governo sudanese e le Nazioni Unite hanno individuato delle 'zone protette' per i profughi. Amnesty International teme che la sicurezza in queste zone possa non essere garantita e che questa decisione possa portare a una sorta di sedentarizzazione degli sfollati, come nel caso di quelli dei Monti Nuba, nel Sudan centrale.
Il rapporto delle Nazioni Unite afferma inoltre che non vi sono stati casi in cui il governo ha costretto al rientro i profughi. Tuttavia, ad agosto piu' di 70 profughi del campo di Kalma, nei pressi di Nyala, sono stati arrestati perche' si opponevano al tentativo delle autorita' di farli rientrare nei propri villaggi in condizioni di insicurezza. I campi-profughi sono controllati dai servizi segreti e dalle forze di sicurezza del governo. Amnesty International continua a ricevere informazioni su casi di abusi sessuali ai danni delle profughe del Darfur da parte delle forze inviate dal governo per ristabilire l'ordine nella regione. Donne adulte e ragazze continuano a essere stuprate nei pressi dei campi e possono ricevere cure mediche solo se sporgono denuncia alla polizia. Quando lo fanno, la polizia rifiuta di prendere in considerazione le loro parole. Peraltro, la maggior parte dei profughi non ha alcuna fiducia nella polizia sudanese, vista come uno dei protagonisti della devastazione in corso nel Darfur.
I profughi, i testimoni e gli attivisti per i diritti umani, cosi' come gli interpreti e i giornalisti, sono sottoposti a intimidazioni quando si rivolgono ai rappresentanti delle missioni internazionali e agli osservatori dell'Unione Africana per denunciare quanto accade nel Darfur. Gli osservatori, a loro volta, non sono in grado di garantire la sicurezza e l'anonimato dei testimoni.
La drammatica situazione dei diritti umani nel Darfur e' un test decisivo per verificare la volonta' del Consiglio di Sicurezza di costringere il governo sudanese a porre termine alla crisi. Secondo Amnesty International, il Consiglio di Sicurezza dovrebbe istituire una commissione internazionale d'inchiesta per indagare su crimini di guerra, crimini contro l'umanita' e denunce di genocidio nel Darfur e suggerire modalita' per sottoporre alla giustizia i presunti responsabili.
Il Consiglio di Sicurezza dovrebbe inoltre sospendere i trasferimenti verso il governo sudanese di tutte le armi che potrebbero essere usate per commettere violazioni dei diritti umani e dovrebbe chiedere il rilascio dei prigionieri di coscienza, l'abolizione dei tribunali speciali e il monitoraggio dei centri di detenzione. 'Se la comunita' internazionale avesse agito piu' tempestivamente, la devastazione nel Darfur avrebbe potuto essere evitata. Il Consiglio di Sicurezza, come espressione della comunita' internazionale, deve ora adempiere alla propria responsabilita' di salvare la vita della popolazione del Darfur' ha concluso Amnesty International.

mercoledì, settembre 01, 2004

ADOTTA UN CANE O UN GATTO: UN NUOVO AMICO TI STA ASPETTANDO!

L’Associazione Onlus Amici!, da 17 anni sempre in prima linea per diffondere la conoscenza ed il rispetto dei diritti degli animali, dal 1° settembre 2004, grazie al sostegno di Royal Canin Italia, si fara’ promotrice di una nuova campagna di adozione a favore dei cani e dei gatti ospitati nei canili italiani. La maggior parte di questi animali e’ stata abbandonata e molti di loro sono reduci da gravi maltrattamenti, in attesa di poter essere accolti da una nuova famiglia.
L’adozione di un cane o di un gatto va pertanto vissuta come un gesto di grande umanita’, che deve essere ben meditato prima di essere compiuto, una scelta responsabile per offrire, a chi ha gia’ sofferto, una collocazione stabile all’interno di una nuova casa.
Royal Canin Italia ha deciso di premiare i primi “2000” atti di adozione che avverranno dal 1 settembre al 31 ottobre 2004 con 30 giornate di alimentazione gratuita che saranno consegnate direttamente ai nuovi proprietari dei cani e dei gatti adottati. Per poter beneficiare di tale iniziativa, occorrera’ inviare all’Associazione Amici! il modulo relativo, scaricabile dal sito www.amici.it: sul quale si potra’ anche accedere all’elenco dei canili convenzionati.

This page is powered by Blogger. Isn't yours?