Modenapiù
Una Città e il Mondo: politica, cultura, economia, società a cura di Roberto Gazzotti.
mercoledì, febbraio 06, 2008
RICORDO DI MARIO PECORARO: COSÌ MUORE UN INTELLETTUALE NELLA CIVILE MODENA
Mario Pecoraro, studioso e giornalista carpigiano, è morto lo scorso 29 gennaio al Policlinico di Modena per arresto cardiaco conseguente ad insufficienza renale, dopo un mese di coma. Le sue ceneri riposano al cimitero di Carpi, nella tomba di famiglia dell’amata moglie. Nato il 13 ottobre 1946 a Calimera (Lecce), Pecoraro si era trasferito a Carpi una quarantina di anni fa, insegnando materie letterarie nelle scuole medie, inserendosi attivamente nel dibattito politico e culturale locale con i suoi articoli su giornali come Luce, il Giornale, Gazzetta di Carpi, ModenaStoria, Modenapiù, e soprattutto per le ricerche storiche e i convegni sul movimento operaio e socialista e sul Risorgimento modenese (ne tratta Giuseppe Bertoni qui accanto).
Se ne è andato in silenzio, per paura di disturbare, e per non subire l’affronto di essere commemorato ipocritamente da coloro che negli ultimi tempi l’avevano emarginato e cancellato dalla vita pubblica ed intellettuale.
«Cammino per la strada, e gente che fino all’altro ieri mi salutava e scambiava opinioni con me ora si volta dall’altra parte per non vedermi» diceva «non riesco più a trovare interlocutori nelle istituzioni locali per sottoporre loro progetti ed iniziative culturali: si sono tutti volatilizzati».
Nel maggio 1980 in un articolo dal titolo “I cittadini protagonisti della politica culturale”, pubblicato sul periodico Luce dei socialisti carpigiani, Mario Pecoraro esponeva con chiarezza la sua idea di politica culturale, cui è rimasto fedele fino all’ultimo: «Credendo fermamente nel pluralismo, nella partecipazione, nel decentramento, noi socialisti non possiamo non esprimere un rifiuto netto per l’Ente locale quale macchina “dispensatrice” di cultura. A questa presenza totalizzante noi intendiamo contrapporre una articolazione diffusa di centri e momenti culturali sì da rendere possibili esperienze significative di autogestione, partecipazione e corresponsabilità culturale. Per noi la cultura non è un fatto di pianificazione istituzionale, ma una linfa che deve circolare in diversi organismi».
Naturalmente all’epoca l’articolo fu oggetto di scandalo, scherno e disapprovazione da parte del ceto intellettuale marchettaro che allora (e tuttora) si pasce di pubbliche elargizioni. E a tutt’oggi la “cultura” a livello locale è soprattutto un fatto di pianificazione istituzionale o frutto del capriccio di qualche assessore più o meno competente.
Ma neppure la carta stampata - che dal Settecento, quando secondo Jürgen Habermas nacque l’opinione pubblica, ha rappresentato lo sfogo e il mezzo privilegiato dello scambio e della circolazione delle idee - a livello locale ha offerto ospitalità in maniera continuativa ad uno spirito critico come Mario Pecoraro.
Nei giornali locali la cronaca e il pettegolezzo – o la marchetta pubblicitaria scodellata da qualche generoso ufficio stampa - hanno la prevalenza su qualsiasi discorso critico o culturale. Le rivistine che ogni tanto sorgono poi sono effimere, non appartenendo a grandi gruppi editoriali dispongono infatti di risorse limitate e, visto il mercato ristretto dei lettori e degli inserzionisti, campano mediamente un paio di anni e poi sono costrette a chiudere. Come è successo anche al mio Modenapiù, su cui Pecoraro ha sempre potuto scrivere in piena libertà, anche quando io come editore / direttore non ne condividevo le argomentazioni.
«Per continuare nella mia riflessione e per essere presente nel dibattito culturale ormai non mi rimane che pubblicare libri a mie spese – confidava Mario – Non voglio scrivere per un giornale che poi mette il mio scritto nella pagina delle lettere, magari tagliandolo. E non mi va di andare a chiederne la pubblicazione, sarebbe un elemosinare umiliante».
Grande fu perciò fu la sua soddisfazione – forse l’ultima - quando qualche tempo fa la Gazzetta gli pubblicò come articolo uno scritto che lui pudicamente aveva inviato alla rubrica delle lettere al direttore (mi sembra che riguardasse un anniversario del generale Manfredo Fanti dimenticato dal Comune di Carpi).
“Una voce fuori dal coro” e “Sguardi su Carpi e oltre” sono le sue due ultime fatiche, raccolte di articoli scritti per passione civile il primo, annotazioni personali di pubblicista senza giornale il secondo. Che Mario veniva a casa mia a farmele leggere in anteprima per trovarne assieme i titoli “giusti”. Libri stampati a sue spese, non senza difficoltà.
«In occasione della stampa del mio ultimo libro “Una voce fuori dal coro”, l’editore mi consegna le bozze senza il colofone – ha scritto Mario - Alla mia osservazione che non viviamo – grazie al cielo – in tempi di regimi assoluti e polizieschi nei quali agli oppositori non rimaneva altro che la stampa clandestina, mi sento rispondere testuale: “Ma, sa, noi lavoriamo per il Comune e nel suo libro ci sono aspre critiche nei confronti dell’Amministrazione comunale”. Mi permetto di osservare – replico – che, se non riportate la data di pubblicazione e il nome dello stampatore (il che è postulato dalla legge), il libro è come se fosse stato stampato, come si diceva nell’Ottocento, alla macchia».
Ecco, ora Mario Pecoraro non è più tra noi, scomparso prematuramente a 61 anni, ma non possiamo tollerare che il suo ricordo sia messo anch’esso alla macchia da una Modena (e da una Carpi) ostile ed indifferente che tanto l’hanno angosciato nel suo ultimo difficile e doloroso frammento di vita. Te ne sei voluto andare in silenzio per non disturbare, caro Mario, perdonaci se questo silenzio noi lo rompiamo per riaffermare con forza la tua libertà, serietà, probità ed intelligenza.
Roberto Gazzotti
___________________________________________________________
UN OSSERVATORE SCRUPOLOSO E CURIOSO
Più che uno storico in senso stretto, uno studioso, un osservatore scrupoloso e curioso di diversi aspetti del suo tempo nei dintorni di casa e oltre. Sono le sue pubblicazioni e ricerche a dimostrarlo.
Forse non è un caso che Mario Pecoraro sia stato un appassionato e abile cercatore di funghi, esperto di una gamma assai vasta di varietà commestibili: altrettanto vari, infatti, sono stati gli ambiti di interesse in cui si è concentrato per la stesura dei suoi libri.
A parte collaborazioni di tipo giornalistico con diverse testate, cui si dedicò per tutta la vita, i primi lavori 'corposi' risalgono agli anni Ottanta, a cominciare da Le istituzioni ospedaliere di Carpi nei secoli, dove, almeno a livello provinciale, fu un pioniere della ricerca archivistica nel settore medico-assistenziale, un argomento approfondito in seguito con L'assistenza a Carpi dal Trecento ai giorni nostri (1997) e, in qualità di co-curatore, con gli Atti del convegno concernente La Chiesa modenese e il problema dell'assistenza nei secoli XIII-XVII (2001).
Il socialismo carpigiano nelle pagine di “Luce” e la cura di Cento anni di stampa socialista nella Bassa Padania, sono opere invece nelle quali entra il suo cuore, pulsando sincronico da quella parte per una sorta di condivisione politica metastorica. Analogamente, trovano identica ispirazione lavori successivi: negli anni Novanta, due volumi su La figura e l'opera di due socialisti di spicco della storia locale primonovecentesca, Gregorio Agnini (che sarà spunto per un convegno del 1997, organizzato da Mario in collaborazione con Giuliano Muzzioli) e Alfredo Bertesi.
Ricercatore poliedrico, costantemente attento alla trasmissione del sapere e ai suoi veicoli di comunicazione libera e indipendente, le pubblicazioni quali Come ridevano i carpigiani. Ottantacinque anni di stampa umoristico-satirica (1991), oppure Come ridevano i modenesi (1996, in collaborazione con S. Bellei) ma anche L'insegnamento nella scuola superiore: problemi e prospettive (1991) offrono una dimostrazione concreta di questa peculiarità di Mario.
Scrisse una monografia su Ciro Menotti. Un uomo che fece l'Italia (1996) e ne andava fiero, avendo apportato alcuni contributi inediti per lo studio e la conoscenza dell'eroe/rivoluzionario, ad esempio la data di nascita, accertata una volta per tutte nel 22 e non nel 23 Gennaio, come da sempre era fino ad allora erroneamente riportato, perfino sul monumento funerario nella chiesa di Spezzano. Anche da qui scaturì un convegno, con Atti relativi, sulla Congiura estense.
Con diversi compagni e collaboratori redasse in due volumi il Dizionario biografico dei Carpigiani del Novecento sul finire degli anni Novanta, e fornì contributi alla stesura del Dizionario Biografico degli Italiani Treccani.
Scrisse qualcosa sugli aspetti dell'artigianato carpigiano, Impara l'arte ed entrane a far parte (1998), nel 2002 è sua una delle relazioni in Arte e istruzione musicale a Carpi, uscito in occasione dei 200 anni dell'Istituto musicale pareggiato A. Tonelli. È del 2002 il volume Dal Consorzio Acquedotto a Sorgea, del 2004 Vent'anni insieme: storia del Movimento della terza età carpigiana, del 2005 un diario personale Sguardi su Carpi e oltre.
Strenuamente convinto dell'importanza del momento divulgativo dell'agire culturale in ogni sua manifestazione e occasione, sia essa artistica, storica o scientifica, Mario Pecoraro cercò sempre di abbinare a manifestazioni e iniziative, quali una mostra o un convegno commemorativo o celebrativo, un volume che raccogliesse e trattenesse quegli apporti significativi, frutto di studio e ricerca, che sarebbero invece sfumati se affidati unicamente a una esposizione temporanea o viceversa. Anche per questo si spinse al punto di scrivere un 'libello', così lo chiamava lui, una Storia di una mostra. Una vicenda che rasenta il grottesco, in cui lamentava il “voltafaccia” di un Ente rispetto agli impegni presi e sottoscritti per realizzare una mostra ideata da Mario dalla quale ricavarne poi una pubblicazione. Ci furono strascichi polemici (basta leggere l'appendice di una delle sue ultime pubblicazioni, Una voce fuori dal coro) con minacce di querele, da una tale situazione ebbe modo di uscire allo scoperto la vera natura di quest'uomo. Altroché “timoroso fin della propria ombra” come lo voleva qualcuno; da vero cercatore di funghi quando ne odora la presenza vicina, non esitò ad avventurarsi per i sentieri impervi del bosco. Lungo uno dei quali si è ora allontanato per sempre.
Giuseppe Bertoni
Se ne è andato in silenzio, per paura di disturbare, e per non subire l’affronto di essere commemorato ipocritamente da coloro che negli ultimi tempi l’avevano emarginato e cancellato dalla vita pubblica ed intellettuale.
«Cammino per la strada, e gente che fino all’altro ieri mi salutava e scambiava opinioni con me ora si volta dall’altra parte per non vedermi» diceva «non riesco più a trovare interlocutori nelle istituzioni locali per sottoporre loro progetti ed iniziative culturali: si sono tutti volatilizzati».
Nel maggio 1980 in un articolo dal titolo “I cittadini protagonisti della politica culturale”, pubblicato sul periodico Luce dei socialisti carpigiani, Mario Pecoraro esponeva con chiarezza la sua idea di politica culturale, cui è rimasto fedele fino all’ultimo: «Credendo fermamente nel pluralismo, nella partecipazione, nel decentramento, noi socialisti non possiamo non esprimere un rifiuto netto per l’Ente locale quale macchina “dispensatrice” di cultura. A questa presenza totalizzante noi intendiamo contrapporre una articolazione diffusa di centri e momenti culturali sì da rendere possibili esperienze significative di autogestione, partecipazione e corresponsabilità culturale. Per noi la cultura non è un fatto di pianificazione istituzionale, ma una linfa che deve circolare in diversi organismi».
Naturalmente all’epoca l’articolo fu oggetto di scandalo, scherno e disapprovazione da parte del ceto intellettuale marchettaro che allora (e tuttora) si pasce di pubbliche elargizioni. E a tutt’oggi la “cultura” a livello locale è soprattutto un fatto di pianificazione istituzionale o frutto del capriccio di qualche assessore più o meno competente.
Ma neppure la carta stampata - che dal Settecento, quando secondo Jürgen Habermas nacque l’opinione pubblica, ha rappresentato lo sfogo e il mezzo privilegiato dello scambio e della circolazione delle idee - a livello locale ha offerto ospitalità in maniera continuativa ad uno spirito critico come Mario Pecoraro.
Nei giornali locali la cronaca e il pettegolezzo – o la marchetta pubblicitaria scodellata da qualche generoso ufficio stampa - hanno la prevalenza su qualsiasi discorso critico o culturale. Le rivistine che ogni tanto sorgono poi sono effimere, non appartenendo a grandi gruppi editoriali dispongono infatti di risorse limitate e, visto il mercato ristretto dei lettori e degli inserzionisti, campano mediamente un paio di anni e poi sono costrette a chiudere. Come è successo anche al mio Modenapiù, su cui Pecoraro ha sempre potuto scrivere in piena libertà, anche quando io come editore / direttore non ne condividevo le argomentazioni.
«Per continuare nella mia riflessione e per essere presente nel dibattito culturale ormai non mi rimane che pubblicare libri a mie spese – confidava Mario – Non voglio scrivere per un giornale che poi mette il mio scritto nella pagina delle lettere, magari tagliandolo. E non mi va di andare a chiederne la pubblicazione, sarebbe un elemosinare umiliante».
Grande fu perciò fu la sua soddisfazione – forse l’ultima - quando qualche tempo fa la Gazzetta gli pubblicò come articolo uno scritto che lui pudicamente aveva inviato alla rubrica delle lettere al direttore (mi sembra che riguardasse un anniversario del generale Manfredo Fanti dimenticato dal Comune di Carpi).
“Una voce fuori dal coro” e “Sguardi su Carpi e oltre” sono le sue due ultime fatiche, raccolte di articoli scritti per passione civile il primo, annotazioni personali di pubblicista senza giornale il secondo. Che Mario veniva a casa mia a farmele leggere in anteprima per trovarne assieme i titoli “giusti”. Libri stampati a sue spese, non senza difficoltà.
«In occasione della stampa del mio ultimo libro “Una voce fuori dal coro”, l’editore mi consegna le bozze senza il colofone – ha scritto Mario - Alla mia osservazione che non viviamo – grazie al cielo – in tempi di regimi assoluti e polizieschi nei quali agli oppositori non rimaneva altro che la stampa clandestina, mi sento rispondere testuale: “Ma, sa, noi lavoriamo per il Comune e nel suo libro ci sono aspre critiche nei confronti dell’Amministrazione comunale”. Mi permetto di osservare – replico – che, se non riportate la data di pubblicazione e il nome dello stampatore (il che è postulato dalla legge), il libro è come se fosse stato stampato, come si diceva nell’Ottocento, alla macchia».
Ecco, ora Mario Pecoraro non è più tra noi, scomparso prematuramente a 61 anni, ma non possiamo tollerare che il suo ricordo sia messo anch’esso alla macchia da una Modena (e da una Carpi) ostile ed indifferente che tanto l’hanno angosciato nel suo ultimo difficile e doloroso frammento di vita. Te ne sei voluto andare in silenzio per non disturbare, caro Mario, perdonaci se questo silenzio noi lo rompiamo per riaffermare con forza la tua libertà, serietà, probità ed intelligenza.
Roberto Gazzotti
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UN OSSERVATORE SCRUPOLOSO E CURIOSO
Più che uno storico in senso stretto, uno studioso, un osservatore scrupoloso e curioso di diversi aspetti del suo tempo nei dintorni di casa e oltre. Sono le sue pubblicazioni e ricerche a dimostrarlo.
Forse non è un caso che Mario Pecoraro sia stato un appassionato e abile cercatore di funghi, esperto di una gamma assai vasta di varietà commestibili: altrettanto vari, infatti, sono stati gli ambiti di interesse in cui si è concentrato per la stesura dei suoi libri.
A parte collaborazioni di tipo giornalistico con diverse testate, cui si dedicò per tutta la vita, i primi lavori 'corposi' risalgono agli anni Ottanta, a cominciare da Le istituzioni ospedaliere di Carpi nei secoli, dove, almeno a livello provinciale, fu un pioniere della ricerca archivistica nel settore medico-assistenziale, un argomento approfondito in seguito con L'assistenza a Carpi dal Trecento ai giorni nostri (1997) e, in qualità di co-curatore, con gli Atti del convegno concernente La Chiesa modenese e il problema dell'assistenza nei secoli XIII-XVII (2001).
Il socialismo carpigiano nelle pagine di “Luce” e la cura di Cento anni di stampa socialista nella Bassa Padania, sono opere invece nelle quali entra il suo cuore, pulsando sincronico da quella parte per una sorta di condivisione politica metastorica. Analogamente, trovano identica ispirazione lavori successivi: negli anni Novanta, due volumi su La figura e l'opera di due socialisti di spicco della storia locale primonovecentesca, Gregorio Agnini (che sarà spunto per un convegno del 1997, organizzato da Mario in collaborazione con Giuliano Muzzioli) e Alfredo Bertesi.
Ricercatore poliedrico, costantemente attento alla trasmissione del sapere e ai suoi veicoli di comunicazione libera e indipendente, le pubblicazioni quali Come ridevano i carpigiani. Ottantacinque anni di stampa umoristico-satirica (1991), oppure Come ridevano i modenesi (1996, in collaborazione con S. Bellei) ma anche L'insegnamento nella scuola superiore: problemi e prospettive (1991) offrono una dimostrazione concreta di questa peculiarità di Mario.
Scrisse una monografia su Ciro Menotti. Un uomo che fece l'Italia (1996) e ne andava fiero, avendo apportato alcuni contributi inediti per lo studio e la conoscenza dell'eroe/rivoluzionario, ad esempio la data di nascita, accertata una volta per tutte nel 22 e non nel 23 Gennaio, come da sempre era fino ad allora erroneamente riportato, perfino sul monumento funerario nella chiesa di Spezzano. Anche da qui scaturì un convegno, con Atti relativi, sulla Congiura estense.
Con diversi compagni e collaboratori redasse in due volumi il Dizionario biografico dei Carpigiani del Novecento sul finire degli anni Novanta, e fornì contributi alla stesura del Dizionario Biografico degli Italiani Treccani.
Scrisse qualcosa sugli aspetti dell'artigianato carpigiano, Impara l'arte ed entrane a far parte (1998), nel 2002 è sua una delle relazioni in Arte e istruzione musicale a Carpi, uscito in occasione dei 200 anni dell'Istituto musicale pareggiato A. Tonelli. È del 2002 il volume Dal Consorzio Acquedotto a Sorgea, del 2004 Vent'anni insieme: storia del Movimento della terza età carpigiana, del 2005 un diario personale Sguardi su Carpi e oltre.
Strenuamente convinto dell'importanza del momento divulgativo dell'agire culturale in ogni sua manifestazione e occasione, sia essa artistica, storica o scientifica, Mario Pecoraro cercò sempre di abbinare a manifestazioni e iniziative, quali una mostra o un convegno commemorativo o celebrativo, un volume che raccogliesse e trattenesse quegli apporti significativi, frutto di studio e ricerca, che sarebbero invece sfumati se affidati unicamente a una esposizione temporanea o viceversa. Anche per questo si spinse al punto di scrivere un 'libello', così lo chiamava lui, una Storia di una mostra. Una vicenda che rasenta il grottesco, in cui lamentava il “voltafaccia” di un Ente rispetto agli impegni presi e sottoscritti per realizzare una mostra ideata da Mario dalla quale ricavarne poi una pubblicazione. Ci furono strascichi polemici (basta leggere l'appendice di una delle sue ultime pubblicazioni, Una voce fuori dal coro) con minacce di querele, da una tale situazione ebbe modo di uscire allo scoperto la vera natura di quest'uomo. Altroché “timoroso fin della propria ombra” come lo voleva qualcuno; da vero cercatore di funghi quando ne odora la presenza vicina, non esitò ad avventurarsi per i sentieri impervi del bosco. Lungo uno dei quali si è ora allontanato per sempre.
Giuseppe Bertoni
venerdì, gennaio 18, 2008
LIBIA: PREOCCUPAZIONE PER LE ANNUNCIATE DEPORTAZIONI DI MASSA DI MIGRANTI
Le associazioni ed enti di tutela del diritto d’asilo esprimono profonda
preoccupazione in merito alle dichiarazioni rilasciate dal Governo di
Tripoli attraverso un comunicato stampa con il quale e’ stato annunciato
che tutti gli immigrati illegali, presenti sul territorio nazionale
saranno espulsi senza eccezioni. Si tratterebbe, secondo una stima delle
autorita’ libiche, di 2 milioni di persone, tra cui numerosi richiedenti
asilo e rifugiati, provenienti in maggioranza dal Corno d’Africa, donne e
minori. La condizione dei migranti irregolari, arrestati o detenuti in
Libia, denunciata da diverse agenzie umanitarie, e confermate dalle
testimonianze degli stranieri che giungono in Italia, e’ allarmante per
cio’ che riguarda il trattamento nei centri di detenzione per migranti,
particolarmente duro, e per le frequenti violenze a cui i migranti sono
sottoposti. Inoltre, preoccupano le condizioni di migliaia di minori che
si trovano ad altissimo rischio di violenze ed abusi, privi di qualsiasi
tipo di tutela specifica.
Il Ministero dell’Interno Amato ha stipulato il 29 dicembre scorso un
accordo per un pattugliamento marittimo congiunto col Ministro degli
Esteri libico Abdurrahman Mohamed Shalgam. L’accordo, che rientra tra le
misure di contrasto degli arrivi irregolari via mare in provenienza dalla
Libia, prevede anche il trasferimento di risorse economiche al Governo di
Tripoli.
In mancanza di un sistema di garanzie e di controlli sulla sorte effettiva
delle persone intercettate in mare e restituite alle autorita’ libiche,
gli accordi di collaborazione, il cui contenuto e i cui oneri di spesa non
sono comunque mai stati resi noti, ne’ sono stati discussi in Parlamento
chiamano direttamente in causa gravi responsabilita’ dell’Italia, in
relazione alle violazioni dei diritti umani fondamentali che in territorio
libico possono essere commesse a danno dei migranti riportati in Libia a
seguito delle operazioni di pattugliamento navale e successivamente
deportati verso i paesi di origine.
Per questo, chiediamo
* Al Governo italiano e all’Unione Europea di fare immediate pressioni
sulla Libia affinche’ non attui l’annunciato programma di deportazioni di
massa.
* Al Governo italiano di rendere noto il contenuto degli accordi ad oggi
stipulati con la Libia nel settore dell’immigrazione, e i relativi costi
che l’Italia ha sostenuto o che intende sostenere.
* Al Governo italiano di sospendere gli attuali accordi in ragione della
evidente assoluta mancanza di garanzie sul rispetto dei diritti dei
migranti in Libia.
* Al Governo italiano di rivedere la partecipazione dell’Italia al
programma Frontex, che rischia di avere un impatto negativo sull’accesso
alla protezione in Europa e di favorire, anche implicitamente,
deportazioni di massa dalla Libia di migranti e richiedenti asilo verso
aree a rischio.
* Al Governo italiano e all’Unione Europea di adoperarsi, di concerto con
l’ACNUR e le associazioni di tutela dell’asilo, per un rafforzamento delle
misure di protezione dei rifugiati comunque presenti in Libia.
Firmatari, ASGI, ARCI, ICS, Centro Astalli, CIR, Senza Confine,
Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Save The Children, Amnesty
International – Sezione Italiana.
preoccupazione in merito alle dichiarazioni rilasciate dal Governo di
Tripoli attraverso un comunicato stampa con il quale e’ stato annunciato
che tutti gli immigrati illegali, presenti sul territorio nazionale
saranno espulsi senza eccezioni. Si tratterebbe, secondo una stima delle
autorita’ libiche, di 2 milioni di persone, tra cui numerosi richiedenti
asilo e rifugiati, provenienti in maggioranza dal Corno d’Africa, donne e
minori. La condizione dei migranti irregolari, arrestati o detenuti in
Libia, denunciata da diverse agenzie umanitarie, e confermate dalle
testimonianze degli stranieri che giungono in Italia, e’ allarmante per
cio’ che riguarda il trattamento nei centri di detenzione per migranti,
particolarmente duro, e per le frequenti violenze a cui i migranti sono
sottoposti. Inoltre, preoccupano le condizioni di migliaia di minori che
si trovano ad altissimo rischio di violenze ed abusi, privi di qualsiasi
tipo di tutela specifica.
Il Ministero dell’Interno Amato ha stipulato il 29 dicembre scorso un
accordo per un pattugliamento marittimo congiunto col Ministro degli
Esteri libico Abdurrahman Mohamed Shalgam. L’accordo, che rientra tra le
misure di contrasto degli arrivi irregolari via mare in provenienza dalla
Libia, prevede anche il trasferimento di risorse economiche al Governo di
Tripoli.
In mancanza di un sistema di garanzie e di controlli sulla sorte effettiva
delle persone intercettate in mare e restituite alle autorita’ libiche,
gli accordi di collaborazione, il cui contenuto e i cui oneri di spesa non
sono comunque mai stati resi noti, ne’ sono stati discussi in Parlamento
chiamano direttamente in causa gravi responsabilita’ dell’Italia, in
relazione alle violazioni dei diritti umani fondamentali che in territorio
libico possono essere commesse a danno dei migranti riportati in Libia a
seguito delle operazioni di pattugliamento navale e successivamente
deportati verso i paesi di origine.
Per questo, chiediamo
* Al Governo italiano e all’Unione Europea di fare immediate pressioni
sulla Libia affinche’ non attui l’annunciato programma di deportazioni di
massa.
* Al Governo italiano di rendere noto il contenuto degli accordi ad oggi
stipulati con la Libia nel settore dell’immigrazione, e i relativi costi
che l’Italia ha sostenuto o che intende sostenere.
* Al Governo italiano di sospendere gli attuali accordi in ragione della
evidente assoluta mancanza di garanzie sul rispetto dei diritti dei
migranti in Libia.
* Al Governo italiano di rivedere la partecipazione dell’Italia al
programma Frontex, che rischia di avere un impatto negativo sull’accesso
alla protezione in Europa e di favorire, anche implicitamente,
deportazioni di massa dalla Libia di migranti e richiedenti asilo verso
aree a rischio.
* Al Governo italiano e all’Unione Europea di adoperarsi, di concerto con
l’ACNUR e le associazioni di tutela dell’asilo, per un rafforzamento delle
misure di protezione dei rifugiati comunque presenti in Libia.
Firmatari, ASGI, ARCI, ICS, Centro Astalli, CIR, Senza Confine,
Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Save The Children, Amnesty
International – Sezione Italiana.
mercoledì, settembre 26, 2007
LE AZIENDE ITALIANE HANNO SEMPRE PIU' FAME DI IMMIGRATI: 228.000 NEL 2007
E’ record di richieste di lavoratori immigrati da parte delle imprese italiane. A mostrarlo è l’approfondimento specifico di Excelsior, il Sistema informativo di Unioncamere e Ministero del Lavoro sui fabbisogni occupazionali e le previsioni di assunzione delle imprese italiane.
Il fabbisogno previsto per il 2007 è compreso tra un minimo di 160.000 lavoratori stranieri (54mila in più rispetto al 2006) e un massimo di quasi 228.000 (oltre 65mila in più dell’anno scorso). Quest’ultimo dato è anche superiore al livello record del 2003 (224.400 unità). Si tratta di un incremento rilevante non solo in termini assoluti ma anche relativi, visto che le assunzioni di lavoratori immigrati a fine anno potrebbero rappresentare il 27,1% delle entrate complessive (erano il 23,3% nel 2006 e al 28,2% nel 2005).
L’andamento delle assunzioni previste prova il carattere strutturale del lavoro immigrato. Ciò non toglie che le imprese italiane appaiano sempre più orientate ad assumere stranieri che abbiano già maturato specifiche esperienze lavorative: circa la metà degli assunti dovrà infatti avere un certo livello di esperienza. In ogni caso, le imprese prevedono sia necessaria ulteriore formazione per il 75,7% delle assunzioni di immigrati, valore elevato ma in linea con gli anni precedenti (nel 2006 il 74,4% e nel 2005 il 76,1%).
Ad assumere di più si prevede siano ancora i servizi (134mila gli immigrati richiesti) rispetto all’industria (93mila). Il comparto con la più spiccata propensione a ricorrere a manodopera straniera è, anche quest’anno, quello dei servizi operativi alle imprese, dove la stima di massima (27.100 entrate) arriva a coprire oltre la metà del totale delle assunzioni programmate. Al secondo posto - in termini relativi sul totale dei flussi in entrata previsti per il 2007 - si collocano la sanità e i servizi sanitari privati (quasi 15mila), seguiti dal settore turistico (37mila). Alle spalle si ritrovano alcune attività dell’industria: non solo le costruzioni (il cui grado di “etnicizzazione” è evidente con 38mila richieste di lavoratori immigrati nel 2007) ma anche la metalmeccanica (9mila) e, a poca distanza, il legno-arredo (circa 5mila). Se si considera l’incidenza di assunzioni di stranieri sul totale, spicca anche per il 2007 il dato relativo alle industrie della gomma e delle materie plastiche (3mila le assunzioni previste), forse per una scarsa “appetibilità” dei lavori offerti (per le mansioni più a rischio dal punto di vista sanitario) e di quelle dei metalli (14mila).
Nei lavori meno qualificati immigrati preferiti agli italiani
Poche le novità per quanto riguarda la domanda di figure professionali. Sempre consistente è la richiesta di figure medio-basse. Le assunzioni di profili dirigenziali, di elevata specializzazione e di professioni tecniche superano di poco il 6% delle entrate complessive, guadagnando 1,2 punti percentuali rispetto al 2006. In leggera crescita il peso delle assunzioni di figure da inserire in attività amministrative (dal 3,0 al 5,7%), a fronte però di una flessione delle figure relative alle vendite e ai servizi (22,3% rispetto al 24,1% del 2006). Stabile il peso dei conduttori di impianti e assimilati, mentre cresce di un punto percentuale l’incidenza degli operai specializzati e diminuisce di tre punti – rispetto all’anno scorso – l’incidenza del personale non qualificato.
La sostanziale stabilità della composizione professionale dei lavoratori immigrati da assumere trova conferma nel rapporto tra assunzioni di lavoratori immigrati e assunzioni di lavoratori italiani, che evidenzia in maniera netta come il peso dei primi sia elevato e vada crescendo solo in corrispondenza di figure medio-basse: nel 2007 per ogni 100 italiani assunti e classificati come personale non qualificato si dovrebbero registrare 118,5 lavoratori immigrati (erano 83 per ogni 100 nel 2006 e 81,8 nel 2005). Appaiono ormai chiare alcune chiare tendenze verso l’etnicizzazione di una serie di professioni, non solo come conseguenza di problemi di reclutamento o delle condizioni di lavoro e retributive ritenute scarsamente appetibili dai lavoratori italiani, quanto anche per una presenza ormai già cospicua di lavoratori stranieri in corrispondenza di alcuni specifici profili. Quest’ultima circostanza ha l’effetto di rafforzare gli stereotipi in ordine alla particolare idoneità dei lavoratori immigrati a svolgere determinate mansioni, dando vita talvolta a possibili barriere all’accesso dei (pochi) lavoratori italiani ancora disponibili. In particolare, questo processo di etnicizzazione è palese per le professioni di assistenza (assistenti socio-sanitari a domicilio o presso istituzioni, infermieri, ecc.), per gli addetti alle pulizie, nonché per diverse professioni del comparto edile, dell’industria meccanica e della gomma.
Il territorio: nel Nord-Est un assunto su 3 è straniero
Il Nord-Est si conferma anche quest’anno l’area in cui si registra la maggiore incidenza, sul totale delle assunzioni, mentre il Nord-Ovest è quella con la maggior capacità di assorbimento in valori assoluti. Roma Milano e – new entry – Brescia le province che guidano la classifica delle assunzioni di immigrati previste in valore assoluto; Belluno, Forlì-Cesena e Ravenna primeggiano invece per le opportunità offerte ai cittadini stranieri in rapporto al totale delle assunzioni.
Il fabbisogno previsto per il 2007 è compreso tra un minimo di 160.000 lavoratori stranieri (54mila in più rispetto al 2006) e un massimo di quasi 228.000 (oltre 65mila in più dell’anno scorso). Quest’ultimo dato è anche superiore al livello record del 2003 (224.400 unità). Si tratta di un incremento rilevante non solo in termini assoluti ma anche relativi, visto che le assunzioni di lavoratori immigrati a fine anno potrebbero rappresentare il 27,1% delle entrate complessive (erano il 23,3% nel 2006 e al 28,2% nel 2005).
L’andamento delle assunzioni previste prova il carattere strutturale del lavoro immigrato. Ciò non toglie che le imprese italiane appaiano sempre più orientate ad assumere stranieri che abbiano già maturato specifiche esperienze lavorative: circa la metà degli assunti dovrà infatti avere un certo livello di esperienza. In ogni caso, le imprese prevedono sia necessaria ulteriore formazione per il 75,7% delle assunzioni di immigrati, valore elevato ma in linea con gli anni precedenti (nel 2006 il 74,4% e nel 2005 il 76,1%).
Ad assumere di più si prevede siano ancora i servizi (134mila gli immigrati richiesti) rispetto all’industria (93mila). Il comparto con la più spiccata propensione a ricorrere a manodopera straniera è, anche quest’anno, quello dei servizi operativi alle imprese, dove la stima di massima (27.100 entrate) arriva a coprire oltre la metà del totale delle assunzioni programmate. Al secondo posto - in termini relativi sul totale dei flussi in entrata previsti per il 2007 - si collocano la sanità e i servizi sanitari privati (quasi 15mila), seguiti dal settore turistico (37mila). Alle spalle si ritrovano alcune attività dell’industria: non solo le costruzioni (il cui grado di “etnicizzazione” è evidente con 38mila richieste di lavoratori immigrati nel 2007) ma anche la metalmeccanica (9mila) e, a poca distanza, il legno-arredo (circa 5mila). Se si considera l’incidenza di assunzioni di stranieri sul totale, spicca anche per il 2007 il dato relativo alle industrie della gomma e delle materie plastiche (3mila le assunzioni previste), forse per una scarsa “appetibilità” dei lavori offerti (per le mansioni più a rischio dal punto di vista sanitario) e di quelle dei metalli (14mila).
Nei lavori meno qualificati immigrati preferiti agli italiani
Poche le novità per quanto riguarda la domanda di figure professionali. Sempre consistente è la richiesta di figure medio-basse. Le assunzioni di profili dirigenziali, di elevata specializzazione e di professioni tecniche superano di poco il 6% delle entrate complessive, guadagnando 1,2 punti percentuali rispetto al 2006. In leggera crescita il peso delle assunzioni di figure da inserire in attività amministrative (dal 3,0 al 5,7%), a fronte però di una flessione delle figure relative alle vendite e ai servizi (22,3% rispetto al 24,1% del 2006). Stabile il peso dei conduttori di impianti e assimilati, mentre cresce di un punto percentuale l’incidenza degli operai specializzati e diminuisce di tre punti – rispetto all’anno scorso – l’incidenza del personale non qualificato.
La sostanziale stabilità della composizione professionale dei lavoratori immigrati da assumere trova conferma nel rapporto tra assunzioni di lavoratori immigrati e assunzioni di lavoratori italiani, che evidenzia in maniera netta come il peso dei primi sia elevato e vada crescendo solo in corrispondenza di figure medio-basse: nel 2007 per ogni 100 italiani assunti e classificati come personale non qualificato si dovrebbero registrare 118,5 lavoratori immigrati (erano 83 per ogni 100 nel 2006 e 81,8 nel 2005). Appaiono ormai chiare alcune chiare tendenze verso l’etnicizzazione di una serie di professioni, non solo come conseguenza di problemi di reclutamento o delle condizioni di lavoro e retributive ritenute scarsamente appetibili dai lavoratori italiani, quanto anche per una presenza ormai già cospicua di lavoratori stranieri in corrispondenza di alcuni specifici profili. Quest’ultima circostanza ha l’effetto di rafforzare gli stereotipi in ordine alla particolare idoneità dei lavoratori immigrati a svolgere determinate mansioni, dando vita talvolta a possibili barriere all’accesso dei (pochi) lavoratori italiani ancora disponibili. In particolare, questo processo di etnicizzazione è palese per le professioni di assistenza (assistenti socio-sanitari a domicilio o presso istituzioni, infermieri, ecc.), per gli addetti alle pulizie, nonché per diverse professioni del comparto edile, dell’industria meccanica e della gomma.
Il territorio: nel Nord-Est un assunto su 3 è straniero
Il Nord-Est si conferma anche quest’anno l’area in cui si registra la maggiore incidenza, sul totale delle assunzioni, mentre il Nord-Ovest è quella con la maggior capacità di assorbimento in valori assoluti. Roma Milano e – new entry – Brescia le province che guidano la classifica delle assunzioni di immigrati previste in valore assoluto; Belluno, Forlì-Cesena e Ravenna primeggiano invece per le opportunità offerte ai cittadini stranieri in rapporto al totale delle assunzioni.
lunedì, settembre 24, 2007
RAPPORTO DI AMNESTY SULL’IRAQ: CRISI DEI RIFUGIATI SEMPRE PIU’ EVIDENTE
In un rapporto diffuso oggi, Amnesty International ha segnalato che la comunita’ internazionale non sta affrontando in modo adeguato la crescente crisi dei rifugiati dall’Iraq, lasciando ricadere l’onere maggiore sulle spalle dei principali paesi ospitanti, Giordania e Siria. Di conseguenza, questi due paesi stanno rafforzando i controlli alla frontiera e chiudendo le principali vie di fuga per chi cerca scampo dalla violenza.
Nel suo rapporto, ‘Milioni in fuga: la crisi dei rifugiati iracheni’, Amnesty International apprezza la condotta delle autorita’ di Amman e Damasco che hanno tenuto aperti i confini fino a oggi, mentre accusa altri governi di aver fatto troppo poco per aiutare Giordania e Siria a gestire l’emergenza e le necessita’ derivanti dall’afflusso di quasi due milioni di rifugiati iracheni.
‘La disperata situazione umanitaria degli iracheni, tanto dei rifugiati quanto di coloro che hanno cercato riparo in altre regioni del paese, e’ largamente ignorata dal mondo’ – ha affermato Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. ‘Se la comunita’ internazionale non si impegnera’ a trovare un modo piu’ equo di suddivisione delle responsabilita’ per la protezione e l’assistenza dei rifugiati iracheni, andremo incontro a una piu’ acuta crisi umanitaria e a una maggiore instabilita’ politica della regione’.
Almeno quattro milioni di iracheni sono stati costretti a lasciare i loro luoghi di origine e il numero continua a crescere al ritmo di 2000 persone al giorno. Non c’e’ al mondo altra crisi che si sia sviluppata con tale rapidita’. La Siria ospita 1,4 milioni di rifugiati, la Giordania almeno mezzo milione. Gli iracheni che hanno cercato riparo all’interno del proprio paese sono 2,2 milioni.
‘Temiamo che le nuove regole sui visti, in via d’introduzione in Giordania e Siria, impediranno agli iracheni di ricevere la protezione di cui hanno bisogno. Amnesty International chiede a entrambi gli Stati di continuare a tenere aperti i confini a tutti coloro che fuggono per salvarsi la vita’ – ha proseguito Smart. ‘Chiediamo agli altri Stati di fare di piu’ per aiutare i governi di Amman e Damasco, fornendo loro maggiore assistenza finanziaria, tecnica e materiale e consentendo il reinsediamento di un numero maggiore di rifugiati, soprattutto di coloro che si trovano in particolare condizione di vulnerabilita’’.
Inoltre, Amnesty International chiede alla comunita’ internazionale di fornire assistenza all’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e alle organizzazioni umanitarie nazionali e internazionali.
‘I modesti passi sin qui fatti dalla comunita’ internazionale non sono commensurabili alla gravita’ della crisi in corso’ – ha sottolineato Smart. ‘Non solo, ma alcuni Stati stanno adottando misure negative, come il rimpatrio forzato di iracheni cui e’ stato rifiutato l’asilo politico o persino la revoca dello status ad alcuni rifugiati iracheni’.
Il rapporto di Amnesty critica la lentezza dei piani di reinsediamento di rifugiati in particolare condizione di vulnerabilita’, attualmente ospitati da Giordania e Siria, come le vittime di tortura e di altre violazioni dei diritti umani. L’organizzazione sottolinea che tra il 2003 e il 2006, il numero dei rifugiati iracheni reinsediati in paesi terzi si e’ ben piu’ che dimezzato, da 1425 a 404 secondo l’Unhcr, a fronte dell’escalation della violenza politica.
‘La comunita’ internazionale deve accettare una responsabilita’ condivisa nel reinsediamento degli iracheni attualmente rifugiati in Giordania e Siria, soprattutto di quelli in particolare condizione di vulnerabilita’, con l’obiettivo di aumentare il numero complessivo dei reinsediamenti nei paesi terzi. Infine, dato il loro coinvolgimento diretto nel conflitto, gli Stati che fanno parte della Forza multinazionale a guida Usa dovranno fare ancora di piu’ per alleviare la sofferenza di coloro che sono stati costretti dalla violenza a lasciare le proprie case’.
Il rapporto ‘Milioni in fuga: la crisi dei rifugiati iracheni’ e’ disponibile in inglese all’indirizzo: http://www.amnesty.org
Nel suo rapporto, ‘Milioni in fuga: la crisi dei rifugiati iracheni’, Amnesty International apprezza la condotta delle autorita’ di Amman e Damasco che hanno tenuto aperti i confini fino a oggi, mentre accusa altri governi di aver fatto troppo poco per aiutare Giordania e Siria a gestire l’emergenza e le necessita’ derivanti dall’afflusso di quasi due milioni di rifugiati iracheni.
‘La disperata situazione umanitaria degli iracheni, tanto dei rifugiati quanto di coloro che hanno cercato riparo in altre regioni del paese, e’ largamente ignorata dal mondo’ – ha affermato Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. ‘Se la comunita’ internazionale non si impegnera’ a trovare un modo piu’ equo di suddivisione delle responsabilita’ per la protezione e l’assistenza dei rifugiati iracheni, andremo incontro a una piu’ acuta crisi umanitaria e a una maggiore instabilita’ politica della regione’.
Almeno quattro milioni di iracheni sono stati costretti a lasciare i loro luoghi di origine e il numero continua a crescere al ritmo di 2000 persone al giorno. Non c’e’ al mondo altra crisi che si sia sviluppata con tale rapidita’. La Siria ospita 1,4 milioni di rifugiati, la Giordania almeno mezzo milione. Gli iracheni che hanno cercato riparo all’interno del proprio paese sono 2,2 milioni.
‘Temiamo che le nuove regole sui visti, in via d’introduzione in Giordania e Siria, impediranno agli iracheni di ricevere la protezione di cui hanno bisogno. Amnesty International chiede a entrambi gli Stati di continuare a tenere aperti i confini a tutti coloro che fuggono per salvarsi la vita’ – ha proseguito Smart. ‘Chiediamo agli altri Stati di fare di piu’ per aiutare i governi di Amman e Damasco, fornendo loro maggiore assistenza finanziaria, tecnica e materiale e consentendo il reinsediamento di un numero maggiore di rifugiati, soprattutto di coloro che si trovano in particolare condizione di vulnerabilita’’.
Inoltre, Amnesty International chiede alla comunita’ internazionale di fornire assistenza all’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e alle organizzazioni umanitarie nazionali e internazionali.
‘I modesti passi sin qui fatti dalla comunita’ internazionale non sono commensurabili alla gravita’ della crisi in corso’ – ha sottolineato Smart. ‘Non solo, ma alcuni Stati stanno adottando misure negative, come il rimpatrio forzato di iracheni cui e’ stato rifiutato l’asilo politico o persino la revoca dello status ad alcuni rifugiati iracheni’.
Il rapporto di Amnesty critica la lentezza dei piani di reinsediamento di rifugiati in particolare condizione di vulnerabilita’, attualmente ospitati da Giordania e Siria, come le vittime di tortura e di altre violazioni dei diritti umani. L’organizzazione sottolinea che tra il 2003 e il 2006, il numero dei rifugiati iracheni reinsediati in paesi terzi si e’ ben piu’ che dimezzato, da 1425 a 404 secondo l’Unhcr, a fronte dell’escalation della violenza politica.
‘La comunita’ internazionale deve accettare una responsabilita’ condivisa nel reinsediamento degli iracheni attualmente rifugiati in Giordania e Siria, soprattutto di quelli in particolare condizione di vulnerabilita’, con l’obiettivo di aumentare il numero complessivo dei reinsediamenti nei paesi terzi. Infine, dato il loro coinvolgimento diretto nel conflitto, gli Stati che fanno parte della Forza multinazionale a guida Usa dovranno fare ancora di piu’ per alleviare la sofferenza di coloro che sono stati costretti dalla violenza a lasciare le proprie case’.
Il rapporto ‘Milioni in fuga: la crisi dei rifugiati iracheni’ e’ disponibile in inglese all’indirizzo: http://www.amnesty.org
martedì, dicembre 06, 2005
AMNESTY INTERNATIONAL DENUNCIA 800 VOLI SEGRETI DELLA CIA DA E PER L’EUROPA
Amnesty International ha rivelato oggi che sei aeroplani usati dalla Cia per le consegne di prigionieri hanno effettuato circa 800 voli da e per l’Europa, compresi 50 atterraggi all’aeroporto irlandese di Shannon. Queste informazioni contraddicono quanto detto la settimana scorsa dalla segretaria di Stato Usa, Condoleezza Rice, al ministro degli Esteri irlandese Dermon Ahern, e cioe’ che l’aeroporto di Shannon non era stato usato per finalita’ ‘sconvenienti’ o come punto di transito per trasferimenti di presunti terroristi.
Amnesty International ha respinto le affermazioni rese da Rice alla vigilia del suo viaggio in Europa. La segretaria di Stato aveva dichiarato che trasferire detenuti da un paese all’altro al di fuori di un procedimento legale e’ consentito dal diritto internazionale. Nonostante i prigionieri trasferiti finiscano solitamente in paesi in cui si usa la tortura durante gli interrogatori, Rice aveva aggiunto che il governo Usa chiede al paese ricevente assicurazioni sul trattamento dei detenuti.
‘Trasferire prigionieri verso paesi nei quali rischiano di subire torture e maltrattamenti e’ una violazione diretta e flagrante del diritto internazionale, che vi siano o meno le cosiddette ‘assicurazioni diplomatiche’. Paesi noti per praticare sistematicamente la tortura negano queste pratiche in modo altrettanto sistematico’ – ha dichiarato Claudio Cordone, Direttore dei programmi regionali del Segretariato Internazionale di Amnesty International.
L’organizzazione ha ottenuto i piani di volo di sei aerei noleggiati dalla Cia dal settembre 2001 al settembre 2005. Secondo l’Amministrazione federale dell’aviazione Usa, in quel periodo i sei aerei hanno effettuato 50 atterraggi e 35 decolli a Shannon: cio’ lascia supporre che alcuni voli siano stati tenuti segreti. Sebbene l’aeroporto di Shannon sia utilizzato come scalo di rifornimento per i voli militari Usa, nessuno degli aerei in questione era adibito al trasporto militare. In totale, nel periodo considerato, i sei aerei hanno effettuato 800 voli verso e dall’Europa.
I piani di volo comprendono:
- Boeing 737-7ET, sigla N313P (in seguito nuovamente registrato come N4476S). Questo aereo, il piu’ grande dei sei, appartiene alla Premier Executive Transport Services, una compagnia prestanome della Cia proprietaria anche dell’aereo N379P (vedi sotto). L’aereo N313P e’ stato spesso visto nelle basi militari Usa, tra cui quelle in Afghanistan.
- Gulfstream V, sigla N379P (in seguito nuovamente registrato come N8068V e poi ancora come N44982). Questo aereo ha effettuato oltre 50 voli verso il centro di detenzione di Guantanamo Bay e per questo e’ stato soprannominato ‘Guantanamo Bay Express’. E’ stato inoltre usato dalla Cia per la ‘consegna’ di Ahmed Agiza e Mohammed al-Zari dalla Svezia all’Egitto.
- Gulfstream III, sigla N829MG (in seguito nuovamente registrato come N259SK). Questo aereo ha trasferito Maher Arar, cittadino di nazionalita’ siriana-canadese, dagli Usa alla Siria. Il detenuto e’ rimasto in carcere 13 mesi, durante i quali e’ stato torturato. E’ stato rilasciato nell’ottobre 2003.
- Gulfstream IV, sigla N85VM (in seguito nuovamente registrato come N227SV). Questo aereo ha portato Abu Omar, il cittadino egiziano sequestrato in Italia, dalla Germania all’Egitto ed e’ poi tornato indietro a Shannon. Il registro di volo mostra passaggi in Afghanistan, Marocco, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Italia, Giappone, Svizzera, Azerbaigian e Repubblica Ceca.
Amnesty International ha reso note queste informazioni dopo che il ministro degli Esteri irlandese Ahern aveva dichiarato: ‘Se qualcuno ha delle prove su uno solo di questi voli, me lo dica e io indaghero’ immediatamente’. Il 17 febbraio 2003, ad esempio, l’aereo Gulfstream IV, sigla N85VM, trasferi’ Abu Omar da Ramstein (Germania) al Cairo e poi si diresse verso Shannon, dove atterro’ alle 05.52 del giorno dopo.
Queste notizie confermano altre attendibili denunce dei mezzi d’informazione e di organismi non governativi, secondo cui la Cia ha noleggiato aerei per trasferire prigionieri. Amnesty International ha scoperto i piani di volo di sei aerei, mentre secondo varie fonti la Cia ne avrebbe utilizzati una trentina.
Paesi europei hanno permesso a questi aerei di atterrare, fare rifornimento e decollare. In base alle norme e agli standard del diritto internazionale, tutti gli Stati devono cooperare per impedire ogni violazione del divieto generale di tortura e di altre norme consuetudinarie del diritto internazionale. Gli Stati devono astenersi dall’assistere o aiutare chiunque compia queste violazioni.
Amnesty International chiede ai paesi europei di indagare immediatamente e in modo completo sulle denunce secondo cui il loro territorio e’ stato usato per dare assistenza a voli noleggiati dalla Cia per trasferire segretamente prigionieri, in paesi dove questi avrebbero potuto subire maltrattamenti e torture o ‘sparire’. In attesa degli esiti di queste indagini, tutti gli Stati dovranno assicurare che i loro territori e le loro strutture non siano utilizzati per assistere tali voli.
Amnesty International, infine, sollecita tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa a offrire piena collaborazione all’indagine dell’Assemblea parlamentare sulle denunce relative ai centri segreti di detenzione e a fornire informazioni complete sulle leggi e sulle procedure interne relative ai voli segreti, come richiesto dal Segretario generale del Consiglio d’Europa.
Amnesty International ha respinto le affermazioni rese da Rice alla vigilia del suo viaggio in Europa. La segretaria di Stato aveva dichiarato che trasferire detenuti da un paese all’altro al di fuori di un procedimento legale e’ consentito dal diritto internazionale. Nonostante i prigionieri trasferiti finiscano solitamente in paesi in cui si usa la tortura durante gli interrogatori, Rice aveva aggiunto che il governo Usa chiede al paese ricevente assicurazioni sul trattamento dei detenuti.
‘Trasferire prigionieri verso paesi nei quali rischiano di subire torture e maltrattamenti e’ una violazione diretta e flagrante del diritto internazionale, che vi siano o meno le cosiddette ‘assicurazioni diplomatiche’. Paesi noti per praticare sistematicamente la tortura negano queste pratiche in modo altrettanto sistematico’ – ha dichiarato Claudio Cordone, Direttore dei programmi regionali del Segretariato Internazionale di Amnesty International.
L’organizzazione ha ottenuto i piani di volo di sei aerei noleggiati dalla Cia dal settembre 2001 al settembre 2005. Secondo l’Amministrazione federale dell’aviazione Usa, in quel periodo i sei aerei hanno effettuato 50 atterraggi e 35 decolli a Shannon: cio’ lascia supporre che alcuni voli siano stati tenuti segreti. Sebbene l’aeroporto di Shannon sia utilizzato come scalo di rifornimento per i voli militari Usa, nessuno degli aerei in questione era adibito al trasporto militare. In totale, nel periodo considerato, i sei aerei hanno effettuato 800 voli verso e dall’Europa.
I piani di volo comprendono:
- Boeing 737-7ET, sigla N313P (in seguito nuovamente registrato come N4476S). Questo aereo, il piu’ grande dei sei, appartiene alla Premier Executive Transport Services, una compagnia prestanome della Cia proprietaria anche dell’aereo N379P (vedi sotto). L’aereo N313P e’ stato spesso visto nelle basi militari Usa, tra cui quelle in Afghanistan.
- Gulfstream V, sigla N379P (in seguito nuovamente registrato come N8068V e poi ancora come N44982). Questo aereo ha effettuato oltre 50 voli verso il centro di detenzione di Guantanamo Bay e per questo e’ stato soprannominato ‘Guantanamo Bay Express’. E’ stato inoltre usato dalla Cia per la ‘consegna’ di Ahmed Agiza e Mohammed al-Zari dalla Svezia all’Egitto.
- Gulfstream III, sigla N829MG (in seguito nuovamente registrato come N259SK). Questo aereo ha trasferito Maher Arar, cittadino di nazionalita’ siriana-canadese, dagli Usa alla Siria. Il detenuto e’ rimasto in carcere 13 mesi, durante i quali e’ stato torturato. E’ stato rilasciato nell’ottobre 2003.
- Gulfstream IV, sigla N85VM (in seguito nuovamente registrato come N227SV). Questo aereo ha portato Abu Omar, il cittadino egiziano sequestrato in Italia, dalla Germania all’Egitto ed e’ poi tornato indietro a Shannon. Il registro di volo mostra passaggi in Afghanistan, Marocco, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Italia, Giappone, Svizzera, Azerbaigian e Repubblica Ceca.
Amnesty International ha reso note queste informazioni dopo che il ministro degli Esteri irlandese Ahern aveva dichiarato: ‘Se qualcuno ha delle prove su uno solo di questi voli, me lo dica e io indaghero’ immediatamente’. Il 17 febbraio 2003, ad esempio, l’aereo Gulfstream IV, sigla N85VM, trasferi’ Abu Omar da Ramstein (Germania) al Cairo e poi si diresse verso Shannon, dove atterro’ alle 05.52 del giorno dopo.
Queste notizie confermano altre attendibili denunce dei mezzi d’informazione e di organismi non governativi, secondo cui la Cia ha noleggiato aerei per trasferire prigionieri. Amnesty International ha scoperto i piani di volo di sei aerei, mentre secondo varie fonti la Cia ne avrebbe utilizzati una trentina.
Paesi europei hanno permesso a questi aerei di atterrare, fare rifornimento e decollare. In base alle norme e agli standard del diritto internazionale, tutti gli Stati devono cooperare per impedire ogni violazione del divieto generale di tortura e di altre norme consuetudinarie del diritto internazionale. Gli Stati devono astenersi dall’assistere o aiutare chiunque compia queste violazioni.
Amnesty International chiede ai paesi europei di indagare immediatamente e in modo completo sulle denunce secondo cui il loro territorio e’ stato usato per dare assistenza a voli noleggiati dalla Cia per trasferire segretamente prigionieri, in paesi dove questi avrebbero potuto subire maltrattamenti e torture o ‘sparire’. In attesa degli esiti di queste indagini, tutti gli Stati dovranno assicurare che i loro territori e le loro strutture non siano utilizzati per assistere tali voli.
Amnesty International, infine, sollecita tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa a offrire piena collaborazione all’indagine dell’Assemblea parlamentare sulle denunce relative ai centri segreti di detenzione e a fornire informazioni complete sulle leggi e sulle procedure interne relative ai voli segreti, come richiesto dal Segretario generale del Consiglio d’Europa.
martedì, novembre 29, 2005
CONTRO LA PENA DI MORTE GHIRLANDINA ILLUMINATA
Sino a mercoledì 30 novembre filtri di colore diverso rispetto alle luci tradizionali
Si svolgerà il 30 novembre la Giornata Internazionale "Città per la Vita - Città contro la Pena di Morte" che ricorda l'anniversario della prima abolizione della pena di morte dall'ordinamento di uno stato europeo, da parte del Granducato di Toscana nel 1786. L'iniziativa – giunta alla sua quarta edizione - è promossa dalla Comunità di Sant'Egidio e sostenuta dalle principali associazioni internazionali per i diritti umani, raccolte all'interno della World Coalition Against the Death Penalty, insieme a tantissimi Enti Locali sparsi nel mondo.
Tante città di tutti i continenti illumineranno i loro monumenti simbolo – dal Colosseo a Roma alla Plaza de Santa Ana di Madrid, dall'Obelisco centrale di Buenos Aires al Palazzo della Moneda a Santiago, dall’Atomium di Bruxelles alla Piazza della cattedrale di Barcellona - formando un ampio schieramento morale mondiale per chiedere di fermare tutte le esecuzioni capitali. Il Comune di Modena ha sempre aderito all’iniziativa e si propone di illuminare la Ghirlandina con filtri di colore diverso dall’illuminazione tradizionale dal 28 al 30 novembre, così come succede in tutte le parti del mondo e dopo adeguata informazione agli organi di stampa.
La pena di morte nel mondo segna, nonostante le difficoltà legate al clima di guerra e di scontro a livello internazionale, dopo l’11 settembre 2001, alcuni arretramenti e, nel lungo periodo la tendenza appare costante nell’ultimo quarto di secolo. Arretramenti si segnano, a livello di opinione pubblica o nelle leadership, anche in molti stati mantenitori negli Stati Uniti, in paesi chiave dell’Asia (Taiwan, Corea del Sud, un inizio di azione parlamentare in Giappone). L’Africa, nonostante i molti problemi che la attraversano, dall’AIDS a numerosi conflitti a povertà e sottosviluppo cronici in diversi stati, si distingue per un trend positivo in direzione abolizionista. Numerosi varchi si sono aperti negli ultimi anni e un’azione rivolta a singoli paesi africani e all’Africa nel suo complesso appare destinata a incontrare numerose possibilità di successo.
Si svolgerà il 30 novembre la Giornata Internazionale "Città per la Vita - Città contro la Pena di Morte" che ricorda l'anniversario della prima abolizione della pena di morte dall'ordinamento di uno stato europeo, da parte del Granducato di Toscana nel 1786. L'iniziativa – giunta alla sua quarta edizione - è promossa dalla Comunità di Sant'Egidio e sostenuta dalle principali associazioni internazionali per i diritti umani, raccolte all'interno della World Coalition Against the Death Penalty, insieme a tantissimi Enti Locali sparsi nel mondo.
Tante città di tutti i continenti illumineranno i loro monumenti simbolo – dal Colosseo a Roma alla Plaza de Santa Ana di Madrid, dall'Obelisco centrale di Buenos Aires al Palazzo della Moneda a Santiago, dall’Atomium di Bruxelles alla Piazza della cattedrale di Barcellona - formando un ampio schieramento morale mondiale per chiedere di fermare tutte le esecuzioni capitali. Il Comune di Modena ha sempre aderito all’iniziativa e si propone di illuminare la Ghirlandina con filtri di colore diverso dall’illuminazione tradizionale dal 28 al 30 novembre, così come succede in tutte le parti del mondo e dopo adeguata informazione agli organi di stampa.
La pena di morte nel mondo segna, nonostante le difficoltà legate al clima di guerra e di scontro a livello internazionale, dopo l’11 settembre 2001, alcuni arretramenti e, nel lungo periodo la tendenza appare costante nell’ultimo quarto di secolo. Arretramenti si segnano, a livello di opinione pubblica o nelle leadership, anche in molti stati mantenitori negli Stati Uniti, in paesi chiave dell’Asia (Taiwan, Corea del Sud, un inizio di azione parlamentare in Giappone). L’Africa, nonostante i molti problemi che la attraversano, dall’AIDS a numerosi conflitti a povertà e sottosviluppo cronici in diversi stati, si distingue per un trend positivo in direzione abolizionista. Numerosi varchi si sono aperti negli ultimi anni e un’azione rivolta a singoli paesi africani e all’Africa nel suo complesso appare destinata a incontrare numerose possibilità di successo.
lunedì, novembre 21, 2005
MODENA CELEBRA GUANDA A CENTO ANNI DALLA NASCITA
Il 23 e il 30 novembre letture nel teatro del San Carlo per ricordare l’editore che fece conoscere agli italiani Pound, Neruda e Prévert. Mostra al Caffè dell’orologio
Fece conoscere agli italiani i grandi poeti stranieri come Eliot, Pound, Neruda, Prévert e Lorca, ma rivelò al grande pubblico anche gli italiani Mario Luzi, Alfonso Gatto, Alessandro Parronchi e Gaetano Arcangeli. Il modenese Ugo Guandalini, detto Guanda, fu intellettuale “scomodo” e scrittore, professore universitario ed editore, amico di Antonio Delfini e del poeta Attilio Bertolucci, ma anche di Carlo Bo, Pasolini, Ungaretti, Macrì e Quasimodo. A cento anni dalla nascita, avvenuta nel 1905, Modena lo ricorda con una serie di iniziative, coordinate dall’assessorato alla Cultura del Comune, che rappresentano l’anteprima del più vasto programma dal titolo “Ugo Guanda e la cultura modenese”, in calendario nell’autunno del 2006 con un convegno nazionale e alcune mostre (il Comitato scientifico è presieduto dal professor Emilio Mattioli). Mercoledì 23 novembre alle 21, nel teatro della Fondazione san Carlo, Alberto Bertoni e Carlo Alberto Sitta leggeranno “Adamo: libro per gli uomini di buona volontà”, scritto e pubblicato da Guanda nel 1933. Si tratta di un romanzo a tesi, con considerazioni di natura morale ed estetica abbastanza controcorrente, inserite in una cornice narrativa che contiene diversi spunti autobiografici. Emergono con lucida insofferenza la Modena di quegli anni e il clima soffocante del regime fascista. Il volume è in assoluto il primo della casa editrice Guanda, destinata in seguito a crescere a grandi livelli di notorietà e a segnalarsi per l’alta qualità culturale in numerosi campi, dalla poesia alla narrativa, dalla filosofia alla traduzione. Nell’ultimo capitolo, a chiusura del romanzo, l’io narrante pronuncia una sentenza che si rivelerà profetica: “In un modo o nell’altro voi sentirete ancora parlare di me”. E di Guanda si parlerà anche nella serata in programma mercoledì 30 novembre alle 21 sempre nel teatro della Fondazione san Carlo, quando Jonathan Sisco e Carlo Alberto Sitta leggeranno il romanzo di Guandalini “Il Signor S.T.”, pubblicato nel 1934. Un omaggio al grande modenese sarà reso anche dal Caffè dell’orologio di piazzetta delle Ova, che dal 10 dicembre al 12 gennaio esporrà libri, lettere e documenti. Ideata da Luca Bonacini e curata da Stefano Bulgarelli, l’esposizione propone fotografie e rari documenti originali e riprodotti, libri e manifesti provenienti dalla Biblioteca Estense Universitaria di Modena e da collezioni private. “Le iniziative di quest’anno e del prossimo – spiega l’assessore comunale alla Cultura Mario Lugli – si propongono di approfondire e illustrare l’opera e l’attività di Ugo Guanda nei campi della filosofia, della poesia, della narrativa, dell’editoria, della traduzione e delle arti visive mettendo in luce la figura di un grande modenese che ha fatto conoscere all’Italia alcuni dei maggiori poeti del Novecento”. Tra le iniziative in programma il prossimo anno spiccano un convegno nazionale sulle relazioni e le corrispondenze tra Guanda e altre figure di spicco della cultura modenese (da Antonio Delfini a Pietro Zanfrognini, da Carlo Mattioli a Elpidio Bertoli), mostre alla Biblioteca Estense e al Laboratorio di Poesia e un’attività di ricerca sui fondi Delfini e Zanfrognini conservati alla Biblioteca Estense, sulla Biblioteca “Ferrarini”e sui documenti della “Società di Incoraggiamento per gli Artisti della Provincia di Modena conservati al “Laboratorio di Poesia”.
UN INTELLETTUALE TRA MODENA E PARMA
Ugo Guanda dalle riviste degli anni Venti all’attività della casa editrice
Nato a Modena nel 1905, Ugo Guandalini, detto Guanda, a 22 anni fonda con Antonio Delfini la rivista “L’Ariete”, il cui primo numero porta la data del 24 maggio 1927 e indica Corso Umberto I come sede della redazione, e nel 1928, sempre con Delfini, “Lo spettatore italiano”, due pubblicazioni che incontrano l’ostilità del regime fascista. Spirito libero schierato in favore del filosofo Pietro Zanfrognini nella sua polemica contro i Gesuiti, Guanda pubblica nel 1932 “Ballata delle streghe”, sette poesie che confluiranno in opere successive. Nel 1933 esce “Adamo: libro per gli uomini di buona volontà”, volume di battesimo della futura casa editrice, e nel 1934 il singolare romanzo “Il Signor S.T.”. Nominato nel 1936 docente di cristallografia, Guanda si trasferisce a Parma, ma resta legato all’ambiente modenese e continua a stampare per anni alla Tipografia Ferraguti. Nascono intanto le più note e importanti collane di poesia, di narrativa, di filosofia e di critica, con numerose e tempestive traduzioni di opere di grande rilievo nel panorama europeo. I bombardamenti della seconda guerra mondiale distruggono però completamente il suo archivio e la conservazione di molte rarità bibliografiche è affidata alla lungimiranza di pochi collezionisti. Ugo Guanda muore nel 1971. La casa editrice da lui fondata continua ancora oggi a pubblicare, con sede a Milano.
Fece conoscere agli italiani i grandi poeti stranieri come Eliot, Pound, Neruda, Prévert e Lorca, ma rivelò al grande pubblico anche gli italiani Mario Luzi, Alfonso Gatto, Alessandro Parronchi e Gaetano Arcangeli. Il modenese Ugo Guandalini, detto Guanda, fu intellettuale “scomodo” e scrittore, professore universitario ed editore, amico di Antonio Delfini e del poeta Attilio Bertolucci, ma anche di Carlo Bo, Pasolini, Ungaretti, Macrì e Quasimodo. A cento anni dalla nascita, avvenuta nel 1905, Modena lo ricorda con una serie di iniziative, coordinate dall’assessorato alla Cultura del Comune, che rappresentano l’anteprima del più vasto programma dal titolo “Ugo Guanda e la cultura modenese”, in calendario nell’autunno del 2006 con un convegno nazionale e alcune mostre (il Comitato scientifico è presieduto dal professor Emilio Mattioli). Mercoledì 23 novembre alle 21, nel teatro della Fondazione san Carlo, Alberto Bertoni e Carlo Alberto Sitta leggeranno “Adamo: libro per gli uomini di buona volontà”, scritto e pubblicato da Guanda nel 1933. Si tratta di un romanzo a tesi, con considerazioni di natura morale ed estetica abbastanza controcorrente, inserite in una cornice narrativa che contiene diversi spunti autobiografici. Emergono con lucida insofferenza la Modena di quegli anni e il clima soffocante del regime fascista. Il volume è in assoluto il primo della casa editrice Guanda, destinata in seguito a crescere a grandi livelli di notorietà e a segnalarsi per l’alta qualità culturale in numerosi campi, dalla poesia alla narrativa, dalla filosofia alla traduzione. Nell’ultimo capitolo, a chiusura del romanzo, l’io narrante pronuncia una sentenza che si rivelerà profetica: “In un modo o nell’altro voi sentirete ancora parlare di me”. E di Guanda si parlerà anche nella serata in programma mercoledì 30 novembre alle 21 sempre nel teatro della Fondazione san Carlo, quando Jonathan Sisco e Carlo Alberto Sitta leggeranno il romanzo di Guandalini “Il Signor S.T.”, pubblicato nel 1934. Un omaggio al grande modenese sarà reso anche dal Caffè dell’orologio di piazzetta delle Ova, che dal 10 dicembre al 12 gennaio esporrà libri, lettere e documenti. Ideata da Luca Bonacini e curata da Stefano Bulgarelli, l’esposizione propone fotografie e rari documenti originali e riprodotti, libri e manifesti provenienti dalla Biblioteca Estense Universitaria di Modena e da collezioni private. “Le iniziative di quest’anno e del prossimo – spiega l’assessore comunale alla Cultura Mario Lugli – si propongono di approfondire e illustrare l’opera e l’attività di Ugo Guanda nei campi della filosofia, della poesia, della narrativa, dell’editoria, della traduzione e delle arti visive mettendo in luce la figura di un grande modenese che ha fatto conoscere all’Italia alcuni dei maggiori poeti del Novecento”. Tra le iniziative in programma il prossimo anno spiccano un convegno nazionale sulle relazioni e le corrispondenze tra Guanda e altre figure di spicco della cultura modenese (da Antonio Delfini a Pietro Zanfrognini, da Carlo Mattioli a Elpidio Bertoli), mostre alla Biblioteca Estense e al Laboratorio di Poesia e un’attività di ricerca sui fondi Delfini e Zanfrognini conservati alla Biblioteca Estense, sulla Biblioteca “Ferrarini”e sui documenti della “Società di Incoraggiamento per gli Artisti della Provincia di Modena conservati al “Laboratorio di Poesia”.
UN INTELLETTUALE TRA MODENA E PARMA
Ugo Guanda dalle riviste degli anni Venti all’attività della casa editrice
Nato a Modena nel 1905, Ugo Guandalini, detto Guanda, a 22 anni fonda con Antonio Delfini la rivista “L’Ariete”, il cui primo numero porta la data del 24 maggio 1927 e indica Corso Umberto I come sede della redazione, e nel 1928, sempre con Delfini, “Lo spettatore italiano”, due pubblicazioni che incontrano l’ostilità del regime fascista. Spirito libero schierato in favore del filosofo Pietro Zanfrognini nella sua polemica contro i Gesuiti, Guanda pubblica nel 1932 “Ballata delle streghe”, sette poesie che confluiranno in opere successive. Nel 1933 esce “Adamo: libro per gli uomini di buona volontà”, volume di battesimo della futura casa editrice, e nel 1934 il singolare romanzo “Il Signor S.T.”. Nominato nel 1936 docente di cristallografia, Guanda si trasferisce a Parma, ma resta legato all’ambiente modenese e continua a stampare per anni alla Tipografia Ferraguti. Nascono intanto le più note e importanti collane di poesia, di narrativa, di filosofia e di critica, con numerose e tempestive traduzioni di opere di grande rilievo nel panorama europeo. I bombardamenti della seconda guerra mondiale distruggono però completamente il suo archivio e la conservazione di molte rarità bibliografiche è affidata alla lungimiranza di pochi collezionisti. Ugo Guanda muore nel 1971. La casa editrice da lui fondata continua ancora oggi a pubblicare, con sede a Milano.
giovedì, ottobre 13, 2005
DOMENICA LE PRIMARIE DELL'UNIONE
UN VOTO PER IVAN SCALFAROTTO
E’ ormai tutto pronto per le primarie dell’Unione in programma domenica prossima, 16 ottobre. Da Roma, alla sede organizzativa modenese di via Divisione Acqui, sono arrivati i kit per l’allestimento dei seggi elettorali, con tanto di urne, bandiere, adesivi e soprattutto schede e programmi del centrosinistra, che chi voterà, oltre a versare almeno un euro, dovrà dire di condividere. Complessivamente ogni seggio avrà in dotazione duecento schede, cui si aggiungeranno quelle richieste espressamente dal comitato modenese. In totale le schede distribuite saranno 48mila, esattamente il 20 percento degli elettori della provincia che alle ultime elezioni ha votato per il centrosinistra.
Tra i diversi candidati in lizza, Modenapiù invita a votare per Ivan Scalfarotto, rappresentante della società civile, volto nuovo, ma già con esperienze politiche e un programma elettrizzante di rinnovamento del centrosinistra.
L’Unione ha indicato i seggi in cui sarà possibile votare nella provincia di Modena. Saranno 105 i luoghi aperti alle consultazioni dalle ore 8 alle ore 22 per tutti coloro che, muniti di carta d’identità e tessera elettorale, intenderanno votare per uno dei sette candidati alla guida della coalizione di centrosinistra. Per sapere dove votare, sarà quindi necessario controllare sulla tessera elettorale il numero della sezione a cui si è iscritti, quindi verificare il corrispondente seggio per le primarie. L’ubicazione dei seggi avverrà nel modo seguente:
NR. SEGGIO COMUNE UBICAZIONE (Corrisp.sezioni elettorali)
1 Bastiglia Sala Cultura Municipio - piazza Repubblica 57 (tutte le sezioni)
2 Bomporto Palestra Scuole Elementari - Via Ravarino-Carpi (1-2-3-4-5)
3 Bomporto Palestra Sc.Elem. - piazza dei Tigli 3 - Sorbara (6-7-8)
4 Campogalliano Dancing La Montagnola - Via Garibaldi 57 (tutte le sezioni)
5 Camposanto Sala del Consiglio - Via Roma (tutte le sezioni)
6 Carpi Circolo Guerzoni - Via Genova 1 (7-11-12-13-14-16-15-17-18-19-20-21-22-23-24-42-43-44-51-52-53-54-55-56-62-64)
7 Carpi Circolo Arci Kalinka - via Tassoni 6 - Carpi (1-2-3-4-5-6-8-9-10-26-27-28-29-30-31-32-45-46-47-48-49-50-63-65-66)
8 Carpi Circolo Arci Migliarina - via Budrione-Migliarina 112 (39-40-41)
9 Carpi Circolo La Fontana - via Martinelli 1 - Fossoli (36-37-38-25)
10 Carpi Circolo Arci "B.Mora"-via Prov.Motta 40/a - S.Marino (33-35-34)
11 Carpi Circolo Arci Arcobaleno-via Giliberti 1 - S.Croce (57-58-59-60)
12 Castelfranco Sala Cultura presso Biblioteca - via Circondaria sud 22 (1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11-12-13)
13 Castelfranco Sala "Peter Pan" - via Chiesa 21 - Gaggio (14-15-23)
14 Castelfranco Palestra Scuole Manzolino (16-17)
15 Castelfranco Sala "Ligabue" Cavazzona - via Andreoli 18 (18)
16 Castelfranco Palestra Scuole Piumazzo (19-20-21-22)
17 Castelnuovo Auditorium "R.Bavieri" - Piazza Brodolini (1-2-3-4-5-6-7-12)
18 Castelnuovo Biblioteca Comunale - via C.A. Dalla Chiesa 29 - Montale (8-9-10-11)
19 Castelvetro Bocciodromo comunale - via Costituzione - Castelvetro (1-2-3-4-5)
20 Castelvetro Centro Civico via del Parco - Solignano (6-7-8-9)
21 Cavezzo Villa Giardino - via della Libertà (tutte le sezioni)
22 Concordia Sala consigliare Muncipio - piazza Repubblica 19 (tutte le sezioni)
23 Concordia dalle 8 alle 14 Scuola materna Fossa - dalle 14 alle 22 Teatro di Vallalta ( 6-7)
24 Fanano Camper in Piazza Corsini-giro frazioni nel pomeriggio (tutte le sezioni)
25 Finale Emilia Sala Mostra ex Palazzo Bortolazzi - via Battisti 1/c (1-2-3-4-5-6-7-8-9-14)
26 Finale Emilia Sala Civica/Delegazione comunale - Piazza Caduti Libertà - Massa Finalese (10-11-12-13)
27 Fiorano Cinema Astoria - Piazza C.Menotti (1-2-3-4-5-6)
28 Fiorano Teatrino Scuole via Tamigi - Crociale (8-11-12)
29 Fiorano via Di Vittorio (adiac.Palestra scuole Menotti) - Spezzano (7-9-10-13-14)
30 Fiumalbo Sede Cia-Cgil - Via Roma (tutte le sezioni)
31 Formigine Sala Loggia - piazza Repubblica 5 (1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11-12-13-14-15)
32 Formigine Sala Riunioni - via Don Orione 34 - Magreta (21-22-23-24)
33 Formigine Sala Civica Sc.Media Bianchi - via Landucci 1 - Casinalbo (16-17-18-19-20)
34 Formigine Sala Civica Sc.Elementari - via S.Antonio - Colombaro (27-28)
35 Formigine Palestra comunale - via Corletto - Corlo (25-26)
36 Frassinoro Teatro - via Beatrice di Lorena (tutte le sezioni)
37 Guiglia Sede CGIL - via Roma 38 (tutte le sezioni)
38 Lama Mocogno Sala Consigliare Municipio - via XXIV Maggio 31 (tutte le sezioni)
39 Maranello Sala Bocciodromo - via D.Ferrari 45 (1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-18)
40 Maranello Palestra Sc.Elem.Rodari - via Vandelli 195 - Pozza (11-12-13-14)
41 Maranello Sala ex-Scuole Elem.Coppi - via Vandelli 476 - Gorzano (15-16-17)
42 Marano Centro Cult.Polivalente - Via 1° Maggio (1-2-3-4)
43 Marano Centro Sportivo Casona - via Fondovalle (5)
44 Medolla Via Roma 54 (a fianco gelateria k2) (tutte le sezioni)
45 Mirandola Sala Bocciodromo - Via D.Pietri 13/15 - Mirandola (1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11-12-13-14-15-16-17-18)
46 Mirandola Saletta Banca Popolare Mortizzuolo (19)
47 Mirandola Saletta Comunale - via Valnemorosa 1 S.Martino Spino (20-21)
48 Mirandola Sede DS - via Valli - Quarantoli (22-23)
49 Modena Sala delle Dame (presso Ist.Venturi) Via dei Servi 21 (dal 1 al 14, dal 19 al 21)
50 Modena Palazzo Europa, Via Emilia Ovest 101 (dal 15 al 18, dal 137 al 141e immigrati/fuori sede)
51 Modena Sala Liberazione, Piazza Liberazione 13 (dal 35 al 45)
52 Modena Sala Spontini, Via Spontini 4 (dal 46 al 58)
53 Modena Sala Canaletto, Via Canaletto 88 (dal 22 al 28)
54 Modena Sala Canaletto, Via Canaletto 88 (34 e dal 59 al 70)
55 Modena Pol.Forese Nord, Via Albareto 568 - Albareto (dal 29 al 33)
56 Modena Pol. G. Nasi - Sala Consiglio, Via Tarquinia 55 (dal 79 al 86, dal 88 al 90 e la sez. 122)
57 Modena Circolo U.S.L. 16, Via Del Pozzo 17 (dal 71 al 78 e la sez. 87)
58 Modena Comitato Anziani, Via Panni 202 (dal 111 al 120 e la sez. 156)
59 Modena Pol. Morane, Strada Morane 361 (dal 91 al 105 e le sez. 107,121)
60 Modena Punto Lettura Poliv.S. Damaso, Via Scartazzetta 53 (dal 123 al 127)
61 Modena Pol.Union 81, Via Tincani Martelli 32 - Portile (128 e 129)
62 Modena Sala Villaggio Giardino, Via M. Curie 22/A (132, dal 145 al 155 e dal 157 al 159)
63 Modena Pol. S. Faustino, Via Wiligelmo 72 (106, dal 108 al 110, dal 130 al 131, dal 133 al 136, dal 142 al 144)
64 Modena Sala Barchetta, Strada Barchetta 77 (dal 160 al 168)
65 Modena Pol. Quattroville, Via Barbolini 7 - Villanova (dal 169 al 171)
66 Modena USD Marzaglia, via dell’Aratro 42/a - Marzaglia (dal 172 al 174)
67 Modena Sala Cognento, Largo Traeri 100 - Cognento (dal 175 al 177)
68 Modena Pol. Baggiovara, Strada Cavezzo 27 - Baggiovara (dal 178 al 180)
69 Montecreto Sala Consigliare - via Roma (tutte le sezioni)
70 Montefiorino Sede Ulivo - piazza Marconi (tutte le sezioni)
71 Montese Sala "A.Righi" Municipio - via Panoramica 60 (tutte le sezioni)
72 Nonantola Palestra Scuola Media - via Grieco (1-6)
73 Nonantola Palestra Scuola Media - via Grieco (7-12)
74 Novi Sala civica "E.Ferraresi" - Piazza 1 Maggio (1-2-3-4-5)
75 Novi Sala civica Scuole Elem. - via 4 novembre - Rovereto (6-7-8-9)
76 Palagano Cinema Teatro "Ing.Ranucci" - via Panoramica (tutte le sezioni)
77 Pavullo Comunità Montana - via Giardini 15 (1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11-12-13-14-15-20-21)
78 Pavullo Palestra Comunale - Via Boccaccio - S.Antonio (16-17-18-19)
79 Pievepelago Sala di Cultura - Piazza V.Veneto 16 (tutte le sezioni)
80 Polinago Sala Pro Loco - via Roma (tutte le sezioni)
81 Prignano Tenda dell'Unione - piazza Roma (tutte le sezioni)
82 Ravarino Aula magna Scuole elementari - via Gramsci 55 (tutte le sezioni)
83 Riolunato ex-Biblioteca comunale - via Castello 8 (tutte le sezioni)
84 San Cesario Sala Grande - Villa Boschetti - C.so Libertà 49 (tutte le sezioni)
85 San Felice Ex-negozio Risparmio - via Marconi 22 (1-2-3-4-5-6-7-9-10)
86 San Felice Centro Civico S.Biagio (8)
87 San Possidonio Palestra comunale - via Chiavica (tutte le sezioni)
88 San Prospero Centro giovani - via Chiletti (tutte le sezioni)
89 Sassuolo Sala pubblica Piazza Rossellini - San Michele (23-34)
90 Sassuolo Sala di quartiere "Falcone e Borsellino" (Parco Albero d'Oro) via Refice (22-24-26-29-32-33)
91 Sassuolo Circolo Fossetta - via Guicciardini (2-3-4-5-6-8-9-10-11-12-14-15-16-35-36)
92 Sassuolo Galleria ex Cavedoni - v.le XX Settembre (1-7-17-18-19-20-21-25-27-28-30-31)
93 Savignano Circolo Arci Formica - via della Resistenza 325 (5-7-9)
94 Savignano Centro Pol.Nuvolari - via Emilia Romagna 721 (1-2-3-4-6-8)
95 Serramazzoni Sala Polivalente - via Roma (tutte le sezioni)
96 Sestola Ex scuole elementari - via Panorama (tutte le sezioni)
97 Soliera Centro Culturale Il Mulino - Via Nenni 55 (1-2-3-4-5-6-7-8-13-14)
98 Soliera via Carpi-Ravarino- piazzale di fronte all'edicola - Limidi (9-10-11)
99 Soliera Centro Civico Sozzigalli- via Carpi-Ravarino (12)
100 Spilamberto Sala Cultura (ex Vigili Urbani) - Piazza Caduti Libertà (1-2-3-4-5-6-9-10-11)
101 Spilamberto Circolo Arci Rinascita - via Medicine - S.Vito (7-8)
102 Vignola Sala Consiglio Municipio - via Bellucci 1 (1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11)
103 Vignola Uffici Comunali - piazza Carducci 3 (12-13-14-15-16-17-18-19-20-21-22)
104 Zocca Centro Aziani - Piazza Nicolajewka (1-2-3-7-8)
105 Zocca Ex-mensa Asilo - Monteombraro (4-5-6)
E’ ormai tutto pronto per le primarie dell’Unione in programma domenica prossima, 16 ottobre. Da Roma, alla sede organizzativa modenese di via Divisione Acqui, sono arrivati i kit per l’allestimento dei seggi elettorali, con tanto di urne, bandiere, adesivi e soprattutto schede e programmi del centrosinistra, che chi voterà, oltre a versare almeno un euro, dovrà dire di condividere. Complessivamente ogni seggio avrà in dotazione duecento schede, cui si aggiungeranno quelle richieste espressamente dal comitato modenese. In totale le schede distribuite saranno 48mila, esattamente il 20 percento degli elettori della provincia che alle ultime elezioni ha votato per il centrosinistra.
Tra i diversi candidati in lizza, Modenapiù invita a votare per Ivan Scalfarotto, rappresentante della società civile, volto nuovo, ma già con esperienze politiche e un programma elettrizzante di rinnovamento del centrosinistra.
L’Unione ha indicato i seggi in cui sarà possibile votare nella provincia di Modena. Saranno 105 i luoghi aperti alle consultazioni dalle ore 8 alle ore 22 per tutti coloro che, muniti di carta d’identità e tessera elettorale, intenderanno votare per uno dei sette candidati alla guida della coalizione di centrosinistra. Per sapere dove votare, sarà quindi necessario controllare sulla tessera elettorale il numero della sezione a cui si è iscritti, quindi verificare il corrispondente seggio per le primarie. L’ubicazione dei seggi avverrà nel modo seguente:
NR. SEGGIO COMUNE UBICAZIONE (Corrisp.sezioni elettorali)
1 Bastiglia Sala Cultura Municipio - piazza Repubblica 57 (tutte le sezioni)
2 Bomporto Palestra Scuole Elementari - Via Ravarino-Carpi (1-2-3-4-5)
3 Bomporto Palestra Sc.Elem. - piazza dei Tigli 3 - Sorbara (6-7-8)
4 Campogalliano Dancing La Montagnola - Via Garibaldi 57 (tutte le sezioni)
5 Camposanto Sala del Consiglio - Via Roma (tutte le sezioni)
6 Carpi Circolo Guerzoni - Via Genova 1 (7-11-12-13-14-16-15-17-18-19-20-21-22-23-24-42-43-44-51-52-53-54-55-56-62-64)
7 Carpi Circolo Arci Kalinka - via Tassoni 6 - Carpi (1-2-3-4-5-6-8-9-10-26-27-28-29-30-31-32-45-46-47-48-49-50-63-65-66)
8 Carpi Circolo Arci Migliarina - via Budrione-Migliarina 112 (39-40-41)
9 Carpi Circolo La Fontana - via Martinelli 1 - Fossoli (36-37-38-25)
10 Carpi Circolo Arci "B.Mora"-via Prov.Motta 40/a - S.Marino (33-35-34)
11 Carpi Circolo Arci Arcobaleno-via Giliberti 1 - S.Croce (57-58-59-60)
12 Castelfranco Sala Cultura presso Biblioteca - via Circondaria sud 22 (1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11-12-13)
13 Castelfranco Sala "Peter Pan" - via Chiesa 21 - Gaggio (14-15-23)
14 Castelfranco Palestra Scuole Manzolino (16-17)
15 Castelfranco Sala "Ligabue" Cavazzona - via Andreoli 18 (18)
16 Castelfranco Palestra Scuole Piumazzo (19-20-21-22)
17 Castelnuovo Auditorium "R.Bavieri" - Piazza Brodolini (1-2-3-4-5-6-7-12)
18 Castelnuovo Biblioteca Comunale - via C.A. Dalla Chiesa 29 - Montale (8-9-10-11)
19 Castelvetro Bocciodromo comunale - via Costituzione - Castelvetro (1-2-3-4-5)
20 Castelvetro Centro Civico via del Parco - Solignano (6-7-8-9)
21 Cavezzo Villa Giardino - via della Libertà (tutte le sezioni)
22 Concordia Sala consigliare Muncipio - piazza Repubblica 19 (tutte le sezioni)
23 Concordia dalle 8 alle 14 Scuola materna Fossa - dalle 14 alle 22 Teatro di Vallalta ( 6-7)
24 Fanano Camper in Piazza Corsini-giro frazioni nel pomeriggio (tutte le sezioni)
25 Finale Emilia Sala Mostra ex Palazzo Bortolazzi - via Battisti 1/c (1-2-3-4-5-6-7-8-9-14)
26 Finale Emilia Sala Civica/Delegazione comunale - Piazza Caduti Libertà - Massa Finalese (10-11-12-13)
27 Fiorano Cinema Astoria - Piazza C.Menotti (1-2-3-4-5-6)
28 Fiorano Teatrino Scuole via Tamigi - Crociale (8-11-12)
29 Fiorano via Di Vittorio (adiac.Palestra scuole Menotti) - Spezzano (7-9-10-13-14)
30 Fiumalbo Sede Cia-Cgil - Via Roma (tutte le sezioni)
31 Formigine Sala Loggia - piazza Repubblica 5 (1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11-12-13-14-15)
32 Formigine Sala Riunioni - via Don Orione 34 - Magreta (21-22-23-24)
33 Formigine Sala Civica Sc.Media Bianchi - via Landucci 1 - Casinalbo (16-17-18-19-20)
34 Formigine Sala Civica Sc.Elementari - via S.Antonio - Colombaro (27-28)
35 Formigine Palestra comunale - via Corletto - Corlo (25-26)
36 Frassinoro Teatro - via Beatrice di Lorena (tutte le sezioni)
37 Guiglia Sede CGIL - via Roma 38 (tutte le sezioni)
38 Lama Mocogno Sala Consigliare Municipio - via XXIV Maggio 31 (tutte le sezioni)
39 Maranello Sala Bocciodromo - via D.Ferrari 45 (1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-18)
40 Maranello Palestra Sc.Elem.Rodari - via Vandelli 195 - Pozza (11-12-13-14)
41 Maranello Sala ex-Scuole Elem.Coppi - via Vandelli 476 - Gorzano (15-16-17)
42 Marano Centro Cult.Polivalente - Via 1° Maggio (1-2-3-4)
43 Marano Centro Sportivo Casona - via Fondovalle (5)
44 Medolla Via Roma 54 (a fianco gelateria k2) (tutte le sezioni)
45 Mirandola Sala Bocciodromo - Via D.Pietri 13/15 - Mirandola (1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11-12-13-14-15-16-17-18)
46 Mirandola Saletta Banca Popolare Mortizzuolo (19)
47 Mirandola Saletta Comunale - via Valnemorosa 1 S.Martino Spino (20-21)
48 Mirandola Sede DS - via Valli - Quarantoli (22-23)
49 Modena Sala delle Dame (presso Ist.Venturi) Via dei Servi 21 (dal 1 al 14, dal 19 al 21)
50 Modena Palazzo Europa, Via Emilia Ovest 101 (dal 15 al 18, dal 137 al 141e immigrati/fuori sede)
51 Modena Sala Liberazione, Piazza Liberazione 13 (dal 35 al 45)
52 Modena Sala Spontini, Via Spontini 4 (dal 46 al 58)
53 Modena Sala Canaletto, Via Canaletto 88 (dal 22 al 28)
54 Modena Sala Canaletto, Via Canaletto 88 (34 e dal 59 al 70)
55 Modena Pol.Forese Nord, Via Albareto 568 - Albareto (dal 29 al 33)
56 Modena Pol. G. Nasi - Sala Consiglio, Via Tarquinia 55 (dal 79 al 86, dal 88 al 90 e la sez. 122)
57 Modena Circolo U.S.L. 16, Via Del Pozzo 17 (dal 71 al 78 e la sez. 87)
58 Modena Comitato Anziani, Via Panni 202 (dal 111 al 120 e la sez. 156)
59 Modena Pol. Morane, Strada Morane 361 (dal 91 al 105 e le sez. 107,121)
60 Modena Punto Lettura Poliv.S. Damaso, Via Scartazzetta 53 (dal 123 al 127)
61 Modena Pol.Union 81, Via Tincani Martelli 32 - Portile (128 e 129)
62 Modena Sala Villaggio Giardino, Via M. Curie 22/A (132, dal 145 al 155 e dal 157 al 159)
63 Modena Pol. S. Faustino, Via Wiligelmo 72 (106, dal 108 al 110, dal 130 al 131, dal 133 al 136, dal 142 al 144)
64 Modena Sala Barchetta, Strada Barchetta 77 (dal 160 al 168)
65 Modena Pol. Quattroville, Via Barbolini 7 - Villanova (dal 169 al 171)
66 Modena USD Marzaglia, via dell’Aratro 42/a - Marzaglia (dal 172 al 174)
67 Modena Sala Cognento, Largo Traeri 100 - Cognento (dal 175 al 177)
68 Modena Pol. Baggiovara, Strada Cavezzo 27 - Baggiovara (dal 178 al 180)
69 Montecreto Sala Consigliare - via Roma (tutte le sezioni)
70 Montefiorino Sede Ulivo - piazza Marconi (tutte le sezioni)
71 Montese Sala "A.Righi" Municipio - via Panoramica 60 (tutte le sezioni)
72 Nonantola Palestra Scuola Media - via Grieco (1-6)
73 Nonantola Palestra Scuola Media - via Grieco (7-12)
74 Novi Sala civica "E.Ferraresi" - Piazza 1 Maggio (1-2-3-4-5)
75 Novi Sala civica Scuole Elem. - via 4 novembre - Rovereto (6-7-8-9)
76 Palagano Cinema Teatro "Ing.Ranucci" - via Panoramica (tutte le sezioni)
77 Pavullo Comunità Montana - via Giardini 15 (1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11-12-13-14-15-20-21)
78 Pavullo Palestra Comunale - Via Boccaccio - S.Antonio (16-17-18-19)
79 Pievepelago Sala di Cultura - Piazza V.Veneto 16 (tutte le sezioni)
80 Polinago Sala Pro Loco - via Roma (tutte le sezioni)
81 Prignano Tenda dell'Unione - piazza Roma (tutte le sezioni)
82 Ravarino Aula magna Scuole elementari - via Gramsci 55 (tutte le sezioni)
83 Riolunato ex-Biblioteca comunale - via Castello 8 (tutte le sezioni)
84 San Cesario Sala Grande - Villa Boschetti - C.so Libertà 49 (tutte le sezioni)
85 San Felice Ex-negozio Risparmio - via Marconi 22 (1-2-3-4-5-6-7-9-10)
86 San Felice Centro Civico S.Biagio (8)
87 San Possidonio Palestra comunale - via Chiavica (tutte le sezioni)
88 San Prospero Centro giovani - via Chiletti (tutte le sezioni)
89 Sassuolo Sala pubblica Piazza Rossellini - San Michele (23-34)
90 Sassuolo Sala di quartiere "Falcone e Borsellino" (Parco Albero d'Oro) via Refice (22-24-26-29-32-33)
91 Sassuolo Circolo Fossetta - via Guicciardini (2-3-4-5-6-8-9-10-11-12-14-15-16-35-36)
92 Sassuolo Galleria ex Cavedoni - v.le XX Settembre (1-7-17-18-19-20-21-25-27-28-30-31)
93 Savignano Circolo Arci Formica - via della Resistenza 325 (5-7-9)
94 Savignano Centro Pol.Nuvolari - via Emilia Romagna 721 (1-2-3-4-6-8)
95 Serramazzoni Sala Polivalente - via Roma (tutte le sezioni)
96 Sestola Ex scuole elementari - via Panorama (tutte le sezioni)
97 Soliera Centro Culturale Il Mulino - Via Nenni 55 (1-2-3-4-5-6-7-8-13-14)
98 Soliera via Carpi-Ravarino- piazzale di fronte all'edicola - Limidi (9-10-11)
99 Soliera Centro Civico Sozzigalli- via Carpi-Ravarino (12)
100 Spilamberto Sala Cultura (ex Vigili Urbani) - Piazza Caduti Libertà (1-2-3-4-5-6-9-10-11)
101 Spilamberto Circolo Arci Rinascita - via Medicine - S.Vito (7-8)
102 Vignola Sala Consiglio Municipio - via Bellucci 1 (1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11)
103 Vignola Uffici Comunali - piazza Carducci 3 (12-13-14-15-16-17-18-19-20-21-22)
104 Zocca Centro Aziani - Piazza Nicolajewka (1-2-3-7-8)
105 Zocca Ex-mensa Asilo - Monteombraro (4-5-6)
PER UN'IMPRESA "COSTITUZIONALE"
ECCO DI CHE COSA SI È DISCUSSO NELLA TAVOLA ROTONDA ORGANIZZATA DAL CIRCOLO MODENESE DI LIBERTÀ E GIUSTIZIA
In che modo i principi fondamentali della nostra Costituzione si rispecchiano nel mondo dell’impresa. E’ stato questo l’interrogativo che ha animato la tavola rotonda modenese di martedì sera. A discutere di Impresa nella Costituzione della Repubblica, nell’auditorium Enzo Ferrari di Maranello, si sono ritrovati teorici e tecnici: il professore di sociologia Luciano Gallino, l’economista Giovanni Solinas e il giudice di Cassazione Gherardo Colombo; l’assessore regionale al lavoro e pari opportunità Mariangela Bastico, il presidente Legacoop Emilia Romagna Egidio Checcoli e l’assessore provinciale Morena Diazzi. Il mondo del lavoro e delle istituzioni a confronto con lo sguardo puntato al futuro, dopo la legge 30, più nota come legge Biagi, la recente riforma del diritto societario e l’approvazione del decreto legge sulla tutela del risparmio.
E’ Sandra Bonsanti che coordina la serata a lanciare la sfida: è possibile fare impresa secondo il dettato costituzionale? Esiste l’impresa buona, the good company, di cui l’Economist ha tentato di tracciare il profilo, qualche settimana fa?“Una cosa è certa - spiega Gherardo Colombo – libertà è un concetto che va tenuto distante da arbitrio, ha valore solo nell’ambito di regole che la definiscono. La libertà d’impresa non può confliggere con l’interesse collettivo e non può limitare i diritti della persona”. Colombo individua due strade possibili per lo sviluppo, “una passa attraverso la competizione che elimina l’avversario, l’altra attraverso la partecipazione. E la Costituzione – dice - ha scelto il secondo modello di sviluppo”. Ecco perché, provocatoriamente, alza il tono del dibattito: “Se la Carta ripudia la guerra – chiede - la produzione di mine anti-uomo si trova in sintonia con il dettato costituzionale?”. Pubblico attentissimo in sala. Il discorso si muove entro due cardini: la legge, l’etica.
Tocca a Luciano Gallino spiegare la modernità e la lungimiranza della Costituzione anche sulle questioni imprenditoriali. E se nell’articolo 41 legge il tema della responsabilità sociale dell’impresa, nel 46 scorge, per esempio, le indicazioni per i consigli di gestione, “attuate in minima parte e solo in aziende come la Olivetti, fino agli anni '60, ma del tutto disattese dal decreto legge appena varato in Senato”. Certo, molte cose sono cambiate dagli anni '50, “prima di tutto – dice ancora Gallino – sono cambiati gli scopi del fare impresa, tutti concentrati nella massimizzazione del valore degli azionisti e non più come una volta nella produzione, nell’aggiornamento tecnologico, nella creazione di lavoro o nella distribuzione delle ricchezze”. Così grandi investitori, giro vorticoso di denaro, debutti in Borsa e scalate azionarie hanno stravolto le regole del mercato e “reso le indicazioni costituzionali pure eresie. Ora le decisioni si prendono guardando unicamente agli azionisti, i dipendenti non contano. Se si applicasse la Costituzione, bisognerebbe modificare l’impresa contemporanea”.
Lo spettro della cronaca aleggia in sala e i casi Enron, per gli Stati Uniti, ma anche Parmalat e Cirio per l’Italia, si materializzano. "Ricucci e Tangentopoli?", azzarda Sandra Bonsanti. “La Costituzione è stata disattesa – insiste Gallino – la riforma del diritto societario del 2003 e la legge sulla tutela del risparmio non vanno in direzione della Carta”. Il giudice Colombo, pm ai tempi di Mani Pulite, rincara la dose: “L’amministratore pubblico che non si dimostra imparziale viola il codice penale ma anche la Carta. Gran parte del denaro delle tangenti è servito a comprare finte tessere di partito per garantirsi un consenso di fatto non vero”.
Giovanni Solinas che è professore di economia all’università di Modena e Reggio Emilia sposta l’attenzione sul punto di partenza: “Nei capitalismi di oggi la partecipazione è l’unica condizione di esistenza”. Poi spiega: “Il cuore della questione sta nell’informalità, in un sistema cioè in cui i compiti non siano decisi in modo verticistico e preciso, dove l’informalità deriva da obblighi basati su valori condivisi. Poi conta molto il mondo al di fuori dell’impresa”. Così, sintetizza: “Ci sono le leggi e i contratti che costituiscono il quadro di riferimento e ci sono nelle piccole imprese sistemi normativi di livello basso. Arbitro della contesa, del gioco partecipativo è la polis. E la Costituzione, ancora una volta, ha visto lontano”.
Egidio Checcoli della Legacoop ha difeso il ruolo delle cooperative che, “nel solco della Costituzione sono imprese che ridistribuiscono ricchezza sul territorio”. A Mariangela Bastico il compito di illustrare l’esperienza modello della Regione Emilia Romagna che, “sulla base del Titolo V, ha inserito nello statuto un richiamo esplicito alla Costituzione, puntando sulla qualità del lavoro e sulla responsailità sociale dell’impresa”.
(tratto dal sito Libertà e Giustizia di oggi)
In che modo i principi fondamentali della nostra Costituzione si rispecchiano nel mondo dell’impresa. E’ stato questo l’interrogativo che ha animato la tavola rotonda modenese di martedì sera. A discutere di Impresa nella Costituzione della Repubblica, nell’auditorium Enzo Ferrari di Maranello, si sono ritrovati teorici e tecnici: il professore di sociologia Luciano Gallino, l’economista Giovanni Solinas e il giudice di Cassazione Gherardo Colombo; l’assessore regionale al lavoro e pari opportunità Mariangela Bastico, il presidente Legacoop Emilia Romagna Egidio Checcoli e l’assessore provinciale Morena Diazzi. Il mondo del lavoro e delle istituzioni a confronto con lo sguardo puntato al futuro, dopo la legge 30, più nota come legge Biagi, la recente riforma del diritto societario e l’approvazione del decreto legge sulla tutela del risparmio.
E’ Sandra Bonsanti che coordina la serata a lanciare la sfida: è possibile fare impresa secondo il dettato costituzionale? Esiste l’impresa buona, the good company, di cui l’Economist ha tentato di tracciare il profilo, qualche settimana fa?“Una cosa è certa - spiega Gherardo Colombo – libertà è un concetto che va tenuto distante da arbitrio, ha valore solo nell’ambito di regole che la definiscono. La libertà d’impresa non può confliggere con l’interesse collettivo e non può limitare i diritti della persona”. Colombo individua due strade possibili per lo sviluppo, “una passa attraverso la competizione che elimina l’avversario, l’altra attraverso la partecipazione. E la Costituzione – dice - ha scelto il secondo modello di sviluppo”. Ecco perché, provocatoriamente, alza il tono del dibattito: “Se la Carta ripudia la guerra – chiede - la produzione di mine anti-uomo si trova in sintonia con il dettato costituzionale?”. Pubblico attentissimo in sala. Il discorso si muove entro due cardini: la legge, l’etica.
Tocca a Luciano Gallino spiegare la modernità e la lungimiranza della Costituzione anche sulle questioni imprenditoriali. E se nell’articolo 41 legge il tema della responsabilità sociale dell’impresa, nel 46 scorge, per esempio, le indicazioni per i consigli di gestione, “attuate in minima parte e solo in aziende come la Olivetti, fino agli anni '60, ma del tutto disattese dal decreto legge appena varato in Senato”. Certo, molte cose sono cambiate dagli anni '50, “prima di tutto – dice ancora Gallino – sono cambiati gli scopi del fare impresa, tutti concentrati nella massimizzazione del valore degli azionisti e non più come una volta nella produzione, nell’aggiornamento tecnologico, nella creazione di lavoro o nella distribuzione delle ricchezze”. Così grandi investitori, giro vorticoso di denaro, debutti in Borsa e scalate azionarie hanno stravolto le regole del mercato e “reso le indicazioni costituzionali pure eresie. Ora le decisioni si prendono guardando unicamente agli azionisti, i dipendenti non contano. Se si applicasse la Costituzione, bisognerebbe modificare l’impresa contemporanea”.
Lo spettro della cronaca aleggia in sala e i casi Enron, per gli Stati Uniti, ma anche Parmalat e Cirio per l’Italia, si materializzano. "Ricucci e Tangentopoli?", azzarda Sandra Bonsanti. “La Costituzione è stata disattesa – insiste Gallino – la riforma del diritto societario del 2003 e la legge sulla tutela del risparmio non vanno in direzione della Carta”. Il giudice Colombo, pm ai tempi di Mani Pulite, rincara la dose: “L’amministratore pubblico che non si dimostra imparziale viola il codice penale ma anche la Carta. Gran parte del denaro delle tangenti è servito a comprare finte tessere di partito per garantirsi un consenso di fatto non vero”.
Giovanni Solinas che è professore di economia all’università di Modena e Reggio Emilia sposta l’attenzione sul punto di partenza: “Nei capitalismi di oggi la partecipazione è l’unica condizione di esistenza”. Poi spiega: “Il cuore della questione sta nell’informalità, in un sistema cioè in cui i compiti non siano decisi in modo verticistico e preciso, dove l’informalità deriva da obblighi basati su valori condivisi. Poi conta molto il mondo al di fuori dell’impresa”. Così, sintetizza: “Ci sono le leggi e i contratti che costituiscono il quadro di riferimento e ci sono nelle piccole imprese sistemi normativi di livello basso. Arbitro della contesa, del gioco partecipativo è la polis. E la Costituzione, ancora una volta, ha visto lontano”.
Egidio Checcoli della Legacoop ha difeso il ruolo delle cooperative che, “nel solco della Costituzione sono imprese che ridistribuiscono ricchezza sul territorio”. A Mariangela Bastico il compito di illustrare l’esperienza modello della Regione Emilia Romagna che, “sulla base del Titolo V, ha inserito nello statuto un richiamo esplicito alla Costituzione, puntando sulla qualità del lavoro e sulla responsailità sociale dell’impresa”.
(tratto dal sito Libertà e Giustizia di oggi)
mercoledì, ottobre 12, 2005
MERCATO DEL LAVORO, A MODENA L’OCCUPAZIONE SFIORA IL 70%
Prevalgono i lavori dipendenti (75%). Il 93% ha contratti a tempo indeterminato
A Modena, considerando la popolazione attiva – cioè compresa tra i 15 e i 65 anni – il tasso di occupazione è del 69,9%, la disoccupazione è del 3,5% e il tasso di inattività (che comprende studenti, pensionati e casalinghe) è del 30%. In particolare, tra gli inattivi il 40% sono pensionati, 36% studenti e 14% casalinghe. Sono questi i dati principali sul mercato del lavoro di Modena contenuti nella Lettera sull’Occupazione, redatta dall’assessorato alle Politiche Economiche del Comune di Modena.Lo strumento, che rileva semestralmente i dati principali del mercato del lavoro, evidenzia che il 75% delle persone occupate ha un lavoro dipendente, poco più del 5% è riferito al lavoro parasubordinato e circa il 20% rientra nella categoria del lavoro autonomo o indipendente. Nel dettaglio, il 60% degli occupati con un lavoro dipendente è impiegato, il 28% operaio e il 13% riguarda dirigenti e quadri. Sempre in riferimento al lavoro dipendente, inoltre, il 93% ha un contratto a tempo indeterminato, mentre il 4% a tempo determinato. Ancora più marginale, inoltre, appare la quota riferita a contratti come l’apprendistato o di lavoro interinale.Rispetto al lavoro autonomo o indipendente, invece, spicca il 17% di contratti di lavoro part-time, che riguarda principalmente le donne, ma anche una discreta percentuale (9%) di lavoratori che scelgono il part-time come ripiego in attesa di un lavoro a tempo pieno.Scendendo infine nel dettaglio della struttura delle professioni, la categoria più rilevante è quella delle “professioni intermedie” (tecnici) con il 30,4%, seguita da “professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione” con il 16,4% e da “professioni relative alle vendite e ai servizi per le famiglie” con il 12,3%.“Dal punto di vista quantitativo i dati sono confortanti, si conferma una situazione di buona tenuta del lavoro – commenta Giorgio Razzoli, assessore alle Politiche Economiche del Comune di Modena – oltre al dato quantitativo occorre però vigilare sul mantenimento di una buona qualità del lavoro.In questa direzione un ruolo importante può essere giocato anche dagli enti locali rafforzando, in una logica di rete, le azioni di sostegno alla ricerca del lavoro e alla formazione, con un occhio particolare alle fasce di lavoratori che hanno maggiori difficoltà, principalmente le donne e i giovani”.
MERCATO DEL LAVORO: IL73% DEI DISOCCUPATI SONO DONNE
Una su due è laureata. Nessun maschio disoccupato nella fascia 19-24 anni
Su dieci disoccupati a Modena, sette sono donne. Il dato, contenuto nella Lettera sull’Occupazione del Comune di Modena, sottolinea che le 2150 donne disoccupate (su un totale complessivo di 2931) nel 32% dei casi sono laureate, il 48,8% è in possesso di Diploma o licenza professionale, il 16,1% ha la licenza media e il 2,4% la licenza elementare. Sul fronte maschile, invece, il 14,4% è laureato, il 17% ha un Diploma o una licenza professionale, il 31,6% ha la licenza media e il 37% la licenza elementare.Nell’insieme, quindi, quasi il 70% delle persone disoccupate è in possesso di un titolo di studio superiore alla scuola dell’obbligo, mentre i disoccupati con licenza media o elementare sono poco più del 30%. La Lettera sull’Occupazione, inoltre, sottolinea anche che non ci sono disoccupati con meno di 24 anni in possesso di licenza media.La distribuzione dei disoccupati uomini è molto disomogenea e si concentra in prevalenza nella fascia tra i 30 e i 64 anni (77%), mentre tra le donne la distribuzione è più equilibrata nelle diverse fasce, con il 30% tra i 19 e 24 anni, il 26% tra i 25 e i 29 anni e il 45% tra i 30 e i 64 anni. Infine, la disoccupazione è del tutto assente nella fascia di età compresa tra i 19 e i 24 anni per gli uomini e sopra i 65 anni per le donne.
MERCATO DEL LAVORO: OLTRE 10MILA CERCANO OCCUPAZIONE
Quasi il 40% delle donne e il 35% degli uomini cerca lavoro tramite Internet
Sono oltre diecimila le persone in cerca di lavoro a Modena. Nel dettaglio, 4988 sono non occupate (quota che comprende i disoccupati e altre categorie di popolazione), 5562 sono occupate in cerca di un nuovo lavoro e 312 sono occupate in cerca di un secondo lavoro. I dati, contenuti nella Lettera sull’Occupazione del Comune di Modena, sottolinea anche che a cercare lavoro sono soprattutto le donne (60,8%), contro il 39,2% degli uomini. Tra le numerose azioni messe in campo per la ricerca del lavoro il 49,7% degli uomini e il 56,3% delle donne utilizza il canale della richiesta a parenti, amici e conoscenti. Molto alte anche le percentuali relative al colloquio di lavoro o selezione presso di datori di lavoro privati, scelto dal 44,3% degli uomini e dal 31,3% delle donne, ma anche l’invio di domande di lavoro o curriculum a privati, scelto dal 44,7% degli uomini e dal 53,9% delle donne. Percentuali significative anche sul fronte della ricerca di offerte di lavoro sui giornali, metodo adottato dal 46,3% degli uomini e dal 44,2% delle donne, oltre che della ricerca di lavoro tramite Internet, scelto dal 35,3% degli uomini e dal 39,6% delle donne. Significativa anche la via del contatto con il Centro per l‘Impiego, a cui si rivolge il 25,% degli uomini e il 24,9% delle donne.Differenze sostanziali tra uomini e donne, inoltre, si riscontrano nella propensione ad utilizzare le agenzie interinali, scelta privilegiata dal 24,8% degli uomini contro il 13,8% delle donne. Analogo scostamento si registra anche sul fronte dei concorsi pubblici, a cui partecipa l’11,2% degli uomini contro il 2,9% delle donne.Infine, il 41,9% ricerca un lavoro esclusivamente o preferibilmente a tempo pieno (50,9% maschi e 36,1% donne), contro il 32,9% che punta al part-time (17,4% maschi, il 33,2% donne), mentre la quota residua non ha preferenze su questo fronte.
A Modena, considerando la popolazione attiva – cioè compresa tra i 15 e i 65 anni – il tasso di occupazione è del 69,9%, la disoccupazione è del 3,5% e il tasso di inattività (che comprende studenti, pensionati e casalinghe) è del 30%. In particolare, tra gli inattivi il 40% sono pensionati, 36% studenti e 14% casalinghe. Sono questi i dati principali sul mercato del lavoro di Modena contenuti nella Lettera sull’Occupazione, redatta dall’assessorato alle Politiche Economiche del Comune di Modena.Lo strumento, che rileva semestralmente i dati principali del mercato del lavoro, evidenzia che il 75% delle persone occupate ha un lavoro dipendente, poco più del 5% è riferito al lavoro parasubordinato e circa il 20% rientra nella categoria del lavoro autonomo o indipendente. Nel dettaglio, il 60% degli occupati con un lavoro dipendente è impiegato, il 28% operaio e il 13% riguarda dirigenti e quadri. Sempre in riferimento al lavoro dipendente, inoltre, il 93% ha un contratto a tempo indeterminato, mentre il 4% a tempo determinato. Ancora più marginale, inoltre, appare la quota riferita a contratti come l’apprendistato o di lavoro interinale.Rispetto al lavoro autonomo o indipendente, invece, spicca il 17% di contratti di lavoro part-time, che riguarda principalmente le donne, ma anche una discreta percentuale (9%) di lavoratori che scelgono il part-time come ripiego in attesa di un lavoro a tempo pieno.Scendendo infine nel dettaglio della struttura delle professioni, la categoria più rilevante è quella delle “professioni intermedie” (tecnici) con il 30,4%, seguita da “professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione” con il 16,4% e da “professioni relative alle vendite e ai servizi per le famiglie” con il 12,3%.“Dal punto di vista quantitativo i dati sono confortanti, si conferma una situazione di buona tenuta del lavoro – commenta Giorgio Razzoli, assessore alle Politiche Economiche del Comune di Modena – oltre al dato quantitativo occorre però vigilare sul mantenimento di una buona qualità del lavoro.In questa direzione un ruolo importante può essere giocato anche dagli enti locali rafforzando, in una logica di rete, le azioni di sostegno alla ricerca del lavoro e alla formazione, con un occhio particolare alle fasce di lavoratori che hanno maggiori difficoltà, principalmente le donne e i giovani”.
MERCATO DEL LAVORO: IL73% DEI DISOCCUPATI SONO DONNE
Una su due è laureata. Nessun maschio disoccupato nella fascia 19-24 anni
Su dieci disoccupati a Modena, sette sono donne. Il dato, contenuto nella Lettera sull’Occupazione del Comune di Modena, sottolinea che le 2150 donne disoccupate (su un totale complessivo di 2931) nel 32% dei casi sono laureate, il 48,8% è in possesso di Diploma o licenza professionale, il 16,1% ha la licenza media e il 2,4% la licenza elementare. Sul fronte maschile, invece, il 14,4% è laureato, il 17% ha un Diploma o una licenza professionale, il 31,6% ha la licenza media e il 37% la licenza elementare.Nell’insieme, quindi, quasi il 70% delle persone disoccupate è in possesso di un titolo di studio superiore alla scuola dell’obbligo, mentre i disoccupati con licenza media o elementare sono poco più del 30%. La Lettera sull’Occupazione, inoltre, sottolinea anche che non ci sono disoccupati con meno di 24 anni in possesso di licenza media.La distribuzione dei disoccupati uomini è molto disomogenea e si concentra in prevalenza nella fascia tra i 30 e i 64 anni (77%), mentre tra le donne la distribuzione è più equilibrata nelle diverse fasce, con il 30% tra i 19 e 24 anni, il 26% tra i 25 e i 29 anni e il 45% tra i 30 e i 64 anni. Infine, la disoccupazione è del tutto assente nella fascia di età compresa tra i 19 e i 24 anni per gli uomini e sopra i 65 anni per le donne.
MERCATO DEL LAVORO: OLTRE 10MILA CERCANO OCCUPAZIONE
Quasi il 40% delle donne e il 35% degli uomini cerca lavoro tramite Internet
Sono oltre diecimila le persone in cerca di lavoro a Modena. Nel dettaglio, 4988 sono non occupate (quota che comprende i disoccupati e altre categorie di popolazione), 5562 sono occupate in cerca di un nuovo lavoro e 312 sono occupate in cerca di un secondo lavoro. I dati, contenuti nella Lettera sull’Occupazione del Comune di Modena, sottolinea anche che a cercare lavoro sono soprattutto le donne (60,8%), contro il 39,2% degli uomini. Tra le numerose azioni messe in campo per la ricerca del lavoro il 49,7% degli uomini e il 56,3% delle donne utilizza il canale della richiesta a parenti, amici e conoscenti. Molto alte anche le percentuali relative al colloquio di lavoro o selezione presso di datori di lavoro privati, scelto dal 44,3% degli uomini e dal 31,3% delle donne, ma anche l’invio di domande di lavoro o curriculum a privati, scelto dal 44,7% degli uomini e dal 53,9% delle donne. Percentuali significative anche sul fronte della ricerca di offerte di lavoro sui giornali, metodo adottato dal 46,3% degli uomini e dal 44,2% delle donne, oltre che della ricerca di lavoro tramite Internet, scelto dal 35,3% degli uomini e dal 39,6% delle donne. Significativa anche la via del contatto con il Centro per l‘Impiego, a cui si rivolge il 25,% degli uomini e il 24,9% delle donne.Differenze sostanziali tra uomini e donne, inoltre, si riscontrano nella propensione ad utilizzare le agenzie interinali, scelta privilegiata dal 24,8% degli uomini contro il 13,8% delle donne. Analogo scostamento si registra anche sul fronte dei concorsi pubblici, a cui partecipa l’11,2% degli uomini contro il 2,9% delle donne.Infine, il 41,9% ricerca un lavoro esclusivamente o preferibilmente a tempo pieno (50,9% maschi e 36,1% donne), contro il 32,9% che punta al part-time (17,4% maschi, il 33,2% donne), mentre la quota residua non ha preferenze su questo fronte.
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FONTI QUOTIDIANE
- Panorama (I)
- L'espresso (I)
- Diario (I)
- La Voce (I)
- Bandiera Gialla (I)
- The Economist (UK)
- The Observer (UK)
- The Spectator (UK)
- L'Express (F)
- Le Nouvel Observateur (F)
- Der Spiegel (D)
- Die Zeit (D)
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- TIME (USA)
- Newsweek (USA)
- Business Week (USA)
- The New Yorker (USA)
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- The New Republic USA)
- The Weekly Standard (USA)
- National Review (USA)
- Forbes (USA)
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- The Atlantic Monthly (USA)
- The American Prospect (USA)
- The Washington Monthly (USA)
- Reason (USA)
- The American Conservative (USA)
- Monthly Review (USA)
- Prospect (UK)
- IdeAzione (I)
- Le Monde diplomatique (F)
- Mother Jones (USA)
- Bulletin of the Atomic Scientists (USA)
- Spacewar.com (F)
- Jane's Defence(UK)
- Foreign Affairs (USA)
- Foreign Policy (USA)
- The Wilson Quarterly (USA)
- Prima Comunicazione (I)
- Columbia Journalism Review (USA)
- American Journalism Review (USA)
- IPSE.COM - L'Informazione online -->
- Governo italiano (I)
- Regione Emilia Romagna (I)
- Provincia di Modena (I)
- Comune di Modena (I)
- White House (USA)
- C.I.A. (USA)
- The Brookings Institution (USA)
- Council on Foreign Relations (USA)
- Heritage Foundation (USA)
- American Enterprise Institute (USA)
- Hoover Institution (USA)
- Cato Institute (USA)
- Projet for the New American Century (USA)
- Carnegie Endowment (USA)
- Arms Control Association (USA)
- Federation of American Scientists (USA)
- TOMPAINE.com (USA)
- New Democrats Online (USA)
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