Modenapiù
Una Città e il Mondo: politica, cultura, economia, società a cura di Roberto Gazzotti.
martedì, dicembre 03, 2002
====== MODENA ======
"SALUTE ANZIANI" IN 66 AZIONI
Il nuovo piano approvato dal Consiglio costerà più di 64 milioni di euro
Sono 57 i soggetti che partecipano al programma per il benessere della 3a età
Sessantasei azioni, 57 soggetti attuatori, 64 milioni di Euro. "Salute anziani", il piano del Comune di Modena per il benessere fisico, psichico e relazionale della popolazione anziana modenese, diventa operativo. L'ultimo e definitivo "voto" è del Consiglio comunale che ieri ha approvato a larga maggioranza l'intero progetto con i pareri favorevoli della maggioranza e di Rifondazione comunista e l'astensione di Fi.
Elaborato dal Comitato di programma Comune - Ausl nell'ambito dei Piani per la Salute il piano raccoglie tutte le principali azioni proposte dal Comune, dalla AUSL e dagli altri soggetti interessati all'argomento suddivise in macro aree di intervento strutturali, educativi, preventivi, di sensibilizzazione e comportamentali; per l'accesso, il sostegno e l'assistenza; per la riduzione del danno; di monitoraggio di alcune patologie croniche.
L'intero piano - come ha ricordato l'assessore Alberto Caldana illustrando la delibera - raccoglie e mette in rete il bisogno di mantenere gli anziani in salute, di migliorarne il loro stato di benessere psico-fisico, di facilitare il loro accesso ai servizi che possono mitigare le patologie che insorgono con maggiore frequenza all'aumentare dell'età. Un bisogno che è di tutta la collettività e sulla risposta che viene data si misura la civiltà e il benessere dell'intera società.
La popolazione ultra sessantacinquenne residente a Modena nel 2001 ha raggiunto quota 37.766 unità, pari al 21,3% sul totale di 176.965 abitanti, con un consumo che supera il 50% delle intere risorse del servizio sanitario e oltre i1 45% di quelle del servizio sociale. In questo quadro hanno preso corpo le linee di intervento del piano finalizzate al sostegno delle famiglie, al mantenimento a domicilio, ad affinare le metodiche di prevenzione e di attenzione alla prevenzione della invalidità. Cinque poi, sono i gruppi delle azioni: stili di vita; prevenzione dell'ictus; supporto alla domiciliarità; ricerca dei casi a rischio; fruizione dei servizi affidati a 57 soggetti attuatori, dal Comune all'Ausl, dalle farmacie comunali ai sindacati pensionati, dall'associazione diabetici alle polisportive.
Interventi strutturali
7 azioni - 13.160.000 Euro - 11 Soggetti attuatori
132 nuovi posti alloggio e 40 nuovi posti centri diurni; 60 nuovi tavoli con panche; 8 piste ciclabili; 50 nuove pensiline
Interventi educativi, preventivi e di socializzazione
27 azioni - 1348.000 Euro - 37 soggetti attuatori
Sette azioni per il mantenimento in salute; 4 azioni per il mantenimento in attività; 13 azioni per atteggiamenti di autotutela; 3 azioni per migliorare la partecipazione attiva.
Interventi per l'accesso, il sostegno e l'assistenza
22 azioni - 48.237.000 Euro - 21 soggetti attuattori
4 azioni per migliorare l'accesso ai servizi; 9 azioni di sostegno ed assistenza dedicati a consentire il miglioramento della salute negli anziani affetti da vari livelli di disabilità e a supportare le loro famiglie; 9 azioni di assistenza
Interventi per la riduzione del danno
5 azioni - 1.416.000 Euro - 6 soggetti attuatori
Le azioni sono atte a ridurre il più possibile il danno alle persone colpite da eventi patologici, accorciando i tempi di intervento delle strutture sanitarie sia nelle attività diagnostiche che riabilitative.
Interventi di monitoraggio di alcune patologie croniche
5 azioni - 45.000 Euro - 9 soggetti attuatori
Tutte le azioni sono tese a istituire e potenziare le attività di monitoraggio di alcune patologie più diffuse e rilevanti allo scopo di migliorare le conoscenze sulla loro incidenza sulla popolazione e a verificare i decorsi delle patologie adeguando così i trattamenti specifici.
Per ogni azione sono previsti indicatori per valutare annualmente lo stato di attuazione e il monitoraggio dei risultati.
Intervenendo nel dibattito, Achille Caropreso (Fi) ha apprezzato il tentativo proposto dal piano di restituire alla famiglia il proprio primario ruolo, anche se più in generale dello stesso piano va criticata l'eccessiva genericità delle scadenze e degli impegni. Mauro Levratti (Ds) ha invece sottolineato la comune volontà che lega le diverse azioni previste, condizione fondamentale per far si che ciascun soggetto possa valorizzare le proprie funzioni e quelle degli altri. Per Mario Santantonio (Margherita) con il piano si potenziano, valorizzandole ulteriormente, le diverse azioni già in essere ma soprattutto si sperimetano percorsi nuovi. Della proposta avanzata dalla Giunta, poi, va apprezzata anche l'attenzione prestata alle verifiche e alle valutazioni sui risultati ottenuti puntando senza indugi verso una sempre maggiore efficienza ed efficacia dei servizi. Programmare le politiche per la salute per Pietro Roversi (Ds) è il primo importante obiettivo del piano. Solo in questo modo è possibile costruire risposte in grado di porre il cittadino in condizioni di usufruire dei servizi in modo nuovo, anche attraverso un ripensamento degli interventi. Ferdinando Tripi (Ds) del piano ha apprezzato la scelta di costruire nuovi percorsi di intervento per una cultura dalla sanità alla salute. E' una vera e proria rivoluzione che però ha bisogno del coinvolgimento pieno e convinto di tutti. Particolarmente significativa poi, la scelta per un maggior coinvolgimento del medico di base, non più solo come intercettatore della domanda ma anche come protagonista per la promozione di nuovi stili di vita. Mentre stiamo approvando questo piano - ha detto Marta Andreoli (Rc) - a Roma tagliano a piene mani sulla sanità e sui servizi. Assieme alle nostre politiche per la salute vogliamo o no aprire questo discorso, tutto politico e di futuro per la qualità della vita a Modena e nel Paese. Antonio Maienza (Udeur) ha apprezzato la filosofia di fondo del piano tesa a far sentire ogni persona anziana più viva, più utile, più partecipe; in una parola più protagonisti che è la prima condizione per costruire una credibile azione anche sul fronte sanitario. Critico l'intervento di Adriano Dallari (Fi) per il quale nel piano c'è ben poco che possa effettivamente promuovere la sanità con la esse maiuscola. E' un progetto decisamente sbilanciato verso il sociale. Giuseppe Campana (Ds), del piano ha voluto sottolineare la parte dedicata alla azione di sollecitazione culturale e intellettuale operata nei confronti degli anziani. Salute è anche capacità di vivere la terza età in modo interessato, in una dimensione di formazione permanente.
Intervenendo in sede di chiusura del dibattito il sindaco Giuliano Barbolini ha ribadito la scelta compiuta fatta di più sociale e meno sanità. In questa scelta - ha detto - trovo la forza maggiore del piano anche se non credo si possa parlare di disattenzione alle dimensioni sanitarie. Nelle 66 azioni previste ritrovo una volontà forte di sviluppo dei servizi, ritrovo percorsi di intervento che non sono parole ma sostanza. Lo spirito di chiamata a concorso di una pluralità di soggetti è la vera sfida lanciata dal piano. Una sfida importante che non può vincerla un solo soggetto ma solo una comunità, anche attraverso iniziative diffuse che incidono sugli stili di vita di una città.
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MICROCHIPS SUI CANI,
CONVENZIONE COMUNE- VETERINARI
Procedure semplificate per l’inserimento di microchips o per fare i tatuaggi e ridurre così il problema degli animali che scompaiono
Ogni anno in Italia scompaiono oltre 30.000 cani, che se invece fossero dotati di microchips o tatuati potrebbero ritornare a casa. In tal senso sia la legge (L.R. 27/200), ma soprattutto le regole di buon comportamento di un padrone degli animali, richiedono il compimento di due operazioni: la registrazione del cane presso il comune di residenza e l’inserimento del microchip. Proprio per favorire questa prassi positiva il Comune di Modena ha siglato una intesa con l’Ordine provinciale dei medici veterinari.
Ricordiamo che fino ad ora il cittadino per iscrivere il proprio cane, doveva:
acquistare il microchip e ritirare il modulo di iscrizione del cane presso l'Ufficio Comunale competente (Anagrafe Canina) e recarsi dal veterinario di fiducia o all'Ufficio Veterinario dell'AUSL per l'inserimento del microchip e la compilazione del modulo da parte del professionista dell’avvenuto inserimento. Alla fine occorreva restituire il modulo compilato all'Ufficio Anagrafe Canina.
Preso atto che questo iter risulta gravoso e complicato per molti cittadini, si ritenuto di adottare una procedura che incentivi l'iscrizione all'anagrafe e la successiva identificazione tramite microchip, attraverso la semplificazione delle procedure previste. Per tanto, già dallo scorso 19 novembre, è attiva una Convenzione tra il Comune di Modena e l’Ordine provinciale dei medici veterinari per la definizione di una procedura semplificata per la distribuzione e l’inserimento di microchips identificativi della popolazione canina. D’ora in poi i proprietari dei cani possono infatti o recarsi presso l’Anagrafe Canina o espletare tutte le operazioni (iscrizione e inserimento del microchips) presso un veterinario libero professionista, regolarmente iscritto all'Ordine, che volontariamente ha aderito alla Convenzione.
Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi all’Ufficio Anagrafe Canina tel. 059-206903 oppure all’Ufficio Diritti Animali tel.059-206211.
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ADDIO AD ALFONSO MANFREDI,
DIRIGENTE CISL E CONFCOOPERATIVE
La CISL e la Confcooperative di Modena piangono la scomparsa di Alfonso Manfredi, stroncato ieri sera da un male incurabile. Lascia la moglie e tre figli.
Nato a Modena 69 anni fa, Manfredi ha diviso la vita tra sindacato e cooperazione. Entrato nella CISL nel 1950, vi è rimasto fino al 1975 ricoprendo diversi incarichi nella categoria dei mezzadri, coltivatori diretti e operai agricoli.
Dal 1962 al 1972 è stato segretario provinciale della FISBA-CISL, della quale è divenuto vice segretario nazionale dal 1969 al 1973. Dal 1972 al 1975 è stato presidente provinciale e regionale del CENASCA, l’ente della CISL per lo sviluppo della cooperazione.
Nel 1976 Alfonso Manfredi è entrato nell’Unione Provinciale Cooperative, della quale è stato vice presidente fino al 1987. Dal 1985 al 1987 ha fatto parte del comitato di presidenza regionale e del consiglio nazionale della Confcooperative.
Dal 1988 al 1995 è stato presidente dell’Irecoop Modena, l’ente della Confcooperative per la formazione professionale ed educazione cooperativa.
Oltre all’impegno sociale e nel lavoro, Alfonso Manfredi ha ricoperto anche incarichi politici. Iscritto alla Dc dal 1951 e al Ppi dal 1994, è stato segretario provinciale organizzativo prima dell’uno e poi dell’altro fino al 1997.
Dal 1960 al 1964 ha seduto sui banchi del consiglio comunale di Modena.
«Con la morte di Alfonso Manfredi se ne va un pezzo di storia delle nostre organizzazioni – hanno detto il segretario provinciale della CISL Francesco Falcone e il presidente della Confcooperative di Modena Gaetano Orlandi – Il suo ricordo resterà sempre vivo e il suo impegno sarà sempre un modello per gli uomini e le donne che scelgono di dedicarsi al sindacato e alla cooperazione».
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