Modenapiù
Una Città e il Mondo: politica, cultura, economia, società a cura di Roberto Gazzotti.
giovedì, novembre 14, 2002
====== MONDO ======
>>>>>> Iraq, Saddam dice sì agli ispettori
Il dittatore irakeno Saddam Hussein ha dato il via libera agli ispettori dell’ONU: potranno girare liberamente nel suo Paese per verificare se ci sono davvero le armi di distruzione di massa che le amministrazioni USA e inglese denunciano. Gli ispettori non avranno un compito facile, ma il loro lavoro sarà facilitato da nuove attrezzature e metodi affinati in questi ultimi quattro anni, in cui Saddam ha chiuso le porte alle ispezioni, contravvenendo agli impegni sottoscritti con l’ONU alla fine della guerra del 1991.
**********************************************************************
===== MODENA ======
20° Congresso Provinciale
di Legacoop Modena
Tutti positivi gli indicatori della salute cooperativa: 484.632 soci
al 31 dicembre 2001 (+ 35 % sul ’98); 19.200 occupati (+ 36 % sul ’98);
4.178 milioni di euro di ricavi 2001 (+ 17 % sul ’98)
L'assise modenese, convocata per venerdì 15 novembre 2002, presso l'Hotel Raffaello di Modena, si svolge in preparazione della 8a Assemblea Congressuale di Legacoop Emilia Romagna (prevista per il 19 novembre 2002 a Imola) e del 36° Congresso Nazionale di Legacoop, previsto per i giorni 28, 29 e 30 novembre 2002 a Roma.
I temi al centro del dibattito congressuale sono molteplici. Tra questi: i vincoli e le opportunità del nuovo diritto cooperativo, l’incerta situazione economica, il progetto e le proposte cooperative, l’evoluzione del sistema italiano della rappresentanza politica ed economica, l’esigenza di riprecisare i valori e le regole delle imprese e della struttura associativa e i cambiamenti strutturali delle stesse cooperative necessari per affrontare mercati sempre più complessi.
Al contributo modenese a queste strategie generali, e relativi programmi di iniziativa economica, il Congresso provinciale di Legacoop Modena affiancherà inoltre una serie di “Proposte della Cooperazione alla Società modenese” per contribuire ancora, con piani e progetti condivisi, alla tenuta competitiva e alle potenzialità di sviluppo del “sistema territoriale modenese”.
Un “sistema” a cui la cooperazione modenese si presenta forte di risultati concreti.
A partire dalla promozione di nuove cooperative e dalle nuove adesioni alla struttura associativa: numeri sintetizzati dalle 172 imprese aderenti nel 1998 e dalle 185 di oggi. E poi dall’aumento costante di nuovi soci alle cooperative: dai 356.848 del 1998 ai 484.632 soci (circa 255.000 sono cittadini modenesi) del 31 dicembre 2001.
Sono cresciuti considerevolmente anche gli occupati (non solo per l’espansione di Coop Estense nella regione Puglia, ma anche per la crescita nei servizi alla persona e, praticamente, in tutti i comparti di presenza cooperativa): dai 14.042 occupati del dicembre 1998 ai 19.200 dello stesso mese del 2001. Il contributo alla creazione di nuovi posti di lavoro sarebbe ancor più evidente se venisse considerata anche l’occupazione indotta dalla cooperazione: supererebbe largamente le 20.000 unità.
Altro obiettivo raggiunto è quello della “ricchezza” prodotta: quell’insieme di processi, di servizi, di innovazione e di prodotti che le imprese hanno sviluppato nei quattro ultimi anni consolidandoli nel 2001 in 4.178 milioni di euro di ricavi; erano solo 3.559 milioni di euro i ricavi del 1998.
Il merito di quanto realizzato è delle cooperative e dei cooperatori. Ma anche di quella ripresa economica e di quel “clima“ di fiducia che dalla metà degli anni ’90 ha motivato forti ricapitalizzazioni “interne ed esterne” delle maggiori cooperative, avvalendosi dei nuovi strumenti legislativi a disposizione (soci sovventori, azioni di partecipazione cooperativa ecc.) e, ancor di più, della fiducia dei soci e degli istituti finanziari nelle potenzialità di crescita delle cooperative. Da qui ingenti investimenti in qualità, tecnologia e formazione per supportare coraggiosi piani di espansione nei nuovi mercati esteri. Insomma, nel Paese si era avviato un percorso, riassumibile nell’idea-forza dell’”innovazione nella coesione sociale”, che aveva trovato attento e partecipe il movimento cooperativo: un percorso che avrebbe dovuto continuare e consolidarsi con programmi coerenti e condivisi.
Oggi, invece, molte incognite e divisioni. E meno certezze. Queste alcune delle sottolineature emerse nelle settimane scorse dalle assemblee cooperative. Tra le poche certezze quella che, almeno in province come quella modenese, i bisogni dei soci stanno sempre più evolvendosi. Non sono più i bisogni primari a dover essere soddisfatti. E i soci dovranno trovare nelle loro imprese risposte sempre più sofisticate e complesse, anche di carattere economico e finanziario.
Però, la cooperazione modenese non dimentica gli “esclusi”, da cui ha avuto origine; non dimentica le sue radici; la lotta per la dignità nel lavoro; il processo di emancipazione compiuto. E ha ben presente le “nuove povertà”, i bisogni delle categorie deboli, degli anziani, dei bambini, delle famiglie, delle persone disagiate. A queste emergenze destinerà sempre risorse e attenzione. La continua crescita della cooperazione sociale, nei servizi e nelle strutture, ne è già una prima conferma.
Poi un’altra certezza. La proposta cooperativa acquista una nuova rilevanza di fronte ai rischi introdotti da una economia globalizzata.
Le logiche finanziarie, che hanno sempre più peso rispetto alle logiche produttive e a quelle commerciali, situano gli interessi e i centri di decisione fuori dai contesti di produzione della ricchezza. Marginalizzando, quindi, il protagonismo sociale. Nel contrastare oggettivamente questo fenomeno la cooperazione produce nuova coesione sociale: perché fa coincidere produzione e distribuzione della ricchezza; perché tende a farsi carico dei bisogni delle comunità locali.
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>>>>>> Iraq, Saddam dice sì agli ispettori
Il dittatore irakeno Saddam Hussein ha dato il via libera agli ispettori dell’ONU: potranno girare liberamente nel suo Paese per verificare se ci sono davvero le armi di distruzione di massa che le amministrazioni USA e inglese denunciano. Gli ispettori non avranno un compito facile, ma il loro lavoro sarà facilitato da nuove attrezzature e metodi affinati in questi ultimi quattro anni, in cui Saddam ha chiuso le porte alle ispezioni, contravvenendo agli impegni sottoscritti con l’ONU alla fine della guerra del 1991.
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===== MODENA ======
20° Congresso Provinciale
di Legacoop Modena
Tutti positivi gli indicatori della salute cooperativa: 484.632 soci
al 31 dicembre 2001 (+ 35 % sul ’98); 19.200 occupati (+ 36 % sul ’98);
4.178 milioni di euro di ricavi 2001 (+ 17 % sul ’98)
L'assise modenese, convocata per venerdì 15 novembre 2002, presso l'Hotel Raffaello di Modena, si svolge in preparazione della 8a Assemblea Congressuale di Legacoop Emilia Romagna (prevista per il 19 novembre 2002 a Imola) e del 36° Congresso Nazionale di Legacoop, previsto per i giorni 28, 29 e 30 novembre 2002 a Roma.
I temi al centro del dibattito congressuale sono molteplici. Tra questi: i vincoli e le opportunità del nuovo diritto cooperativo, l’incerta situazione economica, il progetto e le proposte cooperative, l’evoluzione del sistema italiano della rappresentanza politica ed economica, l’esigenza di riprecisare i valori e le regole delle imprese e della struttura associativa e i cambiamenti strutturali delle stesse cooperative necessari per affrontare mercati sempre più complessi.
Al contributo modenese a queste strategie generali, e relativi programmi di iniziativa economica, il Congresso provinciale di Legacoop Modena affiancherà inoltre una serie di “Proposte della Cooperazione alla Società modenese” per contribuire ancora, con piani e progetti condivisi, alla tenuta competitiva e alle potenzialità di sviluppo del “sistema territoriale modenese”.
Un “sistema” a cui la cooperazione modenese si presenta forte di risultati concreti.
A partire dalla promozione di nuove cooperative e dalle nuove adesioni alla struttura associativa: numeri sintetizzati dalle 172 imprese aderenti nel 1998 e dalle 185 di oggi. E poi dall’aumento costante di nuovi soci alle cooperative: dai 356.848 del 1998 ai 484.632 soci (circa 255.000 sono cittadini modenesi) del 31 dicembre 2001.
Sono cresciuti considerevolmente anche gli occupati (non solo per l’espansione di Coop Estense nella regione Puglia, ma anche per la crescita nei servizi alla persona e, praticamente, in tutti i comparti di presenza cooperativa): dai 14.042 occupati del dicembre 1998 ai 19.200 dello stesso mese del 2001. Il contributo alla creazione di nuovi posti di lavoro sarebbe ancor più evidente se venisse considerata anche l’occupazione indotta dalla cooperazione: supererebbe largamente le 20.000 unità.
Altro obiettivo raggiunto è quello della “ricchezza” prodotta: quell’insieme di processi, di servizi, di innovazione e di prodotti che le imprese hanno sviluppato nei quattro ultimi anni consolidandoli nel 2001 in 4.178 milioni di euro di ricavi; erano solo 3.559 milioni di euro i ricavi del 1998.
Il merito di quanto realizzato è delle cooperative e dei cooperatori. Ma anche di quella ripresa economica e di quel “clima“ di fiducia che dalla metà degli anni ’90 ha motivato forti ricapitalizzazioni “interne ed esterne” delle maggiori cooperative, avvalendosi dei nuovi strumenti legislativi a disposizione (soci sovventori, azioni di partecipazione cooperativa ecc.) e, ancor di più, della fiducia dei soci e degli istituti finanziari nelle potenzialità di crescita delle cooperative. Da qui ingenti investimenti in qualità, tecnologia e formazione per supportare coraggiosi piani di espansione nei nuovi mercati esteri. Insomma, nel Paese si era avviato un percorso, riassumibile nell’idea-forza dell’”innovazione nella coesione sociale”, che aveva trovato attento e partecipe il movimento cooperativo: un percorso che avrebbe dovuto continuare e consolidarsi con programmi coerenti e condivisi.
Oggi, invece, molte incognite e divisioni. E meno certezze. Queste alcune delle sottolineature emerse nelle settimane scorse dalle assemblee cooperative. Tra le poche certezze quella che, almeno in province come quella modenese, i bisogni dei soci stanno sempre più evolvendosi. Non sono più i bisogni primari a dover essere soddisfatti. E i soci dovranno trovare nelle loro imprese risposte sempre più sofisticate e complesse, anche di carattere economico e finanziario.
Però, la cooperazione modenese non dimentica gli “esclusi”, da cui ha avuto origine; non dimentica le sue radici; la lotta per la dignità nel lavoro; il processo di emancipazione compiuto. E ha ben presente le “nuove povertà”, i bisogni delle categorie deboli, degli anziani, dei bambini, delle famiglie, delle persone disagiate. A queste emergenze destinerà sempre risorse e attenzione. La continua crescita della cooperazione sociale, nei servizi e nelle strutture, ne è già una prima conferma.
Poi un’altra certezza. La proposta cooperativa acquista una nuova rilevanza di fronte ai rischi introdotti da una economia globalizzata.
Le logiche finanziarie, che hanno sempre più peso rispetto alle logiche produttive e a quelle commerciali, situano gli interessi e i centri di decisione fuori dai contesti di produzione della ricchezza. Marginalizzando, quindi, il protagonismo sociale. Nel contrastare oggettivamente questo fenomeno la cooperazione produce nuova coesione sociale: perché fa coincidere produzione e distribuzione della ricchezza; perché tende a farsi carico dei bisogni delle comunità locali.
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