martedì, novembre 12, 2002

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«LA QUESTIONE “TARGHE ALTERNE”
A MODENA, DIVENTA UNA FARSA»
DICE LA CONFARTIGIANATO-LAPAM


La situazione dell’inquinamento da traffico e dei rimedi da opporre al problema a Modena, si sta mutando in una farsa. Sarebbe divertente se non si stesse discutendo di una questione seria, come quella della salute delle persone e di limitazioni, quelle che il Comune continua ad imporre, gravemente lesive delle attività economiche ed in qualche caso tali da mandare aziende fuori mercato, con chi ci lavora e le loro famiglie, naturalmente.
Bene: sulla stampa di domenica 10 novembre è riportato che una nota del Comune afferma come “il 22% delle polveri (l’inquinante che, in questo momento, è maggiormente temuto) proviene dal traffico, il 22% dall’industria e solo il 7% da riscaldamento”. Fonte affermata dal Comune: il “ dato Arpa”. “Ciò poiché l’elevata metanizzazione d’imprese e residenza perseguita dal Comune permette di limitare in valore assoluto l’inquinamento da polveri”.
Sempre sulla stampa locale di domenica si riferiva, in contraddizione alla nota comunale, di come il professor Luciano Forlani, docente di chimica all’Università di Bologna definisse l’effetto dei provvedimenti di targhe alterne, così come sostenuti dal nostro Comune “pressoché nullo” ai fini di ridurre il temuto inquinante PM10.Si riferiva anche di come il professor Franco Battaglia, fisico all’Università di Roma e Coordinatore Scientifico dell’Agenzia Nazionale Protezione Ambiente, affermi che “la riduzione dello smog con le targhe alterne è, al massimo dell‘1 o 2 %”.
Qualcosa non torna nei conti: il Sole 24 Ore di lunedì 4 novembre ha pubblicato, in prima pagina, un grafico, relativo alla città di Firenze, un luogo non troppo disomogeneo da Modena, dove si parla d’autovetture che contribuiscono all’inquinamento per il 4% e di riscaldamento che inquina per il 47 %.A Modena, a rigore di logica, dovrebbe esser ancor più alto la quota attribuibile al riscaldamento, perché la città è più fredda di Firenze. Posto anche che Firenze sia meno “metanizzata” di Modena, ciò, in ogni modo, dovrebbe compensare.
Fin qui una semplice deduzione logica. Lapam Federimpresa della Zona di Modena aveva affermato, nei giorni scorsi, di come sarebbe bene sapere se in Modena esistano ancora Enti Pubblici che scaldano a gasolio pesante.
Nessuna risposta diretta ma i dati “Arpa” citati dal Comune, così disomogenei, rispetto a quelli delle fonti scientifiche, accademiche e d’altre Amministrazioni, (compreso il Ministero Italiano dell’Ambiente), da disorientare. E adesso? A chi dobbiamo credere? Esiste un livello tecnico che possa dire ai cittadini come stanno le cose?

Il presidente Lapam Federimpresa
Della Zona di Modena
Gianni Valentini



>>>>>> Che le valutazioni degli esperti siano così diverse è certamente un problema, ma proprio per questo mi sembra che ci si debba attenere ad un criterio di precauzione, che privilegi il diritto alla salute dei cittadini.


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