venerdì, novembre 29, 2002

====== MODENA ======


OCCUPAZIONE: SALDO POSITIVO
NEL PERIODO GENNAIO-SETTEMBRE 2002
La Cisl analizza l’andamento del mercato del lavoro modenese



Diminuiscono avviamenti e cessazioni, ma il saldo positivo è il migliore degli ultimi sette anni. Calano i lavoratori modenesi e quelli provenienti dall’Italia meridionale, ma crescono vertiginosamente gli stranieri. Aumentano le assunzioni a tempo determinato, che solo nel 10 per cento dei casi si trasformano in contratti a tempo indeterminato.
È la fotografia del mercato modenese del lavoro scattata dalla CISL, che ha analizzato i dati relativi al terzo trimestre 2002, forniti dai Centri per l’impiego della Provincia, e li ha confrontati con quelli degli anni scorsi. Nei primi nove mesi di quest’anno gli avviamenti al lavoro sono stati 66.731, in calo sia rispetto allo stesso periodo del 2001 (- 7,4 per cento) che del 2000 (- 8,1 per cento).
Le cessazioni, invece, sono state 49.028, il dato più basso dal 1998 a oggi; in virtù di ciò il saldo, positivo per 17.703 unità, risulta nettamente il migliore degli ultimi sette anni. Il settore che tra gennaio e settembre presenta il saldo più alto è il terziario, con una differenza di + 9.250 tra avviamenti e cessazioni. Seguono l’agricoltura (+5.163), l’industria (+3.149) e la pubblica amministrazione (+141). «Queste cifre rivelano, più che una crisi, un rallentamento dell’economia - afferma Maurizio Brighenti, componente della segreteria provinciale della CISL di Modena – Diminuisce il numero delle persone avviate al lavoro, ma non si deve per questo parlare di aumento della disoccupazione. Anche la stasi degli avviamenti nell’industria è dovuta al fatto che la nostra provincia si sta sempre più terziarizzando, facendo emergere nuove figure professionali».
Per quanto riguarda la tipologia degli avviamenti, prosegue irresistibile la crescita dei contratti a tempo determinato. Nei primi nove mesi dell’anno sono stati 38.806, pari al 58 per cento del totale. Per contro diminuiscono ancora le assunzioni a tempo indeterminato, per la prima volta scese sotto la soglia psicologica del 30 per cento. C’è poi da notare un dato nuovo, finora indisponibile: quello sulla trasformazione dei contratti avviati in precedenza. Risulta che nei primi nove mesi del 2002 solo 3.714 contratti sono passati dal tempo determinato al tempo indeterminato, mentre nello stesso periodo dell’anno scorso erano stati 5.352. In diminuzione anche i contratti di formazione lavoro, che rappresentano il 3 per cento del totale (dato più basso dal 1998 a oggi), mentre aumenta leggermente il part-time, passato dall’8,6 per cento del 2001 al 9,3 del 2002.
«Preoccupa la costante diminuzione dei contratti a tempo indeterminato – continua Brighenti - La crescente precarizzazione dei rapporti di lavoro riguarda soprattutto i giovani e la fasce deboli del mercato del lavoro. È un fenomeno che va arginato perché crea instabilità sociale e non giova certamente al rilancio dei consumi. Chi ha un lavoro a termine spende il meno possibile».
Analizzando la provenienza degli avviati, la CISL evidenzia che continuano a diminuire i modenesi (da gennaio a settembre sono stati 42.646, pari al 63,7 per cento del totale). In calo, per la prima volta dal 2000, anche i lavoratori provenienti da altre regioni (8.556, cioè il 13 per cento), mentre prosegue inarrestabile la crescita degli immigrati extracomunitari: nei primi nove mesi dell’anno ne sono stati assunti oltre 11 mila, pari al 16,7 per cento del totale degli avviati. Si tratta del dato più alto di sempre, sia in termini assoluti che percentuali.

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LAPAM FEDERIMPRESA E LICOM GIUDICANO
IL RAPPORTO SUL CENTRO STORICO


Il rapporto sul Centro Storico presentato dall’Amministrazione Comunale è, dal punto di vista tecnico un eccellente lavoro. Molti dati sono registrati puntualmente ed alcuni elementi forniti al dibattito cittadino sono del tutto nuovi, come nuovo è il profilo dell’abitante tipo che n’esce: non più una vecchia signora che abita sola in un grande appartamento semi vuoto ma un “single” più giovane, ricco ed istruito della media dei concittadini. Trarre da questo tipo d’elemento conclusioni di giudizio politico, nel bene o nel male, è senz’altro avventato. E’ difficile dire se si possa attribuire o no a specifiche politiche la situazione attuale. Probabilmente vari pregi immobiliari e di qualità della vita hanno attirato spontaneamente una residenza più ricca e sofisticata. Alcune conclusioni, comunque possono essere formulate, partendo da un’analisi delle cartografie di dettaglio che sono allegate allo studio comunale:
- il centro è di gran lunga di sotto alle sue potenzialità: residenza, commercio, artigianato, pubblici esercizi, professioni, servizi di pertinenza alle abitazioni, pur presenti, sono molto concentrati, si potrebbe dir compressi in alcune zone, comunque a sud del Palazzo Ducale;
- il coefficiente d’occupazione della sosta veicoli è, per la sosta di superficie, francamente inaccettabile. Per Lapam Federimpresa e Licom è premessa essenziale d’ogni intervento incisivo che le auto in sosta siano rimosse dalle vie: 7917 permessi per la Zona a traffico Limitato non stanno nei 1900 posti reali e nei 1500 garage esistenti.
E’ dunque ovvio come occorra offrire agli utenti del centro alcune grandi alternative in sotterraneo di prossimità (parco cittadino- Novi Sad) immediatamente collegate al cuore urbano da adeguati sistemi tecnologici.
Occorre inoltre non inseguire sempre, come purtroppo da cinquanta anni si è fatto a Modena, i problemi di mano in mano che si presentano: quando un immobile si vuota la città deve già esser pronta per la nuova funzione. Non sono più più pensabili attese come quella dell’ex carcere di Palazzo Solmi. Oggi sappiamo che U.S.L, Ospedale Estense, Ospedale Sant’Agostino, oltre alla Manifattura Tabacchi od al complesso Caserma Garibaldi etc, nonché molti altri edifici sono in pista per essere rifunzionalizzate. Prudenza d’equilibri e di trattative riservate non possono imporre i loro tempi alle esigenze della città. Ora è importante che il nuovo strumento di conoscenza di cui, con lo studio presentato, il Comune si è dotato, non sia un puro arricchimento culturale per qualcuno od un mero oggetto di polemiche dei partiti, ma la base di un organico piano di rifunzionalizzazione di tutto il cuore della città.

Il presidente Lapam Federimpresa
della Zona di Modena
Gianni Valentini

Il Segretario Licom
Alberto Carretti



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SPILAMBERTO PER LA PACE


Il Consiglio Comunale di Spilamberto ha approvato a larga maggioranza (un solo voto contrario) un importante ordine del giorno sui temi della pace, con il quale ha deciso di:

istituire un "Ufficio per la pace", all'interno del Ufficio Cultura, con il compito di promuovere, con quanti si renderanno disponibili, la cultura della pace e dei diritti umani mediante iniziative culturali, di ricerca, di educazione e di informazione che tendano a fare del territorio comunale una terra di pace.

aderire al "Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace" dandosi la denominazione di "Città di pace".

Di cosa si tratta?
Il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace è un'Associazione che riunisce i Comuni, le Province e le Regioni impegnate in Italia a promuovere la pace, i diritti umani, la solidarietà e la cooperazione internazionale. Il Coordinamento Nazionale degli Enti ocali per la Pace, fondato il 12 ottobre 1986, ha sede a Perugia, presso l'Ufficio per la pace della Provincia.

I principali obiettivi del Coordinamento sono:
promuovere l'impegno costante degli Enti Locali a favore della pace, della solidarietà e della cooperazione internazionale, valorizzandone le iniziative;
promuovere il coordinamento nazionale e lo sviluppo di iniziative comuni, lo scambio di informazioni ed esperienze tra gli Enti Locali e le Regioni impegnati sui diversi problemi della pace;
approfondire la ricerca e la riflessione politica e giuridica sui compiti degli Enti Locali per la pace;
realizzare un archivio nazionale dell'attività degli Enti Locali per la pace;
favorire la collaborazione tra gli Enti Locali, le Regioni e le associazioni della società civile che operano per la promozione della pace, dello sviluppo e dei diritti umani;
promuovere tra la gente - e in particolare tra i giovani - dello sviluppo della cultura e di comportamenti di pace e solidarietà.


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Il settimanale diocesano Nostro tempo
lancia un appello al Comune di Modena
in occasione della Giornata Internazionale contro la pena di morte:
«Accendete la Buonissima e il Comune»


Sabato 30 novembre si celebra la Prima Giornata mondiale contro la pena di morte: l'idea arriva dalla Comunità di Sant'Egidio, con l'accordo delle principali organizzazioni non governative del mondo, impegnate nella lotta contro la pena di morte e raccolte nella World coalition against death Penalty (Wcadp). In numerose città italiane e straniere si svolge in quella data l'iniziativa "Città per la Vita": saranno illuminati, anche in modo particolare, i monumenti più rappresentativi delle città (a Roma il Colosseo, a Venezia Palazzo Ducale ad esempio) “come segno della luce della vita”. All’iniziativa aderisce anche la vicina Reggio Emilia, che illuminerà la statua del Crostolo in piazza Prampolini. E a Modena? La nostra città non compare per ora nell’elenco di quelle che hanno aderito. Allora ci permettiamo noi di suggerire che questa giornata non passi inosservata: apriamo la Ghirlandina (già ben illuminata) la sera del 30 novembre o mettiamo una luce particolare su uno dei simboli più cari ai modenesi, la statua della Bonissima (che se non sbagliamo è una sorta di summa delle “virtù” modenesi). Ci spiacerebbe se la città non cogliesse questa opportunità. Anche per ricordare che Modena, a parole sempre più proiettata verso l’Europa, appartiene proprio a questo Vecchio continente che della lotta contro la pena capitale ha fatto una battaglia nel segno del rispetto del valore della vita umana. E’ in Europa, infatti, che la pena di morte è stata completamente abrogata (l’ultimo paese a farlo è stata, lo scorso anno, la Jugoslavia). In questo, almeno, gli europei possono dire di non aver nulla da imparare, né dall’est né dall’ovest. La campagna per una moratoria universale contro la pena di morte ha visto finora quasi 5 milioni di firme raccolte in 145 nazioni. La pena capitale è stata abolita in 111 paesi (il primo fu, nel 1796, l’allora Granducato di Toscana, appunto il 30 novembre). Sono 85 invece gli Stati che la mantengono. Ancora troppi e troppo incivili.

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