martedì, ottobre 28, 2003

EUROPA – CINA: IL PARTENARIATO CRESCE, LE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI CONTINUANO

Alla vigilia del vertice tra Unione Europea e Cina, in
programma giovedì 30 ottobre a Pechino, Amnesty
International ha diffuso un rapporto in 20 pagine intitolato
“Cina: abusi costanti sotto una nuova dirigenza – sintesi
delle preoccupazioni sui diritti umani”.
“Alla luce delle gravi violazioni dei diritti umani descritte nel
nostro rapporto, chiediamo ai responsabili dell’Unione
Europea di cogliere l’opportunità del primo vertice col
presidente Hu Jintao per riconsiderare profondamente il loro
approccio alla situazione dei diritti umani in Cina. Lo
sviluppo della protezione dei diritti umani dev’essere il
punto fermo di relazioni più mature tra Unione Europea e
Cina” – ha dichiarato Dick Oosting, direttore dell’Ufficio di
Amnesty International presso l’Unione Europea.
“Fino a oggi, l’Unione Europea è rimasta in ostaggio
dell’insistenza cinese sul mutuo rispetto e l’assenza di un
confronto su questioni riguardanti i diritti umani, bloccata in
un ‘dialogo sui diritti umani’ di natura formale che non ha
aiutato in alcun modo le vittime delle violazioni dei diritti
umani in Cina” – ha proseguito Oosting. “Una relazione
matura significa che le parti coinvolte riconoscono che
questa deve dare dei risultati. L’Unione Europea non deve
limitarsi a proseguire nel dialogo sui diritti umani, ma deve
iniziare a esercitare pressioni politiche su Pechino per
ottenere miglioramenti tangibili, in particolare sui problemi
sollevati nell’ultimo rapporto di Amnesty International”.
Il rapporto di Amnesty International denuncia che centinaia
di migliaia di persone continuano a essere detenute in tutta
la Cina, in violazione dei loro diritti umani fondamentali.
Proseguono le condanne a morte e le esecuzioni al termine
di processi irregolari, la tortura e i maltrattamenti
rimangono diffusi e sistematici e la libertà di espressione e
d’informazione resta sempre gravemente limitata.
“Le autorità cinesi si vantano di aver introdotto l’iniezione
letale come metodo di esecuzione e l’introduzione di
‘camere mobili di esecuzione’ in termini di maggiore
efficacia e abbattimento dei costi: queste affermazioni
dovrebbero far suonare un campanello d’allarme nei corridoi
dell’Unione Europea. Nonostante sei anni di dialogo su
questo argomento, la Cina continua a essere responsabile di
più dell’80% delle esecuzioni accertate ogni anno nel
mondo” – ha accusato Oosting.
“Possono essere adottate riforme legali in campo
commerciale, ma purtroppo non vediamo lo stesso livello di
attenzione nei confronti della necessità di riformare il
sistema penale, obiettivo vitale per la protezione dei diritti
umani e al contempo elemento essenziale per la stabilità e
lo sviluppo sostenibile del paese” – ha concluso Oosting.

Sintesi dei contenuti del rapporto di Amnesty International:

* continuo uso della pena di morte durante le
campagne “colpire duro”, col conseguente elevato
numero di esecuzioni, spesso al termine di processi
irregolari o sommari;
* costante ricorso alla “rieducazione attraverso il
lavoro”, un sistema che consente la detenzione di
centinaia di migliaia di persone ogni anno senza
accusa né processo;
* persistenza di gravi denunce di torture e
maltrattamenti;
* aumento del numero degli arresti e delle condanne
nei confronti degli utenti di internet e dei cosiddetti
“cyberdissidenti”, in violazione del loro diritto
fondamentale alla libertà di espressione e di
informazione;
* intensificazione della repressione, con la scusa delle
misure “anti-terrorismo”, nei confronti degli Uiguri,
un gruppo etnico di religione prevalentemente
musulmana che vive nella regione autonoma del
Xinjiang Uighur;
* continua repressione dei diritti alla libertà di
espressione e di associazione in Tibet, ove un
numero imprecisato di monaci e monache di
religione buddista rimangono in carcere come
prigionieri di coscienza;
* repressione in atto nei confronti del movimento
spirituale Falun Gong e di altre cosiddette
“organizzazioni eretiche”, che produce arresti
arbitrari, torture e decessi in carcere;
* gravi violazioni dei diritti umani nel contesto della
diffusione dell’Hiv / Aids, tra cui torture nei
confronti di persone che hanno contratto il virus
nonché arresti arbitrari, minacce e intimidazioni ai
danni degli attivisti impegnati in campagne di
sensibilizzazione su questo tema;
* accanimento nei confronti dei richiedenti asilo nord-
coreani, che continuano a rischiare il rientro forzato
in Corea del Nord, ove corrono il pericolo di subire
arresti, torture e persino esecuzioni;
* tentativi recenti, da parte dell’amministrazione di
Hong Kong, di introdurre una nuova legge su
“tradimento, sedizione, secessione e sovversione”,
nonostante le ampie preoccupazioni dell’opinione
pubblica per il fatto che essa potrebbe essere usata
per limitare i diritti umani fondamentali.


Il rapporto “Cina: abusi costanti sotto una nuova dirigenza
– sintesi delle preoccupazioni sui diritti umani” è disponibile
sul sito Internet www.amnesty-eu.org oppure presso
l’Ufficio Stampa di Amnesty International.

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