giovedì, ottobre 02, 2003

TESSILE: PRIMO SEMESTRE 2003 NEGATIVO, INVERNO DIFFICILE

I risultati dell'indagine di Federmoda CNA sull'andamento del tessile-abbigliamento a Modena

Continua ad essere negativa la congiuntura in cui versa il settore del tessile-abbigliamento nella nostra provincia. Anche per il primo semestre 2003, così come era stato per il 2002, i principali indici del settore hanno segno meno. A rendere ancor più grave la situazione il fatto che storicamente il primo semestre dell'anno è il periodo in cui si concentra il massimo livello di produzione.
Gli indici:
produzione -3,7%
fatturato -2,1%
fatturato estero +9,3%
ordini interni -4,6%
ordini esteri +3,9%
occupazione -2,4%
imprese -4,6%
export -3,8%
Tra i fattori di criticità va sicuramente annoverato l'andamento del mercato del lavoro: per la prima volta, infatti, si registra a un saldo negativo tra assunti e licenziati, che annuncia un deficit ancora maggiore nel secondo periodo dell'anno. A tenere, nonostante il calo della produzione, è l'estero, che aumenta sia per ciò che concerne gli ordini, sia per quello che riguarda il fatturato, in particolare nell'abbigliamento. Un dato che conferma la vocazione all'export delle imprese modenesi e l'aumento costante della qualità offerta, che rimane uno dei fattori competitivi di maggior importanza. Ma questa capacità di penetrazione sui mercati esteri non basta a salvaguardare l'occupazione e la redditività delle aziende. Le sofferenze si manifestano in particolare nelle piccole aziende di subfornitura (tessitura, confezioni, stirerie, ecc.), ed il pronto moda sul mercato interno. Gli unici segnali positivi arrivano invece dall'intimo e dalla corsetteria, che mantengono risultati significativi anche nella campagna ordini autunnale. Come era lecito prevedere le difficoltà appaiono in aumento a settembre, come testimonia il massiccio ricorso a sospensioni e cassa integrazioni un po' su tutta la filiera del comparto. Molte aziende, infatti, sono ferme (rispetto agli anni precedenti si registrano ritardi sino a 40 giorni per ciò che riguarda l'avvio della produzione). Anche la raccolta ordini procede a rilento.
«In questa situazione - osserva Vanni Po, Presidente di Federmoda CNA - si rischia di vedere scomparire non solo aziende "marginali", ma anche imprese significative per produzione e forza lavoro occupata, in difficoltà per recenti investimenti e costrette a gestire, in una congiuntura di mercato tutt'altro che favorevole, un difficile rapporto con le banche. Si diffonde così un clima di sfiducia, acuito dalla mancanza di prospettive. Anche il fallimento del vertice WTO di Cancun non contribuisce certo a "pensare positivo"». «Facile prevedere - continua Po - un ulteriore slittamento dell'agognata ripresa economica. Senza interventi di sostegno il 2003 potrebbe chiudersi con una mortalità delle imprese piuttosto elevata e con un calo dell'occupazione attorno al 5%».
Sulla base di queste pessimistiche premesse, Federmoda CNA denuncia una volta di più la necessità di interventi urgenti di sostegno al settore, interventi ancora al palo malgrado gli impegni assunti al Tavolo nazionale della Moda. Tra questi gli incentivi ai campionari, l'etichetta d'origine, la reciprocità negli scambi commerciali con gli altri paesi, l'applicazione del marchio Full Made in Italy, la lotta alla contraffazione ed alle importazioni selvagge, gli aiuti ai giovani stilisti. In mancanza di questi interventi le piccole imprese dovranno per l'ennesima volta contare esclusivamente sulle proprie forze per resistere e rinnovarsi, puntando come al solito su qualità, creatività e servizio, indispensabili fattori di competitività sul mercato internazionale.

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