giovedì, ottobre 09, 2003

ARMI, UN COMMERCIO MONDIALE DA CONTROLLARE

Il commercio mondiale di armi e' pericolosamente privo di regole e fa si'
che queste finiscano nelle mani di governi repressivi, autori di
violazioni dei diritti umani e organizzazioni criminali. Per affrontare
questo problema, tre organizzazioni internazionali hanno lanciato oggi, in
oltre 50 paesi, la campagna mondiale Control Arms, "Controllare le armi".
Gli obiettivi della campagna sono ridurre la proliferazione e l'uso
illegale delle armi e convincere i governi a istituire un accordo
vincolante sul commercio delle armi.
La proliferazione e l'uso illegale delle armi hanno raggiunto un livello
critico, alimentando violazioni dei diritti umani, poverta' e conflitti.
Ogni minuto una persona rimane uccisa dalla violenza delle armi e molte
altre subiscono abusi e ferite gravi. Tuttavia le armi rappresentano, a
livello mondiale, un affare lucroso e privo di regole.
I controlli nazionali sul commercio delle armi sono pieni di scappatoie.
La facile disponibilita' delle armi favorisce l'incidenza della violenza,
e' il detonatore dei conflitti e la causa del prolungamento delle guerre,
in cui le popolazioni civili sono sempre piu' prese di mira. I conflitti e
la criminalita' armata impediscono agli aiuti di raggiungere chi ne ha
disperato bisogno e sono spesso causa della mancanza di assistenza
sanitaria ed educazione.
Gli attacchi dell'11 settembre e la conseguente "guerra al terrore" hanno
alimentato la proliferazione di armi piuttosto che favorire un impegno
politico per controllarne la diffusione. La "guerra al terrore" ha
significato l'aumento delle esportazioni di armi, soprattutto da parte di
Stati Uniti e Gran Bretagna, verso i cosiddetti "nuovi alleati" (come
Pakistan, Indonesia e Filippine), a prescindere dalle preoccupazioni per
la situazione dei diritti umani o per lo sviluppo di questi paesi.
«Ogni anno centinaia di migliaia di persone vengono uccise, torturate,
stuprate e costrette ad abbandonare le proprie terre a causa dell'uso
illegale delle armi. In un periodo in cui la "guerra al terrore" domina
l'agenda internazionale, dovrebbe esserci un rinnovato interesse per il
controllo delle armi. E invece, accade l'opposto. Il circolo vizioso fra
trasferimenti delle armi, conflitti e violazioni dei diritti umani puo' e
deve essere fermato» ha dichiarato Irene Khan, Segretaria generale di
Amnesty International.
Per affrontare questi problemi Amnesty International, Oxfam e la Rete
d'azione internazionale sulle armi leggere (International Action Network
on Small Arms, IANSA) hanno lanciato una campagna mondiale intitolata
Control Arms "Controllare le armi". La campagna promuovera' l'istituzione
di un Trattato sul commercio di armi e l'adozione di una serie di misure,
a livello regionale e locale, per limitare la proliferazione e l'uso
illegale delle armi.
«Il commercio delle armi e' fuori controllo. E' un problema mondiale che
ha delle conseguenze locali terrificanti, soprattutto ai danni delle
persone povere. C'e' disperato bisogno di un Trattato sul commercio delle
armi, per fermare l'afflusso delle armi e contribuire a rendere piu'
sicura la societa'» ha affermato Barbara Stocking, direttrice di Oxfam.
Il possesso di armi sempre piu' letali sta diventando parte integrante
della vita quotidiana in molte parti del mondo: tra i contadini
dell'Uganda del nord le mitragliatrici AK47 stanno sostituendo le lance,
in Somalia i neonati vengono chiamati "Uzi" o "Ak", in Iraq vi sono piu'
armi che persone.
«I governi, occupati a cercare armi nucleari, biologiche e chimiche nella
loro lotta al "terrorismo", fondamentalmente ignorano le vere "armi di
distruzione di massa": le armi leggere, che in questo modo continuano a
diffondersi, al prezzo di centinaia di migliaia di vite umane» ha
aggiunto Rebecca Peters, direttrice di IANSA.
Una bozza del Trattato sul commercio delle armi e' stata redatta da un
gruppo di organizzazioni non governative che si occupano di diritti umani,
sviluppo e controllo delle armi (comprendente Amnesty International e
Oxfam), in collaborazione con esperti di diritto internazionale. La
proposta ha ottenuto l'appoggio di 19 premi Nobel per la Pace, guidati da
Oscar Arias. L'obiettivo principale del Trattato e' fornire una serie di
standard minimi sul controllo dei trasferimenti di armi, fermamente basati
sulle responsabilita' che competono agli Stati sulla base del diritto
internazionale.
Oltre a un Trattato sul commercio delle armi, la campagna Control Arms
chiede ai governi di sviluppare e rafforzare i controlli sulle armi a
livello regionale e di esercitare una rigorosa supervisione, a livello
nazionale, sulle esportazioni nazionali di armi e sulle attivita' dei
fornitori e degli intermediari, di impegnarsi maggiormente per prevenire
l'uso illegale delle armi da parte dei pubblici ufficiali e di proteggere
i propri cittadini dalla violenza armata. La campagna Control Arms chiede
infine alle autorita' e alle comunita' locali di contribuire a migliorare
la sicurezza sviluppando progetti che riducano la disponibilita' e la
domanda di armi a livello locale.

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