Modenapiù
Una Città e il Mondo: politica, cultura, economia, società a cura di Roberto Gazzotti.
mercoledì, dicembre 18, 2002
====== MODENA ======
L'OSPEDALE SANT’AGOSTINO DIVENTERÀ
LA NUOVA SEDE DELLA PROVINCIA
Accordo tra Comune e Provincia sulla cessione dello storico edificio realizzato nel 1700. Il sindaco: “Una novità positiva che contribuisce all’ulteriore qualificazione del centro storico”
Il Comune di Modena e la Provincia hanno raggiunto una intesa sul percorso che porterà alla cessione da parte del Comune dell’insieme degli edifici che attualmente ospitano l’ospedale Sant’Agostino e degli spazi adiacenti situati tra viale Berengario e via Ramazzini. Tale complesso di edifici sarà destinato ad ospitare la nuova sede dell’Amministrazione provinciale. La superficie complessiva che sarà ceduta è di circa 19.500 metri quadrati lordi.
Con questo passaggio, definito d’intesa con il direttore generale dell’Ausl Roberto Rubbiani, Comune e Provincia si impegnano ad avviare un percorso che porterà alla sottoscrizione di un accordo di programma tra i due enti, mentre il valore economico degli edifici sarà stabilito da una perizia giurata, depositata in Tribunale, che sarà affidata a un perito indicato di comune intesa
“L’accordo sul Sant’Agostino - spiega il sindaco di Modena Giuliano Barbolini - ritengo sia di grande valore per Modena e segna una importante intesa raggiunta dopo un proficuo confronto con l’Amministrazione provinciale. Poter infatti collocare la sede della Provincia in pieno centro storico è la conferma di una volontà condivisa di riqualificazione del cuore della città e dei suoi più significativi contenitori, mantenendovi importanti funzioni direzionali al servizio dei cittadini. Nel contempo ciò consentirà al Comune di poter completare il proprio impegno per portare a termine la realizzazione del nuovo polo ospedaliero di Baggiovara. Sarà poi possibile riprendere, sulla base di una questa nuova importante certezza, il ragionamento sulla riqualificazione dello spazio di piazzale Sant’Agostino, specie per quanto attiene alle funzioni culturali e museali, anche in vista della prossima dismissione dell’ospedale Estense. Nell’occasione voglio comunque ringraziare la Fondazione Cassa di Risparmio per l’interesse che pure aveva manifestato alla acquisizione di parte del Sant’Agostino come propria sede, nell’ambito di un progetto culturale più ampio, su cui hanno tuttavia pesato i ritardi e le incertezze dei provvedimenti Tremonti. Sono comunque certo che il confronto su questo tema potrà trovare ulteriori opportunità per essere proficuamente sviluppato e in tal senso c’è la massima disponibilità da parte dell’Amministrazione”.
I fondi che il Comune ricaverà dalla vendita del Sant’Agostino, sulla base dell’Accordo di programma siglato nell’ottobre del 1998, hanno un vincolo di destinazione sanitaria e cioè devono obbligatoriamente andare (per una cifra minima allora stabilita in 45 miliardi e 630 milioni di lire) al completamento del nuovo ospedale di Baggiovara. E' da specificare che per garantire nell’immediato, l’avanzamento delle varie fasi dei lavori a Baggiovara, il Comune anticiperà all’incirca 6 milioni di euro all’Ausl in larga parte provenienti dalla prevista cessione delle quote della società Autobrennero.
L’iter di cessione prevede anche l’acquisizione dei pareri e delle autorizzazioni da parte della Sovrintendenza per i beni storici e della Regione Emilia Romagna.
Una nota storica: l’ospedale Sant’Agostino fu edificato per volere del Duca Francesco III a partire dal 1753 come ampliamento del cinquecentesco Ospedale della Santa Unione. L’inaugurazione avvenne nel 1758, con successivi ampliamenti a seguito della grande affluenza di malati. La porzione di isolato costituita dagli edifici prospicenti via Berengario e via Ramazzini è invece originariamente sorta come luogo di accoglienza e rieducazione e per abitazioni popolari che solo in un secondo momento sono state collegate e adattate alla destinazione sanitaria.
Il teatro anatomico e gli spazi oggi in uso all’Università (posti sulla parte iniziale di via Berengario), non fanno parte dell’accordo tra Comune e Provincia in quanto proprietà dell’ateneo modenese.
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IL MUSEO CIVICO D'ARTE
CERCA BOZZETTI DI CRESPOLANI
Appello a privati e collezionisti per una mostra che si svolgerà in primavera. Caposcuola della scenografia modenese, l'artista lavorò per teatri, chiese e palazzi
Il Museo civico d'arte di Modena cerca bozzetti scenografici del pittore Camillo Crespolani (1798-1861) per una mostra in programma in città la prossima primavera. L'invito è rivolto a privati e collezionisti disposti a partecipare all'esposizione con il prestito delle opere, che vengono tutelate dalla privacy e assicurate (per segnalazioni di può telefonare a Luana Ponzoni, tel. 059 200115).
La recente acquisizione da parte del Museo civico di 15 bozzetti acquerellati di costumi teatrali e di tre documenti di interesse biografico permette di approfondire la figura di Crespolani, nato a Modena il giorno di Natale del 1798 e morto nel 1861. Caposcuola della scenografia modenese, ornatista e docente, venne sostenuto negli studi e nella carriera dal duca Francesco IV, che gli permise di perfezionarsi all'Accademia di belle arti di Milano e di sperimentare le doti di scenografo nel Teatro di Corte, dove "debuttò" nel 1827 con l'opera "Edoardo e Cristina" di Gioachino Rossini. Da allora, la sua produzione di sviluppa ininterrottamente per 32 anni, in parallelo con il fiorire di un repertorio operistico che abbraccia le composizioni di Donizetti, Bellini, Rossini, Verdi, ma anche di altri maestri come Alessandro Gandini, Giovanni Pacini, Luigi Ricci, Lauro Rossi, Saverio Mercadante e Nicola Vaccaj.
Crespolani lavorò per più teatri, ideò e dipinse le scene dei melodrammi e dei balli in cartellone ad ogni stagione teatrale, realizzò scene per balli e feste pubbliche e persino costumi teatrali. Negli anni Trenta e Quaranta dell'Ottocento venne più volte richiesta la sua opera come pittore-ornatista di chiese e dimore in binomio con Luigi Manzini nel ruolo di figurista e partecipò alla decorazione di ambienti del Palazzo ducale.
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