Modenapiù
Una Città e il Mondo: politica, cultura, economia, società a cura di Roberto Gazzotti.
domenica, febbraio 27, 2005
MORTO PETER BENENSON, FONDATORE DI AMNESTY INTERNATIONAL
Peter Benenson è spirato venerdì 25 febbraio, all'etàdi 83 anni, nell'ospedale John Radcliffe di Oxford
Peter è stato il fondatore e l'ispiratore di Amnesty International. Nel maggio 1961, informato dell'arresto di due giovani che in un caffè di Lisbona avevano brindato alla libertà delle colonie portoghesi, pubblicò su un settimanale di Londra un articolo intitolato 'I prigionieri dimenticati'. Era un appello per un campagna di 12 mesi dedicata alla liberazione di tutti i prigionieri per motivi di opinione: l'adesione entusiasta di migliaia di persone lo convinse a trasformare quella campagna in ciò che sarebbe divenuto il più importante movimento globale per i diritti umani: un'organizzazione diffusa in oltre 150 paesi, con quasi due milioni di iscritti.
Nei primi anni di vita di AI, Peter assicurò all'organizzazione il sostegno finanziario per muovere i primi passi, prese parte ad alcune missioni di ricerca, si occupò in prima persona di tutte quelle incombenze necessarie a far crescere in dimensioni ed importanza la sua 'creatura'.
L'intera sua vita è stata dedicata a combattere l'ingiustizia nel mondo. Peter credeva nel potere delle persone comuni di provocare straordinari cambiamenti: creando Amnesty International ha dato a ciascuno di noi l'opportunità di fare la differenza.
Ad una cerimonia pubblica per il 25esimo compleanno di Amnesty International, Peter accese la candela con il filo spinato e recitò quello che viene ricordato come il suo testamento spirituale: «Questa candela non brucia per noi, ma per tutte quelle persone che non siamo riuscite a salvare dalla prigione, che sono state uccise, torturate, rapite, scomparse. È per loro che brucia la candela di Amnesty».
Peter è stato il fondatore e l'ispiratore di Amnesty International. Nel maggio 1961, informato dell'arresto di due giovani che in un caffè di Lisbona avevano brindato alla libertà delle colonie portoghesi, pubblicò su un settimanale di Londra un articolo intitolato 'I prigionieri dimenticati'. Era un appello per un campagna di 12 mesi dedicata alla liberazione di tutti i prigionieri per motivi di opinione: l'adesione entusiasta di migliaia di persone lo convinse a trasformare quella campagna in ciò che sarebbe divenuto il più importante movimento globale per i diritti umani: un'organizzazione diffusa in oltre 150 paesi, con quasi due milioni di iscritti.
Nei primi anni di vita di AI, Peter assicurò all'organizzazione il sostegno finanziario per muovere i primi passi, prese parte ad alcune missioni di ricerca, si occupò in prima persona di tutte quelle incombenze necessarie a far crescere in dimensioni ed importanza la sua 'creatura'.
L'intera sua vita è stata dedicata a combattere l'ingiustizia nel mondo. Peter credeva nel potere delle persone comuni di provocare straordinari cambiamenti: creando Amnesty International ha dato a ciascuno di noi l'opportunità di fare la differenza.
Ad una cerimonia pubblica per il 25esimo compleanno di Amnesty International, Peter accese la candela con il filo spinato e recitò quello che viene ricordato come il suo testamento spirituale: «Questa candela non brucia per noi, ma per tutte quelle persone che non siamo riuscite a salvare dalla prigione, che sono state uccise, torturate, rapite, scomparse. È per loro che brucia la candela di Amnesty».
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