giovedì, dicembre 18, 2003

PER AMNESTY SOLO LA "GIUSTIZIA GIUSTA" PUO' AIUTARE IL FUTURO DELL'IRAQ

Amnesty International ha accolto favorevolmente l'arresto di Saddam
Hussein, accusato di gravi violazioni dei diritti umani quali crimini di
guerra e crimini contro l'umanita'. Ora e' essenziale che vi sia un
processo equo e indipendente che rispetti gli standard internazionali.
"Il modo in cui si svolgera' il processo sara' cruciale per il futuro
dell'Iraq e per capire fino a che punto verra' rispettato lo stato di
diritto. E' importante che emerga la verita' ma e' ugualmente importante
che prevalga la giustizia" ha dichiarato l'organizzazione per i diritti
umani.
Qualunque corte sia chiamata a giudicare Saddam Hussein e altri imputati,
dovra' agire equamente ed essere valutata come equa dall'esterno. Dovra'
essere competente, indipendente e imparziale e seguire le procedure in
linea col diritto internazionale sul giusto processo.
Secondo Amnesty International, "la gravita' e la dimensione delle
violazioni di cui Saddam Hussein e' accusato sottolinea l'importanza
vitale che egli sia sottoposto a giustizia in un modo indiscutibilmente
equo. Le innumerevoli vittime di decenni di gravi violazioni dei diritti
umani commesse dal precedente governo non meritano niente di meno".
Amnesty International preme affinche' sia seriamente presa in
considerazione l'opzione di coinvolgere nel processo esperti non iracheni.
L'Iraq ha una forte tradizione giuridica, ma in questo paese non si sono
mai celebrati processi per reati complessi come i crimini di guerra e i
crimini contro l'umanita'. Se da un lato sarebbe importante che il
processo si svolgesse in Iraq, dall'altro non e' chiaro se e come, in un
contesto fortemente politicizzato, l'indipendenza e l'imparzialita' dei
persecutori e dei giudici potrebbe essere garantita.
Il nuovo tribunale speciale in Iraq e' stato istituito senza un'ampia
consultazione con la societa' civile o una consulenza da parte degli
esperti legali internazionali, che hanno esperienza di situazioni simili.
Le sue caratteristiche, tuttavia, possono essere ancora modificate.
"L'Autorita' provvisoria della coalizione e il Consiglio di governo
iracheno dovrebbero chiedere agli esperti delle Nazioni Unite coinvolti in
situazioni analoghe in altri paesi, di assicurare che venga scelta la
migliore delle soluzioni. Altrimenti, si rendera' un cattivo servizio alla
causa della giustizia, non solo in Iraq ma nel mondo" ha sottolineato
Amnesty International.
L'organizzazione per i diritti umani e' anche preoccupata per il fatto che
la pena di morte e' ancora prevista nell'ordinamento del tribunale
speciale. Il processo nei confronti di Saddam Hussein e di altri imputati
non dovra' essere visto come una vendetta. L'Autorita' provvisoria ha
sospeso la pena capitale e Amnesty International auspica che venga abolita
per sempre.
"Ci dispiace profondamente vedere rappresentanti delle Potenze occupanti
manifestare supporto o neutralita' nei confronti della pena di morte in
Iraq, anziche' incoraggiare l'abolizione definitiva di questa pena
obsoleta e inumana" ha aggiunto Amnesty International.
Come ex capo delle forze armate irachene, Saddam Hussein e' un prigioniero
di guerra e deve essere trattato come tale, ad esempio ricevendo
immediatamente la visita dei delegati del Comitato internazionale della
Croce Rossa. Come ogni altro imputato, Saddam Hussein ha diritto a tutte
le garanzie previste dal diritto internazionale, compreso il diritto a non
essere sottoposto a torture e maltrattamenti e il diritto a ricevere un
processo equo.
Rispetto alle immagini degli esami medici trasmesse dalla televisione,
Amnesty International ricorda che la III Convenzione di Ginevra sul
trattamento dei prigionieri di guerra prevede che questi siano trattati
con umanita' in ogni circostanza e siano protetti dalla "pubblica
curiosita'".
"C'era bisogno di mostrare che Saddam Hussein e' vivo e agli arresti, ma
mostrarlo mentre viene sottoposto a un esame della bocca e dei capelli non
era necessario e fa dubitare delle reali intenzioni nel distribuire tali
immagini".
Durante tutta la durata del regime di Saddam Hussein, Amnesty
International ha pubblicato rapporti e lanciato azioni sulle gravi
violazioni dei diritti umani in Iraq e per anni ha chiesto che venisse
posta fine all'impunita' per tali abusi. Gia' nel 1988 l'organizzazione
chiese al Consiglio di Sicurezza di intervenire per porre fine alle
massicce violazioni dei diritti umani contro i curdi. Ora la verita' deve
emergere e le vittime e le loro famiglie devono essere compensate.
"Gli standard che devono essere seguiti nel corso della detenzione, degli
interrogatori e del processo devono essere basati sugli stessi principi
che Saddam Hussein e altri imputati hanno negato al popolo iracheno: i
principi del diritto internazionale" ha concluso Amnesty International.

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