giovedì, dicembre 11, 2003

CIAMPI, NON FIRMARE LA GASPARRI!

In nome della libertà di stampa, Reporter senza frontiere chiede al presidente della Repubblica di non controfirmare la legge sul riassetto del sistema radiotelevisivo

La legge "Gasparri" sulla riforma del sistema radiotelevisivo è stata adottata dal Parlamento italiano il 2 dicembre 2003. La legge, il cui obiettivo ufficiale è di preparare il passaggio dall'attuale trasmissione analogica alla televisione digitale terrestre, permette di possedere interessi plurimediali, riforma i limiti antitrust e la composizione del Consiglio di amministrazione (Cda) della televisione pubblica RAI. Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, dispone di un mese di tempo per decidere di approvare il testo o rimandare in Parlamento il provvedimento del Governo, nel caso in cui ravvisi un profilo di palese incostituzionalità (articolo 73 della Costituzione italiana).
« Questa riforma, che serve con tutta evidenza gli interessi del gruppo Mediaset di proprietà di Silvio Berlusconi, rappresenta un pericolo per l'autonomia della televisione pubblica e una minaccia per il pluralismo dell'informazione. In nome della libertà di stampa, Le chiediamo di non promulgare questa legge », ha scritto Robert Ménard, segretario generale di Reporter senza frontiere, in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. « La concentrazione nelle mani di una sola persona, di un imponente impero mediatico e del potere politico, continua a rappresentare un'anomalia unica in Europa. La legge sul sistema radiotelevisivo, come peraltro il progetto di legge sul conflitto di interessi, non fanno che aggravare questa situazione. Con la loro approvazione, l'Unione europea darebbe un pessimo esempio ai paesi che devono ancora integrare i principi della libertà di stampa e della democrazia », ha aggiunto. La legge Gasparri elimina di fatto l'interdizione fatta a una sola persona, di detenere più di due reti televisive nazionali. Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, può quindi conservare la proprietà delle sue tre reti nazionali (Italia 1, Canale 5 e Retequattro). La Corte costituzionale aveva pertanto richiesto il passaggio di Retequattro sul satellite dal 1° gennaio 2004, per rispettare le leggi della concorrenza.
Il testo di legge approvato elimina l'interdizione di detenere interessi plurimediali. Dal 31 dicembre 2008, chi possiede più di una rete televisiva potrà acquisire partecipazioni in quotidiani o costituire nuove imprese editoriali e viceversa. Ma in realtà, la situazione finanziaria in cui versa di fatto la stampa, difficilmente permetterà questa reciprocità. Quindi con la legge appena approvata, a partire dal 1° gennaio 2009, il proprietario di una rete televisiva potrà fare acquisizioni nella stampa. Di fatto, Silvio Berlusconi era già proprietario di Mondadori, uno dei più importanti gruppi editoriali del paese.
Inoltre, la legge "Gasparri" riforma i limiti antitrust. Se il testo afferma che nessun operatore può conseguire ricavi superiori al 20% del Sic (sistema integrato delle comunicazioni) individuato come nuovo parametro di riferimento per fissare i tetti antitrust, il calcolo delle entrate pubblicitarie è ampliato a dismisura. Contiene infatti oltre alle entrate determinate dagli spot televisivi, (editoria, cinema e stampa compresi), anche i ricavi da canone, da pubblicità nazionale e locale, da telesponsorizzazioni, da televendite e telepromozioni, da offerte televisive a pagamento, da vendite di servizi, di beni e abbonamenti. La televisione pubblica RAI e la privata Mediaset si dividono il 93 % degli investimenti pubblicitari televisivi, di cui il 63% per il solo gruppo Mediaset.
La riforma prevede infine la privatizzazione progressiva della RAI e la modifica della composizione del suo Cda. La privatizzazione della RAI inizierà entro il 31 gennaio 2004, ma gli azionisti non potranno detenere più dell'1 % delle quote di capitale, lasciando quindi di fatto il controllo della televisione pubblica nelle mani del ministero dell'Economia. Il Cda del servizio pubblico passerà da cinque membri nominati dal presidente del Senato e della Camera dei deputati a nove membri, di cui sette saranno nominati dalla Commissione parlamentare di vigilanza e due, tra cui il presidente, dal ministero dell'Economia. Lucia Annunziata, attuale presidente del Cda RAI, ha annunciato che consegnerà le sue dimissioni se la legge sarà controfirmata dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
Reporter senza frontiere ricorda che la legge sul conflitto di interessi deve ancora essere approvata dal Senato. Il testo afferma che la gestione di un'azienda con scopo di lucro è incompatibile con una carica governativa, ma che non c'è conflitto di interessi se la gestione di questa società è affidata a una terza persona. Ora, il nome di Silvio Berlusconi non appare in nessun organigramma delle sue proprietà, la cui gestione è affidata alla famiglia o a persone di sua fiducia. In questo caso particolare dunque, il conflitto di interessi sarebbe inesistente.
In un rapporto dal titolo « Conflitto di interessi nei media : l'anomalia italiana », pubblicato da Reporter senza frontiere nell'aprile 2003, l'organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa analizza le conseguenze del conflitto di interessi di Silvio Berlusconi sul pluralismo dell'informazione in Italia, posizionata al 53o posto nella classifica mondiale della libertà di stampa nel 2003.

Il rapporto integrale è disponibile in francese, inglese e spagnolo su http: //www.rsf.org e in italiano su http://www.rsfitalia.org

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