mercoledì, giugno 30, 2004

APPELLO CONTRO IL PROGETTO DI LEGGE CASTELLI SULLA MAGISTRATURA

Il governo ha chiesto e ottenuto la fiducia alla Camera sulla riforma dell’ordinamento giudiziario. Il testo del maxiemendamento è pronto e «tecnicamente» contiene alcune modifiche rispetto a quello licenziato dalla commissione Giustizia. Il Csm ha già espresso un giudizio critico, contestando l’incostituzionalità di alcuni suoi passaggi e denunciando che con questa riforma si opera nei fatti la separazione delle carriere. Durante le audizioni, molti avvocati hanno espresso riserve. Libertà e Giustizia ha preparato un testo con alcuni dei punti maggiormente contestati, attorno al quale si augura di poter raccogliere il consenso di molti.

Il testo dell'appello

LeG invita gli avvocati, di ogni orientamento politico, a manifestare il loro dissenso rispetto al progetto di legge Castelli, perché tale progetto non costituisce una risposta adeguata ai problemi della giustizia nel nostro paese. Infatti:
1) la moltiplicazione dei concorsi interni al percorso di carriera dei magistrati non serve a garantire maggior efficienza né maggiore qualità della giurisdizione;
2) la gerarchizzazione delle procure, con l’attribuzione al solo procuratore capo della titolarità dell’azione penale nonché di un illimitato potere di avocazione delle inchieste affidate ai sostituti, riporta il nostro sistema giudiziario indietro di decenni ed appare motivata essenzialmente dal timore che la magistratura eserciti il proprio ruolo costituzionale di controllo anche nei confronti del potere politico;
3) il sistema degli illeciti disciplinari previsto dal progetto Castelli costituisce una ingiustificata ingerenza nel processo di motivazione e redazione delle sentenze, di per sé già soggetto a controllo nei diversi gradi di giudizio: al punto che si arriva a dover precisare che “non costituisce illecito disciplinare la valutazione del fatto e delle prove”! inoltre, sono previste fattispecie di illeciti disciplinari del tutto vaghe e di dubbia costituzionalità; infine, al Procuratore generale è dato, in sede di procedimento disciplinare, un discutibile potere di accesso ad atti coperti da segreto istruttorio;
4) i limitati elementi di efficienza presenti nel progetto Castelli - quali l’ufficio del Giudice ed il manager deputato a migliorare l’organizzazione degli uffici giudiziari – sono stati eliminati nell’ultima lettura alla Camera, per mancanza di copertura finanziaria.
Alla luce di quanto sopra, il progetto Castelli si conferma una pessima ed inutile controriforma dell’ordinamento giudiziario, che ignora i reali problemi con i quali gli avvocati e tutti gli utenti della giustizia si confrontano quotidianamente: mancanza di risorse e di personale, inefficienza, eccessiva lunghezza dei processi, disuguale qualità della giurisdizione.
Gli avvocati esprimono quindi la loro ferma contrarietà a questo progetto e chiedono che il governo si applichi ad affrontare i gravi problemi che affliggono il sistema della giustizia con onestà di intenti e nell’interesse dei cittadini.

per adesioni:
info@libertaegiustizia.it
fax 0245491067

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